Sistema solare : i pianeti
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Re: Sistema solare : i pianeti
La mappa globale di Titano
La sonda Cassini, dopo 78 passaggi ravvicinati, effettuati nell’arco di 7 anni, ha raccolto tante immagini nell’infrarosso, di Titano, da rendere possibile la composizione di una mappa globale della sua superficie, di oltre 80 milioni di chilometri quadrati.
L’elaborazione delle immagini sono state ottenute con lo strumento VIMS (Visual and Infrared Mapping Spectrometer) associando a ciascuna delle lunghezze d’onda infrarosse un colore specifico: una specie di traduzione cromatica per meglio coglierne evidenti dettagli e conformazioni superficiali, sia nello specifico sia nel loro insieme. Il blu, il verde, il rosso, abbinati, si combinano e si mescolano.In corrispondenza dell’equatore di Titano sono visibili vaste regioni marroni, aree sabbiose spazzate dai venti che trasportano granuli di idrocarburi ghiacciati. Le zone biancastre sono gli altipiani, mentre in corrispondenza del polo nord s’intravvedono le chiazze scure dei grandi laghi di idrocarburi.
Un mondo in “multicolore” di Titano, un mondo complesso, morfologicamente variegato.
annali- Senior
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annali- Senior
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VENERE E LA SUA ATMOSFERA
Prima degli anni settanta la superficie di Venere non era mai stata osservata.
La presenza della spessa coltre di nubi aveva permesso di spaziare con la fantasia, immaginando che il pianeta fosse abitato da misteriose creature. Essendo Venere più vicino al Sole, intercetta molto più della luce solare che intercetterebbe alla distanza della Terra, per questo motivo si riteneva che il clima al di sotto delle nuvole fosse caldo e temperato.
Oltre a ciò, le nubi dense, suggerivano la presenza di acqua, per cui si pensava vi fossero i presupposti per l’esistenza di forme di vita prosperanti in ambiente caldo-umido.
L’era spaziale, con le sonde penetrate attraverso le nubi di Venere, ha rivelato una superficie del tutto nociva e sterile.
Sotto le sue luccicanti nuvole il pianeta è un inferno, perché l’atmosfera di Venere è costituita in massima parte di biossido di carbonio, (96,4%)con poco azoto (3,4%) e solo tracce minime di ossigeno ( meno di 20 parti per un milione). Il suolo è poco illuminato poiché la luce del sole viene intercettata a livelli più alti, nell’atmosfera densa e nuvolosa.
Per effetto della particolare azione filtrante dell’atmosfera, la superficie di Venere rimane immutabilmente immersa nella fioca luce di un cielo color arancione.
La presenza della spessa coltre di nubi aveva permesso di spaziare con la fantasia, immaginando che il pianeta fosse abitato da misteriose creature. Essendo Venere più vicino al Sole, intercetta molto più della luce solare che intercetterebbe alla distanza della Terra, per questo motivo si riteneva che il clima al di sotto delle nuvole fosse caldo e temperato.
Oltre a ciò, le nubi dense, suggerivano la presenza di acqua, per cui si pensava vi fossero i presupposti per l’esistenza di forme di vita prosperanti in ambiente caldo-umido.
L’era spaziale, con le sonde penetrate attraverso le nubi di Venere, ha rivelato una superficie del tutto nociva e sterile.
Sotto le sue luccicanti nuvole il pianeta è un inferno, perché l’atmosfera di Venere è costituita in massima parte di biossido di carbonio, (96,4%)con poco azoto (3,4%) e solo tracce minime di ossigeno ( meno di 20 parti per un milione). Il suolo è poco illuminato poiché la luce del sole viene intercettata a livelli più alti, nell’atmosfera densa e nuvolosa.
Per effetto della particolare azione filtrante dell’atmosfera, la superficie di Venere rimane immutabilmente immersa nella fioca luce di un cielo color arancione.
Ultima modifica di annali il Mar 03 Mar 2015, 22:11 - modificato 1 volta.
annali- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
Risolto il mistero della roccia improvvisamente apparsa l'8 gennaio, accanto al rover Opportunity.
Al "sasso marziano" era stato dato pure un nome:" Pinnacle Island"!
Alla fine s'è scoperto che nessuna "mano" lanciò sassi al rover, ma si trattava di un frammento staccatosi da una roccia colpita da una delle ruote dello stesso!
annali- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
La priorità se ancora non s'è capita, è far funzionare l'industria che fa capo sia a quella spaziale, sia bellica, sia qualunque cui fanno da padroni i detentori di tali poteri...
