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> Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno :

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Prendiamoci del tempo...


La scomparsa di una persona a noi cara, un funerale a cui "dobbiamo andare" per onorare la memoria di qualcuno che conoscevamo, il semplice incontro per strada di un corteo funebre, il passaggio vicino alle mura perimetrali di un cimitero... sono tutte occasioni che ci obbligano a riflettere sul senso ultimo della vita!
In ognuna di queste situazioni si affacciano nella nostra mente tutte quelle domande di fondo sulla nostra esistenza alle quali , normalmente, non pensiamo o che forse, non vogliamo pensare: qual'è il senso della vita? Cosa c'è dopo la morte? Dove andrò? Esiste Dio? Come devo vivere e con quali criteri per essere a Dio gradito?>> E' fin troppo facile credere che con la morte fisica finisca tutto, ma in fondo al cuore di ogni incredulo rimane l'impossibile dubbio: <<E se ciò che afferma la Bibbia si rivelasse poi vero?>>
Intanto la mente continua a fantasticare: <<Ma essendo Dio buono, alla fine chiude gli occhi sui miei peccati e mi accetta, mi perdona, se no...che Dio d'amore è?>>
Ma i dubbi proseguono: <<E se le cose non stessero così?>> Tuttavia alla fine gli impegni e le tante distrazioni della vita riescono ad affossare l'argomento e dimentichiamo le questioni di fondo della vita.
Ma ecco un altro funerale e riecco le stesse domande, stesse riposte e medesime giustificazioni. Intanto così facendo il tempo passa e, senza accorgercene giunge il tempo del <<Nostro Funerale>> che affrontiamo senza esserci preparati ad affrontare la nostra eternità!
Grazie Signore che esistono i funerali e fa che essi siano per tutti i viventi occasione, non solo per riflettere, ma per decidere sul nostro futuro eterno!

(Dal: Web)
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Brani difficili nella Bibbia

Bisogna essere un masochista per avere gioia nelle prove?

Giacomo 1:2
Un masochista ha gioia perché soffre, e potrebbe anche cercare la sofferenza per avere più gioia. Questo non è quello che Giacomo dice in questo brano che il Cristiano deve fare. Dice che il Cristiano deve avere gioia nella prova, non perché è provato. Deve avere gioia nella prova perché la prova produce buoni risultati, cioè la costanza e poi la perfezione (Giac 1:3-4). Infatti le prove della nostra fede, quando superate, risultano in una fede più forte perché la fede viene esercitata in nuovi modi e impariamo a fidarci di Dio sempre di più, e c'è un premio grande. Vedi anche Mt 5:11-12; Rom 5:3-5; 1P 1:6-7. Ciò non nega la realtà del dolore della prova e della sofferenza, ma guarda oltre le difficoltà attuali alle conseguenze future ed eterne. Ma ci permette di pagare qualsiasi prezzo per la nostra ubbidienza a Cristo e di rischiare grandi cose per lui, perché tutto quello che ci succede può solo migliorare il nostro carattere.
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Brani difficili nella Bibbia

L'ira è sbagliata?

Efesini 4:26
Questo versetto dice che ci si può adirare. Dall'altra parte, l'ira è una "opera della carne" (Gal 5:19-20) e quindi non come Dio vuole che viviamo. Possiamo dire che c'è un'ira giusta, un'ira contro il peccato e contro il male. Anche se non è scritto che Gesù aveva ira, sembra la sua emozione quando scacciò i mercanti dal tempio (Mt 21:12-13; Mc 11:15-17; Lu 19:45-46; Gv 2:14-17). E l'ira è chiaramente attribuita a Dio diverse volte (per esempio Es 4:14; Num 11:1). Quindi in generale l'ira è in sé né giusta né sbagliata. Ma la realtà è che l'ira umana è quasi sempre un'ira sbagliata, perché ci arrabbiamo per motivi sbagliati (perché le cose non succedono come noi vorremmo) e poi con l'ira pecchiamo (per esempio, ferendo altri con critici ed parole aspre). L'ira al peccato non è sbagliata, ma peccare con l'ira è sbagliato. Così Paolo dice di Ef 4:26 di adirarsi, ma "non peccare". Infatti pone un limite anche all'ira giusta, che "il sole non tramonti sopra la vostra ira", altrimenti anche l'ira giusta potrebbe diventare rancore e un'ira sbagliata.
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Chi è il fondamento della chiesa?

1Corinzi 3:11
La natura del linguaggio metaforico è che un autore può usare un'immagine in modi diversi in passi diversi. Così in 1Cor 3:11 Paolo dice che Gesù è il fondamento della chiesa, nel senso di essere l'ultima base. Ma in Ef 2:20 Paolo dice che gli apostoli e i profeti sono il fondamento della chiesa, nel senso di essere la base su cui tutto è costruito, ma non l'ultima base; infatti proseguendo dicendo in quel versetto che benché gli apostoli e i profeti siano il fondamento, Cristo Gesù è la pietra angolare (su cui il fondamento è costruito). Quindi i brani usano la stessa immagine (del fondamento) per dire la stessa cosa, ma utilizzando l'immagine in due modi diversi.
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Ci sono parole mancanti di Gesù?

