JAMES ENSOR PITTORE ANTICONFORMISTA
Arc en ciel :: Presente :: Le musa mancanti - Pittura & Scultura :: I capolavori della pittura italiana e straniera del '400 fine '800.
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Le maschere di James Ensor
Era il dicembre 2016 quando da Sotheby’s Parigi, è andata in scena un’asta di Arte Impressionista e Moderna, dove a calamitare l’attenzione è stato James Ensor, il cui piccolo dipinto “Squelette arrêtant masque”, di 33 x 35 centimetri del 1891 è stato aggiudicato per 7.357.500 €, dopo una lunga contesa fra 15 collezionisti internazionali.
Un nuovo record d’asta per l’artista, superando il precedente fissato a 6,97 milioni di dollari per l’opera “Les poissardes mélancoliques”, venduto da Sotheby’s New York nel 2015. Interessante la storia dell’opera, scoperta a Ostenda, dove era rimasta quasi dimenticata nella collezione della famiglia cui Ensor l’aveva donata quasi un secolo fa.
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JAMES ENSOR PITTORE ANTICONFORMISTA
È raro trovare un artista alla fine dell’Ottocento la cui opera si presenti così complessa e passabile di un’infinità di interpretazione come quella del pittore belga James Ensor. Del resto egli stesso ebbe coscienza tanto da dichiarare: “ Come pittore ritengo di essere fuori da ogni schema.”
Tanto caparbio quanto non conformista, Ensor si mosse del tutto al di fuori delle grandi corrente artistiche del tempo. La sua pittura era caratterizzata da forme fantastiche e da tonalità a tratti aggressive e stridenti, da maschere grottesche.
Nacque il 13 aprile 1860 a Ostenda, città costiera del Belgio, di istituzione monarchica.
Nel 1888 dipinge “L’entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889”, una delle opere più note e popolari di Ensor, ma anche una delle più complesse. Lo spunto da cui l’artista parte per realizzare una tavola monumentale, di più di dieci metri quadrati, è il racconto biblico relativo all’arrivo di Gesù a Gerusalemme.
Sulla tela applica senza mescolarli, ampie fasce di colori rossi, verdi, blu, gialli, separate l’una dall’altra dal bianco. Colori come squilli di tromba.
Per quanto concerne il soggetto, Ensor sembra affascinato dalla folla dai mille volti, che egli ritrae come un insieme di personaggi “tipici”. Gli individui che popolano la scena formano una sorta di repertorio da manuale di fisiognomica, che nella sua incredibile varietà: - dal vescovo che guida il corteo, al giudice dalla toga rossa, all’ufficiale con il petto appuntato di decorazioni – finisce per relegare la figura di Cristo/Ensor, in secondo piano.
Gesù, al centro, dietro la linea chiusa formata dai musicisti della banda con i “chepì” neri, avanza tra le figure grottesche che gli fanno ala e che si inchinano al suo passaggio. Il Salvatore è seguito da un corteo di personaggi in costume che sembra perdersi nella profondità del quadro.
Gli stendardi e i drappi occupano uno spazio importante nel contesto della composizione, coprendo parte dei partecipanti al corteo. Lo slogan “ Lunga vita al progresso sociale” stagliandosi sul fondo rosso balza immediatamente agli occhi, facendo da cornice al lato superiore della tavola, mentre lo slogan: “ Le fanfare del potere non sbagliano mai” precede la folla.
Questo fantastico corteo carnevalesco racchiude molteplici riferimenti alla realtà politica e alla società belga, nonché alla letteratura e all’arte.
Come era prevedibile, nessuno prestò attenzione all’”Entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889”, l’opera sarà esposta per la prima volta nel 1929, cioè quarantuno anni dopo la sua realizzazione.
Triste constatare che nessuno abbia mostrato interesse nel periodo più fecondo.
Singolare e alquanto macabro il suo biglietto da visita: quattro becchini che portano a spalle una bara con il nome per esteso a grandi lettere: JAMES ENSOR – Artiste-Peintre
Tanto caparbio quanto non conformista, Ensor si mosse del tutto al di fuori delle grandi corrente artistiche del tempo. La sua pittura era caratterizzata da forme fantastiche e da tonalità a tratti aggressive e stridenti, da maschere grottesche.
Nacque il 13 aprile 1860 a Ostenda, città costiera del Belgio, di istituzione monarchica.
Nel 1888 dipinge “L’entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889”, una delle opere più note e popolari di Ensor, ma anche una delle più complesse. Lo spunto da cui l’artista parte per realizzare una tavola monumentale, di più di dieci metri quadrati, è il racconto biblico relativo all’arrivo di Gesù a Gerusalemme.
Sulla tela applica senza mescolarli, ampie fasce di colori rossi, verdi, blu, gialli, separate l’una dall’altra dal bianco. Colori come squilli di tromba.
Per quanto concerne il soggetto, Ensor sembra affascinato dalla folla dai mille volti, che egli ritrae come un insieme di personaggi “tipici”. Gli individui che popolano la scena formano una sorta di repertorio da manuale di fisiognomica, che nella sua incredibile varietà: - dal vescovo che guida il corteo, al giudice dalla toga rossa, all’ufficiale con il petto appuntato di decorazioni – finisce per relegare la figura di Cristo/Ensor, in secondo piano.
Gesù, al centro, dietro la linea chiusa formata dai musicisti della banda con i “chepì” neri, avanza tra le figure grottesche che gli fanno ala e che si inchinano al suo passaggio. Il Salvatore è seguito da un corteo di personaggi in costume che sembra perdersi nella profondità del quadro.
Gli stendardi e i drappi occupano uno spazio importante nel contesto della composizione, coprendo parte dei partecipanti al corteo. Lo slogan “ Lunga vita al progresso sociale” stagliandosi sul fondo rosso balza immediatamente agli occhi, facendo da cornice al lato superiore della tavola, mentre lo slogan: “ Le fanfare del potere non sbagliano mai” precede la folla.
Questo fantastico corteo carnevalesco racchiude molteplici riferimenti alla realtà politica e alla società belga, nonché alla letteratura e all’arte.
Come era prevedibile, nessuno prestò attenzione all’”Entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889”, l’opera sarà esposta per la prima volta nel 1929, cioè quarantuno anni dopo la sua realizzazione.
Triste constatare che nessuno abbia mostrato interesse nel periodo più fecondo.
Singolare e alquanto macabro il suo biglietto da visita: quattro becchini che portano a spalle una bara con il nome per esteso a grandi lettere: JAMES ENSOR – Artiste-Peintre
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