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La musica jazz...

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Dall'album Rien ne s'arrête (1987 - 2001)
Patricia Kaas...

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Ella Fitzgerald & Louis Armostrong insieme per una incomparabile interpretazione della sempreverde Summertime...


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La musica jazz... Empty Stan Getz e il suo sax tenore...

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Romanticamente Misty...

Stan Getz: tenor saxophone
Herbie Hancock: piano 
Gary Burton: vibraphone 
Ron Carter: bass 
Elvin Jones: drums

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La musica jazz... Empty Il jazz di Sidney Bechet...

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Sidney Bechet (1897 - 1959) è stato uno dei grandi protagonisti della prima era del jazz. Clarinettista di formazione,  introdusse il sax soprano nel mondo della musica afro-americana con le prime apparizioni europee di orchestre nere (1919).  Si unì ai gruppi di Clarence Williams, uno dei primi ad incidere brani di jazz su disco, con il quale si fece notare come solista di alto rango, e lavorò pure con Louis Armstrong e Lil Harlin nei "Red Onion Jazz Babies", uno dei “super gruppi” della Jazz Age. Nel 1925 e fino al 1929 sarà di nuovo in Europa, dove a Parigi lavorerà con Josephine Baker. Dell’inizio degli anni ’30 è l’importante collaborazione con i New Orleans Feetwarmers, che entreranno in sala d’incisione una sola volta (1932) per una storica session discografica. Dopo un periodo d’appannamento, dovuto anche al suo stile fiorito non più in voga negli anni dello swing , ritorna in auge con il New Orleans revival alla fine degli anni ’30 e nei primi anni ’40. Di questa epoca sono alcune delle sue registrazioni più famose. L’ultimo decennio, dal 1949 alla morte, lo passerà di nuovo in Francia, dove si stabilisce dopo il grande successo dei suoi concerti alla Salle Pleyel di Parigi. Diventerà il jazzista “feticcio” degli Esistenzialisti...


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La musica jazz... Empty Pink & Floyd...

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Pinkney "Pink" Anderson (12 Febbraio -1900 -- (12 Ottobre - 1974)  South Carolina... Cantante e chitarrista...
Da lui e da  Floyd Council, Syd Barrett, molto legato al jazz e al blues si è ispirato per il nome alla band dei Pink Floyd di cui fu leader dal 1965 al 1968...






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La lettura dei romanzi di Michael Connelly hanno contribuito a farmi conoscere molti virtuosi musicisti jazz. Merito del detective Harry Bosch (il protagonista) che nella book series dello scrittore li cita ascoltandone i DVD la sera  a casa alla fine servizio al LAPD  Hollywood Division... (Polizia di Los Angeles)
Per esempio nel romanzo  "La scatola nera" ci trovo nominati alcuni jazzisti i cui nomi mi erano sconosciuti, come  Ron Carter o   George Cables...





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Dave Brubeck  Quartet-  Album Time Out 1959 -

Paul Desmond (sax contralto), Dave Brubeck (pianoforte) Joe Morello (batteria) Eugene Wright (bass) 


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La tromba di Miles Davis e  Zucchero...Una canzone  capolavoro infinito...qui c'è jazz, c'è blus... c'è la magia che taglia l'anima in due...
Fu Miles (rip) a cercare Zucchero, eccezionale rappresentante della musica italiana... 


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Eternamente: Ella Fitzgerald e Louis Armstrong...
Summertime...


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Stan Getz e Chet Baker - Concerto di Stoccolma 1983...

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Strepitosamente insieme: Zucchero e Miles Davis... Shocked Shocked Shocked

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Joe Cocker in una delle sue ultime apparizioni dal vivo...



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La musica jazz... Empty Chet Baker: un angelo caduto...

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La musica jazz... Chet-baker-quiz-701x421

Un artista cupo, solitario, pensoso, rancoroso, dolente ma abbagliante... 
Chet Baker, genio e sregolatezza, entrato anche lui nel mito per quella sua morte misteriosa. 
Uno degli angeli caduti, che vola giù verso il marciapiede di cemento dalla finestra di una stanza al secondo piano del Prins Hendrik Hotel, ad Amsterdam. La sua morte resta un mistero...
Per capire che fosse un angelo  bastava guardarlo:un ciuffo di capelli neri e lisci che gli cade sulla fronte, gli zigomi alti nel volto pallido, ma ascoltarlo suonare soprattutto.  
Impara a suonare la tromba e nei localini jazz di San Francisco, dove si suona il BeBop, all’inizio degli anni ’50, facendosi notare per il suo talento. Si accorgono di lui Charlie Parker e Gerry Mulligan, e allora  Chesney Henry Baker Jr diventa Chet Baker, il maestro del jazz così detto cool, jazz freddo, sfumato, intenso e sofferente, della scuola della west coast.
Il jazz viene dal blues,  la musica del diavolo, l’angelo caduto per eccellenza. Uno dei più grandi bluesman era Robert Johnson, che dicevano avesse venduto l'anima al diavolo per imparare a suonare.
Ecco perché, se il jazz viene da lì, i grandi jazzisti spesso hanno quell’aria un po’ maledetta che accompagna i musicisti geniali e trasgressivi, che suonino jazz, rock’n roll, metal o punk.


