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Sicilianità

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Messaggio  Tara

Mah..pure la cassata si difende bene...diciamo che sono due dolci che rappresentano la Sicilia .

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Messaggio  Charade

... chiedo : ma non era il cannolo ? 
Questo all'estero lo ho trovato tipicamente dappertutto - 
Sicilianità - Pagina 6 Cannoli-siciliani

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Messaggio  Beni6

Ciao Tara complimenti per ciò che hai postato . La cassata rappresenta il.dolce classico e top.della Sicilia . È il mio preferito per cui.lo.mangio spesso .senza esagerare . Buona serata a te ed a tutte/i gli amici leggenti.


Ultima modifica di Beni6 il Ven 18 Set 2020, 21:02 - modificato 1 volta.
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Messaggio  Tara

Sicilianità - Pagina 6 Pastic10

La pasticceria siciliana è un’arte di antica origine. Vi sono profondi legami tra la storia dei dolci in Sicilia, il mito e la religione. Quello che mangiamo oggi è l’unione di culture e di popoli: Sicani, Siculi, Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Germanici, Francesi, Spagnoli. Ognuno di essi ha lasciato il suo contributo, ognuno di essi ha vissuto la Sicilia, facendola in parte propria e portandone un po’ con sé. Le radici della pasticceria di Sicilia affondano nei riti sacri. I primi erano dedicati alla grande Dea Madre: pare che i Siculi fossero soliti amalgamare il frumento con il latte e il miele, dando vita a una prima forma di cuccia. In seguito, furono i Greci a portare nell’isola il mandorlo, la vite, l’ulivo e nuove tecniche di lavorazione della terra, rinforzate dal culto in onore di Demetra, Persefone, Adone e Dioniso.
I Greci e i Romani
Con le nuove tecniche di coltivazione, mutò il paesaggio e la Sicilia divenne un importante centro culturale, raggiungendo i primi traguardi gastronomici. Basta citare nomi come Labdaco di Siracusa, che inaugurò una scuola, o Archestrato di Gela, che scrisse il primo manuale gastronomico. Platone, nei suoi viaggi a Siracusa, parlò ad esempio di “una torta che prende il nome da Gelone il Siceliota, ornata con prelibatezze di pistacchio, datteri e noci, alla vista di cui il mio cuore si dilettava e la bocca aveva l’acquolina…”. Risalgono a questo periodo i dolci a base di mandorle abbrustolite, i pasticcini al miele e le cudduredde. Durante la dominazione romana si vivevano con grande coinvolgimento le festività di Carnevale e Pasqua e pare che sia il cannolo che la cassata siano legati a questi due riti. Ad accrescere ulteriormente il bagaglio di esperienze della cucina siciliana contribuirono anche le prime comunità ebraiche della Sicilia. Il torrone, ad esempio, sarebbe proprio una specialità degli ebrei-siciliani dell’epoca romana. Il passaggio al cristianesimo, poi, rappresenterà un momento davvero cruciale. Alla devozione sono legate alcune tipiche ricette, come quella della cuccia, a base di grano, che si consuma il 13 dicembre, giorno della festa di Santa Lucia.

Pasticceria Siciliana dai Bizantini in poi
Intorno alla metà del 500 sarà la volta dei Bizantini. Vennero fondati numerosi monasteri, la cucina divenne più ricercata e si impreziosì di nuovi aromi. Il passaggio successivo è quello che vide protagonisti gli Arabi: la conquista dell’isola da parte dei musulmani iniziò nell’827. Vennero introdotte nuove piante, come la canna da zucchero e il gelso e si gettarono le basi per tanti piatti della tradizionale cucina siciliana. In seguito, durante il regno di Federico II si iniziarono a incrementare le piantagioni di canna da zucchero nell’isola, con i primi trappeti per l’estrazione dello zucchero. Nella gastronomia, le pietanze arabo-sicule sono quelli con ingredienti di importazione araba e di essenze come gelsomino e cannella. Con la dominazione spagnola la pasticceria siciliana vide il perfezionamento di tante ricette. Nei conventi si diffuse sempre più l’arte della dolceria. Alla fine del 1700 i nobili, con rituali e banchetti, favorì la cultura del mangiare bene, sotto la guida dei monsù, ma senza mai distaccarsi troppo dalla tradizione. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento avvenne una vera e propria rivoluzione nella pasticceria siciliana. Arrivarono dalla Svizzera nomi come Caflish e Greuter, che portarono nuove tecniche di lavorazione e ingredienti come burro e panna.

