L 'attentato di Sarajevo
Pagina 1 di 1
Re: L 'attentato di Sarajevo
Crisi e guerre economiche nell’Europa di fine ‘800.
Fin verso il ’75 l’economia capitalistica europea aveva segnato continui progressi, ma dopo quell’anno la situazione gradatamente peggiorò. I prezzi dei cereali, dei molti altri prodotti agricoli, di quelli industriali, discesero fino a precipitare in modo disastroso. Non sarebbe stata una disgrazia che i prezzi discendessero avvantaggiando così i consumatori, ma se il produttore deve offrire a prezzi sempre più bassi i suoi prodotti significa che i consumatori non hanno più denaro per gli acquisti, o che sul mercato sono affluiti prodotti esteri più convenienti. Nell’uno o nell’altro caso, il produttore è in crisi: non ha più convenienza a produrre quella data merce, e cesserà del tutto dallo sprecare fatiche e denaro per un’attività non più redditizia.
A provocare la crisi era stata l’invasione sui mercati europei di merci prodotte d’altri continenti, grazie al miglioramento dei mezzi di trasporto e alla progredita organizzazione degli scambi. Le sete della Cina, il cotone dell’India, i cereali degli Stati Uniti e della Russia, erano affluiti in proporzione massiccia, sconvolgendo tutta l’economia europea.
I paesi più minacciati reagirono inasprendo le tariffe doganali e ricorrendo a un protezionismo molto rigido. L’Italia fu questi sbarrando la strada ai cereali, alle sete e ai manufatti stranieri, traendone un breve sollievo per la sua industria e per la sua agricoltura.
L’energica posizione di protesta degli Stati minacciati dalla chiusura non si fece attendere, giungendo alle guerre doganali: la Francia si urtò con la Svizzera, la Germania con la Russia. Molto dura fu disputa tra Francia e Italia: se la Francia ne uscì danneggiata, per l’Italia lo fu nel modo ancora peggiore. I produttori di seta greggia, di riso, di formaggi nel nord e nel sud i produttori di vino, subirono colpi tremendi. La miseria crebbe ovunque e il numero degli emigrati salì con un balzo pauroso.
La crisi coinvolse anche le banche ritenute sino a poco tempo prima assai solide, finché con capitali tedeschi, svizzeri e belgi nacquero alcune nuove banche che procurarono un valido impulso all’economia italiana, apparso evidente già dal 1894.
Le guerre economiche, tuttavia, non cessarono mai del tutto. Palesi o coperte, continuarono sino al 1914, creando in tutto il continente, un’atmosfera di diffidenza e ostilità fra Stato e Stato.
La prima guerra mondiale non sarebbe probabilmente avvenuta, se tanti conflitti sotterranei non le avessero aperto la strada.
Ultima modifica di annali il Mar 19 Apr 2022, 14:20 - modificato 1 volta. (Motivazione : Sostituita immagine...)
annali- Senior
- Messaggi : 14176
Data d'iscrizione : 06.06.13
Re: L 'attentato di Sarajevo
Il Secolo XX era iniziato proprio male. Infatti nel luglio del 1900 era stato assassinato il Re d'Italia Umberto I a Monza per mano di un certo Bresci.
Insomma il preludio per un secolo che avrebbe visto orrori e guerre di portata mondiale, compresa l'era atomica e una "terza guerra mondiale" sfiorata per un soffio.
Insomma il preludio per un secolo che avrebbe visto orrori e guerre di portata mondiale, compresa l'era atomica e una "terza guerra mondiale" sfiorata per un soffio.
misterred- Senior
- Messaggi : 5214
Data d'iscrizione : 11.10.13
Età : 65
Località : Sacro Monte
Re: L 'attentato di Sarajevo
ITALIA INTERVENTISTA
Il precipitare degli eventi aveva colto di sorpresa il governo italiano che non era stato avvertito e nemmeno consultato sulla dichiarazione di guerra dagli altri membri della Triplice Alleanza. Essendo stato violato l’articolo del trattato che prevedeva la consultazione in caso di operazioni militari, l’Italia si ritenne a buon diritto neutrale.
