L’ASTRONOMIA NELLA CULTURA DEI SUMERI
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L’ASTRONOMIA NELLA CULTURA DEI SUMERI
Verso il 3500 a.C. si stabilirono i primi insediamenti di un nuovo popolo fra le terre tra il Tigri e l’Eufrate. Questo popolo chiamò la propria terra: SUMER.
I sumeri, o “teste nere” come essi stessi si identificarono, edificarono vere e proprie città stato, tra le quali Ur, Uruk, Eridu, Larsa.
Al vertice della società, dopo il sovrano stava la classe dei sacerdoti, depositari del sapere in particolare dell’astronomia.
Alcune informazione sull’astronomia dei sumeri ci derivano dalla serie di scritti relativi all’epopea di Gilgamesh, figlio della dea Ninsun e del semidio Lugulbanda, il quale compì una serie di imprese affiancato dal suo amico Enkidu.
La rappresentazione celeste di Gilgamesh è la costellazione di Orione, la cui storia ci parla dell’uccisione del Toro Celeste.
Quasi sicuramente è questa la testimonianza più antica dell’esistenza della costellazione del Toro, posta nei pressi di Orione, spesso rappresentato mentre brandisce la spada per colpire il Toro.
I sumeri, o “teste nere” come essi stessi si identificarono, edificarono vere e proprie città stato, tra le quali Ur, Uruk, Eridu, Larsa.
Al vertice della società, dopo il sovrano stava la classe dei sacerdoti, depositari del sapere in particolare dell’astronomia.
Alcune informazione sull’astronomia dei sumeri ci derivano dalla serie di scritti relativi all’epopea di Gilgamesh, figlio della dea Ninsun e del semidio Lugulbanda, il quale compì una serie di imprese affiancato dal suo amico Enkidu.
La rappresentazione celeste di Gilgamesh è la costellazione di Orione, la cui storia ci parla dell’uccisione del Toro Celeste.
Quasi sicuramente è questa la testimonianza più antica dell’esistenza della costellazione del Toro, posta nei pressi di Orione, spesso rappresentato mentre brandisce la spada per colpire il Toro.
Il modello dell’universo sumero, non aveva limiti, era eterno ed infinito. In un punto del mare primordiale era sospesa una sfera, divisa in due parti: al di sopra vi era An, il cielo; su di esso i sumeri ritenevano che si muovessero tutti gli astri. Il suo nome era importante e veniva scritto con il segno di una stella.
Nell’emisfero inferiore vi era invece il mondo sotterraneo, nel quale si collocavano gli inferi, chiamato Kur. Tra i due emisferi si stendeva immobile un disco di acqua dolce, chiamato Apsu, sul quale galleggiava la Terra, chiamata Ki. I sumeri la immaginavano simile ad un disco piatto. Apsu era circondato da un immenso oceano, contornato a sua volta da una corona di montagne.
Nell’emisfero inferiore vi era invece il mondo sotterraneo, nel quale si collocavano gli inferi, chiamato Kur. Tra i due emisferi si stendeva immobile un disco di acqua dolce, chiamato Apsu, sul quale galleggiava la Terra, chiamata Ki. I sumeri la immaginavano simile ad un disco piatto. Apsu era circondato da un immenso oceano, contornato a sua volta da una corona di montagne.
Il cielo An e la Terra Ki, erano all’inizio uniti, legati da un unico elemento primordiale: la Montagna Cosmica.
Dall’unione nacquero gli dei principali, gli Annunaki, tra i quali l’aria, Enlil, che separò il Cielo dalla Terra.
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