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IGNAZIO SILONE: FONTAMARA

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EVVIVA CHI?
Ignazio Silone, con l’equilibrio dell’uomo superiore che ha sopportato stoicamente persecuzione ed esilio, dà un quadro tragicomico dell’esame cui furono sottoposti da funzionari del regime dell’epoca, le ignare popolazioni rurali della sua terra, l’Abruzzo.
Gente isolata e mite, rassegnata a sopportare i soprusi e a vedere solo le proprie necessità, è costretta a gridare evviva a qualcuno.
Eravamo tutti nella stessa piazzetta, noi di Fontamara, e dentro il quadrato, tra gli uomini armati, ognuno pensava alla propria famiglia, a come uscirne. Si era fatto tardi.
“Bè?” gridò Bernardo minaccioso. “Allora ci sbrighiamo?”
“Adesso cominciamo l’esame” disse l’omino panciuto.
“ l’esame? Che esame? Siamo a scuola?”
Nel quadrato si fece un varco e nella larghezza di un metro ai suoi lati si posero l’omino panciuto e Filippo il Bello.
Così cominciò l’esame.
Il primo a essere chiamato fu Teofilo, il sacrestano. “ Chi evviva?” gli domandò l’omino con la fascia tricolore. Teofilo sembrò cadere dalle nuvole.“ Chi evviva?”  Ripeté irritato il rappresentante delle autorità. Teofilo girò lo sguardo spaurito su di noi, ma noi ne sapevamo quanto lui. L’omino si rivolse a Filippo il Bello che aveva un gran registro e gli ordinò:“ Scrivi accanto al suo nome: refrattario”. Teofilo se ne andò costernato. Il secondo fu Anacleto il sartore. “ Chi evviva?” gli domandò il panciuto. Anacleto che aveva riflettuto rispose: “ Viva Maria” “Quale Maria?” gli chiese Filippo il Bello. Anacleto sembrò esitare, poi deciso: “Quella di Loreto.” “scrivi” ordinò l’omino: “ Refrattario.” Anacleto non voleva andarsene, si dichiarò disposto a nominare la Madonna di Pompei, al posto di quella di Loreto, ma fu spinto via. Il terzo a essere chiamato fu il vecchio Braciola, anche lui con la risposta pronta e gridò: “ Viva san Rocco!” Ma neppure quella risposta soddisfece l’omino che ordinò: “ Scrivi, refrattario” Il quarto fu Cipolla. “ Chi evviva?” “Scusate che significa?” si azzardò a chiedere.“ Rispondi e basta” gli ordinò l’omino. “ Chi evviva?” “Evviva il pane e il vino!”
Neppure la sua risposta soddisfece il rappresentante delle autorità e fu segnato come refrattario. Nessuno di sapeva cosa volesse dire refrattario, ma era più che verosimile volesse dire “deve pagare”. “ Chi evviva?” fu chiesto a Baldissera .
Il vecchio scarparo si tolse il cappello e gridò: “Evviva la  Regina Margherita!” “ È morta, la regina è già morta. Scrivi” disse allo scrivano con un sorriso di disprezzo: “anticostituzionale.” A lui seguì Antonio La Zappa, che gridò forte: “Abbasso i ladri!” Provocò le proteste degli uomini in divisa nera che la presero come un’offesa personale.
“ Scrivi” Ordinò il panciuto “ Anarchico”. La Zappa se ne andò ridendo e fu la volta di Spaventa: “ Abbasso i vagabondi!” Di nuovo urli tra le file degli esaminatori. Anche lui segnato come anarchico. “ Chi evviva?” Domandò il panciuto a Della Croce. “ Abbasso le tasse!” quella volta, a onor del vero, gli uomini neri né l’omino protestarono, ma anche lui fu segnato come anarchico.
Maggiore impressione fece Raffaele Scarpone, che gridò quasi sul muso del rappresentante della legge: “Abbasso chi ti dà la paga!” L’omino ne fu esterrefatto, come un sacrilegio, e voleva farlo arrestare, ma Raffaele aveva avuto cura di pronunziarsi solo dopo essere uscito dal quadrato e in due salti sparì dietro la chiesa. Con Losurdo riprese la sfilata delle persone prudenti: “ Viva tutti!” egli rispose ridendo. Non fu apprezzato. “ Scrivi” disse l’omino a Filippo il Bello: “ Liberale” “Viva il governo!” Gridò Uliva al massimo della buona volontà.
“ Quale governo” chiese incuriosito Filippo il Bello. Uliva non aveva mai sentito che esistessero diverse governi, ma per educazione rispose: “ Il Governo legittimo”. “ Scrivi” fece allora il panciuto cantoniere: “Perfido”. Pilato volle fare una speculazione e a sua volta gridò : “ Viva il governo!” “Quale governo?” gli chiesero “ Il governo illegittimo!” “Scrivi” comandò il ventruto: “Mascalzone!”
Insomma ancora nessuno era riuscito ad azzeccare la risposta soddisfacente. La libertà di scelta si restringeva per noi ancora da esaminare. Ma la cosa che rimaneva oscura era se rispondendo male si dovesse pagare e quanto.
“ Abbasso la banca!” Gridò Venerdì Santo. “Quale banca?” gli chiese Filippo il Bello. “ Ce n’è una sola e  dà i soldi soltanto all’impresario.” Rispose Venerdì bene informato. “Scrivi” fece l’omino al cantoniere: “ comunista”.
Come comunista fu anche registrato Gasparone, che alla domanda chi evviva, rispose: “Abbasso Torlonia”. Invece Palummo fu registrato come socialista per avere risposto assai cortesemente: “ Viva i poveri”.
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