Sale, elemento di grande potere...

**annali**

Inizialmente il sale era estratto solo da depositi salini formatisi in lontane ere geologiche.
Nel neolitico il sale era estratto dal sottosuolo sottoforma di salgemma, poi si scoprì che si poteva ottenere il sale anche per evaporazione dell’acqua di mare raccolta in grande vasche artificiali disposte in prossimità dei litorali. L’acqua marina, evaporando naturalmente, permetteva così la concentrazione del cloruro di sodio.
Essenzialmente, fu la scoperta che il sale potesse essere impiegato per la conservazione dei cibi, prima ancora di accertare il potere di insaporire i cibi, che consentì la rivolta agricola che, all’inizio di 10.000 anni fa segnò il passaggio dell’umanità dallo stato di cacciatori nomadi a quello di agricoltori stanziali.
Le comunità che ne disponevano in grande quantità, soprattutto le popolazioni costiere, si arricchirono con il suo commercio. Le vie del sale corrispondevano alle grandi strade commerciali dell’antichità. In Italia la più famosa era la via Salaria. Tracciata originariamente da Roma, portava il sale che arrivava da Fiumicino attraverso la via Campana, per raggiungere poi l’Adriatico, a Porto d’Ascoli, dove esistevano altre saline.
I romani ne fecero una vera e propria industria di cui ebbero il monopolio fino alla caduta dell’Impero.
La notevole produzione delle saline italiane e l’apertura di nuove vie commerciali consentirono l’esportazione del sale in tutta Europa, lungo i cui percorsi furono fondate varie città, e con l’espansione dell’Impero, molte altre saline furono costruite nei territori sottomessi, come Egitto e Siria.
Dopo la caduta dell’Impero Romano fu Venezia che controllava le saline di tutto il Mediterraneo. Nel XIII secolo il Consiglio della Serenissima emanò “l’ordo salis” imponendo a tutti i mercanti di rientrare a Venezia portando sale. Per controllare che il decreto fosse eseguito fu organizzato un apposito apparato amministrativo che controllava l’esazione delle tasse, organizzava dazi e pedaggi sui trasporti. La flotta veneziana, formata da navi mercantili armate, proteggeva il monopolio delle numerose basi in tutto il Mediterraneo. Con i ricavati da questo commercio la Serenissima finanziava guerre per terra e per mare, il pagamento degli interessi, e l’estinzione del debito pubblico.
Nell’Europa continentale, durante il Medioevo, le tasse sul sale passarono dal 2,5% dell’età imperiale romana al 20%. La maggior parte delle saline era gestita sotto il controllo dei monaci e dei monasteri, quindi passarono prima ai nobili e poi agli imperatori del Sacro Romano Impero.

IL GIACIMENTO DI WIELICZKA
La miniera reale di Wieliczka si trova in Polonia, periferia di Gracovia e fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Dieci milioni di anni fa in questa zona c’era il mare ma dopo il cambiamento del clima, divenuto più secco, le acque evaporarono, lasciando sul fondo tra i sedimenti, anche il sale, la cui sedimentazione durò almeno quindicimila anni.
Lo sfruttamento della miniera, di 330 chilometri di gallerie, disposte su 9 livelli, iniziò intorno al 1290.
Oggi è diventata una meta turistica, famosa soprattutto per la cappella dedicata alla beata Kinga (santa Cunegonda), allestita nel 1869 in uno spazio rimasto vuoto dopo lo sfruttamento di un enorme blocco di sale.
Si scende a piedi fino a 135 metri sotto il livello del mare e sul percorso sotterraneo si incontrano laghi salati, si passa attraverso camere formatesi durante l’estrazione del sale, vi si trovano sculture e bassorilievi in salgemma.
Santa Kinga, a cui è dedicata la sala più grande, con pavimenti, altari, statue, tutte intagliati nel sale, era figlia del re di Ungheria Bela IV. Vissuta nel XIII secolo è divenuta la patrona della Polonia e della Lituania.