Atti 20:35
Nel suo discorso di addio agli anziani di Efeso, Paolo disse che Gesù aveva detto che c'era più gioia nel dare che nel ricevere. Ma questo detto di Gesù non appare nei Vangeli del Nuovo Testamento. Ovviamente Gesù disse e fece molto di più di quanto è raccontato nei Vangeli (Gv 20:30; 21:25). Quello che non è ovvio, ma che questa frase di Paolo rivela, è che una parte dell'insegnamento di Gesù circolava nella chiesa primitiva (nella memoria dei testimoni oculari, nella traduzione orale, e/o in documenti scritti), ma che non esiste più. Tale insegnamento è anche implicito in Lu 1:1-3. Questo non significa che i Vangeli apocrifi del secondo secolo (per esempio di Tommaso, di Giuda) siano giusti. Benché sia possibile che contengano qualche detto di Gesù, l'insegnamento fu corrotto in modo di contraddire quello che abbiamo nei Vangeli nella Bibbia. Similmente per i gruppi religiosi che affermano di avere qualche insegnamento "segreto" di Gesù tramandato attraverso i secoli. Anche se forse avremmo preferito di avere più racconti della vita di Gesù e quello che disse, quello che abbiamo è sufficiente per conoscere Dio attraverso Gesù Cristo, e dobbiamo ringraziare Dio per quello che abbiamo.
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Dio è giusto?

Romani 9:11-18

Ci sono diversi esempi in questo brano che potrebbero far pensare che Dio non sia giusto. Per esempio, scelse Giacobbe e non Esaù senza che facessero niente, e ha misericordia di chi vuole e indurisce chi vuole. La risposta è che dobbiamo usare la definizione corretta di "giusto". Se usiamo "giusto" non senso legale della giustizia, che Dio deve trattare tutti in modo uguale, esattamente come meritano, condannando i colpevoli e liberando gli innocenti, Dio non è giusto. E non può essere così. Se Dio fosse costretto a comportarsi in un certo modo dal concetto di giustizia in questo senso, non sarebbe più Dio in quanto non supremo, dovendosi sottomettere a questa giustizia. Anche mettere in dubbio la giustizia di Dio è sbagliato (come in Rom 9:20-21), perché significa che noi sappiamo quello che è giusto e sbagliato, e lo sappiamo meglio di Dio per essere in grado di giudicarlo. Invece noi abbiamo una comprensione molto limitata di Dio e delle sue opere (Rom 11:33-34).
Quando la Bibbia parla della giustizia di Dio, significa che si comporta in modo giusto o corretto, che in un modo coerente con il suo carattere. Quindi agisce in modo libero da ogni influenza, per essere riconosciuto come Dio, e contro ogni cosa che non riconosce che è Dio. Siccome tutti peccano e sono privi della gloria di Dio (Rom 3:23, che Paolo ha stabilito nei primi capitoli di Romani), tutti riceverebbero solo la condanna se Dio agisse secondo la giustizia legale. Lasciati soli, senza essere rigenerati da Dio, scegliamo tutti di non sottometterci al regno di Dio su di noi.
Quindi Esaù non si può lamentare di non essere stato scelto, come pure ognuno di noi. Se siamo condannati, è completamente giusto, in ogni senso della parola. La condanna è quello che meritiamo. Nel caso del faraone, notiamo che Dio lo indurì solo dopo che il faraone si era indurito, anche se c'è la promessa dell'indurimento da parte di Dio in Es 4:21; 7:3. Però la prima volta che Dio lo indurì e in Es 9:12, dopo che il faraone si era indurito in Es 7:13-14,22; 8:15,19,32; 9:7. In ogni caso, come ogni umano, si era indurito contro Dio molti anni prima, quando era piccolo. Quindi Dio indurì qualcuno che era già colpevole e condannato, e il faraone rimase responsabile per le sue azioni. (Il caso dei figli di Eli è simile 1Sam 2:25.) Questo indurimento da parte di Dio fu una sua scelta libera (Rom 9:18) - avrebbe potuto non indurire faraone facendogli misericordia, ma non volle. Dio usa delle persone colpevoli per compiere i suoi propositi (Rom 9:17= Es 9:16), ma anche in questo le persone rimangono responsabili mentre Dio rimane innocente di essere responsabile per qualsiasi male.
Dio quindi poteva lasciare tutti condannati. Ma per rimanere giusto (al suo carattere) e per salvare alcuni, Dio ha mandato Gesù Cristo come sacrificio per il perdono dei peccati (Rom 3:24-26). Nella sua misericordia (che era giusto che Dio mostrasse), salva alcuni che non lo meritano, cioè non in base a quello che fanno, per esempio Isacco. Dio è ingiusto quando fa così? Nel senso legale, sì. E dobbiamo glorificare Dio per questo, perché lui è rimasto giusto al suo carattere. Dobbiamo glorificare Dio, perché tutto dipende completamente da lui, e non da qualsiasi cosa che noi facciamo (Rom 9:16).
La domanda che segue naturalmente a questo punto è perché Dio non ha deciso di salvare tutti. Paolo ne dà la risposta in Rom 9:19-23, cioè per mostrare ancora di più il suo carattere e la sua grandezza. Se tutti fossero salvati, non conosceremmo la grandezza della sua ira (e quindi della sua santità), né apprezzeremmo la sua misericordia (se fosse versata a tutti, sembrerebbe quasi una cosa automatica o scontata).
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Tutti saranno salvati?

