Dialetti e teatro. e patrimonio
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Re: Dialetti e teatro. e patrimonio
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Sussurra le tue parole e affidale al vento.
Tara- Senior
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Data d'iscrizione : 10.07.13
Mr Red
Ciao Tinoo ! Eh si..ci mancano le tue spiegazioni. ..eri così preciso.
Mo ce un tuo conterraneo in Aec..un trapanesi come te...se ci leggi sappi che sentiamo la tua mancanza. ..ciao Tinuzzu
Mo ce un tuo conterraneo in Aec..un trapanesi come te...se ci leggi sappi che sentiamo la tua mancanza. ..ciao Tinuzzu
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Tara- Senior
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Vasamu li manu (saluto ossequioso); l'acqua d'intra e 'u rubinettu fora" (detto dialettale)
Nel dialetto siciliano, dicevamo, il plurale segue solitamente la regola generale come in italiano. Alcune parole però, fanno eccezione, e una di queste per esempio è "la mano" :
"(l)a manu" (singolare), (l)i manu (plurale), proprio come nel latino (e non mi vorrei sbagliare) : manus = manus (sing.plur). Oppure, es. "fora" = "fuori", sia forma singolare che plurale,
es. "sugnu fora" (sono (io) fuori); "sunnu fora", "sono (loro) fuori".
Ecco perchè si dice : "vasamu li manu" (baciamo le mani). Alcuni verbi che cominciano per "b" in siciliano tramutano la consonante in "v" es.Vasamu (baciamo), la "b" che diventa "v". Come nel caso di "vagnatu", "vagnari" = "bagnato", "bagnare".
In altri casi, il plurale segue la regola latina e finisce in "a", es. (l)u piattu, pl. (l)i piatta; E' una forma arcaica, ormai va piano piano scomparendo. Come pian piano le parole che finiscono in "u", vanno man mano tramutandosi in "o", per es. "'l'ogghio" (l'olio), oppure "l'occhio" (occhio). Insomma un siciliano che si va italianizzando sempre più.
In alcune zone remote, sopravvive ancora declinare la 3a pers. sing. del verbo essere come in latino, es. iddu est(i) = "egli è".
Un siciliano che ha molto di latino. O viceversa?
"(l)a manu" (singolare), (l)i manu (plurale), proprio come nel latino (e non mi vorrei sbagliare) : manus = manus (sing.plur). Oppure, es. "fora" = "fuori", sia forma singolare che plurale,
es. "sugnu fora" (sono (io) fuori); "sunnu fora", "sono (loro) fuori".
Ecco perchè si dice : "vasamu li manu" (baciamo le mani). Alcuni verbi che cominciano per "b" in siciliano tramutano la consonante in "v" es.Vasamu (baciamo), la "b" che diventa "v". Come nel caso di "vagnatu", "vagnari" = "bagnato", "bagnare".
In altri casi, il plurale segue la regola latina e finisce in "a", es. (l)u piattu, pl. (l)i piatta; E' una forma arcaica, ormai va piano piano scomparendo. Come pian piano le parole che finiscono in "u", vanno man mano tramutandosi in "o", per es. "'l'ogghio" (l'olio), oppure "l'occhio" (occhio). Insomma un siciliano che si va italianizzando sempre più.
In alcune zone remote, sopravvive ancora declinare la 3a pers. sing. del verbo essere come in latino, es. iddu est(i) = "egli è".
Un siciliano che ha molto di latino. O viceversa?
misterred- Senior
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Re: Dialetti e teatro. e patrimonio
Certamente, e non solo la Sardegna, tutte le regioni italiane sono di una bellezza straordinaria.
La mia solo una paronomica dialettale generale non esaustiva chiaramente.
Anzi, gli altri utenti potrebbero farci conoscere le loro tipiche espressioni dialettali delle loro zone e degli usi e costumi del territorio delle loro radici.