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Messaggio  Beni6

Ciao Tara Ottima storia della nostra Sicilia . Mi permetto di aggiungere senza sminuire la storia delle dominazioni in Sicilia , che siamo sotto scacco di una nuova dominazione quella dell'Unione Europea e anche se il governo Conte ci volta le spalle , noi siciliani riusciremo ad evitare quest'altra dominazione ( fuoco amico ) e dare le giuste risposte al governo centrale che ci vorrebbe svendere all'Europa . Orgoglioso di essere un siciliano! Buona serata a tutti ed a tutte che leggono .
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Messaggio  Tara

Sicilianità - Pagina 6 Paladi10

» Siciliani: tante dominazioni ma mai dominati!

La storia della Sicilia è costellata da innumerevoli ed illustri dominazioni straniere che hanno contribuito a renderla un luogo unico ed inimitabile. I Siciliani non sono mai diventati Greci, Romani, Arabi, Normanni, Angioini, Spagnoli o Borboni, hanno bensì vissuto una sorta di tentativo di sopraffazione da parte degli stranieri, che nel tempo però è diventata naturale integrazione e soprattutto rispetto da parte degli invasori per la cultura di un popolo che ha sempre difeso con onore e dignità le proprie tradizioni. Insomma si potrebbe dire che i Siciliani hanno “sicilianizzato” i loro dominatori, basti ricordare ed esempio l’Imperatore Federico II di Svevia che addirittura compose poesie in siciliano e che per precisa volontà testamentaria volle essere sepolto a Palermo, dove la sua tomba ancora oggi è costantemente ornata di fiori omaggiati da un popolo che non dimentica il più grande imperatore siciliano. Già Cicerone nel 70 a.C. da buon conoscitore della Sicilia, sosteneva le tre doti del popolo: intelligenza, diffidenza, umorismo, qualità che hanno preservato e contraddistinto nei secoli di dominazioni, l’identità dei siciliani. Un capitolo a parte però è quello relativo alla dominazione araba che ebbe al contrario non poche difficoltà di integrazione. La conquista araba anche se ebbe per l’isola aspetti positivi, non fu mai accettata dai siciliani come testimoniano le innumerevoli insurrezioni popolari che si svilupparono nel tempo. Gli arabi furono sempre considerati nemici, basti rilevare dall’osservazione delle tante testimonianze dell’arte popolare, il cui tema principale era la lotta vittoriosa contro i "saraceni", quanto l’invasore non fosse gradito. Nelle sponde dei carretti siciliani ad esempio non mancavano mai figure di paladini che combattevano per scacciare i saraceni, così come nelle trame delle famose opere dei pupi, i paladini alla fine quasi sempre mozzavano la testa agli invasori, insomma il popolo siciliano malgrado le forti pressioni arabe, non perse mai la sua natura fiera ed indipendente. Ma nonostante le forti diversità culturali, in Sicilia comunque si assistette alla più incredibile integrazione immaginabile, dove da una parte si determinò l’islamizzazione e l’arabizzazione dei residenti, e dall’altra alla “sicilianizzazione” degli invasori, così come era avvenuto in precedenza con i Greci ed i Romani. Gli Arabi al loro arrivo in Sicilia si trovarono di fronte ad antiche società urbane, ricche di storia millenaria, di arte e cultura, ricche di case, di strade, di teatri, Palermo all’epoca aveva già più di 1500 anni! Scegliere tra la tenda e la casa non fu difficile e quindi i musulmani conquistatori non tardarono ad adattarsi “sicilianizzandosi” pur mantenendo un forte carattere islamico nell’organizzazione dello stato. Il processo di acculturazione si riflesse anche sulla lingua, e si venne a creare una sorta di parlata mista arabo-sicilano-greco-latino, un linguaggio che ha reso il dialetto siciliano moderno una lingua unica nel suo genere. Il popolo siciliano nonostante il numero, la diversità e la durata delle varie dominazioni è riuscito comunque soprattutto per il suo carattere fiero e coraggioso, a conservare integra la sua identità.
😟Mah. ..da come vanno le cose in Trinacria mi sa tanto che molto presto saremmo noi ad essere schiavizzati è domati.




