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Senzatitolo..per ora Empty A proposito di corvée da cambuse ,

Messaggio  Charade

Al karl sovvenne in sogno incubo o ricordo tal aneddoto tra i tre capitato quando ancora il prete era spretato …

location marina in quel di Spagna nel sud … campeggio estivo con 4 tende ed altrettante coppie , con un paio anche trittiche … Primi giorni tutto bene , la suddivisione dei compiti e delle relative corvée … noi maschietti democratici avevamo proposto la paritaria alternanza dei ruoli , ma le femminucce ,subito con il sopracciglio all'erta , dall'altro 'urecc' non ci vollero sentire …. e vabbè … Risultato : la prima settimana tutto lindo , profumato e pulito , persin qualche fiore fresco …
Senzatitolo..per ora Cena-in-riva-al-mare

Poi in ogni gruppo come sempre c'è il/la ribelle anarchico estremista , ed in breve si passò alla sfida aperta … Un guanto di sfida venne impunemente lanciato sul piatto … uhmm no , tra l'ozi pomeridiani della sabbia :
voi maschietti senza di noi femminucce vi ridurreste a cavernicoli”
!?… dall'altra parte del cielo , feriti nel 'masculo' orgoglio ed offesi ad inlavabile morte , ce la siamo legata persin al dito alluce ... Okkkey , si disse , dividiam pani e pesci (tende e cibarie ) ed esperimentiam chi meglio sopravviva ,,,

Inizio della prima settimana della seconda alla vacanza adibita , tutto bene o quasi ,,, poi , passi in alterno modo che ' l'omo ha da puzzà ' , ma del nostro gruppo , disgraziatamente avevamo eletto a capo-popolo il più anziano giovin del gruppo (il fu Pretino)… un disastro d'omo , la cui filosofia apparentemente liberty , ma troppo purtroppo , arrivava ad incommensurabili perle di poca saggezza …. ad esempio per lui il barbecue era inutile pulirlo 2 volte al giorno che tanto si sarebbe sporcato comunque … e vabbè , logica apparentemente ineccepibile … passi arrostire la braciola alla pausa della mezza , ma non passi che i residui del pesce della sera precedente siano rimasti lì tutta la notte e soprattutto in lunga mattina , alla mercé di qualsiasi dittero , volante o meno … ed il tutto con evidenti parametri organolettici del tutto fuori controllo -
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Ovviamente per non darsi persi in partenza , occorreva smaccatamente fingere , come neanche Bobo , per gli amici il De Niro , oscar pluri-premiato, avrebbe potuto far di meglio.
Finger per altre , va ben , ma non si poteva ingannar noi stessi … quindi la settimana finì in anticipo e il malandrino esperimento pure …

Morale aleatoria della favola … animali sociali si , ma non del tutto bestie …
Ovviamente il vil reprobo tentator che ci ha indotto sull'orlo dell'abisso , indomito o non domato , 'fa li stess' , fu isolato per un giorno e riammesso nel gruppo ufficiale , immediatamente riunitosi , dopo varie prove e riprove di adeguato pentimento , ovvero schiavetto/servetto dal servizio perfetto –

Ahh ahh , inutile dire che ne abbiam tutti/tutte approfittato oltre l'immaginabile fare … che neanche il mozzo Carunchio , ne avrebbe potuto subire -
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Messaggio  Charade

Karl ,
come amava farsi chiamare in terra teutonica , aveva idee ancora confuse ( e la botta in testa di certo non l'aiutava) , in realtà i 3 giorni suddetti di conoscenza del fratello erano da anticipare ai sei mesi prima , ovvero nel momento in cui il destino li fece di nuovo casualmente re-incontrare , poiché in realtà di quel fratello scapestrato , ne conosceva l'esistenza , anche se ne voleva ignorare la sostanza-

La loro vita in effetti era fatta di improvvisi ed episodici re-union , procurati da quel vecchio amico di giovanili baldorie inenarrabili , poi declinatosi a vita più morigerata … D'altronde le personalità contrapposte dei due gemellini , trovava piena sintesi nel loro compagno pieno di contraddizioni -

Anche qui una trinità d'intenti tutta da decodificare …

Mark : il material man ;
Karl lo spitual man ;
Alexander
( ora don DinDon ,,, ( ndr : work in progress : ci devo cercare ancora un nome adatto alla bisogna )) ,
che ne rappresentava la sintesi ambigua tra i due … una sorta di paritaria terza coscienza -

Ohilà Karl , eccomi qui … ho saputo per caso del disastro che hai combinato .
Guten Morgen, Priester !...
Ringraziamo sempre il signore … non quello tuo , ma quel disastro ambulante di mio fratello cercaguai -
Scarica-guai , vorrai dire … cosa ci facevi con la sua macchina ?
Niente per quel poco che mi ricordo , dopo un anno che non lo sentivo , mi aveva chiesto un favore , uno dei tanti , ovvero di tenere il cane della sua ultima conquista , che con lui era come l'acqua e l'olio... ed io col lavoro che svolgo , non è che potevo tenerlo con me , quindi ho pensato bene di portarlo da mia madre che con giardino ed orti poteva offrirgli ampi spazi …
Ahh quella anarchica massa di pelo che hanno trovato sul luogo dell'incidente era vostro ?
Si … purtroppo si , ma % …
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Messaggio  Ospite

