I Macchiaioli...
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Re: I Macchiaioli...
annali ha scritto:
Giovanni Fattori - La battaglia di Magenta...
Da “macchia”, tecnica pittorica basata sugli effetti della macchia di colore deriva il nome di macchiaioli, dato a un gruppo di pittori in prevalenza toscana.
Innovatori, insofferenti dello studio accademico, questi artisti rifiutarono di dipingere soggetti storici e allegorici, che andavano di moda nella prima metà del XIX secolo, dedicando tutti i loro sforzi allo studio della natura e della realtà di tutti i giorni.
Dipingevano all’aperto con il cavalletto portatile e la valigetta con colori e pennelli, osservando con attenzione il gioco della luce sulle cose direttamente dal vero.
I pittori più importanti furono Giovanni Fattori, Silvestro lega, Telemaco Signorini, Giovanni Boldini, Raffaello Sernesi, Vito d’Ancona, Vincenzo Cabianca. Il periodo più fecondo della loro attività fu dal 1860 al 1880.
I macchiaioli, nonostante fossero respinti alle mostre ufficiali, essendo la loro pittura incompresa da pubblico e dalla maggior parte dei critici d’arte, portarono avanti la loro ricerca con coraggio e grandi sacrifici.
In generale, il linguaggio pittorico dei macchiaioli è basato sugli accostamenti di macchie di colore, che, creando contrasti di chiaro e di scuro, di pallido e di vivace, definiscono alberi, figure, boschi, animali, le forme semplificate, i particolari ridotti all’essenziale.
I soggetti prediletti furono la campagna toscana, la vita semplice contadina, i militari, e ogni figura che appare quotidianamente nelle strade.
Caposcuola del movimento fu considerato Giovanni Fattori (Livorno, 1825- Firenze, 1908).
Nei suoi quadri descrisse l’aspra bellezza della sua terra, i guardiani di mandrie, i cavalli, la vita militare.
annali- Senior
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Re: I Macchiaioli...
Silvestro lega: il ritorno dei bersaglieri dopo una ricognizione...
I giovani pittori passata la guerra avvertivano la necessità di confrontare la loro arte con i cambiamenti artistici europei, soprattutto con quanto stava accadendo nella pittura francese...
Molti pittori italiani lavorarono nella stessa direzione, ma quello dei macchiaioli è l'unico movimento che può essere considerato una scuola, sia per gli intenti comuni dei componenti del gruppo, sia per la qualità dei risultati pittorici raggiunti. La corrente dei Macchiaioli ha annoverato artisti molto preparati tecnicamente ed ha fornito alla pittura italiana della seconda metà dell'Ottocento, teorici impegnati nelle stesura delle teorie pittoriche...
Il gruppo dei Macchiaioli anziché nelle aule accademiche, si incontra nelle sale del Caffè Michelangelo di Firenze (centro culturale e artistico, grazie alla politica libertaria del Granduca), preferiscono dipingere en plein air per restituire il vero “dal vero”: il tema scelto non è più così importante come lo era in epoca romantica. Il disegno non definisce più la forma che invece viene esaltata dal contrasto di macchie cromatiche accostate o sovrapposte, dalla potenza della luce. I Macchiaioli si oppongono all’insegnamento accademico, ma non rifiutano l’eredità dei grandi del passato: non li imitano, ma cercano di comprenderne lo spirito e l’essenza. “E, quando fuggite le pose convenzionali dello studio, sorprendevano le ingenue bellezze della natura” scriveva Telemaco Signorini, considerato il caposcuola del gruppo con Odoardo Borrani e Vincenzo Cabianca. Nei pittori si crea una nuova sensibilità naturalistica, in parte anche influenzata dai romanzi di Emile Zola e di Giovanni Verga, ma sostanzialmente perché liberi di rendere immediatamente sulla tela quello che il loro occhio vede...
annali- Senior
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Re: I Macchiaioli...
