L'opificio delle pietre dure
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L'opificio delle pietre dure
Nel 1588, per volontà del granduca Ferdinando de’ Medici, nacque a Firenze l’Opificio fiorentino delle Pietre dure.
Grandi mecenati e collezionisti di ogni genere artistico, i Medici avevano da sempre nutrito una particolare passione per le gemme e i cammei fin da quando Lorenzo il Magnifico aveva sistemato nel suo palazzo una pregevole raccolta privata.
La manifattura avviò la propria attività grazie a maestri specializzati nella lavorazione di pietre e cristalli provenienti dalla Lombardia e dall’Europa del nord. L’Opificio granducale si applicò in modo particolare alle composizioni a mosaico di pietre tagliate in sezioni di forme diverse, che ornavano tavoli, scacchiere, stipi, cofanetti e altre forme di arredi.
Gli artigiani tagliavano le varie pietre e le riunivano in una sorta di artistici puzzle dalle decorazioni più disparate, sui quali ebanisti e bronzisti poi, intervenivano a completare realizzando preziosi oggetti invidiati dai principi di tutta Europa.
I numerosi capolavori realizzati furono inviati alla corte di Vienna, dove risiedeva Francesco Stefano di Lorena, il nuovo granduca di Toscana.
Nel 1799, quando le truppe francesi entrarono a Firenze istituendo il breve regno d’Etruria retto da Maria Luisa di Borbone, l’Opificio, dopo un primo iniziale arresto dell’attività si avviò verso un brillante periodo, favorito dal grande successo incontrato dalla lavorazione delle pietre dure presso la corte di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone divenuta nel 1809 granduchessa di Toscana.
Nel 1859, la fine del Granducato e l’annessione dello stato al Regno d’Italia segnarono per la manifattura l’inizio di una crisi irreversibile.
Grandi mecenati e collezionisti di ogni genere artistico, i Medici avevano da sempre nutrito una particolare passione per le gemme e i cammei fin da quando Lorenzo il Magnifico aveva sistemato nel suo palazzo una pregevole raccolta privata.
La manifattura avviò la propria attività grazie a maestri specializzati nella lavorazione di pietre e cristalli provenienti dalla Lombardia e dall’Europa del nord. L’Opificio granducale si applicò in modo particolare alle composizioni a mosaico di pietre tagliate in sezioni di forme diverse, che ornavano tavoli, scacchiere, stipi, cofanetti e altre forme di arredi.
Gli artigiani tagliavano le varie pietre e le riunivano in una sorta di artistici puzzle dalle decorazioni più disparate, sui quali ebanisti e bronzisti poi, intervenivano a completare realizzando preziosi oggetti invidiati dai principi di tutta Europa.
I numerosi capolavori realizzati furono inviati alla corte di Vienna, dove risiedeva Francesco Stefano di Lorena, il nuovo granduca di Toscana.
Nel 1799, quando le truppe francesi entrarono a Firenze istituendo il breve regno d’Etruria retto da Maria Luisa di Borbone, l’Opificio, dopo un primo iniziale arresto dell’attività si avviò verso un brillante periodo, favorito dal grande successo incontrato dalla lavorazione delle pietre dure presso la corte di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone divenuta nel 1809 granduchessa di Toscana.
Nel 1859, la fine del Granducato e l’annessione dello stato al Regno d’Italia segnarono per la manifattura l’inizio di una crisi irreversibile.
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