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Messaggio  Tara

Saluti golosi dalla Trinacria. drunken sunny

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Messaggio  Charade

… 'mbah  scratch io per turismo e per lavoro in quel di Catania e dintorni , ho sempre ordinato il gelato al pistacchio e mi hanno sempre capito e mai corretto … Se l'altro termine esiste ancora nell'uso popolare , probabilmente sarà antichissimo e quindi con l'avvento delle tv berlusconiane insieme a quella italica moderna , sicuramente sepolto insieme a chissà quanti altri , anche di altri dialetti -
emobysr

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Messaggio  Beni6

Ciao Tara sapevo che da noi in Sicilia il miglior pistacchio è quello di Bronte ( usato per i dolci e per il gelato soprattutto) ma sconoscevo la sua storia che ora tu ci hai fatto conoscere . IL pistacchio una delle tante ' dolcezze ' della nostra terra di Sicilia . Buon pomeriggio.
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Messaggio  Tara

Sicilianità - Pagina 6 Pistac10

Conoscere la Sicilia » Ecco perché in siciliano il pistacchio si chiama Fastuca

Avete mai sentito il termine Fastuca? Se siete siciliani, probabilmente si. Continua il nostro viaggio alla scoperta della lingua siciliana e delle sue parole. Oggi ci fermiamo a parlare di uno dei prodotti più apprezzati e noti del territorio: il pistacchio.
Le zone di produzione più rinomate sono l’Etna e l’Agrigentino. Così, tra le eccellenze, annoveriamo il pistacchio di Bronte e quello di Raffadali. Lo chiamano oro verde e il soprannome è più che adatto: con le sue caratteristiche, l’autentico pistacchio siciliano non teme confronti.
Il nome siciliano del pistacchio, fastuca, ha origini antiche. Si deve, infatti, agli arabi e al loro fustuqa. La pianta, in alcune zone, viene chiamata anche “scornabeccu” o “frastucara”. Dal greco-latino muovono pistáke/pistacium e giungono nell’arabo. Da qui parte fustūq che in Sicilia si radica nella forma fastuca.

Il pistacchio è originario del Medio Oriente, dove veniva coltivato già in età preistorica, in particolare in Persia. Come riferisce Ateneo di Naucrati nel suo “I Dipnosofisti”, diversi autori greci ed ellenistici parlano del pistacchio, collocandone la coltivazione in Siria, Persia e India, e chiamandolo bistachion o pistakia o pistakio.
😄
Adesso nè sappiamo qualcosa in più del pistacchio..es:- io non sapevo il termine "Fastuca "riferito al pistacchio.

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Messaggio  Charade

Senza nulla togliere ai 2 immensi servitor dello stato , a cui poi la frangia di stato colluso con mafia , gli ha dato il malservito , vorrei ricordate anche quel generale il sciur Carlo Alberto (Dalla Chiesa) che trinacriano non era , ma per medesimi motivi ci lasciò la ghirba , lui con l'incolpevole e romantica giovin consorte … abbracciata protettivamente a scudo in un ultimo vano tentativo contro la furia di pallottole esecutive siculo-romane … a dimostrazione dell'interregionalità di tutta la questione -
+
Non mi si interpreti ostilmente o pregiudiziosamente , ma tutti/e i trinacriani come gran parte degli isolani , si credono a diritto o a probabilmente storto , un po' speciali ( come del resto tutte le isole )… osservate bene che tutto il mondo tondo , volendo si può considerare un'isola …
+
Ideologicamente , alla stessa maniera mal ho sempre considerato il parallelo movimento della peninsula padana , di cui facendone anche parte , sempre mal ho digerito le spinte separatiste che oltremodo aleggiano nell'animo umano ad ogni livello … da quello della propria nazione a finire a quello del pianerottolo , orticello annesso … 
+
L'onestà è un valore più universalmente umano , che isolatamente isolano e certe storture si vengono a creare proprio dalle eterne divisioni sotto qualunque ala geo-ideologica -

