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Una grande battaglia del mondo antico: Kadesh...

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RAMESSE II
Ramesse II era il giovane e ambizioso erede dei faraoni della XIX dinastia.
Salito al trono nella prima metà del XIII secolo a. C., aveva ricevuto dai suoi predecessori un regno molto mutato rispetto alle epoche precedenti.
La politica di Thutmose I, secoli prima aveva esteso in Palestina e in Siria i confini del regno.
La Siria soprattutto, per la sua ricchezza e la sua posizione strategica aveva mutato gli orizzonti dei faraoni. Era stata strappata ai Mitanni, ma i suoi successori si trovarono a contenderla, e infine a perderla, a vantaggio degli Ittiti, una nuova potenza emergente in Anatolia. L’occupazione permanente delle nuove conquiste si dimostrarono gravose per le pur ingenti risorse dell’Egitto, così da doverne affidare il controllo territoriale ad alleati e vassalli, la cui lealtà era messa a dura prova dalle pressioni militari dei re Ittiti.
Seti I, padre di Ramesse, era stato costretto a cedere con un trattato la città di Kadesh agli Ittiti. Il giovane faraone, desideroso di ripetere le gesta degli antenati, approfittando di una delle frequenti crisi di confine, tentò la riconquista della Siria riappropriandosi di Kadesh, in aperta violazione degli accordi stipulati dal padre.
Ai preparativi di questa impresa Ramesse II dedicò i primi anni del suo regno, dovendo contrastare nel frattempo, le scorrerie dei pirati Shardana, un bellicoso popolo del mare proveniente dalla Sardegna. Dopo averli vinti in battaglia li arruolò in massa nella propria guardia personale, cosicché l’espansione del suo esercito raggiunse almeno i 20.000 uomini, riuniti in quattro “divisioni” di 4.000 fanti e 500 coppie di carristi, dedicate ognuna alle quattro divinità del pantheon egiziano, acquartierate stabilmente in altrettanti centri di arruolamento. Erano la divisione “Amun”, a Tebe, la “P’RE” a Eliopoli, la “Set” a Pi-Ramesse e la “ Ptah” a Menfi.
Il faraone con le sue armate partì alla fine d’aprile dalla base di Sile, impiegando un mese per arrivare a circa sedici chilometri da Kadesh.   Ogni divisione, distesa in una lunga colonna, si distanziava dalle altre di circa mezza giornata di cammino, mentre una quinta divisione composta dagli alleati Ne’arin, contingenti di truppe provenienti via mare dalla Palestina e dal Libano, si sarebbe ricongiunta direttamente sul campo di battaglia.  .
Lungo la strada le guardie di Ramesse intercettarono due nomadi che riferirono dello stanziamento delle truppe ittite, comandate dal re Muwatall, ancora ad Aleppo. Si prospettò per il faraone la possibilità di scegliere la posizione migliore e condizionare così la vittoria.
In realtà i due nomadi erano spie mandati dal re ittita per trarre in inganno Ramesse, il quale, deciso ad allungare il passo per giungere sul luogo dove poteva controllare la città e proteggere l’arrivo degli alleati Ne’arin, si distanziò dal resto dell’esercito causando una pericolosa frattura.
Durante la marcia forzata, la cattura di spie ittite rivelò a Ramesse che i nemici erano già presenti in forza, nascosti nei dintorni di Kadesh. Questo rese necessario inviare messaggeri con la richiesta di soccorso, cosa che causò la marcia accelerata e disordinata per l’ansia di raggiungere il faraone, della divisione egiziana “P’Re”. Con le difese allentate furono sorpresi dall’enorme massa di nemici in colonne di centinaia di mezzi, provocando il panico e lo sbandamento in ogni direzione. Ramesse, pur avendo assistito sgomento alla distruzione della “P’Re”, ebbe il tempo di organizzare la difesa, riuscendo a contenere l’assalto con ammirevole freddezza, lanciando i suoi carri in una sortita sul fianco avversario. I guerrieri Shardana della sua guardia si distinsero nel combattimento, agevolati dal disordine dell’attacco ittita.
L’agilità e la freschezza delle truppe egizie ebbero in breve la meglio sui carri nemici, che fuggirono abbandonando la gran parte dei loro passeggeri impegnati nel combattimento.
Con ritardo, Muwatalli accorse in forze per soccorrere la sua armata in fuga, ma dovette prepararsi ad affrontare Ramesse  che muoveva contro di lui. Nel frattempo, sopraggiunsero gli alleati del faraone, i Ne’arin, che con provvidenziale tempestività irruppero sul campo di battaglia. Con l’arrivo della divisione “Ptah”, gli ittiti, nonostante avessero forze ancora superiori, si ritirarono sconcertate per l’improvviso mutare di scena.
Ramesse, aveva conseguito una vittoria, ma la sua impresa di riconquistare Kadesh era fallita.
Le sue ambizioni erano vanificate per sempre.

La battaglia di Kadesh è tra le meglio documentate  dell’antichità.
Gli egizi ne celebrarono la vittoria con numerosi bassorilievi e con due testi: Il Poema e il Bollettino.



Ultima modifica di annali il Ven 15 Apr 2022, 21:47 - modificato 1 volta. (Motivazione : Sostituita immagine...)
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