Telemaco Signorini: Il bagno penale...
annali- Senior
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Re: I Macchiaioli...
Ci si attenesse a quello che si scrive , si potrebbe evolvere senza essere così reattive ...
La visione del mondo o della realtà a macchia di leopardo è una potentissima immagine di come noi senzienti percepiamo il mondo ... e te lo dice uno che con l'arte ha avuto poca parte ...
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Charade- Senior
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Re: I Macchiaioli...
Perciò, alla fin fine dopo i calciatori allenatori anche i fotografi gli artisti del pennello e buttiamoci dentro anche quelli dello scalpello, avrebbero due sole strade da percorrere: o si danno a sudare in miniera o si comprano rasoi, (no, quello di Occam non centra...)
annali- Senior
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A Charade sembra off-topic
Re: I Macchiaioli...
Nei meandri dei miei ricordi scolastici , abbondantemente sopiti , dopo l'orgia di scelte professionali-specialistiche , codesti amanti della logica delle macchie riemergono dai loro abissi …
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Come tentato/desiderato d'evolvere in quel di fotografia con un purtroppo monotematico zio Lime (tra l'altro poco profondo o poco approfondente... sic!) , si era stabilito in ultimo mai sconfessato, come la realtà e la sua rappresentazione variegata , fosse solo una ripetizione/simulazione di realtà e non la realtà stessa… Quindi qualunque forma d'arte rappresentativa riporta alla mente il problema d'origine , scoperto nel fondo ideale o mitizzato di una caverna con luci ed ombre tra le spalle … (selah !)
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La realtà che qui nel caso specifico viene intesa o “vista” come macchia , sicuramente sfocata o indefinita, ci riporta a quel processo senziente che ad oggi risulta ancora precluso misteriosamente.
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Si vede col terzo occhio , non di certo coi primi due , che sono solo strumenti di prima elaborazione... poi tutto ciò che avviene nell'oltre ottico ancora è immerso nelle medesime nebbie o macchie interpretative... La visione a macchie è tipica anche del fenomeno estremo della pareidolia … sono sufficienti poche informazioni per contemplare un presunto quadro d'insieme … Comunque solo una mera spinta evoluzionistica ( per chi ci crede ) o di sopravvivenza individuale …
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Qui l'essenza stessa di questo movimento nel sciur Eugenio ( per gli estimatori delle macchie il Cecconi )
Che in una sorta di nesting pittorico , vede la sua realtà tipo annidamento come una matrioska …
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Come tentato/desiderato d'evolvere in quel di fotografia con un purtroppo monotematico zio Lime (tra l'altro poco profondo o poco approfondente... sic!) , si era stabilito in ultimo mai sconfessato, come la realtà e la sua rappresentazione variegata , fosse solo una ripetizione/simulazione di realtà e non la realtà stessa… Quindi qualunque forma d'arte rappresentativa riporta alla mente il problema d'origine , scoperto nel fondo ideale o mitizzato di una caverna con luci ed ombre tra le spalle … (selah !)
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La realtà che qui nel caso specifico viene intesa o “vista” come macchia , sicuramente sfocata o indefinita, ci riporta a quel processo senziente che ad oggi risulta ancora precluso misteriosamente.
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Si vede col terzo occhio , non di certo coi primi due , che sono solo strumenti di prima elaborazione... poi tutto ciò che avviene nell'oltre ottico ancora è immerso nelle medesime nebbie o macchie interpretative... La visione a macchie è tipica anche del fenomeno estremo della pareidolia … sono sufficienti poche informazioni per contemplare un presunto quadro d'insieme … Comunque solo una mera spinta evoluzionistica ( per chi ci crede ) o di sopravvivenza individuale …
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Che in una sorta di nesting pittorico , vede la sua realtà tipo annidamento come una matrioska …
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Charade- Senior
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Re: I Macchiaioli...
Erich Paulsen - artista tedesco (1932)
Dipinge con la spatola paesaggi intorno la sua casa in Bassa Sassonia...
