La fame nel mondo

**annali**

Espressione tristemente nota, questa della “fame nel mondo” quasi fosse una piaga frutto di accadimenti spontanei e inevitabili e non, invece, la conseguenza di precise strategie economiche.

Un’assurda visione immaginaria, che tocca anche paesi del blocco occidentale, quelli che per antonomasia, sono sempre stati fra i più ricchi, la cui decadenza oggi non è altro che il frutto della degenerazione capitalistica.

Nella situazione odierna di un ecosistema ferito, vi sono innovazioni che offrirebbero opportunità di miglioramento, se non fossero spesso in contrasto con interessi economici di compagnie e multinazionali che creano reti politiche, sociali e giudiziarie, dove le invenzioni e loro ideatori, rimangono impigliate fino a scomparire.

Potrebbero sembrare idee fantascientifiche, ma ho letto di impianti che, attraverso sistemi di disaggregazione delle strutture vegetali, ottenuti dallo scontro di frammenti di biomasse ad alta velocità, trasformano gli scarti dell’industria alimentare in farine a elevato contenuto proteico.
Tutto quanto con minori costi, maggiore rendimento, smaltimento di scarti agricoli, ottenendone in cambio farine nutrienti a uso alimentare, sia per l’uomo sia per gli animali di allevamento.
Impianti e progetti che richiamano l’attenzione di numerose università italiane e del Ministero della Salute.

Chissà che ne veniam fuori dallo squilibrio che vede da una parte l’aumento della sovrappopolazione e dall’altra, la mancanza di risorse energetiche indispensabili alla vita.