Romani 5:18-19
Paolo dice che come la condanna si è estesa a tutti, così la giustizia si è estesa a tutti; e che come molti sono stati costituiti peccatori, così molti saranno costituiti giusti. "Molti" qui dovrebbe essere un modo di dire per "tutti", per mantenere il parallelismo e perché altrove Paolo dice che tutti sono peccatori (per esempio Rom 3:23; 5:12). Però, è chiaro in tutta la Bibbia che non tutti saranno salvati (per esempio Mt 7:13-14; 25:41; Ap 20:11-15). Basta considerare il contesto del ragionamento in Romani, per capire che la salvezza viene accettata per fede (Rom 5:1; vedi anche Rom 3:22-26), e non è automaticamente per quello che Cristo ha fatto. Inoltre, nei capitoli 9-11 Paolo dice che Dio ha misericordia per alcuni e non per tutti, e che alcuni Israeliti non sono salvati. È meglio leggere Rom 5:18-19 nel senso che la giustizia si è potenzialmente estesa a tutti, cioè che adesso ci sono l'offerta e la possibilità della giustizia e di essere costituiti giusti per tutti, se le accettano cioè se hanno la fede in Gesù, cioè se ricevono l'abbondanza della grazia secondo Rom 5:17.
Vedi i commenti su Fillippesi 2:10; Colossesi 1:20; 1 Timoteo 2:4.
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Per chi vuole, buon ascolto!
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Com'è Dio? Uno studio dei nomi di Dio può aiutarci a rispondere a tale domanda. Nella Bibbia spesso un nome indica il carattere o il compito di una persona. Il carattere e il ministero del Messia che doveva venire, furono descritti con i nomi Emmanuele, Meraviglioso, Consolatore, Dio Onnipotente, Padre Eterno, Principe di Pace (Isaia 7:14; 9:6). Sulla base della sua relazione d'alleanza con Dio,Abramo ('padre esaltato') fu cambiato in Abraamo ('padre di una moltitudine'). Giacobbe ('soppiantatore') divenne Israele ('egli persevera con Dio'), dopo il suo incontro con Dio presso il fiume Iabboc (Genesi 32:28). Il cambiamento del nome di Simone in Pietro, segnò il suo nuovo carattere come "uomo di pietra" (Giovanni 1:42).
Nella Scrittura compaiono diversi nomi per indicare Dio. I nomi che identificano Dio, non gli furono semplicemente attribuiti dal suo popolo. Essi furono divinamente rivelati. I suoi nomi incorporano aspetti della sua autorivelazione. Ognuno dei nomi rende manifesti certi aspetti del carattere e della potenza di Dio, ma nessuno di essi da solo è adeguato ad esprimere la grandezza di Dio. Se i cieli non possono contenerlo, come può un solo nome descriverlo?
In certe parti della Scrittura il nome di Dio è protetto dal comandamento "Non userai il nome dell'Eterno il tuo Dio invano" (Esodo 20:7 ). Ciò vieta l'uso improprio dei nomi di Dio. Dio deve essere rispettato e riverito, e così anche i suoi nomi, poichè essi rivelano il suo carattere.
I Pentecostali credono che i nomi di Dio nel Vecchio Testamento trovino il loro complemento e compimento nella persona e nell' opera di Gesù Cristo, che è lo splendore della gloria di Dio, "l'impronta della sua essenza" (Ebrei 1:3) e in cui "abita corporalmente tutta la pienezza della Deità" (Colossesi 2: 9). Esaminiamo i nomi con i quali Dio ha rivelato se stesso.


 

JEHOVAH (JAHWEH)

ELOHIM -UN NOME PER INDICARE DIO

ADONAI UN ALTRO TERMINE PER SIGNORE

EL SHADDAI

JEHOVAH -RAFAH
Emmanuele, Meraviglioso, Consolatore, Dio Onnipotente, Padre Eterno, Principe di Pace

Ciao Charade; ho postato solo questo, però se tu (o altri) volessi conoscere anche il significato e l'importanza dei nomi, ti icollo qui l'indirzzo: http://chiesaebenezer.interfree.it/I%20nomi%20di%20Dio.htm
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Il battesimo è una condizione per la salvezza?

