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KALI GANDAKI- UN FIUME PIENO DI TESORI E DI VITA -(NEPAL)

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Il fiume scorre attraverso la valle più profonda del mondo. Dalle sue rive, guardando verso la catena principale dell’Himalaya, si ha l’impressione che scaturisca da un gruppo di picchi immensi, ricoperti di neve e cinti dai ghiacci.
La sua straordinaria caratteristica si manifesta nell’impressione che sembra scorra nella direzione sbagliata. Di solito i fiumi, dalle montagne dove hanno origine, raccolgono le acque e scendono lungo i pendii: il Kali Gandaki fa l’inverso.
Il fiume ha origine al margine delle grandi pianure del Tibet e punta dritto verso le montagne, serpeggia e si contorce scendendo attraverso giganteschi contrafforti rocciosi mentre a entrambi i suoi lati le montagne diventano sempre più alte. Dopo aver trovato la sua via attraverso esse, raggiunge una pianura e si unisce al Gange per scorrere verso il mare.
Nel tempo si è scavato con le sue sole forze la via presso le montagne, grazie alle rocce friabili e tenere dell’arenaria, in cui si trovano migliaia di conchiglie a spirale, alcune delle quali grandi come ruote di carro. Sono “ammoniti”.
Oggi non esistono ammoniti viventi, ma cento milioni di anni fa esistevano in gran numero.
Dalla loro anatomia e dalla composizione chimica delle rocce in cui si trovano i loro resti fossilizzati, vi è la certezza che vivevano nel mare, eppure qui, nel centro dell’Asia, si trovano a 800 chilometri dal mare e a circa 4 chilometri dal suo livello.
Quando le ammoniti morivano, la loro conchiglia scendeva sul fondo del mare, dove veniva ricoperta da fango e sabbia. Un anno dopo l’altro, un secolo dopo l’altro, il mare si restringeva sempre più, l’India scivolava verso l’Asia e, in conseguenza di questa deriva, i sedimenti sul fondo marino cominciarono a piegarsi e a ispessirsi. Il continente indiano continuava ad avanzare e i sedimenti argillosi, ora compressi in arenarie, s’innalzarono a formare colline. L’altitudine era minima ma alcuni fiumi dell’Asia diretti in precedenza verso sud non furono in grado di superare gli ostacoli e deviarono verso est, evitarono i bassi rilievi dell’Himalaya che cominciava allora a formarsi, aggirandone le pendici orientali per unirsi infine alle acque del Brahmaputra.
Il Kali Gandaki, invece, aveva sufficiente energia da incidere con le sue acque le rocce tenere alla stessa rapidità con cui esse s’innalzano a formare grandi balze di strati piegati.
Il processo, continuato per milioni di anni, ha trasformato la pianura ben irrigata del Tibet nell’altopiano freddo e desertico che è oggi, a causa della nuova barriera costituita dalle giovani montagne.
In direzione dell’antico mare si trovano ora le montagne più alte del mondo, contenenti al loro interno i resti di ammoniti.
L’India sta ancora spostandosi verso nord al ritmo di cinque centimetri l’anno, e le cime rocciose dell’Himalaya s’innalzano di un altro millimetro.
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