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IL MAESTRO E MARGHERITA

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Autore de “ Il maestro e Margherita” è Michail Bulgakov, russo, nato nel 1891 e morto nel 1840.  Il suo libro, ostacolato per il contenuto religioso e fortemente ideologico dalla censura sovietica, alla morte fu custodito dalla moglie, la quale ottenne soltanto nel 1967 l’autorizzazione a pubblicarne alcuni estratti su una  rivista moscovita. La trama del romanzo è ambientata a Mosca, verso la fine degli anni venti. Accadono strani eventi, cose e persone che spariscono all’improvviso, gente portata in prigione senza alcun motivo, strane visioni che percorrono il cielo nero e nuvoloso.
Che cosa sta succedendo per turbare in tal modo la vita della città?

Una sera il giovane poeta Ivan e il funzionario statale Berlioz stanno passeggiando. Discutono di un problema che da millenni angoscia l’umanità: l’esistenza di Dio. Lo scetticismo di Berlioz viene smentito dall’arrivo del professor Woland, che, senza essere invitato si è unito alla discussione.  Questo professore è uno strano tipo, si presenta come esperto di magia nera e riesce a materializzare, con un balzo di duemila anni, l’interrogatorio di Ponzio Pilato a Gesù. È come se la scena storica si svolgesse proprio lì, in una via di Mosca. Sortilegio? No, Woland afferma di essere Satana in persona e, per dimostrarlo, con un sol gesto fa morire Berlioz, lasciando in vita il giovane poeta, il quale, quando racconta in giro l’avvenimento viene preso per pazzo e rinchiuso in manicomio. In manicomio Ivan conosce il Maestro, un professore di storia che avendo ricevuto una forte eredità, ha abbandonato il lavoro per dedicarsi con l’aiuto di Margherita, sua fedele compagna, ai suoi studi preferiti: la ricerca su Ponzio Pilato. Ha scritto un libro sull’argomento ma avendolo gli editori rifiutato,  disperato, ha dato alle fiamme il manoscritto. Lasciata Margherita, è andato fuori di testa, finendo anche lui rinchiuso in manicomio.

Margherita, senza il Maestro è in preda al dolore. Conosciuto Woland, accetta l’invito a una festa notturna, dove è eletta regina dopo aver volato nel cielo a cavallo di una scopa. Conosciuto il vero volto di Woland, ne approfitta per chiedergli una grazia, cioè la liberazione del Maestro.  La sua richiesta è subito esaudita : a Woland basta un gesto e si ritrova il Maestro tra le braccia. E non è tutto, ha salvato il manoscritto dalle fiamme e lo riconsegna al suo autore, consentendogli di vedere le fasi finali dell’opera: il maldestro tentativo di Ponzio Pilato di salvare il traditore Giuda e la sepoltura di Gesù. Ora che sono riuniti, Il Maestro e Margherita rimarranno insieme per l’eternità. Woland offre loro un vino magico, che li catapulta  oltre la vita. Lasciata Mosca, cavalcando due neri destrieri alati si ritrovano in cima alla montagna sulla quale Pilato è prigioniero da duemila anni. Il maestro, pietoso, lo libera, consentendogli di ritrovare la pace. Esce dalla scena anche Woland, tornato al suo regno infernale: a Mosca finalmente potrà ritornare la calma. Soltanto Ivan conserverà un ricordo degli straordinari avvenimenti e nelle notti di luna piena sognerà il Maestro, Margherita e Ponzio Pilato. È nel suo mondo notturno che i protagonisti del romanzo continueranno a vivere, perpetuando il ricordo di un’avventura ai confini della realtà.

Nel 1973 l’edizione integrale del romanzo fu pubblicata in occidente, portando nuova gloria a Bulgakov, autore tra l’altro, di capolavori quali “ Cuore di cane”, e “ Uova fatali”. Bulgakov fu sempre uno spirito libero, dotato di grande fantasia e capacità di trasfondere su pagina le visioni della sua immaginazione. Creò, con il “Maestro e Margherita”, il suo capolavoro, un’opera sull’eterno tema della religione e della sfida tra le forze del bene e quelle del male. il romanzo acquista valore e spessore di moderna parabola, resa possibile unicamente attraverso la follia.
 
 
 
Nelle scene del film è il lato umano di Gesù che traspare, con tutto il suo dolore espresso. 

 
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