Tino
La mia solo una paronomica dialettale generale non esaustiva chiaramente.
Anzi, gli altri utenti potrebbero farci conoscere le loro tipiche espressioni dialettali delle loro zone e degli usi e costumi del territorio delle loro radici.
Tino
misterred- Senior
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Località : Sacro Monte
Dialetti e teatro. e patrimonio
La nostra bella lingua italiana ci consente di comunicare verbalmente da N a S dello stivale (isole comprese) essendo comprensibile a tutti e da tutti.
Il dialetto invece parlato in località e zone più limitate è comprensibile solo agli abitanti di quel territorio.
Come sappiamo i dialetti in Italia sono tantissimi. Il dialetto ci riporta e ci rapporta al territorio di provenienza di ognuno.
I dialetti come detto sono tanti (e all'interno altre sfumature dialettali amplificano e moltiplicano le espressioni dialettali di ogni zona del terriotorio che lo usa), con il loro accento, con le loro frasi tipiche, con le loro particolarità, spesso accompagnate da gestualità tutte proprie di questo o quel dialetto.
Spesso la lingua italiana si arricchisce di parole nuove che annette dai vari dialetti locali e che diventano di uso comune.
I dialetti hanno il loro fascino e sono cultura essi stessi.
Potremmo immaginare diversamente recitato il teatro di Goldoni? O quello di Eduardo (De Filippo)? E Trilussa col suo romanesco? Lo stile malinconico e passionale dei cantastorie siciliani?
Ma anche per andare sul "leggero", il cinema (e la cinematografia) ha divulgato espressioni dialettali consentendoci di conoscere i dialetti altrui senza muoverci da casa.
Per esempio : Lino Banfi con il suo pugliese caratteristico, "Er Monnezza" col suo romanesco", il Comm.Montalbano con i suoi pasaggi barocchi. Chi non ha mai cantato mentre si rade "E la vita, la vita l'è bela, l'è bela". E poi il gradissimo Massimo T roisi che duetta col toscanaccio nazionale Roberto Benigni.
Insomma, i dialetti un patrimonio culturale da salvaguadare e da tutelare, una vera ricchezza immateriale.
E adesso, la pausa-caffè incombe.
A dopo
Tino
Il dialetto invece parlato in località e zone più limitate è comprensibile solo agli abitanti di quel territorio.
Come sappiamo i dialetti in Italia sono tantissimi. Il dialetto ci riporta e ci rapporta al territorio di provenienza di ognuno.
I dialetti come detto sono tanti (e all'interno altre sfumature dialettali amplificano e moltiplicano le espressioni dialettali di ogni zona del terriotorio che lo usa), con il loro accento, con le loro frasi tipiche, con le loro particolarità, spesso accompagnate da gestualità tutte proprie di questo o quel dialetto.
Spesso la lingua italiana si arricchisce di parole nuove che annette dai vari dialetti locali e che diventano di uso comune.
I dialetti hanno il loro fascino e sono cultura essi stessi.
Potremmo immaginare diversamente recitato il teatro di Goldoni? O quello di Eduardo (De Filippo)? E Trilussa col suo romanesco? Lo stile malinconico e passionale dei cantastorie siciliani?
Ma anche per andare sul "leggero", il cinema (e la cinematografia) ha divulgato espressioni dialettali consentendoci di conoscere i dialetti altrui senza muoverci da casa.
Per esempio : Lino Banfi con il suo pugliese caratteristico, "Er Monnezza" col suo romanesco", il Comm.Montalbano con i suoi pasaggi barocchi. Chi non ha mai cantato mentre si rade "E la vita, la vita l'è bela, l'è bela". E poi il gradissimo Massimo T roisi che duetta col toscanaccio nazionale Roberto Benigni.
Insomma, i dialetti un patrimonio culturale da salvaguadare e da tutelare, una vera ricchezza immateriale.
E adesso, la pausa-caffè incombe.
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misterred- Senior
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