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Il Romanticismo dell'Ottocento

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Il Romanticismo era una corrente spirituale composta soprattutto da giovani e animata da spirito giovanile. Vi prevaleva l’entusiasmo, l’impazienza, la protesta, ma più di ogni altra cosa, la ribellione.

Il poeta romantico voleva trasformare il mondo, lottare contro il male e la tirannide, segnalare all’intera umanità gli iniqui che opprimevano i popoli e le loro coscienze.
Quando, nel 1827 Alessandro Manzoni scrisse il suo “ I promessi sposi”, l’accoglienza del pubblico non fu unanimemente favorevole, anche se vi furono molte lodi. L’animo di certi patrioti era turbato dal successo ritenuto immeritato, avendo Manzoni tradito l’attesa di tanti giovani entusiasti che attendevano dall’autore di versi tanto belli e nobili, un grido di protesta contro la Potenza che opprimeva l’Italia. Manzoni, si disse, è ormai un rassegnato, un uomo che accetta l’ingiustizia pensando a un’altra vita e a una felicità ultraterrena.
Anche per Silvio Pellico quando, tornato dalla fortezza dello Spielberg scrisse “Le mie prigioni”, tra gli irrequieti patrioti italiani passò una nuova ventata di delusione. Pensarono che anche Pellico si fosse convertito, soffocato da preoccupazioni religiose, rassegnato e chiuso in se stesso rinunciando a ogni ulteriore azione.
Naturalmente il giudizio formulato da questi focosi e impazienti italiani non era esatto, la rassegnazione attribuita a entrambi recava in sé qualcosa di forte e vigoroso, che nulla aveva  a che vedere con l’umile sottomissione del vinto. Forse era solo coraggiosa e virile accettazione dei mali del mondo, nella certezza di una giustizia che avrebbe potuto realizzarsi compiutamente nel tempo a venire. I giovani romantici li pretendevano ribelli a tutti i costi.
 
Chi aveva dunque ragione? Il ribelle o il rassegnato?
Senza il ribelle la storia dell’umanità sarebbe una storia oltremodo grigia e piatta, fatta di padroni insolenti e di schiavi taciturni.
Senza i ribelli le lotte per la libertà non sarebbero esistite. Mancando la libertà, lo sviluppo della civiltà non sarebbe stato possibile.
Nella loro ribellione hanno a volte trionfato e altre volte invece, sono stati sconfitti e  crudelmente puniti, ma incredibilmente, è accaduto che vincessero anche quando avevano fallito lo scopo, imprigionati o mandati al patibolo. Il loro agire e il loro soffrire fu stato da esempio e richiamato gli uomini a sentimenti d’idee che nell’intolleranza o nell’oppressione possono sembrare offuscati.
Tuttavia, le vicende umane sono più complicate di quanto sembrino a prima vista, non sempre è facile distinguere chiaramente ciò che di buono o di cattivo c’è in una ribellione.
Riconoscere per esempio, quando il ribelle agisce per amore, non per odio, e si sacrifica per il bene comune e la giustizia, è questo ribelle che merita rispetto e stima, anche quando sbaglia fuorviato da fallaci illusioni.  
  Il Romanticismo dell'Ottocento Pellico-avvilirsi-sciagure                          


Ultima modifica di annali il Mar 19 Apr 2022, 03:40 - modificato 1 volta. (Motivazione : Sostituita immagine...)
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