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Lo stil novo e la rugiada salvifica...

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"Tanto gentile e tanto onesta pare"
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ’ntender no la può chi non la prova:

e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira

                       Dante Alighieri

L'amore di Dante per Beatrice in realtà è stato solo platonico... nessuna storia d'amore tra i due...
Dante la incontrò all'età di nove anni, solo uno sguardo intercorse fra loro... La rivide quando entrambi avevano compiuto diciotto anni e durante quel secondo incontro tutta la sua vita cambiò...
Pur non avendole mai rivolto parola, da quello sguardo nacque il suo amore per lei... 

Lo stil novo e la rugiada salvifica... Dante3-1
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Guido Cavalcanti (Firenze, 1250-1300) è stato appunto uno dei maggiori del Dolce stil novo. Guelfo bianco, subì l’esilio politico. Fu amico di Dante che gli dedicò La vita nova. La sua concezione dell’amore è idealizzata, la sua ispirazione è ora tenera, ora angosciata o drammatica. Ha scritto canzoni, ballate e sonetti.



Lo stil novo e la rugiada salvifica... Image

Io vidi li occhi dove Amor si mise
quando mi fece di sé pauroso,
che mi guardar com’ io fosse noioso:
allora dico che ‘l cor si divise;
e se non fosse che la donna rise,
i’ parlerei di tal guisa doglioso,
ch’Amor medesmo ne farei cruccioso,
che fe’ lo immaginar che mi conquise.
Dal ciel si mosse un spirito, in quel punto
che quella donna mi degnò guardare,
e vennesi a posar nel mio pensero:
elli mi conta sì d’Amor lo vero,
che ogni sua virtù veder mi pare
sì com’ io fosse nello suo cor giunto.
Lo stil novo e la rugiada salvifica... Amor_cortese_01
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Vi fu certamente un collegamento fra il gruppo iniziatico dei Fedeli d’Amore e i Templari, che
in Firenze si scambiavano poesie dal gergo quasi criptato, incomprensibile al volgo.
Tra i suoi esponenti maggiori figurava Guido Cavalcanti, figura di spicco nello Stil Novo, Lapo Gianni, Cecco Angiolieri, Dino Frescobaldi, solo per nominarne alcuni, oltre, s’intende, al sommo Dante Alighieri.
Seguaci del sapere ermetico, che rifiutava l’insegnamento cattolico, i Fedeli d’Amore perseguivano un ideale contrapposto al potere ecclesiastico e agli atteggiamenti dogmatici della chiesa.
Dante si trovava a Parigi nei momenti in cui la sorte dei Templari si approssimava all’epilogo scaturito nei roghi, ed anche se  nulla si sa della  presa di posizione  adottata dai Vati che ne seguivano le orme, condividendone le origini,  è noto che nella Divina Commedia  descrisse il pontefice che nulla fece a difesa dei Cavalieri con queste rime : “ Veggio il nuovo Pilato si crudele / che ciò non si salzia, ma senza decreto / porta nel tempio le cupide vele”.
Lo Stil Novo promulgava, mediante versi iniziatici, la componente più profonda dell’indagine psicologica posta tra principio di illuminazione e di conoscenza trascendentale, protesa al riconoscimento del ruolo della Donna, che, come rugiada irrorava l’essere  primigenio.
Un simbolismo della rugiada espresso simile a quello della pioggia, ma di influenza più sottile, incarnazione di  benedizione  e di grazia vivificante.
Plinio chiamava la rugiada, “sorella del cielo” o anche, “saliva degli astri”.
In questi versi, attribuiti al profeta Isaia, ritroviamo lo stesso simbolismo rivitalizzante:  “Svegliatevi e sussultate di gioia, abitanti della polvere, poiché la rugiada vivificante e la Terra restituirà il giorno delle ombre.”  ( Isaia,26,19)
Nei miti cinesi, gli immortali dell’isola di Ho-Chou si nutrono di aria e di rugiada.
La rugiada celeste degli Ebrei ridà vita alle ossa dissecate.    
Presso i greci la rugiada era legata ai miti della fecondità, ai misteri di Dioniso, il dio che incarnava la rugiada fecondante del cielo.
Lo stesso era per gli Indiani dell’America del Nord, dove la grande aquila della rugiada, vivifica nuovamente la terra resa arida dagli spiriti nefasti.
I cantori dello Stil Novo trasmettevano dunque, misteri di ordine iniziatico, intelligibili solo dagli autentici iniziati in possesso della chiave interpretativa, e ciò appare evidente nell’esempio offerto da Dante e Beatrice, sua controparte simbolica, di cui il grande poeta parla nella Vita Nuova. “ L’amor che move il Sole e l’altre stelle”.
La donna invisibile, come una rugiada sottile, immagine salvifica. 
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