Mantua me genuit...
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Trigoi e caplas...
Se la meraviglia estiva dei laghi mantovani erano i "caplas" , cioè i fiori di loto, quelli autunnali erano i "trigoi", trapa natans in botanica, castagne di lago in italiano, trovabili in tutti i tre laghi: inferiore, di mezzo e superiore...
I lunghi steli salgono dal fondo portando le foglie verdi e viola a pelo d'acqua tanto fitte da costituire un tappeto quasi impenetrabile, occupando grandi superfici che i mantovani chiamano "trigolere", nei recessi dei quali si nascondono in agguato pesci predatori lucci e branzini pronti a scattare per agguantare i pesciolini ignari della loro presenza...Sotto le foglie si formano i frutti dalla forma triangolare, tricuspidata, che ai miei tempi di gioventù molti andavano a cogliere strappandoli da sotto tutto quel tappeto trepidante di foglie, a bordo dei "batèi", la barca piatta dei laghi mantovani...
A lungo poi, li facevano bollire finché il lattice contenuto non si consolidava in una pasta grigio bianca, simile, ma con una nota più umida, alla polpa delle castagne bollite...
Per venderli ai passanti, i trigolèr sopra un panchetto ne smussavano gli angoli tagliandoli con un coltello imperniato sul davanti alla lama sul panchetto, facendo in modo che il trigol assumesse una forma quasi quadrata: due tagli obliqui eliminavano una delle tre cuspidi, lasciando le altre due, una per lato, facendo forza sulle quali si apriva il frutto liberando la polpa da mangiare...Avevano un gusto leggero, quasi acquatico, e una consistenza pastosa, in definitiva molto gradevole...
Uno dei trigolèr aveva messo la sua panchetta in fondo a via Frattini di fianco al "fontanone a cinque bocche", dove verso il mezzogiorno si andava a riempire i fiaschi di acqua fresca, e dove abitato fino ai miei dodici anni d'età...
Credo che ormai più nessuno vada a cogliere i trigoi e nessuno più li mangi, un vero peccato perché si perde un sapore che più mantovano non c'è...
annali- Senior
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Re: Mantua me genuit...
Mi ritorna spesso alla memoria molto della vissuta fanciullezza nella mia città natale...E non potrebbe che essere così per chiunque non abbia reciso i legami con il proprio passato. Anche nel tempo presente, così distratto e ingannevole le radici della comunità cui apparteniamo per nascita ci sostengono e, spesso, ci condizionano...
Così che sorge naturale muoversi con passo leggero nel riportare alla luce piccole storie di un tempo che fu, consegnandole al foglio, piccolo palcoscenico dove si muove un esercito di fantasmi...
Nomi e volti, figure che lo strato sottile delle emozioni fissano, rendendoli immutabili nel tempo...
Nella mia città, Mantova, ma come in ogni altra città c'erano figure tipiche note per la loro originalità, fra queste oggi voglio ricordare una coppia, marito e moglie lui cieco dalla nascita, lei vestita uguale estate e inverno di una pesante giacca di lana e un berretto anch'esso di lana in testa...lo accompagnava il mattino con il tandem: lei davanti, lui dietro... E lei, la perfida, lo spronava a fare più forza sui pedali: "Pedala Pino ca sem' in salida"... naturalmente una bugia essendo il centro città notoriamente piano...
Lo depositava sotto i portici fra un negozio di stoffe e una cappelleria, con la chitarra in mano e un cartello accanto con su scritto"Picchetti cieco cantante e chitarrista"...
Lo conoscevo, abitando nello stesso quartiere, e lui sapeva riconoscere me quando passeggiando sotto i portici gli passavo accanto e lasciavo una moneta nel cestino. Lui ringraziava chiamandomi per nome, stupendomi ogni volta per la sensibilità acquisita...
Una figura un po' stramba era un tale, pittore, che a volte in estate si vestiva come dovesse partecipare a un safari: calzettoni al ginocchio, pantaloncini corti da militare, sahariana color sabbia, casco coloniale macchina fotografica a tracolla...
A chi gli chiedeva perché si vestisse in tale strana maniera, lui rispondeva: chi mi conosce dirà ma varda al Gioanin com'l'è vestì, chissà in do l va, e quei chi mi conòs mia i dirà, varda lilù com 'l'è vestì, chisà d'in do'l vegn...
Piccole storie che lasciano un retrogusto di sapore agro dolce per quanto siano velate dal trascorrere del tempo...
