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Petra :la perla rosa...

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Da millenni punto cruciale d’incontro fra Europa, Africa e Asia, il vicino Oriente è senza alcun dubbio una tra le più interessanti aree a livello culturale e archeologico.
 In queste regioni, così aspre e ostili, sono avvenuti sconvolgimenti storici, religiosi, culturali come in nessun’altra area geografica del mondo.
 Tra i popoli che vissero e prosperarono in queste terre, vi furono i Nabatei, stirpe dai connotati ancora indecifrabili, che realizzò, nell’attuale territorio giordano, una strabiliante città e un  concentrato di opere dal grande impatto emotivo. Un luogo spettacolare, enigmatico e incredibile, tanto abbagliante da essere divenuto una delle sette meraviglie del mondo moderno, conosciuto con il nome di Petra.
Questa gemma, che desta tanta meraviglia attonita, si trova a circa 260 chilometri a sud di Amman, poco distante dal Mar Rosso, a 1000 metri di altitudine sul bordo della grande depressione, alla cui base sta il Mar Morto.
 
 I Nabatei, oltre 2000 anni fa, dominarono un ampio territorio che si estendeva dal Sinai a Damasco, in Siria, scacciando nel VI secolo a.C. gli Edomiti, popolo di fama biblica.
Petra, nascosta al mondo esterno da gole inaccessibili e rupi montuose, è rimasta ignorata per secoli dall’uomo, probabilmente a causa dello spostamento della via dei commerci che l’ha esclusa dal transito.
La città è raggiungibile unicamente attraverso  una stretta fenditura che serpeggia per oltre due chilometri, tra pareti rocciose di arenaria alte quasi 100 metri.
 
Il primo occidentale che poté ammirarla e rivelarne l’ubicazione, è stato un audace esploratore anglo svizzero, il quale, viaggiando nel vicino Oriente, aveva udito parlare dalla gente del posto di vestigia straordinarie nascoste tra le montagne del Wadi  Mousa (Valle di Mosè).
Tutta scavata nella pietra, la città fu in pratica per lungo tempo un enorme cantiere.  I Nabatei ricavarono i loro monumenti per estrazione, sbancando la pietra e imprimendo forme e linee direttamente dalla roccia grezza.
Petra fu interamente ricavata da un tipo di roccia che all’esterno, presenta una dominanza rossastra, ma che una volta scavata, assume un’infinita gamma di tinte e sfumature, un’apoteosi cromatica dal bianco al blu, dal salmone al rosa brillante. Le pareti, all’interno delle camere scavate nella montagna, sembrano ricoperte da stoffe delicate e non fatte di pietra. Questa sua peculiarità geologica è probabilmente la ragione per cui, prima di chiamarsi Petra, il suo nome era Raqmu (la variopinta).
 
 
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