IL SOGNO DI COSTANTINO
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IL SOGNO DI COSTANTINO
Che cosa vide Costantino in cielo la sera di ottobre 312 d.C.?
C’è tutto per il sorgere di una leggenda, un sogno mistico che avrebbe influenzato il vincitore della battaglia di Ponte Milvio contro Massenzio, che si propose come “uomo del destino” cui la divinità assegnò il compito di stabilire le sorti future della storia.
Nell’opera di Eusebio di Cesarea, “Vita di Costantino”, scritta in lingua greca tra il 335 e il 336, si legge il seguente passo: “ Nell’ora in cui il sole è a metà del suo cammino, quando il giorno comincia appena a declinare, disse di aver visto con i propri occhi in pieno cielo il segno luminoso di una croce, unita alla quale c’era un’iscrizione che diceva: “Con questa vinci!”. Sopraggiunta la notte si mostrò in sogno il Cristo con il segno apparso nel cielo e gli ingiunse di costruire un’immagine simile a quella osservata in cielo……”
Per interrogarsi sugli aspetti peculiari del cielo di quell’epoca, cioè nel 312 d.C., gli autori dell’articolo dal quale lo spunto, hanno fatto ricorso a un software di simulazione astronomica utilizzabile su un comune personal computer, che ha consentito di tornare a millesettecento anni fa e a una notte d’ottobre ai confini di Roma.
Seguendo le indicazioni del programma si sono resi visibili quattro pianeti: Marte, Saturno, Giove e Venere e spostando poi la vista verso ovest si notano due costellazioni a forma di croce, dall’ordine a sinistra verso destra sono quelle dell’Aquila e del Cigno, ambedue a forma di croce.
Analizzando la volta celeste visibile a Costantino in quella notte, è evidente la somiglianza della costellazione del Cigno, non solo alla croce nel suo classico aspetto, ma anche allo staurogramma che richiama il monogramma del Cristo, costituito dalla lettera greca “Chi”, ossia una X, incrociata con la lettera “Rho” una P, indicando le prime lettere di Cristo.
Riassumendo quel che si mostrò agli occhi di Costantino in quel momento storico, fu un quadro certamente raro.
Alle nostre latitudini, rispetto a quelle che aveva Costantino, con un cielo ideale, terso, senza nuvole, senza l’inquinamento luminoso che affligge i nostri cieli notturni, vedremmo soltanto la croce rappresentata dalle stelle più luminose del Cigno.
Con la fantasia potremmo, tra le tante stelle luminose di quelle costellazioni, vedere una quantità enorme di oggetti e formare ogni tipo di disegno.
C’è tutto per il sorgere di una leggenda, un sogno mistico che avrebbe influenzato il vincitore della battaglia di Ponte Milvio contro Massenzio, che si propose come “uomo del destino” cui la divinità assegnò il compito di stabilire le sorti future della storia.
Nell’opera di Eusebio di Cesarea, “Vita di Costantino”, scritta in lingua greca tra il 335 e il 336, si legge il seguente passo: “ Nell’ora in cui il sole è a metà del suo cammino, quando il giorno comincia appena a declinare, disse di aver visto con i propri occhi in pieno cielo il segno luminoso di una croce, unita alla quale c’era un’iscrizione che diceva: “Con questa vinci!”. Sopraggiunta la notte si mostrò in sogno il Cristo con il segno apparso nel cielo e gli ingiunse di costruire un’immagine simile a quella osservata in cielo……”
Per interrogarsi sugli aspetti peculiari del cielo di quell’epoca, cioè nel 312 d.C., gli autori dell’articolo dal quale lo spunto, hanno fatto ricorso a un software di simulazione astronomica utilizzabile su un comune personal computer, che ha consentito di tornare a millesettecento anni fa e a una notte d’ottobre ai confini di Roma.
Seguendo le indicazioni del programma si sono resi visibili quattro pianeti: Marte, Saturno, Giove e Venere e spostando poi la vista verso ovest si notano due costellazioni a forma di croce, dall’ordine a sinistra verso destra sono quelle dell’Aquila e del Cigno, ambedue a forma di croce.
Analizzando la volta celeste visibile a Costantino in quella notte, è evidente la somiglianza della costellazione del Cigno, non solo alla croce nel suo classico aspetto, ma anche allo staurogramma che richiama il monogramma del Cristo, costituito dalla lettera greca “Chi”, ossia una X, incrociata con la lettera “Rho” una P, indicando le prime lettere di Cristo.
Riassumendo quel che si mostrò agli occhi di Costantino in quel momento storico, fu un quadro certamente raro.
Alle nostre latitudini, rispetto a quelle che aveva Costantino, con un cielo ideale, terso, senza nuvole, senza l’inquinamento luminoso che affligge i nostri cieli notturni, vedremmo soltanto la croce rappresentata dalle stelle più luminose del Cigno.
Con la fantasia potremmo, tra le tante stelle luminose di quelle costellazioni, vedere una quantità enorme di oggetti e formare ogni tipo di disegno.
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