Per oggi passo e chiudo, più avanti altre figure con le loro bizzarrie, stesso territorio gonzaghesco...
annali- Senior
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Re: Mantua me genuit...
Si, concordo con Azzurra, veramente una gran bella città, a misura d'uomo e con splendidi monumenti.
misterred- Senior
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Re: Mantua me genuit...
Annali, ma che bella la tua città..
Ora posto due foto che scattai qualche anno fa' (una breve vacanza a settembre, particolarmente apprezzata perché seguita a un periodo assai pesante per malattie, non mie)
Qui la casa di Rigoletto con la statua
Ora posto due foto che scattai qualche anno fa' (una breve vacanza a settembre, particolarmente apprezzata perché seguita a un periodo assai pesante per malattie, non mie)
Qui la casa di Rigoletto con la statua
Azzurra- Senior
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Re: Mantua me genuit...
Non ricordo d'averlo già inserito, ma rivedendolo, m'ha preso il ricordo del Rio, le cui acque m'han vista bambina, essendo nata in una di quelle casette che vi s'affacciano. Altro motivo la vista del magnifico Teatro Scientifico dove ho ricevuto in prestito il libro di poesie di Carducci, prestito per modo di dire, perchè mai ho potuto restituire.
A parte ciò, tutto il filmato, con le bellezze della città, Mantova, val bene la pena di essere visto anche una seconda volta.
annali- Senior
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FIORI DI LOTO
Gli incanti dei tre laghi di Mantova (Superiore, di Mezzo, Inferiore) sono molteplici, essendo il compendio completo di un ambiente umido, con la sua fauna selvatica volante, cicogne,folaghe, poiane, gallinelle, la varietà della flora, ibiscus palustris,sassifraga, passiflora e tante specie di pesci
Le vere meraviglie dei laghi sono i “caplas”, ossia i fiori di loto, importati e ambientati nel lago di Mantova, nei primi ‘900 dal Giappone.
Formano sull’acqua delle macchie verdi estesissime al centro del lago fra la proda di Belfiore e il canale che viene dal santuario delle Grazie, fino all’imbocco del Mincio. Producono foglie tonde larghe anche fino a un metro, che si ergono fittissime dall’acqua su steli robusti dando l’impressione di un mare verde agitato dalle onde. Fioriscono d’estate, producendo fiori dal colore rosso-violetto molto intenso, la cui forma ricorda quella dei tulipani chiusi, molto più grandi. La vera meraviglia è quando i fiori si aprono mostrando corolle color rosa tenero, che sfuma verso al bianco al momento della sfioritura. Emanano un profumo muschiato che inebria, rendendo credibile il passo dell’odissea dove si dice che mangiare il fiore di loto faccia smarrire la ragione.
Le vere meraviglie dei laghi sono i “caplas”, ossia i fiori di loto, importati e ambientati nel lago di Mantova, nei primi ‘900 dal Giappone.
Formano sull’acqua delle macchie verdi estesissime al centro del lago fra la proda di Belfiore e il canale che viene dal santuario delle Grazie, fino all’imbocco del Mincio. Producono foglie tonde larghe anche fino a un metro, che si ergono fittissime dall’acqua su steli robusti dando l’impressione di un mare verde agitato dalle onde. Fioriscono d’estate, producendo fiori dal colore rosso-violetto molto intenso, la cui forma ricorda quella dei tulipani chiusi, molto più grandi. La vera meraviglia è quando i fiori si aprono mostrando corolle color rosa tenero, che sfuma verso al bianco al momento della sfioritura. Emanano un profumo muschiato che inebria, rendendo credibile il passo dell’odissea dove si dice che mangiare il fiore di loto faccia smarrire la ragione.
annali- Senior
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Data d'iscrizione : 06.06.13
Mantua me genuit...
Mantova è, fin dalle sue origini, strettamente legata all’acqua del fiume Mincio e dei laghi che la circondano. Secondo la leggenda la sua formazione risale alla sacerdotessa e indovina Manto, figlia di Tiresia e consacrata al culto di Apollo.
Furono le sue lacrime versate per la morte del padre avvenuta durante un assedio, che crearono i laghi attorno alla città, conferendo alle sue acque doti divinatorie e profetiche.
Furono le sue lacrime versate per la morte del padre avvenuta durante un assedio, che crearono i laghi attorno alla città, conferendo alle sue acque doti divinatorie e profetiche.
annali- Senior
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Data d'iscrizione : 06.06.13
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