Musica dal passato...
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Re: Musica dal passato...
L’ARS NOVA di Guillaume de Machaut. (Reims 1300-1377)
Guillaume de Machaut, poeta e compositore di musiche in una vasta gamma di stili e forme, dette grande impulso al movimento musicale definito “Ars Nova”. La sua produzione, la più alta dell'espressione francese, contiene quarantadue ballate, diversi rondò, composizioni liturgiche, tutte opere particolarmente raffinate.
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Re: Musica dal passato...
Il Medioevo fu un periodo molto importante per la storia della musica, per la nascita della scrittura moderna e della polifonia, la diffusione della musica profana e il perfezionamento degli strumenti musicali.
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Re: Musica dal passato...
(RAFFAELLO: IL PARNASO)
MUSA LATINA: Invention de l’Antique
Una raccolta che si propone il recupero della classicità, ovvero l’evolversi dei repertori musicali dai primi secoli del Medioevo all’età d’esordio del periodo rinascimentale.
Nell’antologia “Musa Latina” si respirano le variegate sonorità degli strumenti medioevali, con le musiche che risentono fortemente della metrica latina alla quale s’ispirano, nel desiderio di ricreare l’antico potere della musica sull’uomo. Una visione tutta pagana dell’uomo al centro dell’universo, attraverso il recupero della cultura classica che ha profondamente segnato il Rinascimento. Cambia dunque, anche l’approccio del compositore, che tenta di recuperare modalità esecutive musicali perdute.
Nel brano dell’ensemble "Daedalus” la direzione attenta e raffinata è del maestro Roberto Festa, che si alterna anche al flauto e alle percussioni.
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Re: Musica dal passato...
JACOBUS VAET
Compositore fiammingo attivo nel XVI secolo può essere ritenuto un precursore della contaminazione che oggi fa la fortuna di tanta Word Music.
Uno degli elementi che hanno contraddistinto la produzione sacra del XV e XVI secolo è stato l’uso di “contaminare”, in modo più o meno evidente un brano sacro con motivi musicali tratti da altre opere. In gran parte nei compositori di quelle epoche è riscontrabile la disinvoltura nell’appropriarsi di materiale musicale altrui, gesto che, a quanto pare, era motivo di vanto per colui che originariamente aveva composto il brano plagiato. Infatti, i protagonisti della cultura musicale si rimandano l’un l’altro, imitandosi, in un raffinato gioco di rinvii musicali.
Nasce così una ricca tradizione di messe – parodia, in cui un brano sacro esistente diventa l’elemento d’ ispirazione, la struttura portante per la creazione di nuove messe.
Jacobus Vaet fu discepolo di Jacob Clemens Non Papa. Personalità poco nota al grande pubblico, Vaet raccoglie in sé tutta la tradizione della grande scuola polifonica fiamminga, mostrando una spiccata sensibilità verso la declamazione e l’enfatizzazione del testo cantato.
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Re: Musica dal passato...
PARTITURE PER TASTIERA DEL QUATTROCENTO
Tornando indietro nel tempo riscontreremmo nella storia della musica, la progressiva diminuzione delle fonti di musica strumentale a favore di quelle vocali. Il divario si fece molto più ampio all’avvicinarsi del Medioevo, fatto che non stupisce poiché sin dalla nascita della prima forma di scrittura musicale, i codici, in particolare quelli di destinazione liturgica, sono stati testimoni del solo repertorio vocale, relegando un’eventuale pratica strumentale a una prassi al più orale.
La presenza perciò, di rare fonti di musica strumentale riconducibili al XV secolo assume un certo rilievo, dove spiccano quelle per tastiera incluse nel manoscritto di Buxheimer e Lochamer, redatti tra il 1440 e il 1470. Testimonianza quasi unica di un repertorio che dimostra maturità e complessità di stile sulla diffusione di una pratica organistica e tastieristica in genere. Il Buxheimer Orgelbuch si distingue per la presentazione di singolare scrittura, che riproduce graficamente la posizione delle note sulla tastiera. È questa una delle modalità più diffuse nella scrittura strumentale del XV e XVI secolo, a differenza della musica vocale, in cui predomina la scrittura su righi musicali.
