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Bombe sulla città: Mantova in guerra...

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Bombe sulla città: Mantova in guerra... Empty Re: Bombe sulla città: Mantova in guerra...

Messaggio  misterred

Risultano bombardamenti prima del 1944 su Mantova?
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Mantova, collocata in una posizione strategica dal punto di vista geografico–difensivo rappresentava un nodo nevralgico per i trasporti e le comunicazioni stradali e ferroviarie, con i territori della repubblica di Salò e con gli altri stati di confine. Era una città fortemente militarizzata: ospitava diverse caserme con oltre 5.000 militari, scelta dall’esercito tedesco per proteggere la zona e rendere difficile per le truppe alleate l’attraversamento del Po e del Mincio.
 La particolarità della città non sfugge agli occhi dell’intelligence degli eserciti anglo-americani, che ordinarono decine di azioni per distruggere i maggiori obiettivi militari e strategici. I principali bersagli sono i tre ponti: dei Molini (dove c’era la casa di nonna mia), della diga Massetti e di San Giorgio.
Dai primi di febbraio 1944 le azioni di bombardamento si fanno sempre più cruente, nel mese di luglio dieci bombardamenti devastano la città, quello più terribile avvenne il giorno 14, con 10.000 bombe incendiarie che colpiscono e distruggono numerosi edifici. Gli attacchi sempre più volti a infondere terrore nella popolazione e indurre la resa incondizionata della città.
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Le manifestazioni pubbliche di cordoglio per le vittime dei bombardamenti sono usate ai fini politici dalla Repubblica Sociale Italiana per indurre i cittadini a contrapporsi ai “Liberator” e impedire con ogni mezzo la loro avanzata nel paese.
A Mantova le celebrazioni più imponenti si svolgono nel luglio 1944, dopo gli intensi bombardamenti sulla città che hanno causato quasi 200 vittime. Lo stesso vescovo invia una lettera ai sacerdoti per esprimere il suo disappunto per il massacro. In una città profondamente scossa il regime vuole scatenare l’odio dei cittadini per gli “angloamericani”, sfruttando la sensibilità attraverso funerali pubblici, manifesti con bambini mutilati, e articoli sui giornali che fanno leva sul dramma collettivo. L’elevato numero di fotografie che documentano questi eventi è tutta campagna propagandistica per mostrare lo strazio umano, le macerie e le devastazioni causate dai bombardamenti.
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