Arc en ciel
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Poesia africana...

Andare in basso

Poesia africana... Empty Re: Poesia africana...

Messaggio  Tara

Poesia africana... 20101110


NDJOCK NGANA è nato in Camerun nel 1952. Nel 1973 ha lasciato il suo paese per trasferirsi in Italia. Attualmente vive a Roma. Il suo nome italiano d’adozione è Teodoro. Ha seguito la strada dell’impegno politico, sociale, culturale per la conservazione delle culture africane e per la diffusione delle altre culture. A Roma lavora come operatore interculturale. È autore della raccolta di poesie “Nhindo Nero”, Edizioni Anterem, 1994. Sua è la poesia:

“Prigione”.

Vivere una sola vita

in una sola città
in un solo Paese
in un solo universo
vivere in un solo mondo
è prigione.

Amare un solo amico,
un solo padre,
una sola madre,
una sola famiglia
amare una sola persona
è prigione.

Conoscere una sola lingua,
un solo lavoro,
un solo costume,
una sola civiltà
conoscere una sola logica
è prigione.

Avere un solo corpo,
un solo pensiero,
una sola conoscenza,
una sola essenza
avere un solo essere
è prigione.

Il termine “prigione” non esisteva in Camerun prima dell’arrivo degli occidentali. È stato creato da una radice che significa “maledizione”. Nei versi il desiderio di aggirare il rischio della stasi in cui l’emigrante può cadere, nel tentativo di preservare le sue origini per non farsi assimilare dalla cultura ospitante. Per Teodoro la prigione è data proprio dal riconoscersi in un solo modo, mentre invece l’identità è vista come qualcosa di dinamico in perenne costruzione.

MARTIAL SINDA, poeta dell’Africa centrale, è nato nel 1935 in Congo. La sua è la voce di un africano di oggi, maturato nella coscienza dei suoi diritti, che non si commisera per il colore della pelle e per le modificazioni subite, ma si proclama fiero della sua razza e del mistero in essa racchiuso, cupo e insieme luminoso come la vita. Di Martial Sinda abbiamo riportato.

“Silenzio”:

Sempre silenzio.

Non parliamo più.
Non danziamo più.
Non gridiamo più.
Perché non siamo liberi.
Perché non siamo più liberi in casa nostra.
O Africa d’un tempo!

O Africa domata!
O Africa, Africa nostra.
Tam- Tam, Tam- Tam- Tu
senza sosta, per sempre.

Africa, paese delle tristezze!
Africa, paese senza danze, senza canzoni!
Africa, paese di pianti e lamenti…

Tam- Tam, Tam- Tam- Tu
Senza sosta,
suonati per sempre ,
per rianimare tutta l’Africa.
Per risvegliare quest’Africa addormentata,
fino alla creazione d’un’Africa Nuova,
ma sempre Nera.



ROLI HOPE ODEKA ha scritto poesie fin da quando aveva sei anni e viveva con la famiglia in Nigeria. Del 2000 è la prima raccolta “Reviving Eco”, dove la poetessa esprime su carta la rabbia che ha nei confronti della società dove è cresciuta, poco attenta alle esigenze delle donne.
Poesia africana... Roli-h10

È chiamata la “poetessa Primitiva”, poiché nelle sue poesie si legge ancora la sensazione infantile che l’ha sempre salvaguardata dalla società in cui ha vissuto. Si tratta di un’artista poliedrica, poiché è scrittrice, poetessa e compositrice. Di Roli Hope Odeka abbiamo scelto la poesia:

“Vita Galleggiante”

Che cosa vivrò per l’oggi o il domani

Una vita dolce, un dolce cammino, senza problemi.
Vedere, incontrare volti sorridenti

Evitare cose che portano problemi
Non una vigliacca ma augurandomi il meglio
andare insieme alla corrente galleggiando
e a volte andare contro corrente.

La mia vita sta galleggiando liberamente nel nulla

Non mi piace cercare gli ostacoli
Stendo le mie mani per raggiungere soltanto
ciò che posso ottenere e toccarlo forte
Guarda, o vieni con me che galleggio
Non voglio annegare

La mia vita è un galleggiare.