* Carl *
Avvertiva dolore ovunque, le tempie battevano come tamburi e quel pulsare che risuonava nella sua testa era insopportabile, avrebbe dovuto chiamare quella infermiera carina che l'aveva scambiato per Marc e pregarla di somministrargli un potente antidolorifico. Il suo stomaco mal sopportava i farmaci e cercava di evitarli però quel giorno malridotto come era il solo pensiero di farsi iniettare una fiala di Toradol gli procurava una sorta di sollievo. Perché soffrire quando si poteva evitare? Lui non aveva la stoffa dell'eroe, a dirla tutta in fondo al cuore sapeva di essere un pusillanime e per la seconda volta quel giorno si chiese per quale inspiegabile motivo aveva accettato di aiutare Marc e fingersi lui. Fino a tre giorni prima non sapeva neanche di avere un fratello gemello, trovarselo di fronte l'aveva scioccato non poco ed ora eccolo lì, prossimo al pianto, in un letto di ospedale pieno di lividi, tre o quattro denti in meno ed a giudicare dal dolore al torace anche più di una costola incrinata. Si sentiva un miracolato, poteva morire e la sua vita sarebbe finita in quella stanza sconosciuta, su quel pavimento freddo. Qualcuno avrebbe notato la sua assenza? Sua madre Christabel si sarebbe preoccupata o pensando ad una partenza improvvisa per lavoro avrebbe continuato tranquillamente a rivolgere le sue attenzioni a gatti randagi e rose bianche? Era arrabbiato con lei, avrebbe preteso spiegazioni ma quanto l'avrebbe voluta vicina in quel momento, quanto avrebbe voluto tornare piccolino per qualche ora, trovare riparo nelle soffici coperte, cacciare il sapore amaro della sconfitta, ascoltare il suono della sua voce ...

Fai la nanna biscottino
Che la mamma ti è vicino
Dormi e sogna un bel tucano
Che cammina in modo strano

Queste strofe avevano sempre avuto su lui un effetto tranquillizzante e riuscivano miracolosamente, quando aveva sei o sette anni, a scacciare l'ansia che inspiegabilmente gli entrava nel cuore e si impadroniva dei suoi pensieri ....

Vedo anche un passerotto
Che sul becco ha un gran cerotto
Fai la nanna mio bambino
Che fra poco è già mattino

Carl non ricordava suo padre Ascanio. Dopo la fine del matrimonio e relativa separazione sua mamma era tornata a vivere a Baden Baden in Germania e l'aveva portato con sé. Aveva un anno quando lasciarono Roma e l' elegante appartamento su due piani a Vigna Clara. L' unica figura maschile di riferimento ed importante per la sua crescita era stato suo nonno materno Otwald.
Quante sere ad ascoltare i racconti del nonno .....
Otwald a soli 24 anni aveva conosciuto la mostruosità della guerra e respirato troppe volte l'odore della morte. Il 20 aprile 1945 era a Berlino, impossibile dimenticare quel giorno. L'armata rossa aveva riversato una quantità enorme di esplosivo in città e l'ordine di resistere era partito anche se consci che le sorti della Germania nazista e di Adolf Hitler erano segnate. Immagini di devastazioni, di uomini a terra con le membra dilaniate riuscivano ancora, a distanza di anni, a procurargli conati di v o mi to ed a imperlargli il viso di sudore freddo quando gli incubi lo obbligavano a notti insonni.
Quando i tedeschi si arresero giurò a se stesso che mai più avrebbe imbracciato un fucile, mai più avrebbe combattuto; sognava solo la pace, una moglie, dei figli ed una bella torta al cioccolato e vaniglia da condividere con gli amici le domeniche d'inverno davanti il calore di un caminetto acceso.
Si trasferì a Baden Baden e mentre a Berlino si contavano i danni e si capiva come pian piano ritrovare un poco di normalità lui piantava bulbi di narcisi e fresie nella Foresta Nera. A primavera raccoglieva ciliegie e in autunno si trasferiva in un paesino sul lago Titisee per lavorare in una fabbrica di orologi a cucù. Gli piacevano quegli strani e ridicoli orologi, gli ricordavano ciò che voleva dalla vita: una casa ed il volo degli uccelli a scandire le ore ed il passar del tempo.
Fu in un giorno di novembre che in fabbrica arrivò Helga. La vide varcare timidamente il cancello e camminare incerta tenendosi stretto il bavero del caldo cappotto di panno ecru. Quando gli fu accanto lo abbassò, sorrise e lui si perse in quella bocca rossa come le ciliegie maturate al sole di maggio; sentì il battito del cuore accelerare e gli parve di essere avvolto da un intenso profumo di vaniglia e cioccolato......

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Senzatitolo..per ora Empty Nessuna pietà per la madre...

Messaggio  annali

Claudio aveva risposto con un gesto di fastidio al saluto della madre quando scese dalla macchina. Non si era girato a guardarla mentre lei arrancava su per la salita. Sentiva gli occhi del Maestro scrutarlo a fondo, perforanti come pugnali acuminati. Non doveva lasciare che le sue emozioni trapelassero. Non erano ammessi i sentimenti, se non quelli di odio o di rancore.
Sua madre era incorsa, ancora una volta, nella disapprovazione del Maestro, e ciò avrebbe potuto travolgere pure lui. Doveva nascondere la pena che provava per lei, per la sua inadeguatezza, per gli errori grossolani commessi. Nonostante fosse  scaduta nella sua considerazione, era pur sempre sua madre, ma, dispiacere a parte, lui era fortemente intenzionato a lasciarla al suo destino, se si fosse reso necessario.
Non contro di lei, ma nemmeno con lei. Non avrebbe rinunciato alla sua spettante parte di potere, non dopo essere arrivato tanto vicino a ottenerlo.
Conrad dallo specchietto retrovisore gli lanciava occhiate insolenti.
“Faresti meglio a smetterla di fissarmi e guardare invece la strada.” Gli intimò Claudio freddamente, forte del  ruolo di maggior prestigio di cui godeva. “ E non sarebbe male se potessimo andare un poco più veloci".
Il tono sprezzante non piacque a Conrad che, con un affondo del piede sull’acceleratore portò l’auto alla massima velocità consentita. La cicatrice sul suo viso si contorceva rabbiosamente, mentre il Maestro stirava le labbra bluastre in un sogghigno divertito.  
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Senzatitolo..per ora Empty Ritrovarlo a ogni costo...