Atti 2:38
Pietro sta rispondendo alla domanda della folla, "Che dobbiamo fare?". Dice che dovevano ravvedersi ed essere battezzati. Fino a questo punto, non dice che il battesimo è necessario per essere salvati, solo che è uno dei due passi che devono fare adesso. Ma poi Pietro aggiunge "per il perdono dei vostri peccati". La preposizione tradotto "per" (εἰς, eis) vuol dire in generale "movimento a e dentro una cosa", "in quella direzione per avere qualcosa", "in vista di", e non necessariamente esprime una condizione necessaria come "affinché". Così Pietro sta dicendo, "Pensando adesso al perdono dei peccati e il dono dello Spirito Santo, quello che voi dovrete fare in questo momento è ravvedervi ed essere battezzati", non "Prima di essere perdonati e di ricevere lo Spirito Santo, dovrete ravvedervi ed essere battezzati".
Un'altra possibilità è che εἰς abbia il significato "a causa di". In questo caso la frase sarebbe "Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo a causa del perdono dei vostri peccati [che avreste già ricevuto dopo esservi ravveduti]", cioè il battesimo in acqua dopo la salvezza (come At 10:47). Benché questo significato è possibile (per esempio in Mt 3:11; 12:41), non è il significato normale della parola. Altri vedono il cambiamento nelle voci dei verbi (ravvedetevi: seconda persona plurale; sia battezzato: terza persona singolare, e considerano la parte nella terza persona singolare come un tipo di parentesi. Cioè, "Ravvedetevi (e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo) per il perdono dei vostri peccati". Ciò non è impossibile. Dato che il greco antico non aveva la punteggiatura, forse l'autore intendeva questo. Ma non sarebbe stato il modo naturale per dire questo, ed è un modo un po' confusionario per esprimersi, mentre di solito Luca ha un buono stile.
In Mc 16:16, c'è un'affermazione simile: "Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato". È meglio leggere questo versetto nel senso, "Chi avrà creduto sarà salvato, e come segno di questa salvezza sarà battezzato". Il motivo per cui questa interpretazione è probabile è la seconda metà del versetto. L'unica condizione per non essere salvato è non credere; non dice che chi crede ma non è battezzato sarà condannato. Inoltre, è probabile che Marco 16:9-20 non facesse parte del testo originale del Vangelo, ma che fosse aggiunto dopo. In quel caso, non sarebbe la Parola di Dio (benché una testimonianza antica della chiesa primitiva), e non dovremmo costruire delle dottrine o delle pratiche su questo brano.
Vedi il commento su [url=http://www.laparola.net/brani/brani.php?r=1Pietro 3:21]1Pietro 3:21[/url].
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Quando è preparato il paradiso?

Giovanni 14:2-3
In questo versetto Gesù disse che sarebbe andato (in cielo) e che vi avrebbe preparato un luogo. Ma in Mt 25:34 affermò che il regno era preparato per i Cristiani fin dalla fondazione del mondo. Però, il versetto in Matteo parla della creazione del paradiso in generale, che è stato creato per essere una dimora dei Cristiani, mentre quello in Giovanni parla della sua preparazione per essere un luogo adatto per ogni Cristiano. Infatti i versetti in Giovanni presuppongono che ci sia già un posto a cui Gesù è andato (la casa del Padre con molte dimore), e che quel posto andasse preparato per essere adatto per i Cristiani. L'interpretazione più probabile della preparazione, soprattutto alla luce dei temi del Vangelo secondo Giovanni, è che la preparazione è la morte e risurrezione di Gesù. Lui va dal Padre attraverso la sua morte e risurrezione, creando la via per i Cristiani (14:6), e solo a quel punto il paradiso già creato poteva accogliere quelli che credevano in Gesù, cioè è stato preparato per la loro entrata.
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Sono benedetti quelli che vedono le opere di Gesù o quelli che non le vedono?

Luca 10:23
In Lu 10:23, Gesù disse ai discepoli, "Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete", mentre in Gv 20:29 disse loro, "Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto". Gesù usò le stesse parole per esprimere due pensieri diversi. In Luca, disse che furono benedetti perché videro le meravigliose opere di Gesù. In Giovanni invece, disse che sono benedetti quelli che credono per fede, senza aver visto queste opere. In altre parole, è possibile essere doppiamente benedetti: credere senza vedere le opere di Gesù, e poi vederle dopo. I due versetti si riferiscono a circostanze diverse.
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Basta osservare i comandamenti per essere salvati?

Marco 10:19
Quando il giovane ricco chiese a Gesù quello che dovesse fare per ereditare la vita eterna, Gesù rispose che doveva osservare alcuni dei 10 comandamenti, quelli che hanno a che fare con il rapporto con gli altri. Però, in realtà questo non era una risposta completa alla domanda, perché non bastano per ereditare la vita eterna. Perché dopo che il giovane rispose che aveva osservato tutti questi comandamenti, Gesù aggiunse altre cose: vendere tutto, distribuire il ricavato ai poveri, e seguire Gesù. Il giovane non lo volle fare, e si capisce che secondo Gesù non entrò nel regno di Dio. Semmai, questo brano è evidenza che non basta osservare i comandamenti per ereditare la vita eterna, e che siccome nessuno è perfetto i comandamenti alla fine servono solo per condannarci e non darci la vita.
Vedi il commento su [url=http://www.laparola.net/brani/brani.php?r=Giacomo 2:14-26]Giacomo 2:14-26[/url].
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Perché Gesù rimproverò il giovane ricco per averlo chiamato "buono"?