In particolare, le poetesse trovano parole nuove per esprimere quello che non poteva essere detto sulla relazione uomo- donna, sul corpo, sull’amore anche inteso come  sentimento per se stesse, il primo imperativo cui ogni donna dovrebbe ubbidire. Attraverso la poesia, avviene il loro riscatto.

Una tradizione poetica, quella africana, nata dal dolore, ma che sottolinea la fede nella forza della parola .

~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .
Sussurra le tue parole e affidale al vento.
Tara
Tara
Senior
Senior

Messaggi : 15738
Data d'iscrizione : 10.07.13

Torna in alto Andare in basso

Poesia africana... Empty Re: Poesia africana...

Messaggio  annali

Agostinho Neto...
Poeta, medico e guerrigliero, contribuì in maniera determinante alle lotte di liberazione nazionale del popolo angolano, che dal 1975 ottenne l’indipendenza dopo cinque secoli di colonizzazione portoghese... 
Eletto primo Presidente, della repubblica d'Angola,portò avanti il mandato fino al 1979, anno della sua morte...
Il desiderio di poter essere d’aiuto agli altri, lo spinse ad iscriversi alla Facoltà di Medicina dell’Università portoghese di Coimbra dove animò la “Casa dos estudantes do Impèrio”. Caduto sotto la sorveglianza della Pide, la polizia segreta del regime fascista di Antonio de Oliveira Salazar,  fu arrestato una prima volta nel 1951 mentre raccoglieva firme per la pace nel mondo. Iniziò per lui una serie di arresti, tanto che nel 1957 Amnesty International lo proclamò “prigioniero politico dell’anno”, ponendo il suo caso e quello delle colonie portoghesi all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale... 
La negritudine di Neto non è esotica o magica. Il poeta sceglie attentamente le parole, con precisione e moderazione, utilizzando solo di tanto in tanto un tono più forte con effetto metaforico ed espressioni suggestive...
NOTTE
Io vivo
nei quartieri oscuri del mondo
senza luce né vita.
Lungo le strade vado
a tastoni
abbarbicato ai miei sogni informi
inciampando nella schiavitù
se appena desidero essere.
Sono quartieri di schiavi
mondi di miseria
quartieri oscuri
Dove le volontà si dissolsero
e gli uomini si confusero
con le cose
Cammino incespicando
per le strade senza luce
sconosciute
sature di mistica e terrore
a braccetto di fantasmi.
Anche la notte è oscura.


                      Agostinho Neto
Poesia africana... Mucubais_na_fogueiraneves+esousa



 
 

annali
annali
Senior
Senior

Messaggi : 14248
Data d'iscrizione : 06.06.13

Torna in alto Andare in basso

Poesia africana... Empty Re: Poesia africana...

Messaggio  annali

L'antico canto dei Basuto è l'espressione di un dolore inestinguibile e rassegnato, un dolore che può avere pace solo in una speranza di giustizia celeste...


Noi siamo rimasti fuori

Noi siamo rimasti fuori.
siamo rimasti per la fatica,
siamo rimasti per le lacrime.
Oh, ci fosse in cielo un posto anche per noi!
Perché io non possiedo ali per volare lassù?
Se una fune robusta discendesse dal cielo
mi aggrapperei ad essa, mi arrampicherei,
salirei ad abitare lassù.
 
                                    Canto dei Basuto

La storia della civiltà africana si è maturata nel dolore: la schiavitù, il senso di esilio e di isolamento hanno dato voce a volte di alto valore lirico alla poesia dell'Africa, sia individuale, sia popolare...

Africa dimmi Africa
Sei dunque tu quel dorso che si piega 
E si prostra al peso dell'umiltà
Dorso tremante striato di rosso
Che acconsente alla frusta sulle vie del mezzodì.


                                                      David Diop 

Poesia africana... 7ea957f64e16c606017cda9b5ac1ed8f
annali
annali
Senior
Senior

Messaggi : 14248
Data d'iscrizione : 06.06.13

Torna in alto Andare in basso

Poesia africana... Empty Re: Poesia africana...