Messaggio  annali

“Impossibile che sia sparito così! Dobbiamo ritrovarlo, lui e chi lo ha portato via. Non possiamo permettere che si organizzino e che addirittura ci precedano. Chi aveva l’incarico di sorvegliarli?”
Marisa si sforzò di dominare il terrore che sapeva incutere colui che chiamava Maestro. La furia che sprizzava da quegli occhi malefici, neri come la pece, l’aveva già conosciuta, ma mai rivolta a lei.
“Nessuno, Maestro. Non pensavamo che fossero a un passo da noi, che ci stessero seguendo, in piena notte poi. Lo avevamo lasciato svenuto dopo che su di lui, per farlo parlare, i nostri avevano tentato di tutto. E poi era rimasto un uomo di guardia nel palazzo.”
“Non pensavate? Non pensavate? Hai forse dimenticato chi sono? A quale organizzazione appartengono? ”
 “Lo ritroverò, non dubiti. Sguinzaglierò tutti i…”
“Lascia stare. Sappiamo già, dove trovarlo. Tutti quanti.”
Marisa lo guardò colpita e sconcertata. Lui se ne accorse.
“Ti domandi  allora perché la mia ira? Te lo dico subito: perché non sopporto gli incapaci, che mettono a rischio i piani preparati con tanta cura e tanta attesa. Abbiamo aspettato questo momento nella segregazione totale, nutriti dall’odio e dal desiderio di cogliere la nostra vendetta. Siamo arrivati a un passo dall’ottenerla. Guai a chiunque ci intralci. Dovevate semplicemente impedire che avesse contatti con l’altro gruppo, al di fuori del nostro controllo.”
Marisa lo ascoltava rigida, pronta a subire il colpo che, ne era certa, sarebbe arrivato per punirla dell’errore commesso. Era un gioco mortale, in cui non erano ammessi sbagli, e lei, di sbagli, ne aveva appena  commesso un altro, il secondo.
Il colpo che si aspettava non arrivò, le giunse invece, a sorpresa un secco ordine: “Andiamo.”
Lo seguì come un automa, senza osare proferire parola. Sapeva, comunque, che la punizione era soltanto rimandata. Ancora una volta….
Tutto sarebbe dipeso dalla riuscita delle prossime azioni.
Claudio si unì a loro e lei cercò comprensione negli occhi di suo figlio. Non la trovò. 
Lo sguardo duro che lui le rivolse le fece comprendere quanto fosse distaccato, freddo e insensibile. Il suo biasimo era tanto evidente da procurarle un senso d’intontimento totale.
La Mercedes nera sfrecciava a tutta velocità, guidata dall’odioso Conrad, che a tratti, si girava  per osservarla, sfoggiando il solito bieco sorriso. Aveva sempre avuto paura di quell’uomo, forse più di quanta ne avesse avuta del Maestro.
Chiuse gli occhi, cercando di ignorare la sua vicinanza, di isolare la presenza sgradita.
I suoi pensieri la portarono a riflettere sulla scelta fatta anni prima, a quando, desiderosa di apportare  cambiamenti alla sua vita, aveva accettato di entrare a far parte della congrega capeggiata dal Maestro. Un personaggio dal potente magnetismo, che sapeva calamitare l’interesse degli adepti con esaltanti promesse di poteri illimitati, di privilegi ineguagliabili.
L’attrazione esercitata dal potere assoluto! Non aveva nemmeno tentato di resistere alla lusinga. La sua volontà era stata fagocitata dall’occulto potere del demone che serviva e dopo di lei anche suo figlio era stato attratto dall’inebriante prospettiva di guidare gli eventi futuri. Seduto alle sue spalle, insieme a Claudio, il Maestro diffondeva aliti di rabbia pura. Ma era l’astio,  proveniente dai pensieri di suo figlio,  che le trafiggeva dolorosamente la nuca. La sua sicurezza cominciava a vacillare.
Avrebbe voluto  diventare invisibile o addirittura, sparire dalla faccia della terra, perché ora per rientrare nella grazia del Maestro, doveva assicurare la piena riuscita della missione. Un altro errore e per lei sarebbe stata la fine.
Appoggiò la testa alla spalliera, tentando di allontanare i timori e le incertezze, ma i ricordi iniziarono a scorrere inarrestabili, lacerando  il velo che per anni aveva oscurato la sua coscienza. Sentiva di essere prossima a raggiungere il punto estremo in cui ogni sua azione avrebbe potuto portare alla rovina.     
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Messaggio  Charade

%,,, Uscito il corpulento signore , entrò una sinuosa figura bianca o vestita di bianco ,,, tal gli era apparsa ai suoi occhi ancora velati da confusione post-traumatica ,,, ed anche lei in maniera professionale dandogli una oscura pastiglietta , lo appellò col medesimo nome …
Senzatitolo..per ora Presen10

- Marc ! Mio caro , su da bravo prendi questa medicina …
- Aritanghete , (pensò tra sé e sé ,,, ) infermiera io credo di chiamarmi Karl ! (esalò con poca forza … )
- Marc , tesoro , se questo è una delle tue solite burle , sappi che lo scherzo è bello se dura un pocherello …
Quando ieri ti ho visto , mi è preso un colpo … era una settimana che non ti si vedeva -
- Mademoiselle, io credo che lei mi stia confondendo con altra persona a me purtroppo nota , Mark in realtà sarebbe il mio gemello ! …

Fabiana , l'infermiera , sgranò gli occhi ed andò di corsa a controllare la cartella ai piedi del letto ,,, effettivamente il cognome corrispondeva ,,,

- Diavolo di un uomo , (rimuginò sorpresa tra sé ) , in tutti questi 6 mesi di frequentazione , Marc non gli aveva parlato di nulla e di niente ,,, ora improvvisamente cominciò a dipanare una prima inedita situazione familiare : questo Karl gemello omozigote di Mark , gli era uguale in tutto e per tutto , almeno fisicamente ,,,