Marco 10:18
Quando il giovane ricco chiamò Gesù "Maestro buono" per chiedergli che cosa dovesse fare per ereditare la vita eterna, Gesù replicò che il giovane non doveva chiamarlo "buono", perché solo Dio è buono (Mc 10:17-18; Lu 18:18-19). In Mt 19:16-17, lo scambio è leggermente diverso: il giovane lo chiamò solo "Maestro" e chiese che cosa di buono dovesse fare, e Gesù replicò che non doveva interrogarlo intorno a ciò che è buono, perché uno solo (cioè Dio) è buono. In ogni caso, è una risposta strana, perché sembra che Gesù neghi di essere buono (o di sapere quello che è buono). Eppure a prescindere da quello che si pensa di Gesù, tutti sono d'accordo che era buono!
In realtà Gesù non disse di non essere buono, ma disse piuttosto che il giovane non doveva chiamarlo buono. Anche se era forse un'espressione di cortesia, Gesù voleva che il giovane riflettesse su quello che diceva. Perché il giovane in realtà non pensava che Gesù fosse buono. Prima di tutto, come Gesù rispose, nel senso stretto della parola, solo Dio è completamente buono. Siccome il giovane non credeva che Gesù fosse Dio, come poteva chiamarlo buono? Questa spiegazione ha senso nel contesto della conversione che segue. Il giovane voleva sapere quanto buono doveva essere per ricevere la vita eterna. Ma la quantità di bontà che Dio richiede (cioè la perfezione) è troppo alta per tutti. Quindi Gesù con la sua risposta disse che nessuno è abbastanza buono per ereditare la vita eterna, e così che la domanda del giovane era sbagliato. C'è forse anche la riflessione, anche se non è nel testo, che se il giovane pensava che Gesù fosse buono, perché non lo seguiva? Perché infatti non volle fare quello che il "buon" Gesù gli disse di fare in Mc 10:21-22.
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principessa ha scritto:
Charade ha scritto:Buona anno a te e al tuo Dio ( che per definizione è senza tempo ) ... Principessa Sara ... Poi un giorno mi spiegherai l'origine della tua regalità ... ( chiesa sposa del Cristo re ? ) ... 

> Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno : - Pagina 3 Imagens-de-cristo_1195541145_cristo024
Charade, ti ho risposto ma è stato annullato forse perché hai scritto anche tu; però non lo abbiamo inviato in contemporanea! Di questo sono certa.
Eppure mi sono impegnata. Ora devo trovare il tempo per riscriverti. pale  ciao
Non so se hai letto questo post. Comunque vedrò di rispondere alla tua richiesta. ciao
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Dobbiamo veramente tagliare la mano o il piede, oppure cavare l'occhio, se pecchiamo?
Marco 9:43-48


Questi versetti vanno interpretati in modo metaforico. Però, non dobbiamo pensare, ogni volta che troviamo un brano con un insegnamento difficile da mettere in pratica, che possiamo dire che non va inteso alla lettera, e così evitiamo quello che va fatto. In questo caso, ci sono dei giusti motivi perché non possiamo interpretare letteralmente il brano. La soluzione che Gesù propone al peccato non è affatto una soluzione. Il peccato viene dal cuore, e anche se perdessimo le mani, i piedi e gli occhi, riusciremmo comunque a continuare a cadere in peccato (anche se è solo in pensiero e non in azione), e così essere gettati nel fuoco eterno (Mc 7:20-23; Mt 5:21-30). La mutilazione non può mai rimuovere il peccato dal nostro corpo.
Ma anche se il brano non va interpretato in modo letterale, rimane uno dei detti più difficili di Gesù. Non dobbiamo usare il fatto che usa un linguaggio metaforico per non ubbidire a quello che dice in modo metaforico. Perché insegna comunque un impegno totale per lo sradicamento del peccato in noi, che difficilmente va praticato. Quando siamo tentati, dobbiamo anche una completa avversione al peccato che non cadiamo alla tentazione, e quando pecchiamo dobbiamo essere disgustati a quello che facciamo, e fare del tutto per non cadere di nuovo, gridando a Dio nella nostra incapacità di aiutarci. Spesso invece prendiamo il peccato alla leggera, come se non fosse tanto importante in realtà.
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Qualcuno che opera nel nome di Gesù è sempre un Cristiano, o no?


