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La fine dei Cavalieri del Tempio

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L’ASSOLUZIONE DEI TEMPLARI
NELLA PERGAMENA DI CHINON    
 
Il documento concernente il processo dei Cavalieri Templari, fu scoperto nel 2001 dalla dottoressa Barbara Frale, dal quale risulta che i templari di Francia non solo erano stati assolti, ma reintegrati nei loro sacramenti.
Ora si trova esposto presso i Musei Capitolini, insieme a molti altri documenti del famoso Archivio Segreto Vaticano, che ha scelto così di festeggiare i suoi quattrocento anni di vita.
La mostra reca per titolo “Lux in Arcana”.
Quello che fino a poco tempo fa era un segreto ben nascosto, ora sarà possibile scoprire come si arrivò alla condanna dell’ordine cavalleresco più spettacolare di ogni tempo.
La parabola dei Templari, iniziata all’alba del 13 ottobre 1307, con il loro arresto compiuto dalle forze del re di Francia Filippo IV il Bello, dopo sette anni di torture e interrogatori, si concluse con il rogo sul quale perì il Gran maestro Jacques de Molay e con la dissoluzione dell’Ordine.
Per settecento anni, il tragico epilogo, bollato come infamia commessa dal re Filippo e, in ricaduta, dal papa Clemente V, che non seppe opporsi con risolutezza allo spregiudicato re francese.
La Pergamena di Chinon, è l’atto originale appartenente all’inchiesta, l’unica, condotta da Clemente V nell’estate 1308 e rimette in discussione la figura del pontefice, il suo ruolo nel processo ma, soprattutto, restituisce l’onore perduto dei Templari ingiustamente condannati per eresia.
Nel documento, scoperto dalla dottoressa Frale nei fondi dell’Archivio Segreto Vaticano, che la comunità scientifica credeva di aver perduto da secoli, il papa Clemente V dichiara che il Gran Maestro Jacques de Molay e con lui l’intero Stato Maggiore del Tempio, avendo fatto ammenda per le loro colpe, secondo quanto imposto dal pontefice, erano stati assolti:
“ e poiché avevano chiesto umilmente il perdono della chiesa per quelle colpe implorando il beneficio dell’assoluzione, decretiamo che siano assolti, che siano riabilitati nella comunione cattolica e che possano ricevere i sacramenti cristiani.”
A settecento anni di distanza da quel giorno, si veniva a sapere che il Tempio era innocente e che l’accusa di eresia non esisteva, un fatto conosciuto storicamente, ma che solo oggi si può annunciare “ per emessa sentenza”.
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La fine dei Cavalieri del Tempio Il+gran+maestro+Jacques+de+Molay
 
 
Il papa Clemente V, il 22 marzo 1312, con la bolla Vox in Excelso, dichiara chiuso l’ordine dei Cavalieri del Tempio, eliminandoli in questo modo, dalla realtà storica: “ Noi aboliamo il detto Ordine del Tempio, la sua Regola, il suo abito e il suo nome con decreto irrevocabile e perpetuo”. Lo stesso papa con il re di Francia Filippo il bello, darà lettura dell’ordinanza di soppressione dell’ordine davanti all’assemblea composta dal clero e dai nobili europei.

Il gran maestro, Jacques de Molay, dopo aver tentato in tutti i modi di salvare il suo Ordine, anche ricorrendo al compromesso, sa che non potrà esserci alcuna salvezza e davanti alla fine sceglie di morire da templare, contesta le accuse, grida al popolo presente l’innocenza del Tempio.
18 marzo 1314, all’ora dei vespri, il gran maestro e il precettore di Normandia sono bruciati sul rogo, tutti gli altri templari sono destinati a seguire la stessa sorte o a finire i loro giorni in carcere.
Abbandonati dal papa, minacciati e torturati dai funzionari del re e dagli inquisitori della chiesa, molti di loro, non avendo la vocazione al martirio, finirono per ammettere ciò che si voleva sentire. Quando compresero che le confessioni estorte con la tortura non li avrebbero salvati, ritrattarono in massa le colpe confessate in precedenza. Vollero almeno salvaguardare il loro onore e la dignità dell’ordine.
I templari furono giudicati colpevoli solo in Francia e nello Stato della chiesa, mentre in quasi tutti gli altri paesi, l’Ordine pervenne ad assoluzione.
In Germania si presentarono spontaneamente nei tribunali, decisi a proclamare la loro innocenza, a difendere il loro Ordine. Saranno prosciolti da ogni accusa e si uniranno ai Cavalieri Teutonici.
La stessa cosa avverrà in Inghilterra, dove, a differenza degli inquisitori francesi, ai prigionieri è concessa la possibilità di esporre le proprie giustificazioni. Nessuno sarà condannato per confessioni incriminanti.

I templari che sopravvissero, riuscirono a lasciare Parigi. In molti raggiunsero nei porti le loro numerose navi, trovando rifugio soprattutto nella Penisola Iberica, in Germania e in Inghilterra.
In Portogallo, il re accolse i monaci, giunti con la loro flotta, consapevole del vantaggio che avrebbe tratto dalla loro notevole conoscenza in fatto di navigazione. La fortezza di Tomar, diverrà la loro nuova sede, dove inalbereranno fieramente l’antica croce templare sulle insegne, smentendo papa Clemente, che, affermava, l’ordine non avrebbe più avuto ragione di esistere.
Il loro apporto renderà il portogallo, una grande potenza navale.

Fra i tanti che giudicarono l’Ordine Templare vittima di macchinazione ordita dal re Filippo, vi fu uno degli uomini più famosi di tutti i tempi, Dante Alighieri, che nella sua Divina Commedia, nel canto XIX dell’Inferno, nella terza bolgia dell’ottavo cerchio, incontra Clemente V e condanna il modo in cui questo papa, venendo ai patti con Filippo il bello, tradisce la fede che avrebbe dovuto servire.

Il mito, e gli ideali dei Cavalieri Templari, sopravvissero anche nella letteratura e nell’arte.
In Germania, Goethe, scrisse di una confraternita analoga a quella templare.
Mozart, nel suo “Flauto Magico”, s’ispirò anch’esso agli ideali templari.
Furono scritti poemi e fiorirono leggende. Fantastiche interpretazioni associarono i templari con le arti di alchimia e magia.
La storia dei templari non è finita con il fuoco dei roghi, continua nella memoria di chi sa farla rivivere gloriosam


Ultima modifica di annali il Dom 17 Apr 2022, 18:43 - modificato 1 volta. (Motivazione : Eliminato video oscurato- inserita immagine...)
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