Figli di madre tedesca e padre romano , anni fa nacquero ma si separarono alla nascita , ognun con un diverso genitore ; sarà forse per quella doppia natura teutonica e romana insieme , ma a prima vista , dove un tipo sembrava precisino quell'altro da lei conosciuto era l'opposto ,,, quanto voleva invece che avesse entrambe le caratteristiche , tanto non aveva di che soddisfarsene -

Lasciandolo lì a riposare , nonostante la curiosità divorante , ritornò turbata sui suoi passi , nei lunghi corridoi a ripensare a quel suo primo infastidito incontro-scontro, raddrizzato in un anonimo snack-bar all'aperto , tipico bistrot romano, dove il tipo si giocò tutte le sue prime carte , complice la sua imberbe natura tipicamente romantica ,,, %
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Senzatitolo..per ora Empty non è Marc

Messaggio  lunarossa

Il momento di sollievo che aveva provato raggiungendo la coperta, fu sostituito dall’acuto malessere che gli procuravano le grida e la luce, improvvisa e forte, che aveva inondato la stanza. 

Si raggomitolò, digrignando i denti, stringendo gli occhi e portando le mani chiuse a pugno alle orecchie, nell’inutile tentativo di sottrarsi a questa nuova sofferenza.

“Marc…Mar…sei caduto…aiutatemi..” le parole arrivavano alle sue orecchie senza riuscire a penetrare il velo della consapevolezza.

Qualcuno tentava di sollevarlo da terra. Ne sentiva gli sforzi e soprattutto sentiva dolore in ogni fibra del suo corpo. Si rese conto che era lui stesso ad emettere i lunghi gemiti che gli arrivavano attutiti. Finalmente il dolore diminuì e trovò sollievo nella delicatezza di lenzuola morbide e di coperte soffici e calde. 

Erano riusciti, chiunque fossero, a metterlo a letto. Cercò di assaporare quel momento, respingendo gli interrogativi che premevano ai confini della sua coscienza. Voleva dormire ma il parlottare fastidioso che sentiva intorno, glielo impediva. 

Di nuovo gemette e per un momento le voci tacquero. Percepì che stavano uscendo dalla stanza e sentì sul viso il conforto di una mano morbida, attardata a lasciargli una carezza.

Si svegliò al suono acuto dello squillo del telefono. Con gli occhi ancora chiusi, allungò la mano verso il comodino dove di solito lo appoggiava, ma la sua mano penzolò nel vuoto. Si rese conto che gli squilli erano nella sua testa e smisero non appena aprì gli occhi. 

Si sentiva leggero, come per una lieve ubriacatura, provò a muoversi, i muscoli risposero lentamente, indolenziti. 

Ma non era una sensazione spiacevole. Si stiracchiò nel tepore delle coperte e finalmente si guardò intorno.

Dalle fessure della persiana filtrava una luce grigia: era mattino? Sera? Con un gesto automatico piegò il braccio per guardare l’ora ma si avvide con disappunto che non aveva l'orologio dal quale non si separava mai. 

E la stanza…niente di conosciuto. Lampi di ricordi gli riportarono una voce che chiamava…Marc? Rabbrividì ripensando al freddo, alle voci acute che aveva sentito, e mentre si sforzava di mettere a fuoco i disordinati flash back che gli si affacciavano alla mente, si rese conto che non sapeva come riferirsi a se stesso.

 Aveva pensieri e gesti che rivelavano abitudini di vita scontate. Ma di quale vita? Che ci faceva lì? E da quanto tempo?

Provò a chiamare: “Hey, c’è nessuno?” ma al posto delle parole, gli uscì una specie di rantolo basso inintelleggibile. Pensò di fare qualcosa per attirare l’attenzione di qualcuno: ma cosa? Come? Oltre la porta non si sentivano nè rumori nè voci.

Nonostante si sentisse debole, azzardò a sedersi sul letto, allungando le gambe verso il pavimento. Aspettò che la testa smettesse di girare e tenendosi con le braccia, provò a mettersi in piedi. Un violento capogiro lo ricacciò disteso con il cuore a battere come un martello pneumatico impazzito mentre dentro di lui l’irritazione cresceva di pari passo con la consapevolezza della propria impotenza.

Esausto, si abbandonò ad un agitato dormiveglia. Gli parve di sentire qualcuno parlare sottovoce ma quando riuscì a riemergere dallo stato di torpore, si accorse di essere solo ma, di fianco al letto, un tavolinetto da cui alcuni piatti, pur coperti, emanavano un buon profumo di cibo.

Si accorse di essere affamato e si gettò con avidità sul cibo che, pur molto semplice – formaggi, pane, un paio di fette di crostata e frutta – gli parve buonissimo.

Stava inghiottendo l’ultimo boccone quando la porta si aprì e un uomo corpulento, dall’aria gioviale, a voce alta lo apostrofò :”Caro Marc! Finalmente sveglio! Siamo stati davvero in ansia per te!“

Interdetto e smarrito guardò l’uomo che entrando lo chiamava Marc e che lo stava ora abbracciandolo con – gli pareva – affetto e commozione. 

Evidentemente lo conosceva ma a lui, quel viso e quella voce non dicevano nulla.


E poi quel nome: Marc… perché lo chiamavano in quel modo? 

Si rese conto in quel momento che l’unica cosa della quale aveva assoluta certezza era che quel Marc non era lui! 

