All'origine dei blue jeans
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All'origine dei blue jeans
Fra tutte le invenzione quella dei tessuti trova la giusta collocazione tra le più importanti della storia, avendo contribuito ampiamente al benessere dell’uomo, proteggendolo dal freddo e dal caldo.
Le sue origini risalgono praticamente alla preistoria e fu operazione risultante di due distinte: la filatura, che realizza il filo che formerà il tessuto e la tessitura, cioè l’intreccio del filo che crea una tela.
Il filo di lino era estratto dalle piante di Linum usitatissimun coltivate in Palestina e ritenute forse la prima fibra vegetale utilizzata per la tessitura. Si ricavava da una pianta alta da 80 a 120 centimetri, con piccoli fiori di un colore variabile dal bianco all’azzurro intenso, che fiorivano per un solo giorno.
La pianta era estirpata dal terreno in modo da avere la massima lunghezza della fibra, fatta macerare per separare le fibre tessili dai resti legnosi.
Il lino risulta coltivato in larga misura dagli Egiziani, dai Babilonesi e dai Fenici, ma fu solo dopo l’inizio del XIV secolo che se ne ebbe larga diffusione in Occidente, tanto da non risentire la concorrenza del cotone introdotto dagli Arabi.
Riguardo il cotone le sue prime tracce risalgono a tre millenni fa, in Mesopotamia.
Pur essendo ampiamente utilizzato come fibra tessile, il suo impiego in abbigliamento risale alla metà del settecento, dopo l’invenzione di una macchina sgranatrice capace di dividere le fibre dai semi in modo meccanico e veloce.
Nei secoli XIV e XV la produzione della robusta tela viene iniziata in tutta Europa, particolarmente a Milano e a Torino, dove si avviò la creazione di una varietà di colore blu intenso, un tessuto tutto nuovo e presto esportato dal porto di Genova in Olanda, Inghilterra e più tardi in America.
Nel porto di Genova era usata per confezionare i sacchi delle vele per le navi e per ricoprire le merci accatastate nel porto ma, subito dopo, gli scaricatori iniziarono a farsi confezionare calzoni con quella robustissima tela blu.
L’inconfondibile colore, assurto in breve a “ blu di Genova”, nella storpiatura britannica divenne “blue jeans” quando dal suo porto s’iniziò l’esportazione in grande quantità di tale tessuto, che s’impose in breve in tutto il mondo.
Nel 1853, quasi quattro secoli più tardi, un tedesco, Levi Strauss, emigrato a San Francisco in California, ebbe l’idea di realizzare nel tempo della corsa dell’oro, pantaloni indistruttibili a uso dei minatori.
Inutile parlare del successo ottenuto, visto che ancora oggi i blue jeans sono il capo d’abbigliamento, maschile e femminile, più prodotto e indossato nel mondo.
Le sue origini risalgono praticamente alla preistoria e fu operazione risultante di due distinte: la filatura, che realizza il filo che formerà il tessuto e la tessitura, cioè l’intreccio del filo che crea una tela.
Il filo di lino era estratto dalle piante di Linum usitatissimun coltivate in Palestina e ritenute forse la prima fibra vegetale utilizzata per la tessitura. Si ricavava da una pianta alta da 80 a 120 centimetri, con piccoli fiori di un colore variabile dal bianco all’azzurro intenso, che fiorivano per un solo giorno.
La pianta era estirpata dal terreno in modo da avere la massima lunghezza della fibra, fatta macerare per separare le fibre tessili dai resti legnosi.
Il lino risulta coltivato in larga misura dagli Egiziani, dai Babilonesi e dai Fenici, ma fu solo dopo l’inizio del XIV secolo che se ne ebbe larga diffusione in Occidente, tanto da non risentire la concorrenza del cotone introdotto dagli Arabi.
Riguardo il cotone le sue prime tracce risalgono a tre millenni fa, in Mesopotamia.
Pur essendo ampiamente utilizzato come fibra tessile, il suo impiego in abbigliamento risale alla metà del settecento, dopo l’invenzione di una macchina sgranatrice capace di dividere le fibre dai semi in modo meccanico e veloce.
Nei secoli XIV e XV la produzione della robusta tela viene iniziata in tutta Europa, particolarmente a Milano e a Torino, dove si avviò la creazione di una varietà di colore blu intenso, un tessuto tutto nuovo e presto esportato dal porto di Genova in Olanda, Inghilterra e più tardi in America.
Nel porto di Genova era usata per confezionare i sacchi delle vele per le navi e per ricoprire le merci accatastate nel porto ma, subito dopo, gli scaricatori iniziarono a farsi confezionare calzoni con quella robustissima tela blu.
L’inconfondibile colore, assurto in breve a “ blu di Genova”, nella storpiatura britannica divenne “blue jeans” quando dal suo porto s’iniziò l’esportazione in grande quantità di tale tessuto, che s’impose in breve in tutto il mondo.
Nel 1853, quasi quattro secoli più tardi, un tedesco, Levi Strauss, emigrato a San Francisco in California, ebbe l’idea di realizzare nel tempo della corsa dell’oro, pantaloni indistruttibili a uso dei minatori.
Inutile parlare del successo ottenuto, visto che ancora oggi i blue jeans sono il capo d’abbigliamento, maschile e femminile, più prodotto e indossato nel mondo.
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