Marco 9:38-40
In questo brano (e Lu 9:49-50), Gesù dice che nessuno che fa un'opera potente nel suo nome potrà anche parlare male di lui. Quindi i discepoli non dovevano vietare a qualcuno di scacciare demòni nel nome di Gesù, anche se non li seguiva. Ma in Mt 7:21-23, Gesù dice che molti diranno nel giorno di giudizio di avere cacciato demòni e fatto molte opere potenti nel nome suo, ma Gesù dichiarerà di non averli mai conosciuti, e saranno allontanati come malfattori. At 19:13-16 dà un esempio di tali persone.
La spiegazione è che in Matteo, Gesù sta parlando della salvezza delle persone, cioè se veramente stanno seguendo Gesù nel proprio cuore oppure stanno solo usando il suo nome. Noi che siamo umani non possiamo vedere il cuore delle persone, e quindi non possiamo giudicare come è una persona dal fatto che usa il nome di Cristo o non. Così il brano in Marco parla solo degli aspetti esteriori, che possiamo vedere. Qualcuno che fa qualche opera nel nome di Cristo sta facendo una buona cosa, e non si metterà contro Gesù. Forse non è salvato, questo non lo sappiamo e non lo sapremo prima del giorno di giudizio. Ma dobbiamo lasciare che continui a fare quello che fa, anche se non appartiene al nostro "gruppo", perché non farà danni.
Un'altra possibile difficoltà sorge dal confronto di questo brano con Mt 12:30; Lu 11:23: "Chi non è con me è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde". Perché in questo brano in Marco Gesù parla di persone che non erano con lui, eppure erano per lui e non contro di lui. Ma la contraddizione è solo apparente. In tutte e due le occasioni Gesù affermò lo stesso insegnamento: non ci può essere neutralità verso Gesù. In Mc 9:40; Lu 9:50, è nel contesto di altri (possibili) seguaci: come descritto nel paragrafo precedente, fanno del bene e non si oppongono a Gesù. In Mt 12:30; Lu 11:23, è nel contesto di opposizione: chi non collabora con Gesù (non è importante l'essere fisicamente con Gesù, ma l'atteggiamento verso di lui) è in realtà contro di lui, anche se pensa di essere neutro.
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Brani difficili nella Bibbia

Come si prende la propria croce?

Matteo 16:24
Questo non è un brano difficile secondo il modo in cui è spesso usato. Ma secondo il senso di Gesù, è una delle sue affermazioni più difficili.
Spesso si dice che "la croce che devo portare" è qualcosa di spiacevole che non si può togliere, per esempio una malattia o un parente difficile. Ma Gesù parlava di prendere la propria croce, non di subire una difficoltà esterna. Inoltre, la croce era usata solo come strumento della pena di morte, e portare la croce significava decidere di andare verso la propria morte. Potremmo forse tradurre nella nostra cultura, "costruire la propria sedia elettrica", ma anche questo non dà il senso dell'umiliazione pubblica di portare il proprio mezzo di esecuzione al luogo di esecuzione. Naturalmente Gesù non parlava della morte fisica (sebbene chiami molto a morire per lui), ma Gesù spiegò il senso dell'affermazione in questo modo: rinunciare a se stesso e perdere la propria vita per amore di lui. Cioè, per seguire Gesù dobbiamo rinunciare a tutti i nostri desideri, tutti i nostri progetti, tutto quello che ci è caro, per sostituirli con i desideri e i progetti di Gesù e quello che è caro a lui. Noi non viviamo più, invece Gesù vive in noi. Non c'è niente di più difficile di questo.
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Brani difficili nella Bibbia

Perché Gesù disse a molti di non dire che era il Cristo?


Matteo 16:20
Dopo che Pietro affermò che Gesù era il Cristo, il Figlio del Dio vivente, Gesù ordinò ai discepoli di non dirlo a nessuno (Mt 16:20; Mc 8:30; Lu 9:21) e non potevano raccontare neanche della trasfigurazione (Mt 17:9; Mc 9:9). Similmente, Gesù non permetteva ai demoni scacciati di parlare perché lo conoscevano (Mc 1:34), disse sia ad un lebbroso guarito (Mt 8:4; Mc 1:44; Lu 5:14) sia ai genitori di una bambina risuscitata (Mc 5:43; Lu 8:56) di non dire nulla a nessuno. Eppure, più tardi disse ai discepoli di andare e fare suoi discepoli tutti i popoli (Mt 28:19). Il motivo per questo cambiamento è che dopo la sua risurrezione, quando era chiaro chi era, Gesù doveva essere proclamato da tutti e dappertutto. Infatti, a volte i comandi di non dirlo a nessuno erano esplicitamente limitati al tempo fino alla sua risurrezione (Mt 17:9; Mc 9:9).
Durante la sua vita, però, c'era sempre il rischio che la sua natura e il suo ministero fossero malintesi, e che la gente l'avrebbe poi seguito per motivi sbagliati oppure in modo di creare problemi per il suo vero ministero. Per esempio, quando la folla vide la moltiplicazione dei pani, voleva farlo re, che non era l'obiettivo di Gesù (Gv 6:14-15). Quindi cercò spesso di impedire che la notizia dei suoi miracoli fosse divulgata. Ci furono troppe aspettative (di solito sbagliate) del Messia (cioè il Cristo) fra i Giudei affinché Gesù potesse usare questo titolo in pubblico. Fra i discepoli, dove Gesù poteva spiegare il vero significato del titolo, era un altro discorso. Anche fra i non Giudei che Gesù conobbe, di solito non c'era il comando di non far conoscere quello che faceva e chi era.
Un altro esempio è in Lu 5:14-16, dove cercò di non far sapere un suo miracolo, ma più la sua fama si spandeva, più la gente veniva da lui per essere guarita, quando Gesù voleva in quel momento ritirarsi nei luoghi deserti e pregare. Mc 1:44-45 è un caso simile.
Un altro rischio era che se fosse conosciuto come il Cristo troppo presto nel suo ministero, i capi dei Giudei l'avrebbero cercato di ucciderlo prima del momento giusto.
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La preghiera di Paolo per gli Efesini 


(Cl 2:1-3, 9-10; 2P 3:18)(Gd 24-25; Ap 1:6) 

Efesi 3: 14 Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, 15 dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, 16 affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, 17 e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, 18 siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo 19 e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. 
20 Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, 21 a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen. 