Messaggio  annali

Importante poeta africano del '900 fu Léopold Sédar Senghor (1906-2001)  oltre che uomo politico. Fu il primo Presidente Della Repubblica senegalese dal 1960 al 1980- 
Nella sua poesia si riflettono i temi dell'esilio e dell'alienazione, insieme al valore che attribuisce alla civilizzazione dell'Africa nera...
E muoiono di fame
Vedevo nel sogno paesi
fino ai quattro angoli dell'orizzonte
sottomessi alla riga,
alla squadra, al compasso;
falciate le foreste,
distrutte le colline,
nei ceppi valli e fiumi.
Per quanto è grande la terra vedevo
paesi
sotto una griglia di ferro tracciata
da mille rotaie.
E poi vedevo i popoli del sud
formicaio in silenzio al lavoro.
È santo il lavoro
ma non va più col gesto
ritmato dai tam-tam
e dalle stagioni che tornano.
Gente del sud nei cantieri, nei porti,
nelle miniere,
nelle officine,
segregati la sera
nei borghi miserabili.
Accumulano
montagne d'oro rosso,
montagne d'oro nero:
e muoiono di fame!


                           Léopold Sédar Senghor


Ken Saro-Wiwa 

LA VERA PRIGIONE   
 
Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
nell’umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato le orecchie
per un'intera generazione
È il poliziotto che corre all'impazzata
in un raptus omicida
mentre esegue a sangue freddo
ordini sanguinari
in cambio di un misero pasto al giorno;
è il magistrato che scrive sul suo libro
la punizione ingiusta;
è la decrepitezza morale,
l'inettitudine mentale
che concede alla dittatura
una falsa legittimazione;
è la vigliaccheria
travestita da obbedienza
in agguato nelle nostre anime denigrate.
È questo. È questo.
È questo amico mio,
è questo che trasforma il nostro mondo libero
in una cupa prigione.


                                 Ken Saro-Wiwa 

         
Poesia africana... Griot-magazine-yz-yseult-senegal-amazzoni_10
annali
annali
Senior
Senior

Messaggi : 14248
Data d'iscrizione : 06.06.13

Torna in alto Andare in basso

Poesia africana... Empty Questo nostro comune condiviso tempo

Messaggio  Charade

Bisogna pur considerare come non si capisca il perché alcuni popoli hanno progredito ed altri invece no ... eppure una cultura che non progredisce che cultura è ?... Condannabile ed esecrabile  la prevaricazione di un popolo su un altro , ma il problema non è emigrare ma costruire dove si è ... e la poesia di certo aiuta , ma solo quando si avrà un frigo pieno ... 

Questo nostro tempo

fa ronzare le api di rabbia
impregna gli animi di parole smisurate
e prepara il giorno del capestro notturno.
Questo nostro tempo
rode il midollo del muscolo del dolore
gonfia il cuore di amarezza con pose incuranti
e fa della giustizia una opportunità
Questo nostro tempo
s’inchina davanti al sospetto
moltiplica le menzogne nelle poltrone a dondolo
sposa la verità sull’altare del diavolo
Questo nostro tempo
nutre troppo il presente del passato
capovolge ogni immaginazione
e rovina la coscienza con l’ambizione
Questo nostro tempo
graffia il dorso della scimmia
mangia fiamme davanti al pubblico invitato
e tinge la pelle per il proprio sudario
Questo nostro tempo
ascoltare il rumore delle foglie che cadono
guardare i relitti di auto sinistrate
e cedere davanti al compromesso
Questo nostro tempo
affondare i denti in un frutto marcio
bere l’acqua dei pozzi avvelenati e
cantare dei vecchi inni a delle veglie funebri
Questo nostro tempo è solo un poco inquinato.
Sipho Sepamla /// Poeti Africani Anti Apartheid (Edizioni dell’Arco, 2002), trad. it. M. Luzi

~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .~ .
My house is where the mind fights; home is where the heart beats ... 
Charade
Charade
Senior
Senior

Messaggi : 22436
Data d'iscrizione : 31.07.13
Età : 44
Località : Modena/Milano

Torna in alto Andare in basso

Poesia africana... Empty Poesia africana...

