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Giardini vaticani

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All’interno delle mura vaticane vi sono magnifici spazi verdi creati nell’arco di molti secoli per la delizia dei pontefici.

Vi sono antichi documenti, datati 1279, che testimoniano nell’area vaticana la presenza di un “viridarium”, vale a dire un’area verde che rappresenta il più antico giardino di Roma, cinto da muri con vigne, prati, e alberi “fructiferi” e “infructiferi”.
Il destino dei Giardini è intrecciato con quello del papato in continua trasformazione, lungo un percorso non sempre lineare e scandito spesso dalle rivalità tra le famiglie dei pontefici che si sono succeduti, interessati, più che a perseguire un’armonia architettonica e paesaggistica di continuità, di lasciare un segno del proprio “passaggio”.
La maggior parte dei giardini di oggi sono stati ricostruiti dopo gli anni Trenta del Novecento, tra varie stratificazioni storiche in cui figurano le tracce di maggior interesse lasciate dai diversi pontefici con le loro spinte individuali. Celebre fu il “Giardino dei Semplici”, che richiamava visitatori da tutta Europa, grazie agli scambi di rare piante esotiche effettuati tramite la rete di ambasciatori papali, come lo fu, l’ “Orto Botanico” che, nonostante l’attrattiva e la fama raggiunta, venne smantellato da papa Alessandro VII e trasferito al Gianicolo.
E ancora, il capolavoro incompiuto del Bramante, chiamato alla fine del Quattrocento da Giulio II, per collegare in un progetto unico il Palazzetto del Belvedere con i Palazzi apostolici, sulla cima di una collina.
Oggi sembra una successione di cortili, mentre nel progetto iniziale era una unica struttura, che riuniva le funzioni di teatro, cortile e giardino, con tre terrazze raccordate da scalinate e racchiuse da due logge, che con una fuga prospettica di 300 metri, colmavano la distanza e il dislivello tra i corpi architettonici.
Il “Giardino segreto” di Paolo III non seguì migliore sorte, mutilato dalla Pinacoteca, dove ormai solo il ricordo delle passeggiate del papa tra gli splendidi pergolati di agrumi sopravvive.
Attraverso personalità di papi e papato, intere opere d’arte sorsero e furono cancellate, giungendo ai nostri giorni con la costruzione dei nuovi giardini formali e delle strutture del nuovo Stato Vaticano, curatissimi ma privi di quel fascino simbolico che ebbero i “Giardini di Delizie”.
 
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