Per questo nuovo anno che mi/ci sta davanti: prendo questa preghiera in prestito per tutti voi. 
Che ognuno di voi possa realizzare tutto quello che c è scritto, difficile?, impossibile? Assolutamente no!, se solo noi lo vogliamo con tutto il nostro cuore. 
Se noi lo vogliamo, Dio lavorerà per noi affinché tutto ciò si realizzi. 
Dio vi/ci benedica! 

Buon Anno a tutti voi di vero cuore! 
Sara

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Brani difficili nella Bibbia

Che cosa affermò di preciso Pietro di Gesù?
Matteo 16:16


Nei Vangeli ci sono tre versioni della confessione di Pietro vicino a Cesarea di Filippo:
Mt 16:16: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
Mc 8:29: Tu sei il Cristo.
Lu 9:20: Il Cristo di Dio.

In questo caso sembra che Matteo sia la versione originale, e Marco e Luca abbia riportato solo una parte dell'affermazione senza cambiare il senso di quello che Pietro disse. In Marco c'è solo la prima metà, mentre in Luca non c'è il verbo e la seconda metà è accorciata a "di Dio". Siccome gli autori dei Vangeli (come tutti gli autori, anche oggi) non pretendono di dare un racconto completo di tutto quello che è successo (Gv 21:25), ma una selezionare, queste differenze non significano che i Vangeli si contraddicono né che uno è giusto e gli altri due sbagliati, ma che tutti hanno raccontato in modo veritiero una parte di quello che è successo come riassunto per dare il vero messaggio di tutto quello che è successo.
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"Special"

Natale = Buona Novella

Isaia, profeta dell'Antico Testamento,  vissuto circa 700 anni prima di Cristo.
Per mezzo dello Spirito di Dio, profetizzo la  venuta di Gesù nei minimi dettagli.



Isaia 7: 14 Perciò il Signore stesso vi darà un segno:
Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio,
e lo chiamerà Emmanuele.

Isaia 53

1 Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato?
A chi è stato rivelato il braccio del SIGNORE?
2 Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella,
come una radice che esce da un arido suolo;
non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi,
né aspetto tale da piacerci.
3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini,
uomo di dolore, familiare con la sofferenza,
pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia,
era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
4 Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava,
erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato;
ma noi lo ritenevamo colpito,
percosso da Dio e umiliato!
5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni,
stroncato a causa delle nostre iniquità;
il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui
e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
6 Noi tutti eravamo smarriti come pecore,
ognuno di noi seguiva la propria via;
ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.
7 Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la bocca.
Come l'agnello condotto al mattatoio,
come la pecora muta davanti a chi la tosa,
egli non aprì la bocca.
8 Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo;
e tra quelli della sua generazione chi rifletté
che egli era strappato dalla terra dei viventi
e colpito a causa dei peccati del mio popolo?
9 Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi,
ma nella sua morte, egli è stato con il ricco,
perché non aveva commesso violenze
né c'era stato inganno nella sua bocca.
10 Ma il SIGNORE ha voluto stroncarlo con i patimenti.
Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato,
egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni,
e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani.
11 Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto;
per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti,
si caricherà egli stesso delle loro iniquità.
12 Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
egli dividerà il bottino con i molti,
perché ha dato se stesso alla morte
ed è stato contato fra i malfattori;
perché egli ha portato i peccati di molti
e ha interceduto per i colpevoli.


Matteo1: 

18 La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo.
Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. 20 Ma mentre aveva queste cose nell'animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. 21 Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati».
22 Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
23 «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio,
al quale sarà posto nome Emmanuele»,
che tradotto vuol dire: «Dio con noi».

Luca 2:

6 Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; 7 ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
Da 9:20-26; Is 41:27
8 In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. 9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. 10 L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: 11 "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. 12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"».
13 E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
14 «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!»
15 Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere». 16 Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; 17 e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. 18 E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. 19 Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo. 20 E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunciato.

25 Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest'uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d'Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui; 26 e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. 27 Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge, 28 lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo:
29 «Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo,
secondo la tua parola;
30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31 che hai preparata dinanzi a tutti i popoli
32 per essere luce da illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele».

36 Vi era anche Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni. 37 Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
39 Com'ebbero adempiuto tutte le prescrizioni della legge del Signore, tornarono in Galilea, a Nazaret, loro città.
40 E il bambino cresceva e si fortificava; era pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui.

(Passarono gli anni....
Gesù incomincia il suo ministerio a 30 anni.
Predicando la Buona Novella, il messaggio della salvezza e compiendo atti miracolosi.
In fine Gesù si offre sulla croce come sacrificio per i peccati dell'umanità.
Ma dopo tre giorni Dio lo risuscita, come aveva preannunciato.)

