Notizie "Astronomiche"...
Arc en ciel :: Presente :: Urania, colei che è celeste, l'Astronomia, con un bastone puntato al cielo; :: Notiziario et commentario
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Hubble: Luci e Colori
Più che per le scoperte scientifiche il telescopio Hubble è più famoso per le immagini che ci rimanda. Infatti, non produce automaticamente immagini attraenti, ma sono rielaborate artisticamente con particolari imitazioni del cosmo e dei suoi fenomeni.
Scopriamo come con l’aiuto Di Media Inaf
Video ESA/HUbble
annali- Senior
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Con Matisse i colori del cielo nell'infrarosso
Il Multi AperTure mid-Infrared SpectroScopic Experiment, abbreviato in MATISSE, è uno strumento installato su Very Large Telescope (VLT) dell’Osservatorio Australe Europeo (Eso), che permette di realizzare immagini e spettri astronomici in luce infrarossa con risoluzioni mai ottenute prima. Dopo 12 anni di lavoro da parte di un team di astronomi e ingegneri di Francia, Germania, Austra e Paesi Bassi, MATISSE ha finalmente ottenuto la sua “prima luce”, realizzata combinando osservazioni dai telescopi del VLT, installato all’Osservatorio di Cerro Paranal in Cile.
MATISSE è uno strumento interferometrico, ossia che sfrutta l’interferenza della luce raccolta dai quattro telescopi realizzando immagini ad altissima risoluzione.
Per le prime osservazioni MATISSE è stato puntato su Betelgeuse, la gigante stella rossa della costellazione di Orione che si suppone potrebbe esplodere come supernova fra alcune centinaia di anni.
annali- Senior
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Missioni inter-planetarie... storie in-finite...NASA
La NASA porta a conoscenza quali saranno le missioni interplanetarie del prossimo decennio.
Una, la missione CAESAR (Comet Astrobiology Exploration Sample Return) scenderà sulla cometa Churyumov-Gerasimenko per raccogliere un campione del suolo e riportarlo a Terra, un’altra studierà la luna Titano con un drone, il Dragonfly, questo il nome del drone che sarà lanciato sul satellite del "Signore degli anelli", alimentato da una sorgente a radioisotopi con la possibilità di spostarsi in diversi luoghi della luna analizzandone la superficie e l'atmosfera. Questa una delle due missioni che lasceranno la Terra dalla prossima metà degli anni venti per esplorare il nostro sistema solare nell’ambito del Progetto New Frontiers.
annali- Senior
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Re: Notizie "Astronomiche"...
Chissà perché , ma questi esperimenti mi sembran già tanti fallimenti in partenza ... Ricreare un ecosistema guardando solo 2 parametri d'atmosfera, risulta essere un po' pochino ... Le micidiali radiazioni cosmiche se non schermate uccidono qualsiasi cellula vivente e questa solo per dirne una ...
Charade- Senior
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La Cina va a coltivar patate sulla Luna
Non più la NASA ma la Cina...
La Cina sta progettando una missione per esplorare l’altra faccia della Luna, quella che da terra non vediamo mai e nel contempo portare organismi viventi per verificare sia possibile la realizzazione di un piccolo sistema che possa sopravvivere in ambienti ostile quanto quello lunare.
La missione “Chang’e-4”, lancerà una prima sonda che entrerà in orbita con il nostro satellite per fare da ponte radio e televisivo a un’altra sonda che seguirà dopo alcuni mesi e che scenderà sulla superficie lunare con a bordo un rover.
“A bordo della sonda vi saranno delle patate, semi di arabidopsis e uova di bachi da seta. Le uova si schiuderanno dando vita ai bachi da seta che produrranno anidride carbonica, mentre le patate e i semi emetteranno ossigeno attraverso la fotosintesi. Insieme potranno creare un semplice ecosistema sul nostro satellite naturale”.
annali- Senior
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Un Pianeta quasi come una cometa
La stranezza di un esopianeta extrasolare messa in luce da un gruppo di astronomi dell’Università di Ginevra.
GJ 436b, a 33 anni luce nella costellazione del Leone sta perdendo la sua atmosfera lasciandosi dietro una coda composta soprattutto d’idrogeno.