La presenza perciò, di rare fonti di musica strumentale riconducibili al XV secolo assume un certo rilievo, dove spiccano quelle per tastiera incluse nel manoscritto di Buxheimer e Lochamer, redatti tra il 1440 e il 1470. Testimonianza quasi unica di un repertorio che dimostra maturità e complessità di stile sulla diffusione di una pratica organistica e tastieristica in genere. Il Buxheimer Orgelbuch si distingue per la presentazione di singolare scrittura, che riproduce graficamente la posizione delle note sulla tastiera. È questa una delle modalità più diffuse nella scrittura strumentale del XV e XVI secolo, a differenza della musica vocale, in cui predomina la scrittura su righi musicali.
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Re: Musica dal passato...
ALEXANDER ACKERMANN (1445-1506)
L’umanesimo fu caratterizzato da una presa di coscienza da parte di intellettuali artisti sul loro ruolo nella società, specialmente nei confronti dell’arte, insieme a un nuovo approccio critico verso l'antichità.Tale presa di coscienza manifestata anche attraverso curiosi comportamenti, come quello di enfatizzare una certa superiorità attraverso il ricorso a lingua aulica, al quale non si ritrasse il compositore fiammingo Alexander Ackermann, utilizzando in nome “Agricola”.
Fu un musicista singolare, da come si deduce dalla biografia particolarmente insolita.
Come molti autori fiamminghi contemporanei, anche Agricola espatriò in cerca d’impiego presso le corti europee e lo trovò, come cantore nella Cappella reale in Francia, sotto la guida di un altro grande compositore della scuola fiamminga, Johannes Ockeghem.
Non vi rimase a lungo attratto verso l’ampia offerta dalle cappelle musicali italiane, all’epoca molto frequentate dai polifonisti fiamminghi. Rimase in Italia sino il 1500, anno del suo ritorno in Francia, dove assunse il titolo di maestro di cappella alla corte di Federico il Bello, duca di Borgogna.
Nell’antologia classica, riproposta dell’autore, spiccano anche alcune chanson popolari, ballate che ripercorrono i temi dell’amor cortese, l’ammirazione per la donna, caratterizzate da ricca linea melodica.
Ackermann morì nel 1506 a Valladolid, a causa di una pestilenza.
Fu un musicista singolare, da come si deduce dalla biografia particolarmente insolita.
Come molti autori fiamminghi contemporanei, anche Agricola espatriò in cerca d’impiego presso le corti europee e lo trovò, come cantore nella Cappella reale in Francia, sotto la guida di un altro grande compositore della scuola fiamminga, Johannes Ockeghem.
Non vi rimase a lungo attratto verso l’ampia offerta dalle cappelle musicali italiane, all’epoca molto frequentate dai polifonisti fiamminghi. Rimase in Italia sino il 1500, anno del suo ritorno in Francia, dove assunse il titolo di maestro di cappella alla corte di Federico il Bello, duca di Borgogna.
Nell’antologia classica, riproposta dell’autore, spiccano anche alcune chanson popolari, ballate che ripercorrono i temi dell’amor cortese, l’ammirazione per la donna, caratterizzate da ricca linea melodica.
Ackermann morì nel 1506 a Valladolid, a causa di una pestilenza.
Ultima modifica di annali il Sab 25 Nov 2017, 15:07 - modificato 1 volta. (Motivazione : Colore testo)
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Re: Musica dal passato...
L’ARS NOVA DEL TRECENTO
Una delle stagioni più ricche nella storia della musica dell'età di Mezzo, è il XIV secolo, un periodo caratterizzato da grandi rinnovamenti tecnici che, dalla scuola polifonica di Parigi si diffusero nel resto dell’Europa.
Come le arti figurative sono dominate dalle innovazioni prospettiche di Giotto, così nella musica si assiste a sviluppi significativi, con la conquista definitiva di un sistema di scrittura musicale. In ambito fiorentino e italico in genere, la ballata e il madrigale furono protagonisti del nuovo clima creatosi, insieme alla cosiddetta “ars nova”, come definirono i teorici dell’epoca la fonte musicale del trecento.
