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Donne e Astronomia

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Donne e Astronomia Empty trova 'l'intrusa' ...

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Un bel processo d'intuizione , considerando anche che il genere femminile veniva usato soprattutto per queste mansioni diciamo di computo elementare ... anche in un altro ambito completamente diverso ( bancario/commerciale/finanziario ) venivano impiegate un tanto al computo ... Oggidì dobbiamo dire grazie anche ai calcolatori che hanno liberato molte menti per ciò che la potenzialità umana di qualunque genere possa svolgere ... Permane però il grosso prob iniziale dovuto alle influenze sociali/familiari/educative ... poiché molte delle distorsioni ancora oggi presenti partono proprio da lì - 

Magna Cum Laude all'Enrichetta che ... non stava serena ( leggi tranquilla ) ...
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Saluti intrusi da qui ... 

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My house is where the mind fights; home is where the heart beats ... 
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Donne e Astronomia Empty La donna che misurò le distanze dell'Universo...

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Chi non conosce il primo uomo sopravvissuto al lancio nello spazio, o il primo ad aver posto piede sulla Luna, e quello che mise il Sole e non la Terra al centro del nostro sistema??? Eppure non sono certo i soli eroi nella corsa allo spazio. la storia della astronomia è popolata di scienziati e astronomi che hanno dato il loro contributo alla conquista dell'universo che però, per discriminazione, o volute omissioni di governi, non ricevettero il giusto riconoscimento...Per Henrietta Leavit, (1868) l'ostacolo fu di essere nata donna, perché alla fine dell'Ottocento il massimo che una donna potesse aspirare nel campo dell'astronomia era catalogare le stelle a 25 centesimi l'ora nell'osservatorio di Harvard...
Aveva scoperto il metodo per misurare le distanze tra le galassie che cambiò la cosmologia...
Durante il suo ripetitivo impiego notò che le stelle appartenenti a uno stesso gruppo fotografato all'interno della Nube di Magellano pulsavano più lentamente quanto più erano luminose. Nel 1912 riuscì a riassumere in un'equazione le tre variabili di luminosità, distanza e periodo di pulsazione: aveva trovato il modo di misurare le distanze nell'universo usando come punti di riferimento quelle stelle oggi riconosciute come Cefeidi. Nonostante l'eclatante scoperta ci vollero nove anni perché Henrietta fosse messa a capo della sezione di fotometria astronomica di Harvard...
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Ricordando Margherita anche per aver portato il pensiero più in alto delle stelle a noi conosciute : 
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Donne e Astronomia Empty Ricordando Margherita Hack - Figlia delle stelle

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94 anni fa nasceva Margherita Hack.
Astrofisica e divulgatrice scientifica, nata a Firenze il 12 giungo 1922. 
Prima donna in Italia a dirigere un osservatorio astronomico.
Femminista convinta con buone idee su come salvare l'ambiente.

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Margherita giovane atleta
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Donne e Astronomia Empty Caroline Lutetia Herschel

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Una vita dedicata ad assistere prima il fratello William e in seguito il nipote John, Caroline così scrive nel suo diario: “ Io non ho fatto nulla, tutto quello che sono, tutto quello che so lo devo a mio fratello”. Per una donna del suo tempo avere un ruolo attivo nel campo della ricerca scientifica era una straordinaria novità. Le donne all’epoca potevano scrivere poesie romanzi o dipingere ed era impensabile potessero dedicarsi alle scienze fisiche. William però, non essendo tipo convenzionale incoraggiò Caroline a dedicarsi alla ricerca delle comete. 
All’inizio della sua attività osservativa le sue scoperte notevoli furono le nebulose, le macchie nel cielo la cui natura fisica era motivo di acceso dibattito.
Un centinaio di nebulose erano già state scoperte da Charles Messier, il quale  sospettava, a torto, che fossero comete di passaggio. Caroline osservò quelle contenute nell’elenco e poi iniziò a trovarne altre utilizzando un telescopio che era poco più di un giocattolo.
In tutto scoprì otto comete, (l’ultima fu la C/1797 P1 Bouvard-Herschel) e oltre a numerosi oggetti, nebulose e galassie, stupendo tutti gli astronomi europei. 
Nel 1835, in riconoscimento del suo lavoro come astronoma, fu nominata membro onorario della Royal Astronomical Society, e fu la prima donna a essere insignita di tale titolo.
Scrisse l’epitaffio per la sua tomba riportando queste parole: ” Gli occhi di colei che è qui sepolta, sono rivolti al cielo stellato”. 
Portano il suo nome un cratere sulla Luna “C. Herschel” e l’asteroide “281 Lucretia”.
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Ultima modifica di annali il Ven 19 Mar 2021, 12:14 - modificato 1 volta. (Motivazione : Sostituita immagine...)
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Williamina Fleming (1857 - 1911)
Oltre i contributi alla nascente branca della classificazione stellare, a lei si deve la scoperta di uno più famosi oggetti del profondo cielo: La Nebulosa Testa di Cavallo.
Scoperta quanto mai controversa, che per ironia della sorte, in vita non le fu riconosciuta.
Dal 1881 Williamina era parte dello staff, come “calcolatrice” dell’astronomo William Pickering, specializzato in fotografie del cielo, gran parte sottoposte agli screening affidati alle assistenti: tutte donne e mal pagate!Percepivano solo la metà dei colleghi maschi. Il 27 giugno 1888, Williamina stava esaminando una serie di fotografie riprese fra le stelle della Cintura di Orione, notando una nebulosa oscura in una  delle lastre impressionate, che registrò con queste note: “ Una vasta nebulosità estesa a sud di Zeta Orionis per 60’ . Più intensa e distinta su un lobo, con una testa a simmetria semicircolare estesa per 5’ in diametro, 30’ a sud della stella Zeta. 
Nella prima edizione del catalogo compilato da John Dreyer, uscita nel 1895, la nuova nebulosa fu classificata come IC434, però il nome di Williamina non compariva come scopritrice, né per quest’oggetto né per altri scoperti e segnalati in precedenza. La scoperta fu attribuita a Pickering.
Nella seconda edizione del catalogo 1908, Williamina fu finalmente citata però non come scopritrice della Testa di Cavallo, ma solo per altre scoperte minori. Grazie alla sua instancabile dedizione, la Fleming esaminò e catalogò più di diecimila spettri di stelle, scoprì 59 nebulose, 10 novae e oltre 300 stelle variabili.
Un numero di dati preziosi per la nascente astrofisica che da soli le avrebbero garantito un posto di rilievo nella storia dell’astronomia. La scoperta che le avrebbe dato la fama più meritevole anche fuori dalla cerchia degli astronomi professionisti fu quella della Testa di Cavallo, che per ironia della sorte in vita non le fu riconosciuta e soltanto in tempi recenti, un riesame dei carteggi,  ha provveduto a rendergliene merito. 
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