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ILDEGARDA DI BINGEN
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Le grandi religioni, tutte o quasi tutte, per sopravvivere, hanno tratto linfa vitale dai mistici che in ogni tempo e luogo del mondo hanno lasciato tracce dell’esperienza con il divino.
La mistica cristiana Ildegarda von Blingen già a tre anni ebbe le sue prime visioni mistiche. Nata nel 1098 nei pressi di Magonza, città del renania, ricevette una certa istruzione grazie alla vita monacale. Fondò, nel 1147 il monastero di Rupertsberg sul Reno, da lei diretto con grande senso pratico oltre che interiore, divenendo leggendaria e considerata, dai grandi della sua epoca, come un vero e proprio oracolo. Si dedicò a molti campi del sapere umano, botanica, medicina, musica, zoologia. Anticipò di molti secoli l’archetipo dell’essere umano universale, impersonato poi nel Rinascimento, da figure eccellenti nei vari campi dell’arte e del sapere.
Straordinarie divennero le sue profezie: predisse la caduta dello stato della chiesa “Il papa cadrà talmente dalla sua autorità, da poter a malapena conservare sotto la sua tiara Roma e qualche tratto d’attorno”. Descrisse la sua visione della Santa Trinità: “ Vidi una fulgidissima luce e in essa una forma d’uomo color zaffiro, che avvampava tutto di un fuoco rutilante soavissimo e quella luce splendida si diffuse per l’intera forma dell’uomo, producendo un sol lume di un’unica virtù e potenza”.
Ildegarda colse nella sua visione un aspetto intimo dell’Assoluto, dove il Padre è il cerchio di fulgidissima luce, il Figlio è la forma d’uomo color dello zaffiro e lo Spirito Santo, il soavissimo fuoco rutilante.
I testi che contengono le sue esperienze estatiche sono lo “Scivias e il Liber divinorum operum”.
La mistica cristiana Ildegarda von Blingen già a tre anni ebbe le sue prime visioni mistiche. Nata nel 1098 nei pressi di Magonza, città del renania, ricevette una certa istruzione grazie alla vita monacale. Fondò, nel 1147 il monastero di Rupertsberg sul Reno, da lei diretto con grande senso pratico oltre che interiore, divenendo leggendaria e considerata, dai grandi della sua epoca, come un vero e proprio oracolo. Si dedicò a molti campi del sapere umano, botanica, medicina, musica, zoologia. Anticipò di molti secoli l’archetipo dell’essere umano universale, impersonato poi nel Rinascimento, da figure eccellenti nei vari campi dell’arte e del sapere.
Straordinarie divennero le sue profezie: predisse la caduta dello stato della chiesa “Il papa cadrà talmente dalla sua autorità, da poter a malapena conservare sotto la sua tiara Roma e qualche tratto d’attorno”. Descrisse la sua visione della Santa Trinità: “ Vidi una fulgidissima luce e in essa una forma d’uomo color zaffiro, che avvampava tutto di un fuoco rutilante soavissimo e quella luce splendida si diffuse per l’intera forma dell’uomo, producendo un sol lume di un’unica virtù e potenza”.
Ildegarda colse nella sua visione un aspetto intimo dell’Assoluto, dove il Padre è il cerchio di fulgidissima luce, il Figlio è la forma d’uomo color dello zaffiro e lo Spirito Santo, il soavissimo fuoco rutilante.
I testi che contengono le sue esperienze estatiche sono lo “Scivias e il Liber divinorum operum”.
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