Dai dati in possesso dei ricercatori, GJ 436b è un pianeta dalle dimensioni vicine a quelle di Nettuno, impiega meno di tre giorni a completare l’orbita intorno alla sua stella madre, una nana rossa. La perdita dell’atmosfera sembra sia legata all’intensa radiazione emessa dalla stella e il pianeta che le ruota vicinissimo ai poli subisce spaventose forze mareali.
annali- Senior
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Pianeti e Intelligenza artificiale
Ora sappiamo che il nostro sistema solare non è l’unico ad avere 8 pianeti e corollario di pianeti nani. Infatti, ad averne otto c’è anche la stella Kepler 90, lontana 2.545 anni luce.
La scoperta, annunciata dalla NASA, è stata possibile non solo grazie all’attività del telescopio spaziale Kepler, ma anche all'intelligenza artificiale di Google, che ha analizzato i dati relativi ai 35.000 potenziali pianeti extrasolari ottenuti dal telescopio stesso.
L'ultimo esopianeta scoperto, Kepler-90i, ha un diametro del 30% superiore a quello della Terra e occupa il 3° posto per distanza dalla propria stella, il quale, a differenza del nostro pianeta, Kepler-90i è molto vicino a essa e orbita attorno in soli 14,4 giorni. Gli astronomi della Nasa hanno calcolato che la superficie del pianeta abbia una temperatura di più di 400 gradi, troppo calda perché ospiti acqua liquida e dunque la vita.
Da anni il telescopio Kepler aveva registrato il transito di questi pianeti, trovati 7 di loro anche senza l’ausilio di Google.
È stato per l’ottavo che c’è voluta l'intelligenza “artificiale”, riuscendo a estrarre la sua presenza dall'enorme mole di dati a disposizione. L'intelligenza artificiale di Google aveva fatto esperienza con i dati di 15.000 altri sistemi osservati da Kepler e con i relativi risultati ottenuti dagli astronomi. La collaborazione Nasa-Google ha permesso di scoprire anche un sesto pianeta in un altro sistema, quello della stella Kepler 80.
annali- Senior
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Resurrezione di una pulsar nella galassia di Andromeda
XBO91D è la pulsar più lontana che si conosca. Si trova in un ammasso globulare di Andromeda, conosciuta con il nome di “Fenice”, sembrando che rinasca, come il mitico uccello, dalle sue ceneri, emettendo getti di raggi .
La sua resurrezione si deve al fatto che risucchia materia da una stella vicina con la quale forma un sistema binario stretto. È una forma di vampirismo cosmico che comporta l’accelerazione del periodo di rotazione della pulsar, mentre fenomeni fisici ad alta energia avvengono nel disco di accrescimento che le sta intorno.
A causa del campo magnetico della pulsar la materia ionizzata del disco cade in prevalenza sui poli della pulsar stessa comportando l’emissione di fasci di raggi X, trasformando la stella di neutroni in una sorta di faro X. In questo modo in sistemi binari possono risorgere “pulsar millisecondo” quando ormai la stella di neutroni ha dissipato gran parte della sua energia di moto,divenendo relativamente lenta.
Secondo i ricercatori, autori dell'articolo apparso su “The Astrophysical Journal”, la pulsar XB091D è stata scoperta proprio nelle prime fasi del suo “ringiovanimento”. Basandosi su un totale di trentotto osservazioni col satellite XMM-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il team è giunto alla conclusione che questa pulsar si è riaccesa da meno di un milione di anni. La sua compagna è una stella un po’ più piccola del Sole, i due astri compiono un’orbita in poco più di trenta ore. Di questo passo, in cinquantamila anni la pulsar accelererà fino a qualche centinaio di rotazioni al secondo.
annali- Senior
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Re: Notizie "Astronomiche"...
"Le cellule immunitarie in assenza di peso"
Tutte le forme di vita sulla Terra si sono evolute sotto l’azione della gravità del nostro pianeta. Anche se non ci pensiamo, in realtà noi siamo “disegnati” dalla forza peso che la massa della Terra ci attribuisce: su di essa è calibrata la resistenza delle ossa, la potenza di pompaggio del cuore, il ritorno nella circolazione dei liquidi biologici, le interazioni tra forze ioniche, di tensione superficiale, osmotiche e così via. Come funzioneranno le cellule del sistema immunitario, così importanti per la nostra vita, in assenza di peso?