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Re: I Macchiaioli...
Telemaco Signorini (Firenze 1835- 1901) è stato uno dei più importanti pittori macchiaioli. La sua pittura era indirizzata verso la ricerca di una forte luminosità. Per questo motivo i macchiaioli dipingevano sotto il sole direttamente sulla tela o sulla tavoletta, studiando i contrasti di luce e d’ombra, ossia il chiaroscuro, anche servendosi di un espediente appreso dalla pittura francese: il motivo da dipingere osservato riflesso in uno specchio nero che poneva in risalto i contrasti tra parti chiare e parti scure eliminando la linea di contorno. Ecco quindi la definizione di “macchia”, pittura direttamente ispirata alle impressioni visive suscitate dalla realtà.
Silvestro Lega – (Modigliana 1826- Firenze 1895)
Toscano di adozione, è uno dei massimi esponenti dei macchiaioli, con il suo naturalismo poetico, la freschezza della pennellata con cui raccontava attimi di vita quotidiana. Dipinse soprattutto le figure in primo piano o nell’ambiente. La macchia costruisce la forma senza bisogno di contorni, ma soltanto con le variazioni di tono e i contrasti di colore.
annali- Senior
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Da “macchia”, tecnica pittorica basata sugli effetti della macchia di colore deriva il nome di macchiaioli, dato a un gruppo di pittori in prevalenza toscana.
Innovatori, insofferenti dello studio accademico, questi artisti rifiutarono di dipingere soggetti storici e allegorici, che andavano di moda nella prima metà del XIX secolo, dedicando tutti i loro sforzi allo studio della natura e della realtà di tutti i giorni.
Dipingevano all’aperto con il cavalletto portatile e la valigetta con colori e pennelli, osservando con attenzione il gioco della luce sulle cose direttamente dal vero.
I pittori più importanti furono Giovanni Fattori, Silvestro lega, Telemaco Signorini, Giovanni Boldini, Raffaello Sernesi, Vito d’Ancona, Vincenzo Cabianca. Il periodo più fecondo della loro attività fu dal 1860 al 1880.
I macchiaioli, nonostante fossero respinti alle mostre ufficiali, essendo la loro pittura incompresa da pubblico e dalla maggior parte dei critici d’arte, portarono avanti la loro ricerca con coraggio e grandi sacrifici.
In generale, il linguaggio pittorico dei macchiaioli è basato sugli accostamenti di macchie di colore, che, creando contrasti di chiaro e di scuro, di pallido e di vivace, definiscono alberi, figure, boschi, animali, le forme semplificate, i particolari ridotti all’essenziale.
I soggetti prediletti furono la campagna toscana, la vita semplice contadina, i militari, e ogni figura che appare quotidianamente nelle strade.
Caposcuola del movimento fu considerato Giovanni Fattori (Livorno, 1825- Firenze, 1908).
Nei suoi quadri descrisse l’aspra bellezza della sua terra, i guardiani di mandrie, i cavalli, la vita militare.
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I pittori più importanti furono Giovanni Fattori, Silvestro lega, Telemaco Signorini, Giovanni Boldini, Raffaello Sernesi, Vito d’Ancona, Vincenzo Cabianca. Il periodo più fecondo della loro attività fu dal 1860 al 1880.
I macchiaioli, nonostante fossero respinti alle mostre ufficiali, essendo la loro pittura incompresa da pubblico e dalla maggior parte dei critici d’arte, portarono avanti la loro ricerca con coraggio e grandi sacrifici.
In generale, il linguaggio pittorico dei macchiaioli è basato sugli accostamenti di macchie di colore, che, creando contrasti di chiaro e di scuro, di pallido e di vivace, definiscono alberi, figure, boschi, animali, le forme semplificate, i particolari ridotti all’essenziale.
I soggetti prediletti furono la campagna toscana, la vita semplice contadina, i militari, e ogni figura che appare quotidianamente nelle strade.
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