E come un lampo che squarcia il buio, un ricordo vivido gli attraversò la mente, con la consapevolezza che era l’ultimo ricordo della sua vita precedente: era in auto, guidava e stava ridendo con qualcuno quando, anziché girare a sinistra, un inspiegabile impulso lo aveva spinto a girare a destra!
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Messaggio  Charade

Ovvero : punti di vista … di Mia : 

mentre i due prevedibili piccioncini si studiavan alla ricerca dei loro caratteri affini , io qui lasciata in disparte , da sola come un cane (ça va sans dire ) , legata al tavolino all'ombra della siepe , non trovai di meglio che schiacciar un semi-pisolino ,,, 

Chissà come o chissà perché , ma i ricordi nella sonnecchiante dormiveglia andarono alla mia infanzia : figlia di una splendida chow-chow e sorella o fratella di altre/altri 4 quattrozampe con me poppanti , crescemmo per 3 mesi tutt'insieme in un bellissimo giardinetto ungherese corredato di villa e padroni e padroncini bizzarri ...
Senzatitolo..per ora Chow-chow-5-300x180
Nostro padre , come tutti i padri di razza “bastarda” non lo abbiamo conosciuto mai ,,, So soltanto che il color nero che sola tra tutte/tutti mi contraddistingueva , me lo aveva appiccicato lui -

Non so se questa è stata la mia maledizione o la mia controversa fortuna ,,, di certo come è uso tra i pessimi bipedi di natura schiavista , a cui noi doniamo masochistico infinito affetto , sono stata discriminata per questo ,,,
Senzatitolo..per ora Chow-m10
Una fredda mattina d'autunno , ancora cucciola , venni separata dai miei affetti e messa dentro una stretta gabbietta e poi chiusa in una oscura camionetta ,,, sballottata per molte ore buie con mille odori e mille-mila guaiti di alcuni altri miei consimili … Comunque Mia , mai lamentarsi ,,, mi poteva andar anche peggio se ad esempio nascevo tra i cannibali da cui derivano i miei antenati-
Senzatitolo..per ora Chinese-Dragon-at-Dusk
Assetata ed affamata oltremodo , arrivai in ore chiaroscure e fui stipata in una stanzetta fredda insieme ad altri animali,,, uno strano bipede con in bocca un puzzolente arnese fumante mi rifocillò con una tettarella di plastica che tanto assomigliava a quella della mia persa madre ,,, stanca del viaggio o stanca del tutto bevvi ogni cosa con gli occhietti che alfine in oblio si chiusero …
Senzatitolo..per ora Allatt10
Un chiarore di nuovo mattino insieme ad un sommesso stridore di un vociante bambino, mi riportò a quella nuova realtà ,,, il bimbo urlava e correva trascinandosi una allampanata genitrice : 

“mamma , mamma , guarda che bello “
“uhei , bello a chi ? Io sono bella!”

guaii nel mio dialetto che speravo fosse comprensibile ,,, Tra l'altro perché io capisco benissimo loro , ma loro non capiscono lontanamente me ?...

La presunzione di tutti questi bipedi , nel credersi la razza eletta solo perché pensano che qualcuno li ha dotati di pollice controverso e di lingua dossa o convessa … A noi altri mancherebbe solo la parola , ma poi saremmo del tutto senzienti come loro - 

A riportare la calma e le dovute corrette generalità intervenne il tipo con il fumo in bocca … 

“Signora , codesta è una lei e si chiama Aliz “
“Mia , mia , mamma la voglio io , compramela “

il pestifero infante ripetè insistentemente tale frase che destino volle diventò anche quella locuzione che questi bizzarri umani solitamente usavano per attirare la nostra attenzione : “Mia” …

Nel tempo , mi ci volle un po' per capire che quel suono che sostituiva il precedente era un qualcosa che mi doveva appartenere per sempre … Con mia madre e le mie sorelle era tutto più semplice , un singulto acuto ed era l'ora della pappa , i pigolii dei miei 2 fratellini era l'ora dei giochi e poi bastava guardar la coda per capire ogni cosa ,,, A proposito come faccio a capire cosa esattamente vogliono questi bipedi se non hanno una coda ? 

Passai un intero anno con la madre scombinata del bimbo scombinato pure isso e del loro assente padre , quasi una costante,,, Tutto sommato cosa m'importava a me , io per mia specifica indole ero indolente a tutto , tanto che facessi o non facessi , questi umani non eran mai contenti ,,, tanto vale , allora viver la mia vita indifferente … l'importante è che la ciotola sia sempre piena , almeno quella !
Senzatitolo..per ora Canstock22629423Marc , lo incontrai per colpa o per le ambigue virtù della mia padrona o per meglio dire per colpa dei suoi ormoni imbizzarriti , che con la scusa di portarmi fuori, andavo sempre a finire nel postribolo dei 2 tipi ad offrire alibi ai due consenzienti non celibi ne nubili- 
Senzatitolo..per ora Thelma-et-louise-brad
Il mio attuale destino si compì infine per colpa del mio carattere che non era quello del ragazzino …

“mamma , mamma , ma questo cane non abbaia e non gioca mai e sta sempre sulle sue “
“Ma figlio mio , ma lo abbiamo preso apposta per questo !?“

Cercò di tergiversare la madre che non sapeva più come uscire da una situazione un po' compromettente ,,,

Come successe la prima volta , cambiai casa , abitudini e padroni senza che io avessi alcuna voce in capitolo ,,, ma si vabbè che importa , la ciotola è ancora piena e con questi bizzarri umani a volte ci si diverte pure ,,, ora per liberarmi anche di lui ho capito come si deve fare …


