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Il canto delle balene...

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Un grosso aiuto comunque lo trovano da fratello Sole e sorella Luna che nel loro obbligato apparente percorso , da est a ovest già gli danno una grossa mano . Tuttavia , per quanto ci è dato conoscere , il campo magnetico terrestre , oltre che essere relativamente molto debole , potrebbe con l'inversione dei poli essere disastroso ... Senza dire poi che un centro sensoristico adibito a tale detezione magnetica ancora non è stato scoperto , per cui rimane ancora un mistero tutto da indagare su quale sia la reale loro bussola , Si parla anche di misteriosi o poco intuitivi effetti quantistici circa la ricezione parzializzata di fotoni (luce !) , anche se probabilmente la rotta venga stabilita da un mix di tanti sensori interni (ottici , olfattivi , termici ed anche gustativi ! ) che concorrono tutti insieme a stabilire i bivi nelle apparenti anonime autostrade oceaniche ... 
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Le balene si orientano con le stelle???

Anche non disponendo di mappe o di sestanti, e senza l’aiuto del prezioso navigatore satellitare, chi va per mare riesce ancora a navigare e mantenere la rotta tenendo d’occhio le stelle.
Ma quando si tratta di animali, come una particolare specie di balena, la megattera per esempio, che nelle consuete migrazioni stagionali percorre in pieno oceano centinaia o migliaia di chilometri, giungendo con precisione a destinazione seguendo la medesima rotta, la domanda sorge spontanea: “ come ci riesce?”.
Ricerche a questo proposito ne sono state fatte molte, giungendo alla conclusione che le bussole interne di animali che effettuano grandi spostamenti, quali uccelli, insetti, grandi mammiferi marini, siano in genere calibrate sulla posizione del sole in cielo, oppure  sul campo magnetico terrestre.
Monitorando via satellite un gruppo di megattere durante i loro spostamenti, un team di studiosi ha ottenuto risultati sorprendenti. Infatti, ne è emerso che i cetacei hanno uno spiccato senso dell’orientamento pur nella mancanza di riferimenti visuali dell’orizzonte, nelle avverse condizioni del tempo, nonostante il variare delle correnti marine, riescono sempre nell’intento di raggiungere la loro destinazione.
Come i marinai di una volta, si orientano con le stelle?  Lo stimolo  rappresentato da una stella entra nel loro campo visivo? Emergendo dall’acqua, guardando il cielo stellato, sono in grado di usare le stelle come guida?
Forse fantasioso, intrigante interrogativo, ma le megattere compiono il loro percorso giungendo dritte come frecce alla meta prefissata. 

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Oggi quasi nessuno, nemmeno l’US Navy, contesta che il sonar sia dannoso per i cetacei. Le emorragie riscontrate nei mammiferi spiaggiati sono un sintomo tipico dello stress acustico. A spiaggiarsi sono quasi unicamente gli odontoceti, perché il problema dei sonar non è solo il volume, il bombardamento acustico crea maggiori danni perché confonde il loro senso di orientamento, ed è così che i cetacei finiscono proprio dove non avrebbero voluto andare: ossia sulla battigia. Senza dimenticare lo stress e motivo di cui soffrono molte balene, dove in alcune regioni il “whale–watching”assume il carattere di una vera battuta di caccia, con i battelli che le rincorrono a decine con rombanti motoscafi.
Da decenni la caccia alle balene è oggetto di discussioni sia in campo ecologico sia in quello etico, in dibattimenti tesi stabilire fino a che punto gli uomini possano disporre degli animali.
La caccia non si era interrotta neppure quando ne erano rimaste solo poche centinaia di esemplari. Nel 1946 sono stati posti sotto la tutela delle leggi sulla protezione della natura, ma nonostante il WWF se ne faccia garante, e nonostante il divieto assoluto di caccia alla balena grigia, diverse nazioni continuano a perseguitare questa specie.
Ridurre una specie da milioni a poche centinaia di migliaia, non è cosa di cui l’uomo andare fiero: dimostra incapacità di assumersi la responsabilità di sé e del pianeta del quale è amministratore, dimostrando tutta la sua arroganza e perfetta ignoranza.





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Le balene sono arrivate negli oceani 70 milioni di anni fa. I loro antenati erano mammiferi carnivori che migravano dalla terra agli oceani, possedevano il senso della vista e dell’odorato, sensi che non funzionavano più nelle profondità dell’oceano. In loro aiuto per aiutarle a localizzare un compagno, un neonato o un predatore, è intervenuta l’evoluzione, perfezionando il senso dell’udito. Alcuni dei loro suoni sono chiamati “canti”, che spaziano su una vasta gamma di frequenze fin sotto il suono più grave che l’orecchio umano può percepire. Spesso i membri di un gruppo eseguono assieme lo stesso canto, creando, con tacita intesa nuove forme di comunicazione, cambiando il pezzo secondo certe regole. Le vocalizzazioni sono complesse, se i canti della megattera sono considerati come un linguaggio tonale, il contenuto totale d’informazioni, cioè il numero di bit, è pari a circa un milione.
Le balenottere emettono suoni molto forti a una frequenza di venti hertz. I suoni sono poco attenuati dall’oceano, per cui, due balene potrebbero comunicare fra loro a venti hertz da qualsiasi parte del mondo. Nel corso della loro storia le balene hanno stabilito una rete globale di comunicazione. Per decine di milioni di anni, queste creature, enormi, intelligenti, si sono evolute senza alcun nemico naturale, oggi, con l’evento e con il crescente numero di navi civili e militari, dotate di apparecchiature di sonar e scandagli, il fondo di rumore negli oceani è divenuto notevole creando molta difficoltà di comunicazione con la distanza sempre più ridotta. Duecento anni fa, se una distanza tipica da cui le balenottere potevano comunicare era forse di 10.000 chilometri, si è ridotta forse, a poche centinaia . Creature che si parlavano da decine di milioni di anni, sono quasi ridotte al silenzio. Per poter vivere una balena deve saper fare molte cose, la sua conoscenza è immagazzinata nei suoi geni e nel suo cervello. L’informazione include come trattenere il respiro in un’immersione di un chilometro sotto la superficie del mare, o come convertire il plancton in grasso di balena, come riconoscere la madre o il significato del canto che sta ascoltando. La balena, come ogni altro animale sulla Terra, ha una biblioteca genetica e una biblioteca cerebrale. 

 
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