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La notte di Halloween

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Si festeggia il 31 ottobre, vigilia di Ognissanti.
Il nome, sembra derivare da”All allows even!” ovvero la notte in cui tutto è permesso, una specie di carnevale con un risvolto macabro, a metà strada tra follie di vivi e di morti.
Le sue origini provengono dal folclore celtico di Scozia e Irlanda, esportate, attraverso il i loro immigrati negli Stati Uniti.
Coincideva, prima del cristianesimo, con la vigilia di capodanno. Era una notte molto speciale perché i Celti credevano che dopo l’imbrunire del 31 ottobre, gli spiriti degli antenati ritornassero dal’al di là, ai luoghi familiari e magari con intento di far dispetti.
Lasciate le pietanze sui tavoli per i loro morti uscivano nei campi, dove si riunivano attorno ai fuochi accesi a danzare alla luce dei falò.
In quella notte di prodigi, per gli irlandesi e gli scozzesi non erano solo i morti a ritornare dal loro regno, ma pure streghe e folletti, tutto un mondo invisibile che acquistava speciali poteri.
Negli USA, attorno il 1930, venne la moda di coinvolgere i bambini nella festa magica, con i quali nacque la parola d’ordine: “ Dolcetto o scherzetto?”
Venne poi l’usanza della zucca illuminata, la maschera più tipica di Halloween, derivante dalla leggenda di “Jack della Lanterna”.
La leggenda racconta che Jack fosse un vecchio beone sempre in vena di scherzi, che una volta osò persino sfidare il diavolo: con uno stratagemma lo costrinse a salire sopra un albero di mele, sul cui tronco, alla base, incise una croce.
Il diavolo non poteva scendere senza  evitare il contatto con la croce, ed a quel punto Jack propose un patto al diavolo: lo avrebbe liberato cancellando la croce se gli avesse promesso  l’impunità dal fuoco eterno.
Il diavolo, promise e fu liberato,  da allora Jack, non potendo entrare in paradiso e neppure all’inferno, vaga per il mondo in attesa del giudizio definitivo.
Per gli scozzesi la festa gravita intorno alle fate, i bambini mascherati portano una rapa scavata e illuminata per tenere lontane le fate cattive.
I dolcetti richiesti dai bambini altro non sono che la memoria del lontano ricordo  del cibo preparato per i morti, degli spiriti che ritornano a fare visita a gli uomini, nell’atmosfera della notte in cui “ tutto è permesso”.
 


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