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Messaggio  Tara

“Ahhh…”Marc assaporò il caffè con tutta l’avidità che l’occasione inaspettata meritava..Egli,a volte rifletteva,specie dopo nottate come l’ultima trascorsa,sul perché,del suo stile di vita,teso a prendere tutto,sempre.Anche adesso,non resisteva alla tentazione,di possedere la bella ragazza a cui aveva appena offerto una spremuta d’arancia..così salutare,così perfetta.Lei,si chiamava Fabiana.Un nome che non le si addiceva..forse sarebbe stato meglio..che so,Irene..ma indubbiamente,nome a parte,il resto lo attraeva eccome,alla grande.Roma è una città caotica,tuttavia,si possono ancora fare incontri,che hanno il sapore del tempo che scorre nel suo lento confluire,senza strappi,senza accellerazioni coniugate a fugaci sms,mordi e fuggi.No,forse mi illudo,pure questo incontro,è un pretesto per farmi credere,che in fondo,sono sempre io..che cioè che quando voglio la spunto sempre..con le donne come sul lavoro..e anche nella vita.Certo,specie mio padre,mi detesta,quando mi vede cosi..senza una meta fissa..la famiglia,i valori e bla bla bla.Questa è una società implosa.E’ SCOPPIATA DENTRO,perché GONFIATA ALL’ECCESSO..e io mi ci aggrappo,come posso,con le unghie e con i denti..e al momento mi sta bene cosi,anche se certi giorni mi faccio schifo da solo..ma oggi non è cosi.”Vedi Fabiana..non è fantastico,che un uomo e una donna si conoscano grazie agli animali?”..”infondo loro socializzano senza ragionamenti,concezioni,misure standart.Solo puro istinto.”Vero disse lei..”pensando probabilmente già allo sviluppo della situazione,con quella pratica geneticamente non modificata,che hanno le donne dalla preistoria.Marc,le piaceva,probabimente perché c’era in lui un miscuglio,anzi un grovglio di emozioni,forse sensazioni,nascoste,confuse.In pratica Marc le appariva come un ‘ordigno da prendere con le molle,ma terribilmente piacevole da disinnescare..lentamente..ma molto,molto pericoloso indubbiamente.
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Messaggio  Charade

Ovvero : punti di vista … di Marc : 

A cosa serve una palla di pelo semimovente o incontinente ?,,, Se servisse a ri-rimorchiare , allora ben venga ,,, 

Ancora obnubilato dai vapori indefiniti della serata precedente , stava lentamente mettendo a fuoco quell'essere irato che lo guardava con due occhi marron fuoco ,,, ed ovviamente isso non guardava solo gli occhi , ma tutta la magnifica figura della bipede intera ,,, e per ora solo come tale la vedeva -

A parte la calzatura ora inguardabile , non poteva fare a meno di osservare la notevole linea di una donna vestita con gusto e dal portamento fiero , dai capelli meshati e corti al giacchino sopra un tailler grigio scuro …
Senzatitolo..per ora $_35
… il balbettare reciproco nella fretta improvvisamente interrotta , lì portò a scrutarsi sospettosamente a distanza ,,, 

Di sicuro le ho rovinato la giornata” …
“già” 

Per uscire fuori dalla situazione , occorreva un'idea “bang” : riferendosi alla cagnetta :
“Mi perdoni , sa … sono bambini...”  Rolling Eyes

??? (che ora issa s'interrogava con la testa reclinata di lato , come il tipo bieco che si occupava di lei stava approfittando vergognosamente della sua incosciente azione di lasciarla libera senza guinzaglio - )

Gli occhi di fuoco , prima s'incrinarono e poi
Senzatitolo..per ora Ffxy110sfociarono in una fragorosa risata a cui lui con relativo sollievo associò un sorriso di compartecipazione ,,, 

ok è fatta“...
pensò subito tra sè e sé… Patito di cinema , in pochi istanti ripercorse tutte le situazioni già viste, da “sweet november” :
Senzatitolo..per ora SeetNovember_30ad “a beautiful mind” sul rimorchio e dintorni … 

Senzatitolo..per ora Hqdefault
La testa correva per cercare il prossimo passo da compiere , ma il richiamo d'anonimo strillo di una anziana signora appollaiata li nei loro pressi lo riportò coi piedi per terra … il suo gatto stava insidiando la mia Mia o viceversa ...

uhmm oggi non è giornata...“...
Occorreva spostarsi da lì ,,, recuperata la palla di pelo incontinente e sbuffante , offri il suo braccio alla claudicante vittima con meta un baretto dall'altra parte della strada...  
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Messaggio  Azzurra

Marc tutto aveva fatto fino ad allora tranne che vivere una vita "normale", come quella di Paolo il bancario o Sandro il giornalaio.
Lui, che non era né bello né brutto, trasudava, pur senza volerlo, quell'umore che attraeva come una calamita in egual misura sia uomini che donne e non c'entrava l'età.
Da Marc non defluiva il richiamo del sesso, peraltro in lui potente, e neppure quello della sua anima tormentata ma quell'inspiegabile questione di pelle che unisce o respinge.
E così, di solito piaceva agli altri però non piaceva a se stesso.
Era sempre alla ricerca di quel punto sublime dove fare confluire le proprie forze conflittuali e contrapposte che lo spingevano giù, per poi elevarlo su, su e le amava entrambe con una 
predisposizione verso il "giù" alquanto ..deviato, consapevole che avrebbe spalancato la porta incontro al cieco ignoto, quello che distrugge ma poi crea e rigenera.
Così, pur avendo alle spalle un nucleo familiare solido e di fermi principi, aveva deciso di fregarsene del suo buon nome e casato e di vivere la propria vita: assaggiando tutto.
Per questo era diventato "il diverso" della famiglia.

