Re: Il "Repulsine" e i dischi volanti nazisti...

**annali**

Certo che sì, ti potresti informare presso la rivista Der Spiegel, se nel 1950 avesse pubblicato un'intervista del capitano della Luftwaffe.Facile, no? La grande maestra Storia insegna tante cose, e ne nasconde altre.... quelle dei più furbi.
Faresti prima a farti un giro in internet, chissà magari quante notizie di Viktor Schauberger e della sua "repulsine" troveresti....Sempre ti fidi, ovvio.....In alternativa ripassati qualche capitolo della maestra storia, mai parca di notizie, comprese le più nefande di tutti i tempi....
Buonanottata Ch!

**Charade**

Aec-msg-num#8729

Uhmm mi devo informare , ma se ci fosse qualcosa di extra-ordinario , prima o poi sarebbe venuta fuori , così insegna la grande maestra Storia -

Le teorie complottiste , di solito fanno parte di tutto quel sottobosco misterioso e misterico che alimenta da sempre le speranze e le aspettative umane -

**annali**

Aec-msg-num#8708

Il "Repulsine" e i dischi volanti nazisti... 371_preview.570

I maggiori studi, sia teorici ma soprattutto empirici, seguendo le caratteristiche dei vortici naturali sono stati condotti da Viktor Schauberger, scienziato autodidatta e padre del principio implosivo naturale.
Usando tale principio al fine di ottenere forza propulsiva, sono state costruite macchine affascinanti e misteriose denominate antigravitazionali.

È stato, assieme a Tesla, uno dei maggiori teorici della “free Energy” a cui diede un’interessante definizione tecnica: “si ha energia gratis quando gli effetti implosivi superano la resistenza idrodinamica”.
A chi lo seguiva, era solito dire con riferimento al principio esplosivo usato ancora oggi, che “l’uomo usa movimenti sbagliati”. Infatti, tutti i motori a propulsione nella tecnica odierna, si basano sul principio di propagazione dell’energia e non sulla sua concentrazione e riutilizzo per amplificarne gli effetti.
La frase più famosa di Schauberger era “capire la natura e copiarla”. La natura utilizza una fonte di energia “silenziosa” fredda per i processi evolutivi e usa processi esplosivi solo per la distruzione di materiale organico che non serve più, riciclandolo per rimetterlo nel ciclo naturale delle sostanze. Le macchine implosive da lui stesso ideate necessitavano, infatti, solo di una spinta iniziale per poi sostenersi da sole.
Una turbina a implosione, detta anche gravitazionale, è stata costruita da Schauberger prendendo le mosse dall’osservazione della forma vorticoso-spiraliforme del corno dell’antilope Kudu, chiamata poi “implosionsmotor”, componente costituito da una serie di tubi a forma di corno disposti radialmente. Messi in moto con un motore elettrico, innescavano un movimento vorticoso ascensionale potentissimo che, provocando una cavitazione al centro, richiamava continuamente una sempre maggior massa d’aria che a sua volta rialimentava la turbina, facendole raggiungere in brevissimo tempo un numero di giri impressionante.
Utilizzando la turbina da lui concepita, Schauberger costruì una macchina volante, silenziosa, velocissima e antigravitazionale chiamata Repulsine, detta anche “il disco volante di Schauberger”.
Secondo i suoi calcoli, un disco con diametro di soli 20 centimetri a un numero di giri di 20.000 al minuto, avrebbe sollevato un peso complessivo di 228 tonnellate.

Lo stesso sistema di propulsione è usato anche dai tornado. La spinta dell’aria che lo alimenta e che proviene per differenza di temperatura e quindi di pressione, tra quella del mare e dell’atmosfera all’altezza di circa 1.500 metri, provoca una cavitazione interna che spinge, con vortici ascensionali, la massa d’aria presente nella superficie inferiore, sollevando e scagliando altrove qualunque cosa si trovi sul suo percorso.
Le idee di Schauberger, le sue geniali intuizioni, furono riprese da un gruppo di scienziati tra cui Rudolf Schriever, capitano della Luftwaffe e pilota-collaudatore, che fu progettista di aerei sperimentali durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1950 rilasciò, alla rivista Der Spiegel, un’intervista nella quale dichiarava che fin dai primi anni ’40, una fabbrica della BMW aveva iniziato dei test utilizzando le conoscenze di Schauberger, su velivoli che poi sarebbero passati alla storia come “dischi volanti nazisti”.

Sembra che nel febbraio 1945, sia stato effettuato il primo collaudo del “MarkV”, primo velivolo antigravitazionale che raggiunse i 12.000 metri di altezza in meno di tre minuti. Tuttavia, la fase bellica era troppo avanzata per permettere di sviluppare al meglio queste tecnologie.
Poco dopo, infatti, l’Armata Rossa sarebbe entrata a Berlino costringendo la Germania alla resa, e i progetti dei velivoli, seppur rivoluzionari, rimasero incompleti e allo stato sperimentale.
Tutta la documentazione scientifica del progetto propulsivo fu sequestrata in parte dagli americani e in parte dai russi.

E avvolto nel mistero, nelle basi più o meno nascoste delle cosiddette “grandi potenze”, il suo sviluppo sembra comunque continuare nella massima segretezza.

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