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Bene!! una pagina di storia da te raccontata. Ricordo ....
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Messaggio  Beni6

Salve a tutti , scorrendo questa pagina mi sono soffermato su quanto postato da Tara il 24 maggio c.a. Un grande siciliano che ha fatto conoscere la vera Sicilia ed i veri siciliani onesti nel mondo è stato il giudice Giovanni Falcone che assieme alla moglie dr.ssa Francesca Morvillo alle ore 17,59 del 24 maggio 1992 fu trucidato assieme ai tre agenti di scorta ( Di Cillo , Montanari e Schifano ) nei pressi di Capaci da un terribile quanto meschino e vile attentato mafioso che pur di eliminare il giudice e la sua scorta non lesino ' di farvsaltare in aria cin 300 kg di esplosivo un tratto dell'autostrada Mazara del Vallo.Palermo . Il destino è stato infame perché giunto all'aeroporto Punta Raisi proveniente da Roma disse all autista della blindata che avrebbe guidato lui la macchina per quel breve tragitto e l ' autista si accomodò nel sedile posteriore . Dietro di loro logicamente la scorta con i tre suoi angeli custodi . Ebbene destino volle che l'unica persona che si salvò nella terribile esplosione fu l' autista che occupava solitamente il.posto del.magistrato . Ho voluto dilungarmi in questa esposizione dei fatti per farvi partecipi come un grande eroe ( anche se Lui.non si definiva tale ) della Sicilia onesta e laboriosa di quella sicilianità che rispetta le leggi , verrà ricordato per sempre , simbolo dei siciliani onesti . A distanza di due mesi poi il suo grande e fraterno amico e collega il.giudice Paolo Borsellino.e cinque agenti della sua scorta faranno purtroppo la medesima fine . La Sicilia è anche questa , la patria di due eroi che hanno.pagato con.la vita il senso di giustizia e di libertà che pervade moltissimi siciliani onesti .
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Messaggio  Tara

Ciao Beni..grazie .
Buonanotte a te 🌒

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Messaggio  Beni6

Ciao Tara hai descritto bene i colori ed i sapori con i personaggi della nostra unica sicilianità che ci rende orgogliosi di vivere nella nostra terra . Buona serata . Beni6
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Messaggio  Ospite

Non solo nella tua Sicilia, Tara, si parlava di streghe, anche nel mio paesino in Abruzzo i racconti erano tanti e capitava che nelle sere d'estate noi bambini ci mettevamo in circolo attorno alla nonna di turno che sapeva bene come farci drizzare i peletti delle braccia e battere i denti.
Tempi andati ma non tanto. L' occulto vive e prospera ancora, si stima che ogni anno miliardi di euro girano intorno a questo mondo. Un vero businnes. Per la stragrande maggioranza si tratta sicuramente di impostori che lucrano sulla disperazione altrui ma qualcosa di vero ci sarà se tantissime persone, di estrazione sociale e culture diverse, raccontano storie vissute direttamente o indirettamente.
Padre Amorth ha dedicato la vita a combattere il male, tra esorcismi e magia nera.
Io preferisco parlare di negatività.... le persone negative, cattive, invidiose, ci sono eccome ed i loro influssi sinistri colpiscono regolarmente.

