Gabriele d’Annunzio

Di temperamento passionale ed ambizioso, D’annunzio è stato un grande manipolatore di parole, un continuo ricercatore di novità linguistiche, scoperte nella fecondità della sua immagine, o forse attinte dal fondo del vocabolario arcaico e classicheggiante.

Sotto un gioco raffinato ed elegante egli nascondeva spesso una certa superficialità di contenuti. Sensibile all’aspetto formale delle cose, “sentiva”la bellezza come unica realtà degna di essere ricercata e raggiunta.

La sua vita, clamorosa ed esibizionistica, fu piena di avventure, di amori, di scandali e di duelli, di orazioni nazionalistiche e di gesti grandiosi.

Si inoltrò nell’avventura fascista alla quale contribuì con la sua oratoria di effetto trascinante. Venuto in contrasto con il regime si chiuse nella pomposa villa del Vittoriale, a Gardone Riviera (lago di Garda), dove aveva fatto murare la prua della nave “ Puglia”, ricordo delle sue glorie militari.

Vecchio ormai, continuò in solitudine la sua vita stravagante.

Nel suo ideale di superuomo, la classe dirigente ritrovava gli stessi ideali e sogni retorici di grandezza e di perfezione.