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Brescia la leonessa d'Italia

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Questo pezzo avevo tentato più volte di inserirlo in altro sito senza fortuna. Non ho mai capito perchè venisse sistematicamente respinto. Cosa avesse che non andava. Ora ci provo qui per vedere l'effetto che fa: cioè se va o se sta!
La repressione della rivolta di Brescia  in un rapporto del maresciallo  Haynau.( aprile 1849)
 
La città di Brescia si distinse nel 1849 per il suo eroico comportamento di fronte agli austriaci. La sollevazione ebbe luogo il giorno stesso dell’infausta battaglia di Novara.
Gli austriaci lanciarono grandi forze sulla sventurata città sotto il comando del feldmaresciallo Haynau, noto per la sua spietata energia.
Le truppe vincitrici devastarono e saccheggiarono la città nel modo più crudele, cosa ammessa anche dal feldmaresciallo nel suo rapporto al maresciallo Radetzki.
 
“ Alle ore 11 comparve una delegazione della città, la quale, facendo conoscere l’impotenza dell’autorità municipale e della parte ben intenzionata dei cittadini a dominare la ribellione,  tenne contemporaneamente un linguaggio che provava come  i ribelli  non volessero in alcun modo conoscere il loro delitto: anzi versassero nella pazza idea di trovarsi sopra un terreno legale  difendendo la città contro le truppe imperiali poiché erano incominciate le ostilità tra il Piemonte e l’Austria.Concessi una dilazione di due ore sperando che i ribelli rinunciassero alla pazza idea della difesa.
Come risposta, alle due ore pomeridiane venne suonato a stormo con tutte le campane della  città, e si diresse sopra il castello un fuoco interrotto dalla fila delle case che circondano il castello stesso.
Io temporeggiai volontariamente fino a 4 ore dopo il mezzogiorno, ma vedendo che la ribellione si faceva più forte , feci aprire il fuoco dal castello sulla città,  e  incominciai l’assalto sopra tutti i punti. Il combattimento divenne micidiale condotto da barricata a barricata, da casa a casa con la massima ostinazione.
Ad onta di questa disperata resistenza, che mai avrei creduto una causa così cattiva potesse essere sostenuta con tanta perseveranza, sebbene l’assalto non si potesse effettuare che in parte e con forti cannoni, le nostre brave  truppe, sotto gravi perdita con eroico coraggio occuparono una fila delle prime case.  
Il combattimento durò fino a notte inoltrata e riprese al primo aprile sul far del giorno con il suono delle campane a stormo ancora più forte.
Io feci aprire subito un terribile bombardamento sulla città e ricominciare l’assalto. Attesa la grave perdita già sofferta, l’ostinazione e il furore del nemico, si dovette procedere alla più rigorosa misura, comandai perciò che non si facessero prigionieri e fossero immediatamente massacrati tutti coloro che venissero colti con l’arma in pugno; le case da cui veniva sparato incendiate; e così avvenne che il fuoco già incominciato ad opera delle truppe, e parte dal bombardamento, si appiccò in diversi luoghi.
Le nostre truppe fecero a poco a poco progressi, poiché non si poteva avanzare che di posto in posto essendo la forza disponibile troppo poca per una città così estesa e colle contrade così strette.A 4 ore dopo mezzogiorno entrava in città un battaglione di confinali del Bannato ( regione danubiana)  ed  una batteria di mortai, che avevo fatto pervenire il primo da Verona la seconda da Mantova. In poco la resistenza dei ribelli cedeva e fu ristabilita la quiete.
La nostra perdita in questo ostinato e micidiale combattimento che durò dalle 4 pomeridiane del 31 marzo fino a 5 ore dopo mezzogiorno del I° aprile, fu considerevole.
In tutto la perdita dovrebbe ammontare in morti a 5 ufficiali e 480 uomini,  in feriti a 10  o 12 ufficiali e  450 uomini.
Tutte le truppe hanno combattuto con straordinario valore e il loro contegno merita la più grande riconoscenza. Se questo lungo e ostinato combattimento non trascorse senza eccessi, ciò non si può evitare anche con le truppe meglio disciplinate.”
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