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Messaggio  Charade

... ma c'è ancora chi crede ad esorcismi e riti voodoo ?
Credevo fossero relegati ai soli paesi del terzo e quarto mondo (africa subsahariana, giungla brasiliana o terre dell'india) , dove la povertà economica , va a pari passo con quella culturale - 
Sicilianità - Pagina 6 Vodoo10

Mi ricordo un ragazzino a scuola che si grattava tutto il giorno come se avesse le pulci ... e lui ci raccontava terrorizzandoci di avere il malocchio e che era in cura da sua nonna ... La cosa durò fino a quando non venne alle orecchie della maestra che si attivò subito per mandare gli assistenti sociali a casa del ragazzino che evidentemente aveva bisogno di cure mediche o probabilmente igieniche - 

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Sicilianità - Pagina 6 Empty Esorciziamo. .Thiè !!

Messaggio  Tara

Io ricordo che la mia nonnina mi raccontava sempre una  fatto accaduto nel cimitero della mia città.  Ormai è  passato più di un secolo da quando è  successo il fattaccio. ..ma questo racconto un pò spettrale  si tramandava da generazione in generazione. ..tant'è  che la mia bisnonna lha raccontato a mia nonna et  .
È  successo questo:una mattina , alcune donne vestite a lutto è  con il capo coperto con uno scialle nero ..si sono recate al cimitero ,ed una di loro aveva un fagotto sotto il braccio...si sono dirette in uno spazio dove erano sepolti i morti per terra è  hanno fatto una piccola buca a fianco ad essa.Hanno preso il fagotto è  appoggiato  sulla terra..il fagotto era un pezzo di carne con tanto spilloni
conficcati nella carne..praticamente avevano fatto una fattura a morte verso una persona .
Naturalmente  il tutto poteva passare inosservato. ..solo che il custode del cimitero aveva visto tutta la  scena perché si era insospettito  a vedere quelle donne che con aria furtiva si aggiravano per il cimitero. Ha pensato bene di avvisare i carabinieri è  far  arrestare le donne...naturalmente  portati in caserma i militari hanno fatto pressioni sulle donne per sapere  a chi era destinata la "fattura a morte ".Alla fine  le streghe hanno confessato è fatto pure il nome del poveretto che doveva morire tra attroci sofferenze. La carne con gli spilloni è  stata portata fuori dal cimitero è  bruciata .😲

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Messaggio  Tara

Sicilianità - Pagina 6 Strego10


In un periodo in cui molti storici si dedicano alla storiografia pura, Maria Sofia Messana, autrice di "Inquisitori, negromanti e streghe nella Sicilia moderna", ha posto a fondamento del suo lavoro l´appassionata ricerca delle fonti documentarie ovunque fossero reperibili, negli archivi di Madrid, Barcellona, Simancas, Roma, Palermo: questa ricchezza documentaria rende il suo lavoro il «nec plus ultra» della storiografia sull´Inquisizione spagnola di Sicilia. La parte più corposa del materiale documentario è costituita dalle Relaciones de causas, ristretti dei processi inquisitoriali che gli inquisitori di Sicilia inviavano al tribunale spagnolo della Suprema e Generale Inquisizione di Madrid per rendere conto dello stato dei processi e ottenere l´approvazione delle sentenze. Soltanto questa fonte ha permesso l´informatizzazione di circa 4.500 processi e chi l´ha preceduta nello studio delle Relaciones sa bene quale mole di lavoro e quale rigore presupponga questo esercizio, in cui è necessario conoscere la paleografia e la lingua spagnole del XVI e XVII secolo. 

Su queste basi la Messana ha scritto una storia quasi globale: una storia politica, perché si fa riferimento a tutti i regimi che si succedono in Sicilia e alle Concordie che sono il risultato della contrattazione fra le istituzioni isolane e la Corona d´Aragona; una storia sociale, perché tutte le fasce sociali sono prese in considerazione; una storia economica perché le carestie, le crisi agricole, le rivolte sono poste in relazione all´attività inquisitoriale, la cui influenza sull´economia siciliana appare anche attraverso l´attività dei familiari dell´Inquisizione; una storia religiosa, perché delinea un ampio quadro dei reati per cui viene espressa la condanna per eresia.