Questa domanda è stata oggetto di un esperimento eseguito sulla Stazione Spaziale Internazionale da Samantha Cristoforetti per conto dell’Università di Zurigo. Le cellule immunitarie studiate provenivano da mammiferi. Giunte sulla Stazione Spaziale congelate in azoto liquido, sono state collocate nella centrifuga Biolab dell’Esa e sottoposte a diversi livelli di gravità artificiale, da quella tipica della superficie terrestre fino a gravità zero, o meglio all’assenza di peso.
I risultati della ricerca, elaborati dall’équipe diretta da Oliver Ulrich dell’Università di Zurigo, hanno dimostrato che in assenza di peso le cellule immunitarie di mammifero sono andate in crisi di funzionalità, ma già dopo 42 secondi si erano adattate alla nuova situazione, benché la mancanza di gravità non sia stata mai sperimentata da organismi terrestri in 3,5 miliardi di anni di evoluzione biologica.
'Possiamo nutrire la speranza che le nostre cellule siano in grado di far fronte molto meglio all’assenza di gravità zero di quanto in precedenza avevamo pensato', ha concluso il professor Ullrich.
Samantha Cristoforetti durante l'esperimento sulla ISS
annali- Senior
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Oumuamua !?
... che non è un parolaccia o un suono onomatopeico , ma un asteroide che rispetto a quelli del ns sistema locale proviene dallo spazio interstellare e quindi ad orbita calcolata , come è arrivato così se ne andrà ...
La roccia che è stata "vista" dovrebbe avere la forma tipo siluro o sommergibile ... Qui una immagine di fantasia per come dovrebbe essere :
Sicuramente pane per denti per tutti quei fanciulloni , che di sicuro la vedranno come una nave spaziale camuffata ... Ai savi che perdipiù non credono a 'ste cosette , non resta che augurargli : bon voyage
La roccia che è stata "vista" dovrebbe avere la forma tipo siluro o sommergibile ... Qui una immagine di fantasia per come dovrebbe essere :
Sicuramente pane per denti per tutti quei fanciulloni , che di sicuro la vedranno come una nave spaziale camuffata ... Ai savi che perdipiù non credono a 'ste cosette , non resta che augurargli : bon voyage
Charade- Senior
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Anche musica dallo spazio
Raccogliendo le informazioni inviate alla Terra dalla sonda Voyager 1, lanciata nello spazio nel 1977 (giusto quaranta anni fa), due ricercatori e compositori, Domenico Vicinanza e Genevieve Williams, convertendo in note musicali numeri e dati raccolti dalla sonda hanno creato una melodia suonata da un’orchestra vera e propria, con violini, arpa, flauti, ottavini, corni, pianoforte e altri strumenti, per descriverne il viaggio giunto ormai oltre il sistema solare.
Intervistato, il compositore Domenico Vicinanza spiega come siano stati scelti gli strumenti e quali legami con i dati raccolti da Voyager 1.
«Gli strumenti sono stati scelti in base alla loro capacità di suonare in modo naturale le note generate dalla sonificazione. I dati dal 1977 al 2012 sono suonati dai violini secondi, raddoppiati dai corni e dal pianoforte durante i periodi in cui la sonda ha visitato (è entrata ed è uscita dall’orbita) Giove e Saturno. Nel 2012, Voyager 1 lascia il Sistema solare, le note diventano più acute e i violini secondi lasciano il posto a flauto, ottavino, con accompagnamento di arpa e celesta. La tonalità cambia da do maggiore a mi bemolle maggiore. L’orchestrazione segue, sottolinea, mette in evidenza i cambiamenti, esattamente come i cambi di colore e spessore delle linee rendono porzioni di un grafico più evidenti».
annali- Senior
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Asteroide interstellare in visita
Osservato, dopo pianeti, anche il primo asteroide extrasolare nei nostri paraggi, all’interno cioè del nostro Sistema solare, contrassegnato dall’Unione Astronomica Internazionale dalle sigle A/2017 1l/ Oumuamua, dove A sta per asteroide, il numero 1 e la lettera l indicano si tratti del primo oggetto interstellare di questo tipo sino ad ora catalogato, 2017 l’anno della scoperta. Il nome, in lingua locale delle Hawaii significa “esploratore” o “messaggero”, avvistato per la prima volta il 18 ottobre scorso con il telescopio hawaiano Pan-STARRS, seguito poi da altri telescopi.