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Duke Elligton e John Coltrane  - In A sentimental mood -
Dall'Album The Classic Collaborations 1962 





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Frank Morgan.
Un sassofonista contralto dalla notevole genialità musicale, iniziò la sua carriera quando aveva 22 anni.

Incise il suo primo disco nel 1955, anno della morte di Charlie Parker del quale era considerato l’erede naturale.

Raccontava spesso che la sua vita era cambiata nel momento in cui sentì Charlie Parker prendere un assolo.

 Aveva completato gli studi presso la Jefferson High School, una scuola per soli neri. Sollecitato dal padre iniziò a suonare nei club dela Central Avenue, con Parker sempre presente per valutare i progressi del suo protetto.

Per la sua dipendenza alla droga trascorre molti anni in carcere dove già si trovava l’altro celebre jazzista Art Pepper, divenendo il solista principe della band di San Quentino, insieme ad altri grandi nomi del jazz.

La gente veniva da tutta la Bay Area per ascoltarli. Frank era molto orgoglioso di essere in quella banda, e senza dubbio raffinò le sue doti di musicista in compagnia di quei grandi musicisti detenuti per cause connesse agli stupefacenti. 

 Verso la metà degli anni ottanta, chiusi per sempre i conti con la giustizia, Morgan ritorna alla ribalta con la sua immutata bravura musicale. Ne 1985, dopo circa trent'anni dal precedente, registrò un nuovo album suonando meravigliosamente bene per altri vent’anni.  

Fu colpito da un ictus nel 1998, ma continuò a registrare ed a suonare dal vivo. 

Fino alla sua morte, nel 2007, Morgan registrò e pubblicò 16 album.





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John William Coltrane.
Grande sassofonista, nella storia del jazz ha lasciato un profondo segno quale principale innovatore nel tessuto di questa musica. Negli anni cinquanta suonava nel sestetto di Dizzy Gillespie quando fu invitato da Miles Davis per un provino. La sua esecuzione fluida, armoniosa, impressionò il grande trombettista. Coltrane conosceva tutti i brani, aveva una profonda smania perfezionista portata all’assoluta padronanza tecnico armonica dei suoni.
 
 
Per dare significato alla propria musica iniziò la ricerca delle radici e delle origini del jazz, intese come espressione musicale di un popolo cui egli sapeva di appartenere. La sua aspirazione era rendere universale la  musica, per farne comprendere il significato insito. Il suo modo di suonare si perfezionò ulteriormente nel periodo in cui approfondiva il bebop, giungendo a padroneggiare qualsiasi situazione armonica introducendo soluzioni proprie.
 
 
Oltre i numerosi premi ricevuti e onorificenze postume, ebbe la canonizzazione, da parte dell’African Orthodox Church, chiesa di San Francisco a lui dedicata.



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MILES DEWEY DAVIS ( maggio 1926- settembre 1991)
Trombettista d’eccezione, musica morbida, perfetta.
La sua musica si offre all’ascolto come un oggetto liscio senza cuciture o sbavature. Era un uomo che guardava alla realtà con occhio lucido, disincantato.
Organizzava la sua musica senza spiegare nulla a nessuno, geloso delle strutture, delle sue soluzioni armoniche, limitandosi a inviare segnali gestuali ai componenti del complesso.
Nel 1965 formò un nuovo quintetto con il quale, definito “stellare”, impresse il suo nome nella storia del jazz. Grande innovatore fu ideatore di numerosi stili jazz, fra cui il cool jazz, l'hard bop, il modal jazz e il jazz elettrico o jazz-rock.
Dotato di personalità laconica e difficile, si era guadagnato il soprannome di “principe delle tenebre”, per la qualità notturna di molta della sua musica. Nella realtà, chi lo conobbe da vicino lo descriveva quale persona gentile, spesso insicura, che utilizzava l’aggressività come mezzo di difesa.

Davis non esitò mai a reinventare la musica per la quale era conosciuto, nemmeno dopo il successo del rock, quando passò a una sonorità totalmente elettrica, sfidando talvolta l’ostilità della critica. Il suo grande carisma, oltre dall’enorme produzione artistica di valore indiscusso, scaturiva dalla sapiente costruzione della sua immagine, che lasciò anche traccia nel costume. Un musicista del XX secolo che fu, nel contempo, artista rivoluzionario e icona della cultura pop e del’industria dello spettacolo e dei concerti.






Ultima modifica di annali il Sab 25 Nov 2017, 01:29 - modificato 1 volta. (Motivazione : aggiunto video)
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Art Pepper.
Sax e clarinetto, riconosciuto come uno dei più importanti sassofonisti jazz, finendo secondo solo a Charlie Parker come miglior sassofonista.
Lo avevo ascoltato tanto tempo fa nella versione di un brano di Cole Porter. Sembrava, con il suo strumento, volesse aggredire la musica come per tirarle fuori l’anima. Era il suo stile, l’unico modo in cui sapeva suonare e quella sua grinta fu la cosa che più mi piacque.