L'antropologia storica vi interviene spesso nella spiegazione del folklore siciliano. La psicologia storica, infine, lega insieme tutti questi aspetti. L´autrice ha seguito un cammino parallelo a quello di Robert Mandrou che ha spiegato per primo come la rinuncia a perseguire la stregoneria sia una conquista del Parlamento e della magistratura francesi nel XVII secolo. Come lui, ella ha mostrato quanto siano importante il clima culturale e le congiunture mentali per poter comprendere la nascita dell´uomo moderno. 

Il libro è anche importante per l´ampiezza del suo contenuto, poiché al suo interno comprende molti libri. A partire da una grande varietà di fonti spesso inedite, si chiariscono alcuni aspetti fondamentali della odierna ricerca storiografica, apportandovi non poche novità e facendo il punto su grandi questioni di cultura generale. Vi si trova un vero e proprio trattato di demonologia, comprendente sia l´aspetto teorico della stregoneria sia le pratiche magiche poste in atto in Sicilia; viene delineato il complesso mondo degli operatori della guarigione, dai medici alle donne di fora, la farmacopea di maghi, medici e esorcisti; si affronta la storia della pratica giudiziaria in Sicilia per compararla con quella europea.

Questa eccellente conoscenza dell´Inquisizione, Maria Sofia Messana l´ha acquistata immergendosi per lunghi anni nella documentazione inquisitoriale, ancora prima di scegliere il soggetto di questo lavoro, che analizza il rapporto fra Inquisizione e persecuzione della stregoneria in Sicilia. Ciò le ha permesso, lavorando in diversi archivi, di creare una banca dati di circa 7.000 individui perseguiti, che le fornirà in futuro il materiale per altri saggi in altre direzioni.

Ciascuno fa la propria lettura di un libro. Io vorrei suggerirne qualche aspetto: il primo è il carattere specifico dell´Inquisizione, dato dalla sua origine spagnola, dal potere politico madrileno da cui dipende, dal personale spagnolo che la compone. Come sottolinea spesso l´autrice, l´Inquisizione è un corpo estraneo, piombato su una società europea di antica civilizzazione, dotata di proprie leggi e istituzioni, fra cui il diritto di essere giudicata solo da giudici siciliani. Da ciò il conflitto permanente con le altre istituzioni locali che mal sopportano la sua ingerenza in ogni aspetto della vita dei siciliani. Dunque un caso unico nella storia delle Inquisizioni moderne: in Italia prevale il Sant´Uffizio romano e distretti inquisitoriali come Venezia, Aquileia, Milano, non percepiscono il tribunale di fede come un corpo estraneo e straniero inserito nel proprio territorio. Nell´impero spagnolo, invece, eccetto la Sicilia e per certi versi la Sardegna, l´Inquisizione lavora in territori che hanno le sue medesime istituzioni di governo (in America: Messico, Perù, Colombia, Caraibi; in Asia a Goa; in Africa, nelle Canarie) etc etc.confusedconfused

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Messaggio  Charade

... potremmo cambiare luoghi , situazioni e genti , ma quanto vedo qui riportato lo vedo in medesima particolarità anche nella cosiddetta modernità , poiché la povertà non ha condizioni ed i signorotti che fanno prole con altre donne ( vedi Sir Alberto , quello di Monaco) non sono mai passati di moda ... idem per le "lavandaie" dei borghi sia reali (vedi anche il parlamento italiano) come quelle a valenza virtuale  (forum monnezzari) ,,, giaaasssai !  Razz

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Sicilianità - Pagina 6 Empty Ogni tempo ha le sue "curtigghiare "

Messaggio  Tara

Sicilianità - Pagina 6 92678210



La “lavannara”, la “curtigghiara” e la “criata”. Ricordando l’antica società siciliana tra divisioni sociali e ingiurie

Durante la civiltà contadina e fino agli anni ’50 circa la suddivisione della popolazione in gruppi sociali, era molto evidenziata. Agli ultimi scalini si trovavano “Lu nettacessi, lu rantuni, lu gnuri, lu carritteri, lu purtunaru, lu iurnateri” e fra le donne: “La lavannara, e la criata, la nurrizza”. Essi facevano spesso i lavori più pesanti e più umili guadagnando di meno. Siccome nella gerarchia sociale non contavano nulla, ognuno di loro era considerato come “Lu zu nuddu”.