In base ai dati posseduti è stato possibile determinare che Oumuamua è transitato vicino al Sole il 9 settembre ed arrivato a 24 milioni di chilometri dalla Terra il 14 ottobre.
Al momento della scoperta si muoveva nella costellazione della Lira, entrando nel Sistema Solare a 26 chilometri al secondo e ne sarebbe uscito all’incirca alla stessa velocità, anche dopo la “frustata gravitazionale” ricevuta da Giove. Ora diretto all’esterno del Sistema Solare esterno velocemente, oltre 158.000 chilometri orari.
Tra 10 milioni di anni si troverà a 850 anni luce da noi. Dunque, “toccata e fuga” e addio per sempre A/2017 1l…
annali- Senior
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I primi nomi ufficiali per la superficie di Plutone
Il declassamento di Plutone da pianeta a pianeta nano è ancora argomento di discussione, intanto l’International Astronomical Union ha approvato i primi 14 toponimi ufficiali proposti per le formazioni geologiche individuate dalla sonda “New Horizons” nel suo flyby del 2015. Alcuni sono conferme di nomi provvisori già entrati nell’uso durante la missione, altri rimangono toponimi informali. Questi quelli approvati:
Tombaugh Regio, in onore di Clyde Tombaugh (1906-1997), che scoprì Plutone nel 1930. 1930.
Burney crater in ricordo di Venetia Burney (1918-2009) che suggerì il nome “Plutone” per il pianeta quando era una studentessa di 11 anni.
Sputnik Planitia, dal nome del primo satellite artificiale, lanciato dai russi il 4 ottobre 1957.
Tenzing Montes e Hillary Montes in onore di due scalatori, il nepalese Tenzing Norgay (1914-1986) e il neozelandese Edmund Hillary (1919-2008).
Al-Idrisi Montes, in ricordo del cartografo arabo Ash-Sharif al-Idrisi (1100-1166).
Djanggawul Fossae è il nome assegnato a una complessa rete di canaloni, tratto da un albero il cui nome a sua volta trae origine dalla mitologia australiana.
Sleipnir Fossa, dal nome di un mitologico cavallo cavalcato dal dio Odino.
Virgil Fossae, dal nome del poeta latino che fa da guida a Dante nella “Divina Commedia”.
Adivun Cavus, profonda depressione battezzata con questo nome tratto dalla mitologia Inuit.
Hayabusa Terra, dalla missione giapponese (2003-2010) che per prima portò a terra un campione di asteroide.
Voyager Terra, dalle due sonde della Nasa che visitarono il sistema solare esterno e che ora stanno avventurandosi in un viaggio interstellare.
Tartarus Dorsa è una profonda cavità il cui nome è ispirato al regno degli inferi secondo la mitologia Greca.
Elliot crater, in memoria di James Elliot (1943-2011), ricercatore del MIT che con il metodo delle occultazioni stellari scoprì gli anelli di Urano e ipotizzò l’atmosfera di Plutone.
annali- Senior
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Inanellata ...
Quando un sacrificio è necessario :
La sonda Cassini mandante cartoline da quel di Saturno, ormai pare che non esista più ... Ha viaggiato per un miliardo e mezzo di chilometri solo per incontrare il suo misterioso "sposo" , il quale si è rivelato ancor più misterioso , in primis quell'esagono polare , che disturba i sonni anche a me , in quanto la natura non produce linee rette o geometricamente dritte - Una missione durata la bellezza di un lungo ventennio e terminato con un abbraccio mortale ...
Solita storia di eros e thanatos in chiave astronomica ... ca c'est la vie ...
La sonda Cassini mandante cartoline da quel di Saturno, ormai pare che non esista più ... Ha viaggiato per un miliardo e mezzo di chilometri solo per incontrare il suo misterioso "sposo" , il quale si è rivelato ancor più misterioso , in primis quell'esagono polare , che disturba i sonni anche a me , in quanto la natura non produce linee rette o geometricamente dritte - Una missione durata la bellezza di un lungo ventennio e terminato con un abbraccio mortale ...
Solita storia di eros e thanatos in chiave astronomica ... ca c'est la vie ...
Charade- Senior
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La festa del sole in quel di Stonehenge ...
Ed anche oggi recursivamente si festeggia l'entrata in d'estate il solstizio ... e chi meglio degli uk land , poteva festeggiar come si deve ?