Esistono preziosi manoscritti conservati alla Biblioteca Medicea Laurenziana e in quella Vaticana, che hanno messo in luce nuove fonti e allargate le prospettive e la visione sul trecentesco panorama musicale, ricco al punto da costituire le fondamenta per architetture polifoniche sempre più ricercate e complesse.
Come le arti figurative sono dominate dalle innovazioni prospettiche di Giotto, così nella musica si assiste a sviluppi significativi, con la conquista definitiva di un sistema di scrittura musicale. In ambito fiorentino e italico in genere, la ballata e il madrigale furono protagonisti del nuovo clima creatosi, insieme alla cosiddetta “ars nova”, come definirono i teorici dell’epoca la fonte musicale del trecento.
Esistono preziosi manoscritti conservati alla Biblioteca Medicea Laurenziana e in quella Vaticana, che hanno messo in luce nuove fonti e allargate le prospettive e la visione sul trecentesco panorama musicale, ricco al punto da costituire le fondamenta per architetture polifoniche sempre più ricercate e complesse.
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MUSICA DAL PASSATO
Henry Purcell
Nel corso dei secoli il linguaggio musicale si è espresso, in modo più o meno celebrativo, all’esaltazione di un personaggio o di un evento. Un fenomeno, che dal XIV secolo in poi si è gradualmente sviluppato nel Rinascimento, per affermarsi pienamente nel corso del Seicento. Nella tradizione musicale anglosassone trova nell’esaltazione di un re o di un principe, la sua destinazione naturale nella vasta produzione di questo genere specifico.
Nel corso dei secoli il linguaggio musicale si è espresso, in modo più o meno celebrativo, all’esaltazione di un personaggio o di un evento. Un fenomeno, che dal XIV secolo in poi si è gradualmente sviluppato nel Rinascimento, per affermarsi pienamente nel corso del Seicento. Nella tradizione musicale anglosassone trova nell’esaltazione di un re o di un principe, la sua destinazione naturale nella vasta produzione di questo genere specifico.
Parlando di queste forme musicali è d’obbligo ricordare la figura di Henry Purcell, prolifico autore di musiche di scena e di celeberrime opere, vissuto nella seconda metà del XVII secolo. Definito dai suoi contemporanei come l’Orpheus Britannicus, il maestro Purcell compose le sue opere tutte distinte da straordinaria originalità creativa. Le sue musiche adottano, quasi sempre, una ouverture strumentale spesso in stile francese, con uso frequente degli strumenti a fiato, presenza costante nelle musiche di tipo celebrativo e festoso. Le arie si susseguono secondo schemi che mai sono ripetitivi, con tutta la loro carica emotiva ad accentuare la regalità del contesto per il quale tali musiche furono concepite.
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MUSICA DAL PASSATO
eliminato
Ultima modifica di annali il Lun 18 Dic 2017, 17:26 - modificato 2 volte. (Motivazione : inidoneo)
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Sting canta John Dowland
Le composizioni per voce e liuto sono una miscela perfetta che ebbe grandi interpreti soprattutto nella seconda metà del Cinquecento, sicuramente le più vicine e rappresentative dello spirito della musica cosiddetta “elisabettiana”.
Fin dal XVI secolo, infatti, l’Inghilterra conosce un proliferare di compositori e di una prassi musicale che danno il meglio di sé in questa combinazione vocale strumentale. Rivolta all’intimismo e all’enfatizzazione del sentimento del testo lirico, è una musica che si caratterizza per la dolcezza melanconica, per la delicatezza delle melodie e per le atmosfere raffinate del mondo di corte.
Le musiche, spesso dominate dal tema dell’amore/passione e dal dolore/felicità, sono poste in risalto dalla perizia tecnica del liutista, capace di interpretare appieno lo stile dei più significativi compositori attivi a cavallo dei due secoli, tra i quali, per citarne alcuni, John Dowland, Henry Purcell, William Lawes.
Ultima modifica di annali il Mar 08 Mag 2018, 16:04 - modificato 2 volte. (Motivazione : giustificato, nuovo video e colore)
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