Essi erano chiamati con il loro nome di battesimo fino a quando erano scapoli (Vanni, Peppi, Maria, ecc.) e ricevevano regolarmente il “tu” dai loro padroni. Quando erano avanti negli anni o si sposavano, erano chiamati con il nome preceduto da “zu o za”. La curtigghiara era la donna che abitava nei cortili e generalmente apparteneva al basso ceto della popolazione. Allora il cortile era un paese in miniatura; chiuso il portone, per evitare di far entrare animali randagi o persone moleste, dentro si svolgevano i lavori più disparati di casalinga, d’artigianato e di campagna.

Fra “li cummariddi” (le vicine dello stesso cortile), spesso avvenivano grandi bisticci con grida parolacce e tirata di capelli. A causa di questi bisticci la parola curtigghiara era diventata sinonimo di “strafalaria” cioé di donna volgare appartenente al basso ceto della popolazione. Tuttavia, proprio queste donnette davano un grande esempio d’umanità e di solidarietà dandosi assistenza reciproca in casi di bisogno, dimenticando quasi subito la baruffa avvenuta.

La lavannara andava a lavare i panni e la biancheria sporca in casa di famiglie benestanti, in giornate stabilite; a volte si portava in casa il lavoro. La misera paga e qualche indumento dimesso che ricevevano dai padroni, serviva per arrotondare le entrate del bilancio familiare. La “criata” era la cameriera dei vecchi tempi. Essa, pur vivendo nella stessa casa dei “padroni”, non mangiava mai a tavola con loro, ma in cucina o in un angolo isolato.

Generalmente il padrone, anche se sposato, si serviva di lei per i suoi desideri sessuali; se la metteva incinta, la faceva partorire di nascosto ed il figlio finiva alla “rota” per essere adottato. Quando invece voleva mandarla via, la faceva sposare, ancora incinta, con qualcuno dei suoi servi, regalandole un pezzetto di terreno o una casetta. Per questi motivi generalmente la criata era giudicata male dalla società; un proverbio in merito diceva: “criata: vasata o pizzicata”.

Nel dopoguerra, quando la situazione economica disastrosa incominciò a normalizzarsi subentrando a poco a poco il benessere, anche la criata incominciò a reclamare i propri diritti. Allora sorse la frase: “Malu tempu c’è ‘n palazzu, la serva voli essiri chiamata signura”; una situazione che non era per niente gradita dalla classe dei “padroni”. La “nurrizza” era la balia, che allattava materialmente i bambini o effettuava la semplice funzione di bambinaia. La famiglia benestante poteva permettersi di trattenerla al proprio servizio.

Il vocabolo deriva dallo spagnolo “nodrizza” o dal francese “nourrice”. “La spingula nurrizza” era la spilla di sicurezza con cui si assicuravano i panni ai bambini ancora in fasce.


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Messaggio  Charade

... una indimenticata donna e soprattutto persona buona !
Questo è anche ciò che ci concede questo spazio virtuale che pur non conoscendola di persona , la si è conosciuta ugualmente e forse molto più profondamente --- 
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Stasera esco da qui , anche perché mi si stanno appannando gli occhi ...  

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Messaggio  Tara

Questo spazio era stato aperto dalla Teti.
Ciaoo Sandra... flower

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Sicilianità - Pagina 6 Empty Un piccolo omaggio a un grande uomo ..

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Messaggio  Charade

... ?! non comprendo , perché in giallo ? 
Non intenderai una digressione Modena calcio col Catania calcio ?  Razz
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+
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