Saluti pietrificati da qui
Saluti pietrificati da qui
Charade- Senior
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L'eterno inseguimento tra Marte & Venere complice Selene
Cielo di gennaio, congiunzione Marte, Venere, Luna
misterred Ieri a 22:31 Aec-messaggio num#36749
Ingrandire quest'immagine Cliccare qui per vederla alla sua dimensione originale.N.b. Non ho preso il posto di Annalì, ma posto che lei per ora non c'è, cerco di surrogarla in termini astronomici.
N.b. Se sbaglio in qualcosa Ella è pregata di corriggermi.
n.b. 2 Volgere lo sguardo dove tramonta il sole, con l'oscurità appariranno i tre corpi celesti.
Nella ciclica corsa a staffetta che tanto ha ispirato gli antichi mediterranei , Venere : dea , pianeta o simbolo femminile è da tutto gennaio che la seguo e che c'insegue ... il suo bagliore parla di lei anche ben oltre il tramonto solare ... Marte da par suo : dio, pianeta e simbolo mascolin guerriero , sovvertendo ogni natural approccio si lascia inseguire dalla fulgorea quasi mortale fanciulla , senza sembra riuscire a raggiungerlo ,,, ça va sans dire ... e così la giostra continua all'ombra indifferente dell'oscura notte -
Charade- Senior
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Re: Notizie "Astronomiche"...
1000 e passa anni luce ?...
Partire adesso e ritornare , ammesso che lo si possa fare e con le velocità attuali , sarebbe poco remunerativo , quanto del tutto o del niente realizzativo ... Non so perché questa mania o stucchevole moda attuale di dover/poter scoprire nuovi pianeti , invece di concentrar idee ed energie su cose un po' più realizzabili - ... Molto più vicine e sicuramente abbordabili ci sono le fascie asteroidali , tutte da scoprire e forse da sfruttare -
Partire adesso e ritornare , ammesso che lo si possa fare e con le velocità attuali , sarebbe poco remunerativo , quanto del tutto o del niente realizzativo ... Non so perché questa mania o stucchevole moda attuale di dover/poter scoprire nuovi pianeti , invece di concentrar idee ed energie su cose un po' più realizzabili - ... Molto più vicine e sicuramente abbordabili ci sono le fascie asteroidali , tutte da scoprire e forse da sfruttare -
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Scoperto un pianeta dove piovono zaffiri e rubini
Sebbene l’astronomia ci abbia abituati a non sorprenderci più di niente, un articolo firmato da ricercatori dell’università inglese di Warwick riempie di meraviglia: nell’atmosfera di un pianeta gassoso a 1040 anni luce dalla Terra e 16 volte più grande del nostro, si sono osservati fenomeni meteorologici e climatici.
Sembra che le nuvole di quel pianeta, indicato come “Hat-P-7b, siano composte di corindone, il minerale che noi conosciamo sottoforma di zaffiri e rubini.
Quanto spiega un articolo dell’astrofisico David Armstrong pubblicato su “Nature Astronomy”, è stato ricavato dai dati del satellite della Nasa “Kepler”, che ha posto in evidenza nella luce riflessa dal pianeta cambiamenti interpretabili come forti correnti atmosferiche.
Il pianeta gassoso Hat-P-7b, noto dal 2008, rivolge alla sua stella sempre lo stesso emisfero, la cui temperatura supera i 2500 °C. 40% più grande di Giove e 500 volte più massiccio della Terra, Hat-P-7b orbita nei pressi di una stella due volte più grande del Sole e 50 per cento più massiccia.
Un pianeta che non potrebbe mai essere abitabile per i suoi sistemi meteorologici violenti e le temperature maleodoranti. Un solo lato del pianeta affronta sempre la stella, perché è in rotazione sincrona, e quel lato rimane molto più caldo rispetto agli altri, per la temperatura media del giorno in HAT-P-7 è di 2860K.
“ Il nostro lavoro – dice David Armstrong – dimostra che il pianeta è attraversato da forti correnti che trasportano le nuvole dal lato notturno verso il lato diurno. I venti cambiano velocità sensibilmente, creando enormi formazioni di nubi che poi si riducono fino a dissolversi. Questa è la prima volta che sono osservati cambiamenti climatici su un gigante pianeta gassoso al di fuori del nostro sistema solare”
(Meriterebbe una visitina... tanto per essere "venali")
Ultima modifica di annali il Ven 16 Dic 2016, 15:43 - modificato 1 volta. (Motivazione : colore blu)
annali- Senior
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Re: Notizie "Astronomiche"...