Messaggio  annali

L'Africa che per secoli fu un continente “muto” ha ricominciato a parlare  ma il suo dramma consiste nel non aver voce, cioè lingua propria...Il colonialismo europeo ha molti torti nei suoi riguardi, per avere imposto l'imperialismo economico e avere sfruttato le risorse della terra spogliando gli indigeni soprattutto della loro cultura, imponendo lingue europee, costumi europei, governi europei. Ora è l'Africa che entra in Europa, fa sentire la sua voce fa conoscere la propria cultura, la sua civiltà che per secoli si è nascosta nelle foreste, fra i riti delle tribù, nei canti ripetuti oralmente, nelle musiche trasmesse dai tam-tam...
La nuova generazione di poeti esce generalmente da famiglie borghesi che hanno potuto permettersi di mandare i figli a istruirsi a Parigi, a Berlino, Londra e Roma, portandosi dietro al ritorno un bagaglio culturale e una lingua non africani...

Wole Soyinka – Premio Nobel per la Letteratura 1986

MIGRAZIONI
 
Ci sarà il sole? O la pioggia ? O nevischio?
Madido come il sorriso posticcio del doganiere?
Dove mi vomiterà l’ultimo tunnel
Anfibio? Nessuno sa il mio nome.
Tante mani attendono la prima
rimessa, a casa. Ci sarà?
Il domani viene e va, giorni da relitti di spiaggia.
Forse mi indosserai alghe cucite
su falsi di stilisti, con marche invisibili:
fabbriche in nero. O souvenir sgargianti, distanti
ma che ci legano, manufatti migranti, rolex
contraffatti, l’uno con l’altro, su marciapiedi
senza volto. I tappeti invogliano ma
nessuna scritta dice: BENVENUTI.
Conchiglie di ciprea, coralli, scogliere di gesso
Tutti una cosa sola al margine degli elementi.
Banchi di sabbia seguono i miei passi. Banchi di sabbia
di deserto, di sindoni incise dal fondo marino,
poiché alcuni se ne sono andati così, prima di ricevere
una risposta - Ci sarà il sole?
O la pioggia? Siamo approdati alla baia dei sogni.

                                                          Wole Soyinka


Viaggio

Non penso mai di essere arrivato,
anche se sono alla fine del viaggio.
Ho preso una strada lontana
dalle vette ma fatta di domande
e che mi porta giù
verso una casa, a quell’altra terra.
So che la mia carne
intaccata dai morsi è scampata alla frenesia
dei pesci dentro la ruggine delle chiglie…
Ma me li sono lasciati dietro nel mio cammino
e così è andata col vino e col pane.
Non li ho mai divisi con la sconfitta
né con la fame
Me li sono lasciati dietro nel mio cammino.
Non penso mai d’essere arrivato
anche se un segno d’amore e di benvenuto
mi attraggono verso casa
Gli usurpatori brindano nella mia coppa
Ogni banchetto un’ultima cena...

                                    Wole Soyinka


LA STRADA
 
Siate anche voi come la strada. Appiattite
la vostra pancia con la fame di un giorno infausto,
date forza alle vostre mani con la conoscenza della morte.
Nel torrido del pomeriggio quando il bagliore
innalza false foreste e un rifugio con acqua,
lasciate che l’evento si dipani ai vostri occhi.
Soli e abbandonati nella polvere,
quando fantasmi di camion vi passano accanto
e le vostra urla e le lacrime s’infrangono
contro cruscotti sordi e la polvere le inghiotte.
Bagnatevi nello stesso catino dell’uomo
che fa il suo ultimo viaggio e col dito rimescola
e tremola sull’acqua il riflesso di due mani,
riflesso di due mani ma di un solo volto.
Respirate come la strada, siate la strada.
Spiegate un ampio lenzuolo per la morte
con la lunghezza e il tempo del sole
finché l’unica faccia si moltiplichi
e l’unica ombra sia proiettata da tutti i dannati.
Respirate come la strada, siate la strada,
la strada stessa.


                                                      Wole Soyinka


Poesia africana... O.280579







                                                                   
                                             
annali
annali
Senior
Senior

Messaggi : 14248
Data d'iscrizione : 06.06.13

Torna in alto Andare in basso

Poesia africana... Empty Re: Poesia africana...

Messaggio  Contenuto sponsorizzato


Contenuto sponsorizzato


Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.