L’opinione pubblica era divisa in due correnti: interventisti e neutralisti, con uomini e gruppi di provenienza e d’idee diverse. Gli interventisti che volevano l’entrata in guerra erano una minoranza ma molto attiva, al cui interno stavano i “nazionalisti”, gli “irredentisti”, e i “democratici”. Insieme vedevano nel crollo degli imperi centrali, roccaforte della conservazione, il presupposto per una maggiore democrazia in Europa.
Neutralisti erano invece tutti i socialisti, i cattolici e i liberali, che giudicavano la guerra “il macello dei popoli” a vantaggio degli interessi delle classi dirigenti. Era inoltre contraria alla guerra la grande massa popolare, che ne temeva le stragi e gli orrori.
Essendo il re, favorevole alla guerra, non valsero a nulla le proteste dell’opinione pubblica, l’Italia il 24 maggio 1915 dichiarava guerra all’Austria.
Su tutti i fronti, il conflitto fu contrassegnato dalla guerra di posizione, con spaventose battaglie e con immense perdite di uomini e materiali. Il 1916 fu l’anno delle grandi offensive, nel 1917 entrano in guerra anche gli Stati Uniti ma si ritira la Russia, dove è scoppiata la rivoluzione comunista. Nel 1918 le ultime due offensive austro tedesche fallirono. Il 4 novembre 1918, l’Italia costringe l’Austria a chiedere la pace, seguita poi dalla Germania.
Nell’aprile 1919 fu fondata la “Società delle Nazioni” con sede a Ginevra, tuttavia, quest’organismo nato per tutelare la pace nel mondo nasceva già incompleto, non comprendendo la Germania e la Russia. Inoltre lo stesso governo degli USA, dove subito dopo la guerra prevalsero le tendenze isolazioniste, al momento buono rifiutò la propria adesione. La Società delle Nazioni, spesso dominata dagli interessi di Francia e Inghilterra, condusse vita stentata e fallì in pieno i suoi obiettivi.
annali- Senior
- Messaggi : 14176
Data d'iscrizione : 06.06.13
L 'attentato di Sarajevo
LA PRIMA GUERRA MONDIALE: Prologo
La rivalità fra le potenze conduce nel 1914 alla prima guerra mondiale, immane e spaventoso conflitto che dura cinque anni e coinvolge tutti i principali stati del mondo.
Le ragioni di tante rivalità erano molteplici. Vi erano prima di tutto, in seguito allo sviluppo industriale posizioni da difendere o da conquistare, il che portava a una dura lotta tra Francia, Germania e Inghilterra per la prevalenza dei mercati economici.
In secondo luogo cresceva nella borghesia lo spirito del nazionalismo, il desiderio di potenza e di soprafazione. Vi era infine il problema balcanico. Nella penisola balcanica l’Austria era penetrata profondamente, mentre la Serbia tendeva a costituire, in contrasto con essa, un grande stato di popoli slavi del sud, appoggiata dalla Russia che si atteggiava a protettrice degli Slavi.
Si verificò in tutti i paesi una corsa agli armamenti per i quali furono spese somme ingenti. Gli eserciti si munirono di cannoni di ogni calibro, mentre faceva la sua comparsa un’arma micidiale: la mitragliatrice. Nella guerra Italo - turca fece le prime prove anche l’aeroplano, usato sia per la ricognizione sia per il bombardamento dei reparti nemici.
Fu nella penisola balcanica che avvenne l’incidente destinato a far scoppiare l’immane conflitto. Il 28 giugno 1914 l’arciduca ereditario austriaco Francesco Ferdinando fu ucciso, da uno studente serbo, insieme alla moglie a Sarajevo.
Nonostante le trattive tentate dalla Serbia, ritenuta responsabile dell’attentato, l’Austria le dichiarò guerra. Nei giorni immediatamente successivi scattò il meccanismo delle alleanze: a fianco della Serbia scesero in campo Russia e Francia; la Germania a fianco dell’Austria. Qualche giorno dopo avendo la Germania violato la neutralità del Belgio, anche l’Inghilterra entrò in guerra contro la Germania. Nei giorni successivi altre nazioni entrarono nel conflitto: Romania e Giappone a fianco della Triplice Intesa, Turchia e Bulgaria a fianco di Austria e Germania. La guerra aveva assunto ormai, dimensioni mondiali.
annali- Senior
- Messaggi : 14176
Data d'iscrizione : 06.06.13
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|