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Messaggio  Teti

E dal guinzaglio sù sorbole! era proprio un belvedere...sì.. un po' paonazzo e balbettante,ma così teneramente confuso da sollecitarla alla magnanimità e all'oblìo della maldeodorante scarpa.Tanto prodiga a perdonare lui quanto propensa ad affibbiare un bel calcione a quella massa pelosa che le aveva inzuppato il piede.
Tutto sommato il gioco valeva la candela...forse era quel destino a cui non aveva mai creduto che l'aveva fatta incrociare proprio quel giorno,a quell'ora e proprio lì  con quei due imbranati che magari avrebbero sconvolto la piattezza infinita di quel periodo..era sfinita dal susseguirsi del niente e del dejà-vu e se la botta di vita doveva iniziare da una pisciata di cane,evviva l'incontinenza animale!
"Sono mortificato,io..io...che posso fare per rimediare a questo increscioso incidente?"
Lei non se ne curava più,guardava i suoi occhi,mai visti così azzurri e si perdeva in quel mare turchino,bollita come un'adolescente alla sua prima cotta,incapace di riafferrare logica e buon senso,ma era così languidamente abbandonata a quell'emozione che per nessuna ragione al mondo l'avrebbe repressa.
"Invece di farfugliare no..no..no...veda di portare il suo bestione fuori dai miei piedi e la smetta di recitare la parte del contrito,come pensa di poter rimediare...vuole lavarmi i piedi e comprarmi un paio di scarpe nuove,o farmi la doccia con Chanel numero vattelapesca quale?"
Oddio....ma quale diavolo si è impossessato della mia testa,si chiese allibita,boccaccia fetente ma che ti ha preso?Hai fatto riaffiorare l'io acidulo riservato agli antipatici...accidenti a te! E ora come la rimedio?
Lo guardava appesa al filo..speriamo che si senta così in colpa da concedermi il beneficio del replay e non mi pianti qui,con una gamba previdentemente sù e una giù irrimediabilmente puzzolente.
Ma il destino si sa fa strani scherzi e stravolge certezze e incertezze,sembrava un fermo macchina,gli attori muti,immobili,si guardavano ognuno persi nelle proprie fantasie,ciak si gira....si affacciò una donna da una finestra urlando aiuto,richiamando l'attenzione di lei,di lui e pure del cane,che tra tutti era quello più scocciato.
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Messaggio  lunarossa

Si svegliò con un forte mal di testa e freddo, tanto freddo.
Tentò di riscuotersi ma era ancora confuso e ogni tentativo di aprire gli occhi gli occhi aumentava le fitte che gli trapassavano il cranio. Si rannicchiò cercando calore, rendendosi conto solo in quel momento di essere seminudo e steso a terra.  
A tentoni cercò un appiglio per rialzarsi, ricacciando  la nausea che gli saliva alla gola. Le sue mani non incontrarono nulla se non il freddo di mattonelle di ceramica. O era marmo? Fece una smorfia: che importanza poteva mai avere sapere se il pavimento fosse di ceramica o di marmo? Era duro e soprattutto freddo e il freddo era ora il suo pensiero dominante.
Cominciò a tremare.
Strisciando si spostò; ancora non riusciva ad aprire gli occhi, provò a girarsi, puntellando le braccia. Un capogiro violento lo costrinse a desistere. 
Aspettò. Gli sembrarono ore. Pensò di lasciarsi andare ma il freddo si faceva strada sempre più profondamente nella sua carne e questo lo riscosse: doveva trovare il modo di rialzarsi. 
Se c’era un pavimento, almeno si trovava al coperto, pensò di sfuggita – senza interrompere la ricerca di qualsiasi cosa  potesse aiutarlo a staccarsi dal freddo sempre piu’ intenso che saliva da quel pavimento.
Finalmente la sua mano incontrò qualcosa, non capì cosa fosse – un mobile, certo - il sollievo lo invase: gli sembrava la risposta alle sue preghiere! 
Avanzò penosamente arrivando ad appoggiarvi le mani: sì, era legno che al contatto con le sue mani gelate gli parve tiepido. Trovò uno spigolo, riuscì ad abbrancarvisi e, centimetro dopo centimetro, lottando contro stordimento,  trafitture e lacrime, arrivò ad appoggiarvi una spalla. 
Riuscì a girarsi e faticosamente mettersi a sedere. 
Aspettò qualche momento, cercando di ritrovare il fiato, e riprovò ad aprire gli occhi. 
Fu come se una lancia gli si conficcasse nel cervello, ebbe un sussulto ma strinse i denti e si costrinse a tenere gli occhi aperti. L’ondata di dolore finalmente si placò: si trovava in penombra ma gli sembrò ugualmente che la luce fosse troppa per i suoi occhi. Li strinse e cercò di girare il capo. 
Realizzò di essere appoggiato presumibilmente ad un armadio mentre i suoi occhi esploravano la stanza in cui si trovava. 
Era spaziosa: un grande letto troneggiava davanti a lui, sfatto, con le coperte penzolanti. Immediatamente desiderò di sdraiarvisi e soprattutto di coprirsi.  
Lo sforzo aveva attenuato la sensazione del freddo ma ora cominciava a sentirlo di nuovo. 
Azzardò a trascinarsi verso il  letto, riuscì ad afferrare una coperta e, gemendo di sollievo, cercò di drappeggiarsela addosso.
La porta si aprì di scatto : “Marc! Marc! Ommioddio, Marc!”
 
