Pi-greco

**Mr Weiß**

By altrove > Ch.Jpa il 30/05/13 19:04 title : Pi-greco

"Ciao xxx... In architettura , come in simbologia religiosa , pagana o laica che sia , alcune interazioni tra figure geometriche , esprimono la volontà o il tentativo ultimo , di stabilire un nesso tra cose apparentemente disaffini …

L'infinito matematico per cercare di quadrare un cerchio (o di cerchiare un quadrato) è la sola risposta indefinitivamente possibile a tante diatribe , basate sul nulla ideologico o dogmatico … Mi sovviene in questo caso , l'immagine paradossale di un vecchio demone dagli occhi gialli , che contemplando un cerchio , inteso come evoluzione di un quadrato, in un poligono di infiniti lati , poneva come unico punto , piccolo a piacere , il centro di esso : indivisibile e specialissimo luogo , che permette di contemplare gli altri infiniti punti o lati , attraverso altrettanti infiniti raggi … Ne consegue , che il prendere una posizione o l'intraprendere un solo determinato raggio , farà sicuramente perdere la visione o la posizione di tutti gli altri o peggio ancora di tutto l'insieme … Punto o buco nero ( l'idee fisse) in cui precipitano molti/e , senza aver più la capacità predestinata (?) di uscirne - Bye _"

ARCHITTETURA: CERCHIO E QUADRATO PiGreco-record-cifre-decimali

ARCHITTETURA: CERCHIO E QUADRATO PiGreco-record-cifre-decimali

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Aec-msg-num#6513

Nel mondo dell’ermetismo rinascimentale, l’architettura aveva assunto un carattere sacro di mistero, insieme trascendente e immanente.
Verso la fine del I secolo a.C., l’architetto romano Vitruvio enunciò alcuni principi fondamentali, adottati da tutti i costruttori successivi.
Stabilì per esempio, che gli altari nelle chiese dovessero essere rivolti verso oriente, come avviene ancora nelle chiese cristiane.
L’architetto, raccomandava, “doveva essere un provetto disegnatore, un matematico, competente di studi storici, studioso di filosofia, competente di astronomia e pure di musica”. La legge suprema era la geometria, alla quale l’architetto si doveva ispirare grazie all’ausilio della proporzione e della simmetria.
Gli edifici architettonici dovevano rispecchiare le proporzioni del corpo umano e il quadrato e il cerchio dovevano contenere la figura di un uomo con braccia e gambe allargate.
Durante il Medioevo le chiese erano costruite a forma di croce, rappresentazione simbolica del Cristo crocefisso.
Verso il 1450 però, Leon Battista Alberti scrisse il primo libro sull’architettura del rinascimento, dove spiegava come fosse necessario stabilire le integrazioni delle proporzioni in tutte le parti di un edificio e la migliore forma geometrica atta a soddisfare tale criterio era il cerchio.
Le affermazioni di Alberti avevano implicazioni profonde e rivoluzionarie, il luogo di culto perdeva la celebrazione del sacrificio della croce.
La chiesa di Roma era consapevole di tale implicazione e si condannarono esplicitamente le chiese circolari come “pagane” ed esortò a tornare alla pianta a croce latina.

Era troppo tardi: in Italia erano state fatte costruire numerose chiese a pianta centrale circolare, tra le quali S. Maria degli Angeli a Firenze, progettata da Brunelleschi, e S. Maria delle carceri a Prato, un cubo perfetto sormontato da un’alta cupola circolare.
Andrea Palladio scrisse un’opera sull’architettura, ispirata a Vitruvio e ad Alberti, convinto che la bellezza deriva “dalla bella forma e dalla corrispondenza fra il tutto e le parti”.
Era quindi fautore delle chiese a pianta circolare: “in forma di cerchio, la chiesa è racchiusa da una sola circonferenza, senza principio né fine, a dimostrazione dell’unità, dell’essenza infinita, dell’uniformità e la giustizia di Dio”.