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La sindrome di Stendhal

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L’esperienza di essere sconvolti alla vista di un’opera d’arte, divenne nota come: “ Sindrome di Stendhal”, così definita da studi emersi da pochi decenni, dopo aver iniziato a interessare la scienza.
 
 
Il 21 maggio 1817, lo scrittore francese Stendhal, (pseudonimo di Henri Beyle) autore del celebre romanzo “ Il rosso e il nero”, trovandosi in Italia entrò nella Basilica di Santa Croce a Firenze.
Quando ne uscì, camminava a stento, rischiando di cadere a ogni passo. La vista dei capolavori lo aveva affascinato al punto da starne male.  
Questa sindrome è più frequente di quanto si possa immaginare. Colpisce le persone estremamente sensibili e si manifesta con ansia, tachicardia o attacchi di panico. 
È nella maggior parte dei casi passeggero e privo di conseguenze, anche se nelle persone psichicamente molto fragili può raggiungere un’intensità tale da provocare allucinazioni o sentimenti di invidia e gelosia, al punto da innescare  istinti vandalici verso l’opera.
Grazie alle nuove tecniche d’indagine, come la PET o la risonanza magnetica funzionale, che consentono di seguire l’attività cerebrale mentre svolgiamo un certo compito o siamo impegnati in una data attività, gli scienziati possono osservare che cosa avviene nel cervello quando ammiriamo un’opera d’arte.
Un quadro, una scultura o l’ascolto di un brano musicale, riescono a suscitare una risposta empatica automatica, un processo di  immedesimazione che risponde a  specifici circuiti nervosi, al cui centro, nel caso delle arti figurative, si trovano i cosiddetti “neuroni a specchio”.
Queste particolari cellule nervose devono il loro nome al fatto che si attivano mentre si compie un gesto o un’azione, ma anche, quando la si vede compiere.
In sostanza, a quanto sembra, una parte del cervello ricrea le stesse condizioni in cui si troverebbe se fossimo noi a compiere quei gesti, rievocando anche gli stati emotivi associati.
 
Questo sistema neuronale è tanto potente e guardingo da mettersi all’opera anche di fronte  a un’immagine statica, che rappresenta un’azione o una possibile azione.
 
L’artista dunque, diviene colui capace di stimolare una risposta dei neuroni a specchio, che si comportano come fossimo noi i protagonisti del quadro, con tutte le emozioni conseguenti.


Ultima modifica di annali il Sab 06 Mar 2021, 14:22 - modificato 2 volte. (Motivazione : Sostituito video...)
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