Il concetto è quello del coronografo: nascondere il Sole con una ostruzione interna al telescopio per poterne vedere la corona, che è un milione di volte meno luminosa della fotosfera. Questa operazione, già difficile per il Sole, è difficilissima con una stella, che è puntiforme: osservare eventuali esopianeti con un disco occultatore è una tecnica al limite del possibile. Almeno fino ad oggi. Ma presto non sarà più così. Nessun disco occultatore. L’Australian Institute of Physics ha presentato un chip ottico che esclude la luce della stella, permettendo così di “estrarre” eventuali esopianeti dal suo bagliore. In queste condizioni sarebbe relativamente semplice analizzare la luce riflessa dagli esopianeti con uno spettroscopio per conoscerne la composizione e trarne conclusioni sull’esistenza di forme di vita. Una informazione importante, per esempio, verrebbe dalla scoperta delle righe di assorbimento dell’ozono,
Lo sviluppo del chip ha richiesto dieci anni di collaborazione tra università e industrie. «Si tratta – spiega il responsabile della ricerca Steve Madden della Australian National University, Canberra – di un interferometro che funziona in modo simile alle cuffie che cancellano il rumore». Nel caso dell’osservazione di esopianeti, «l’interferometro aggiunge onde uguali ma opposte a quelle della luce che proviene dalla stella annullandola: così può emergere la luce più debole».
Nella foto: Stev Madden in laboratorio (Credit Stuart Hay, Anu)
annali- Senior
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Il quasar più lontano mai rilevato
Le lenti gravitazionali sono un fenomeno previsto da Einstein, ritenuto però difficile da osservare. Nell’effetto della lente gravitazionale, la radiazione di una sorgente lontana è concentrata da una grande massa interposta che distorce lo spazio-tempo, divenendo percepibile da un osservatore allineato con i due oggetti remoti.Gli effetti di lenti gravitazionali erano noti già dal 1970, ma mai una lente gravitazionale si era manifestata in modo così efficace come quella che ha permesso di captare due lampi di raggi gamma con i telescopi Cherenkov dell’isola di La Palma nell’arcipelago delle Canarie.
I fotoni gamma sono stati emessi sette miliardi di anni fa in un flare del quasar QSO B0218+357, quando l’universo aveva la metà dell’età di oggi. Un miliardo di anni dopo quei fotoni si sono trovati a passare in una regione dello spazio deformata dalla galassia B0218+357G, esattamente allineata con il quasar e la Terra. La deformazione non essendo del tutto simmetrica, i fotoni gamma hanno seguito due percorsi di lunghezza lievemente diversa: così le parabole di specchi “Magic” hanno registrato un primo getto di fotoni gamma e poi 11 giorni dopo, un secondo, ritardato a causa del percorso più lungo. Un ritardo di 11 giorni su 7 miliardi di anni, un “difetto” della lente gravitazionale non è poi tanto grave. L’eccezionale doppia osservazione è avvenuta nel mese di luglio del 2014, la prima con lo strumento LAT del satellite “Fermi” per alte energie, e Magic l’ha confermata. Undici giorni dopo, con un cielo buio, senza Luna, ecco arrivare il secondo lampo, atteso dagli astrofisici, ben preparati ad riceverlo guardando nella giusta direzione. Così QSO B0218+357 è diventato il quasar più lontano mai rilevato nei raggi gamma ad alta energia, e la lente gravitazionale della galassia B0218+357G una delle migliori documentate.
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Schiaparelli si è schiantato
Nella sua brevissima vita di 5 minuti, il lander “Schiaparelli” della missione europea “ExoMars” ha lavorato bene. L’analisi dei dati dice che durante la discesa su Marte il suo strumento DREAMS (Dust Characterisation Risk Assesment and Enivinment Analyser on the Martian Surface) ha comunicato con l’orbiter TGO trasmettendogli dati sulle polveri incontrate nell’atmosfera marziana fino alla quota alla quale il contatto si è interrotto, 50 secondi prima dell’atterraggio.