Fra il 1960 e il 1977, Pepper, per abuso di sostanze illegali passò diversi periodi in carcere. 
Scontata la sua pena, nel quinquennio che precedette la morte, riuscì di nuovo a suonare e a girare il mondo con piccoli gruppi propri e il fraseggio, la classe, l'originalità erano impeccabili come negli anni migliori e meritarono applausi clamorosi e partecipi.
Aiutato dalla moglie, scrisse un'autobiografia intitolata con nera ironia “Straight Life” (vita facile) e pubblicò alcuni brani rari oltre a quelli "ufficiali" registrati in studio o dal vivo. Sorprendentemente, i suoi abusi e travagli non hanno influenzato la qualità delle sue registrazioni,  mantenendo a un alto livello di musicalità tutta la sua carriera fino alla morte, dovuta a un' emorragia cerebrale nel 1982. 







Grande Art Pepper in "Summertime"
 


Ultima modifica di annali il Lun 18 Dic 2017, 03:08 - modificato 3 volte. (Motivazione : Inserito testo e video)
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annali ha scritto:
 Eccoti Tino, una chicca! il tuo corregionale Nick La Rocca!
Grz. Annali.
P.s. quasi "compaesano", perchè risulta essere nato a "due passi" da qui (Salaparuta).
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Eccoti Tino, una chicca! il tuo corregionale Nick La Rocca!


Ultima modifica di annali il Sab 25 Nov 2017, 01:11 - modificato 1 volta. (Motivazione : Colore testo)
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La musica jazz... Empty Italo-americani and jazz (Nick La Rocca)

Messaggio  misterred

Si parla di jazz e mi piace sottolineare il grandissimo contributo che ha dato a questo genere musicale
il musicista italo-americano (siciliano, nato in provincia di Trapani), Nik La Rocca.
Figlio di musicista, fu un cultore di questo genere, e alcuni pare gli attribuiscono l'invezione del moderno
jazz, una particolare musica suonata dagli afro-anmericani.
Di solito gli italo americani sono citati per fatti non molto edificanti, dimenticando il grande contributo
che hanno dato gli emigranti italiani ed in particolare i meridionali nello sviluppo della moderna società
americana, nella musica, nelle arti, nella gastronomia ed altro.
Purtroppo, come si suol dire fa più rumore un albero che cade, che mille che crescono.
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La musica jazz... Empty Wonderful Tonight

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ERIC CLAPTON- WONDERFUL TONIGHT


Ultima modifica di annali il Sab 25 Nov 2017, 00:05 - modificato 1 volta.
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CHARLIE PARKER  - BIRD





Ultima modifica di annali il Sab 25 Nov 2017, 00:40 - modificato 1 volta. (Motivazione : Sostituito video)
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CHARLIE PARKER (1920-1955)
Una delle sue frasi celebri: “La musica è la tua esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non fa parte della tua vita, non potrà uscire dal tuo strumento”.
 
 
Il debutto di Charlie (bird) Parker è avvenuto a Kansas City nel 1937 con l’orchestra di Jay McShann, e di pochi anni dopo, nel 1941, la sua apparizione sulla scena di New York.
Il suo stile molto personale, chiamato poi “Bebop”, traeva le radici da swing e blues, apportandovi improvvisazioni ardite che influenzeranno molti musicisti dell’epoca, sassofonisti che imitarono il suo modo di suonare. La sua figura carismatica, uno dei più influenti e innovativi nella storia del jazz, spinse molti appassionati verso il sassofono contralto.
 
Nel 1945 incide insieme a Dizzie Gillespie ed è allora che la sua fama esplode, segnando per sempre la storia del jazz con una rivoluzione nel mondo musicale afro-americano.
La sua composizione “Ko Ko” è da considerarsi il primo brano in stile “bebop”, per renderne omaggio al quale la biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, nel 2002, lo introdusse nella lista del National Recording Registry.
In suo onore fu aperto a New York, nel 1949, un locale jazz chiamato appunto “Birdland”, dove Parker si esibiva in molte occasioni. Il locale fu un punto di riferimento per gli amanti del jazz e non solo, frequentato da tante celebrità del mondo del cinema.
 
La decadenza di Parker avvenne per gli eccessi smodati di droghe e alcool che lo portò a essere rinchiuso in una clinica per malattie mentali, il “Camarillo State Mental Hospital", dove rimase ricoverato per sei mesi.
Dopo la sua dimissione, pulito e sobrio, incise alcune delle sue migliori registrazioni tra cui il brano celebre “ Relaxin’ at Camarillo”.
 
La morte lo colse quando aveva solo trentaquattro anni. È ricordato come uomo brillante, colto, dotato di grande talento, capace di fantastiche improvvisazioni, e come tale rimarrà nel cuore di chi nel suo personaggio aveva colto l’ispiratore di una beat generation in forma jazz.


Ultima modifica di annali il Sab 25 Nov 2017, 00:19 - modificato 1 volta. (Motivazione : Giustificato - sostituito video)
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