Luca 24:

36 Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 37 Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito. 38 Ed egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io».
40 E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?» 42 Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; 43 egli lo prese, e mangiò in loro presenza.



44 Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». 45 Allora aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro: 46 «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, 47 e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. 48 Voi siete testimoni di queste cose.
49 Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall'alto».

 
Matteo 28:

16 Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. 17 E, vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. 18 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».


Oggi Gesù invita ogni persona, non importa se ricca o povera, felice o triste, appagata o delusa dalla vita, ripiena di gioia o di amarezza, ad aprire la porta del proprio cuore.
Egli vi offre il Suo perdono, il Suo amore, la Sua grazia e la Sua pace, la Sua presenza costante al vostro fianco.
Tuttavia, Lui non sfonda la porta, ma aspetta che siate voi ad aprirla.
Resta a voi la scelta...
(Dal: Web)

In questo contesto: Buon Natale! Smile
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Brani difficili nella Bibbia

Perché Gesù non volle aiutare la donna e la chiamò un cane?

Matteo 15:26

Questo è un detto duro da parte di Gesù, nel senso che sembra insensibile e non quello che ci aspetteremmo da lui verso una donna con chiari problemi e bisogno di aiuto. La chiave per capire quello che Gesù disse è una comprensione del ministero di Gesù: era venuto per i Giudei, e solo dopo la sua morte il messaggio sarebbe portato dai suoi apostoli a tutte le nazioni.

Quando Gesù spiegò la sua missione, disse di essere stato mandato solo alle pecore perdute della casa d'Israele (Mt 15:24; 10:5-6). Con qualche piccola eccezione (questa donna, l'indemoniato della Decapoli Mc 5:1-20, il centurione a Capernaum Mt 8:5-13) aiutò solo i Giudei. Ma sapeva che alla fine il Vangelo era per tutti (Mt 10:13; 28:19). Inoltre, teologicamente il Vangelo era prima di tutto per i Giudei, a cui erano rivolte le promesse e gli oracoli di Dio. Così Gesù disse alla donna, che non era una giudea, che non era giusto dare quello che era promesso al popolo di Dio (cioè i figli) a quelli che in quel momento storico erano fuori del popolo (i cagnolini). È vero che il termine 'cane' sia stato ancora più peggiorativo di quando è adesso, ma possibilmente Gesù si riferì qui ai cagnolini domestici, siccome erano sotto la tavola e il diminuito "cagnolini" è usato. Ma in ogni caso erano sempre cani. La donna accettò questa risposta di Gesù, accettò di essere chiamata "cagnolino", di non meritare di sedersi alla tavola del Messia non essendo una Giudea, e questo atteggiamento è chiamato "fede" da Gesù (Mt 15:28). Cioè, la donna credeva che Gesù fosse veramente mandato per i Giudei e che il quel momento i Gentili fossero fuori del popolo di Dio, ma che anche i Gentili avrebbero ricevuto un beneficio da Gesù. Inoltre, credeva che Gesù fosse il Figlio di Davide, e si avvicinò a lui con umiltà chiedendo solo misericordia (Mt 15:24). Questo era sufficiente per Gesù, e guarì sua figlia.
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Perché Gesù parlava in parabole, se era per non essere compreso?

Matteo 13:13-15

Quando i discepoli chiesero a Gesù perché parlasse in parabole, rispose che era affinché i discepoli capissero ma non gli altri (Mt 13:11). Infatti Gesù spiegava le parabole ai discepoli (per esempio Mt 13:18,36; e il brano parallelo Mc 4:34), ma non agli altri. Questo potrebbe essere un comportamento diverso da quello che ci aspetteremmo di Gesù. Ma la citazione di Is 6:9-10 in Mt 13:14-15 ne dà la spiegazione. Come nei giorni di Isaia, quando i Giudei sentivano la Parola di Dio ma non ubbidivano (vedi il commento su Isaia 6:9-10), ai giorni di Gesù i Giudei lo sentivano ma non credevano in lui. In questo i Giudei al tempo di Gesù erano molto privilegiati in confronto addirittura ai profeti (Mt 13:17). Siccome il loro cuore era insensibile, come parte della loro punizione, Gesù non permise loro di capire il suo insegnamento, affinché non si convertissero (Mt 13:15). Questo è il principio di Mt 13:12: chi rifiuta Gesù perde altre possibilità di conoscerlo, mentre a chi lo cerca, anche senza capire bene chi è (come i discepoli in quel momento), è dato la possibilità di conoscerlo meglio. Non è che Gesù decidesse di impedire loro di credere, ma confermò la loro decisione di respingerlo. Non è un caso che questa spiegazione del motivo per cui Gesù parlava in parabole fu data fra il racconto della parabole del seminatore (Mt 13:3-9) e la sua spiegazione (Mt 13:18-23). Quello che è importante non è sentire la Parola - tutti e quattro i terreni ricevono lo stesso seme - ma essere una "buona terra" per il seme, che sente e comprende la Parola, e porta del frutto.
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