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Cuba, l’isola più occidentale delle Grandi Antille è stata, sino alla fine degli anni cinquanta, il regno del turismo più sfrenato. I suoi locali, i suoi casinò e le grandi sale  da ballo erano rinomati nel mondo intero.
Quella Cuba mitica, dove comandavano gli uomini d’affari americani che avevano spinto i loro tentacoli sino a impadronirsi di ogni attività turistica dell’isola, è stata spazzata via nel gennaio  1959 dalla rivoluzione di Fidel Castro e dai suoi barbudos.
Prima che il nuovo regime fosse preso sul serio, trascorse qualche anno, mentre il mondo intero si aspettava l’avvento di un nuovo dittatore che, immediatamente, con un colpo di ramazza, rimettesse le cose a posto, restituendo l’isola  agli americani e alla mafia internazionale.
Soltanto nel 1961, dopo il fallito sbarco dei mercenari americani a Playa Giron, ribattezzata in seguito al maldestro tentativo “La baia di Porci”, e l’avvicinamento di Castro all’Unione Sovietica, i ricchi americani si resero conto che Cuba era perduta. D’altra parte l’embargo, decretato dagli Stati Uniti rendeva impossibile qualunque viaggio nell’isola.
Sparito il turismo d’elite, la principale risorsa economica dell’isola fu la canna da zucchero, la cui produzione venne assorbita,  soprattutto dopo la crisi dei missili che nel 1962  portò il mondo sull’orlo di una terza mondiale, dall’amica Unione Sovietica.
In quegli anni, si sviluppò un turismo giovanile impegnato, che fece di Cuba una meta non di divertimento ma di lavoro. 
Migliaia di giovani raggiunsero Cuba per dedicarsi alla raccolta della canna da zucchero, anche se, nonostante l’ideologia e la simpatia per Fidel, ben pochi resistettero alla fatica e alla mancanza di svago.
Il carattere dei cubani, pur nel totale  rovesciamento politico dell’isola, sembrava non essere cambiato, riuscendo a  conservare l’innata allegria e l’incondizionata gioia di vivere. Le ragazze di Cuba continuarono a essere le più belle dell’intera zona caraibica e le orchestrine, più o meno improvvisate, non smisero di suonare il loro scatenato mambo.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, venendo a mancare il principale partner economico, Fidel Castro si è visto costretto ad ammorbidire il suo antiamericanismo, per favorire la cessazione dell’embargo.
Attualmente l’embargo è ancora in vigore nonostante l’ONU si fosse espresso molte volte, negli anni precedenti, per la cessazione.
Nel 2010, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una mozione, con 187 voti favorevoli, 2 contrari( Israele e USA) e 3 astenuti, per chiedere agli Stati Uniti la cessazione dell’embargo.
Per il momento Cuba rivive gli antichi splendori nei manifesti raffiguranti le splendide ballerine cubane, le spiagge di sabbia bianchissima, le località storiche, retaggio dell’antica dominazione coloniale.


Ultima modifica di annali il Lun 18 Apr 2022, 18:02 - modificato 2 volte. (Motivazione : giustificato e colorato testo...)
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