Il satellite “MRO” della Nasa ha individuato il 20 ottobre l’immagine di una ristretta zona del Meridiani Planum il cratere da impatto con i resti di “Schiaparelli”, che misura all’incirca 15 x 40 metri. Individuato anche il paracadute, un diametro di 12 metri circa un chilometro più a nord.
Si stima che Schiaparelli sia sceso in caduta libera da una quota compresa tra 2 e 4 chilometri, toccando il suolo marziano alla velocità di 200 chilometri l’ora. Le dimensioni del cratere fanno pensare che il lander sia esploso nell’impatto, poiché i serbatoi del propellente che avrebbero dovuto frenarlo erano ancora quasi pieni. Dato che la traiettoria di caduta è stata ripresa da tre diverse posizioni, si pensa di poter ricostruire l’incidente in modo preciso e particolareggiato. Per ora quale sia stata l’anomalia che ha compromesso l’impresa di “Schiaparelli”, non è ancora stato chiarito.
L’orbiter di ExoMars che per sette mesi aveva viaggiato con “Schiaparelli” segue regolarmente la sua orbita con un periodo di 4,2 giorni, con il punto più lontano a 101.000 chilometri da Marte e il più vicino a 3691.
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Preziosità dallo spazio
Già da tempo si conosceva fossero le supernova a generare gli elementi più pesanti, e fra questi l’oro. Ultimamente si è scoperto un altro fenomeno astrofisico in grado di produrre metalli preziosi. Sono le fusioni di oggetti compatti quali stelle di neutroni e buchi neri che scatenano brevi lampi gamma, eventi esplosivi, chiamati "kilonova" perchè la luminosità è superiore a quella di una supernova. Da questi violenti “abbracci”sono generati oro, uranio, platino, argento, oltre altri elementi ad alto peso atomico.
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Due stelle per un pianeta
Con il telescopio spaziale Hubble e un team di astronomi è stata confermata l'esistenza di un pianeta OGLE-2007-BLG-349 nei pressi di due stelle che orbitano nel sistema a circa 8.000 anni luce di distanza verso il centro della nostra galassia.
Il pianeta ruota a circa 483 milioni di chilometri dal duo stellare, approssimativamente la distanza tra la fascia di asteroidi e il nostro Sole, impiegando circa sette anni per orbitare intorno a entrambe le stelle.
La distanza tra le due stelle nane rosse è di circa 11.200 mila chilometri, calcolata 14 volte il diametro dell'orbita della Luna intorno alla Terra.
Con le osservazioni di Hubble, è la prima volta che un sistema a tre corpi con l'effetto di microlente viene confermato. Il microlensing si verifica quando la gravità di una stella in primo piano piega la luce di una stella di fondo e rafforzato, quando entrambe allineate per periodi brevi. Il carattere speciale dell’amplificazione di luce è in grado di fornire indicazioni circa la natura della stella in primo piano e rivelare eventuali pianeti esistenti.
Ora che la squadra ha dimostrato che il microlensing può registrare con successo pianeti intorno a stelle binarie, Hubble potrebbe svolgere un ruolo cruciale in questo nuovo spazio per successive ricerche di pianeti extrasolari.
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fast !
Diavoli di cinesi ...
Era da tempo in attesa d'utilizzo ed ora sembra che sia entrato in fase operativa
FAST (Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope), ossia una parabola dal diametro di mezzo chilometro , costruito o adagiato su un avvallamento naturale tra le montagne cinesi nella provincia montagnosa di Guizhou -
Il facente funzioni di radiotelescopio è costituito da un puzzle di ben 4.450 pannelli , messi su dal lontano 2011.
Non ci resta che auguragli buon lavoro e sperare che i futuri segnali captati non siano di alieni cino-asiatici anche loro , altrimenti non ci resterà che piangere , in cinese appunto -
Era da tempo in attesa d'utilizzo ed ora sembra che sia entrato in fase operativa
FAST (Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope), ossia una parabola dal diametro di mezzo chilometro , costruito o adagiato su un avvallamento naturale tra le montagne cinesi nella provincia montagnosa di Guizhou -
Il facente funzioni di radiotelescopio è costituito da un puzzle di ben 4.450 pannelli , messi su dal lontano 2011.
Non ci resta che auguragli buon lavoro e sperare che i futuri segnali captati non siano di alieni cino-asiatici anche loro , altrimenti non ci resterà che piangere , in cinese appunto -
Charade- Senior
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