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Da quando un’amica, proponendomi di adottare Mia – un meticcio con caratteristiche marcate di Labrador -  mi aveva convinto che un cane avrebbe sostituito degnamente la fidanzata che – ultima in ordine di tempo – mi aveva scaricato, il mio tempo libero era scandito dalle necessità fisiologiche della cosa nera, scodinzolante, pelosa, dagli occhi liquidi  che, per il momento, oltre a trascinarmi per parchi e giardini, si limitava a studiarmi con aria snob. 
Non mi giudicava alla sua altezza.  Ne ero certo.
Già entrando la prima volta nel mio appartamento – un bilocale piu’ servizi, che avevo arredato in maniera essenziale  e che tenevo maniacalmente in ordine – Mia aveva espresso la sua disapprovazione: col naso all’ aria aveva passato in rassegna i miei, ormai nostri, metri quadri. 
Aveva guardato con sufficienza l’armadio di legno chiaro e il letto futon in bambù –  acquistato all’Ikea – e si era fermata con evidente disgusto davanti alla vecchia cassettiera trovata in un mercatino di bric & brac.  E’ vero che non si armonizzava col resto, ma a me piaceva: capiente e razionale assolveva magnificamente alle sue funzioni.
Da lì, era poi passata ad esaminare il salotto: appena un’occhiata agli scaffali pieni di libri, cd, dvd, aveva un’annusatina al  tappeto, ereditato non mi ricordo da quale zio o zia - c’era perfino chi sosteneva avesse un certo valore - e una sbirciatina assai piu’ interessata ai  divani, uno bianco e l’altro nero, sistemati ad angolo retto. 
Valutando di quale appropriarsi,visto che mise le sue zampacce su entrambi per saggiarne il confort, scelse naturalmente quello che anch’io preferivo: il bianco davanti alla tv!
L’esame di Mia non aveva risparmiato  nemmeno la microscopica cucina – probabilmente cercando di sentire odore di cibo: avrei infatti scoperto ben presto, che quella pelosa creatura era un pozzo senza fondo. Mai sazia!
Si mostrò poi particolarmente interessata davanti alla grande doccia idromassaggio , che io stesso avevo fatto installare e che era chiaramente sproporzionata alle dimensioni del bagno. Era il mio rifugio segreto, la mia personale Isolachenonc’è . 
Perdevo la nozione del tempo dentro quella doccia: lasciavo che l’acqua mi scorresse addosso, mentre ripassavo gli avvenimenti della giornata. Era lì che elaboravo le mie sconfitte e le mie vittorie, che esaminavo le mie preoccupazioni e trovavo ispirazione per la risoluzione dei miei problemi. Era sempre lì che mi sentivo libero di esprimere i miei sentimenti, era lì che potevo piangere di gioia o di dolore, parlare ad alta voce con me stesso, cantare o ballare.  
Fui io, in quell’occasione, a guardare Mia in cagnesco “ Hey, palla di pelo, la mia doccia non si tocca. Chiaro?” -  dissi ad alta voce, cercando di infondere nel tono del messaggio tutta la mia determinazione. 
Perbacco, bisognava pur far capire a quel tipetto altezzoso chi teneva il guinzaglio in quella casa!
 
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Accidenti, era la terza bicicletta che le spariva! 
Doveva essere la sua settimana disastro: da due giorni la tv non funzionava: non era interessata ai programmi ma accesa in sottofondo, in un canale qualsiasi, le faceva compagnia mentre era in casa. 
Era anche convinta fosse un efficace antifurto lasciarla accesa quando era fuori casa. 
Poi la caldaia che funzionava a scatti. Già un paio di volte si era bloccata  mentre era sotto la doccia. Insaponata e coi capelli pieni di shampoo era stata costretta a sciacquarsi con l’acqua fredda. Avrebbe dovuto chiamare un tecnico per farla pulire ma se ne ricordava sempre la sera, quand’era troppo tardi per telefonare. 
Infine, dopo mesi che non si occupava del suo aspetto, aveva deciso di andare dal parrucchiere. Samy, la sua vicina glamour, le aveva raccomandato  Guitti, un negozio super chic che, a suo dire, avrebbe rivoltato il suo look! Lo aveva fatto, purtroppo! E si era ritrovata con i capelli color bronde – chissà che voleva dire. 
A lei sembravano color topo con qualche striscia piu’ chiara –  tagliati in maniera asimmetrica e assai piu’ di quanto fosse nelle sue intenzioni. 
Non riusciva nemmeno a guardarsi nello specchio, nonostante Samy l’avesse accolta con urla di giubilo, spergiurando che finalmente era ritornata giovane, mica come prima che, per come si conciava  – anche se non glielo aveva mai detto – assomigliava a sua zia Pina che di anni ne aveva a sporte!
Samy ora la tampinava per accompagnarla a fare acquisti di abiti, a suo dire più adatti alla sua nuova immagine! Un incubo! 
E ora la bici! 
Tutte piccole cose, certo la caldaia e il televisore si potevano aggiustare se solo lei si fosse impegnata un po’ di più. 
I capelli sarebbero ricresciuti e una bici si sarebbe potuta ricomprare, magari fornendola di una efficace catena antifurto. 
Però non riusciva proprio ad uscire dalla spiacevole spirale di apatìa e autocommiserazione  in cui gli avvenimenti degli ultimi giorni l’avevano ripiombata. 
Stava per mettersi a piangere quando un umido tepore invase la sua scarpa destra. 
Sbalordita, incapace di muoversi e di sillabare, vide che il responsabile era un grosso cane nero di razza indefinita che stava marcando il territorio: aveva evidentemente scambiato la sua gamba per un albero o un lampione! 
Paonazzo con l’aria sconvolta, occhi  inorriditi, un uomo guardava la scena balbettando: “Mia, no Mia, no no no”. 
Solo allora si accorse che il cane che la stava tiepidamente marcando era legato ad un guinzaglio tenuto tra le mani di quell'uomo balbettante...
--------------------------------------------------------------------


Ma questo è proprio matto! 

Mi sono sbagliata, non è un lampione.  
E allora, c’è bisogno di strillare tanto? La necessità mi ha confusa e  poi la colpa è sua: se n’è uscito stamattina e si è rifatto vivo dopo ore. 
Stavo già pensando che il tappeto è un ottimo posto per le mie necessità. Anche la doccia per la verità ma ogni volta che mi avvicino questo sbraita. E quando esce chiude la porta del bagno. Maleducato! 
Già è dura dover dividere le casa con lui  ma che s’ha da fare…questo è quello che ha passato il convento. 
E non è granchè, diciamocelo. 
Casa noiosissima, cassetti chiusi, niente ciabatte e scarpe in giro con le quali giocare. 
Niente ossa da succhiare, cibo ad orari prestabiliti -da Lui ! Tse’! 
-. 
Fino ad ora sono stata alle sue regole ma sto pensando seriamente di dargli una bella lezione! 
La mia dignità non ha prezzo! 
Ma adesso meglio che faccia il muso contrito e sfoderi i miei migliori occhioni disperati alla signora che ho scambiato per  un lampione. 
Magari si intenerisce e io me la posso cavare…


Ultima modifica di lunarossa il Sab 30 Apr 2016, 12:50 - modificato 2 volte. (Motivazione : corretto alcuni refusi e cambiato titolo)
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