annali- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
E' una questione di priorità ,,,
Charade- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
Anche se ti devo dar ragione, che il denaro speso per la rincorsa alla conquista dello spazio, servirebbe a chi soffre letteralmente la fame, l'uomo, sin dal primo istante che alzò gli occhi al cielo rimase tanto affascinato dal suo mistero che ancor oggi, di tale mistero vuole fortemente entrare a farne parte. Non più uomo legato alla terra ma viaggiatore senza confini nell'universo ... ( dal quale proveniamo)
annali- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
Di sicuro , alimentando il mistero , nasa e company , stanno cercando di non far abbassare la guardia su finanziatori e finanziamenti futuri ,,,
L'unica realtà evidente è che molto probabilmente Marte è un sasso morto ,,, Ok , la ricerca e il progresso delle conoscenze , ma priorità ed obbiettivi finali sfuggono , soprattutto quando ci sono grandi fette della popolazione mondiale che soffrono la fame e che con tutti quei miliardi di dollari potrebbero migliorare la comune condizione ,,, questi sono i veri "sassi" spostati da dover considerare -
Il mondo dei cieli è troppo lontano dal nostro mondo della terra ---
L'unica realtà evidente è che molto probabilmente Marte è un sasso morto ,,, Ok , la ricerca e il progresso delle conoscenze , ma priorità ed obbiettivi finali sfuggono , soprattutto quando ci sono grandi fette della popolazione mondiale che soffrono la fame e che con tutti quei miliardi di dollari potrebbero migliorare la comune condizione ,,, questi sono i veri "sassi" spostati da dover considerare -
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Charade- Senior
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annali- Senior
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LE FASCE DI VAN ALLEN
All’inizio del 1958, quando ancora poco si conosceva del campo magnetico terrestre nello spazio, una squadra di scienziati del dipartimento di Fisica e Astronomia, guidata dal professor James Van Allen, fece una scoperta sorprendente. Si trattava di due cinture che circondano completamente il nostro pianeta, una inferiore compresa fra i 1000 e i 6000 km di altitudine, costituita di un insieme di protoni, elettroni e atomi in forma ionica a costante densità, mentre l’altra cintura superiore si evidenzia fra i 13000 e i 60.000 km di altezza con variabile intensità, costituita principalmente da elementi a carica negativa. Le fasce si allargano e si restringono deformandosi per l’influsso dell’energia che arriva dal Sole.
Lo spazio in cui fluttua la Terra appare vuoto quando in realtà è pieno di radiazioni: raggi cosmici, elettroni, protoni, raggi x, raggi y e altre particelle che vagano nel cosmo. Oltre ciò, l’attività solare produce gigantesche tempeste con protuberanze di plasma a temperatura molto elevata che si liberano nello spazio. Quando il plasma contenuto in una bolla solare si rompe e viene rilasciato, avviene un “brillantamento” che produce un lampo con emissione di massa coronale. L’essenza che si allontana dal Sole è chiamata “vento solare”.
Le particelle giunte nei paraggi della Terra, interagendo con il campo magnetico locale al quale sono elettricamente sensibili, sono bloccate nelle due maggiori cinture magnetiche, le “fasce di Van Allen”, creando un formidabile scudo invisibile contro le irruzioni del vento solare, impedendo alle radiazioni di raggiungere la superficie della Terra e danneggiare le delicate strutture biologiche.
Il campo magnetico della Terra è generato dal suo nucleo, parzialmente liquido, costituito principalmente da ferro. Il nostro pianeta è, in sostanza un gigantesco magnete del quale le fasce di Van Allen tracciano il campo da esso generato fuori dal globo terrestre, il cui baricentro non corrisponde al centro della Terra.
Come risultato dell’interiezione delle particelle cariche con la parte alta dell’atmosfera, avviene l’emissione di luce vicino ai poli generando lo spettacolare fenomeno dell’aurora boreale o australe.
Lo spazio in cui fluttua la Terra appare vuoto quando in realtà è pieno di radiazioni: raggi cosmici, elettroni, protoni, raggi x, raggi y e altre particelle che vagano nel cosmo. Oltre ciò, l’attività solare produce gigantesche tempeste con protuberanze di plasma a temperatura molto elevata che si liberano nello spazio. Quando il plasma contenuto in una bolla solare si rompe e viene rilasciato, avviene un “brillantamento” che produce un lampo con emissione di massa coronale. L’essenza che si allontana dal Sole è chiamata “vento solare”.
Le particelle giunte nei paraggi della Terra, interagendo con il campo magnetico locale al quale sono elettricamente sensibili, sono bloccate nelle due maggiori cinture magnetiche, le “fasce di Van Allen”, creando un formidabile scudo invisibile contro le irruzioni del vento solare, impedendo alle radiazioni di raggiungere la superficie della Terra e danneggiare le delicate strutture biologiche.
Il campo magnetico della Terra è generato dal suo nucleo, parzialmente liquido, costituito principalmente da ferro. Il nostro pianeta è, in sostanza un gigantesco magnete del quale le fasce di Van Allen tracciano il campo da esso generato fuori dal globo terrestre, il cui baricentro non corrisponde al centro della Terra.
Come risultato dell’interiezione delle particelle cariche con la parte alta dell’atmosfera, avviene l’emissione di luce vicino ai poli generando lo spettacolare fenomeno dell’aurora boreale o australe.
annali- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
Avevo preso quell'immagine , ( la prima che è capitata ) , velocemente senza stare a guardare lì o là ...
Da questo fatto , ne discende che internet è una gran bella cosa , ma essendo in dominio di tutti , bisogna aver cautela e spirito critico all'ennesima potenza , altrimenti se si accetta tutto , si rischia di prendere tante di quelle bufale , che neanche la maremma o la campagna laziale , le potrebbe contenere tutte ...
ps. esisterà la costellazione della bufala ?
Da questo fatto , ne discende che internet è una gran bella cosa , ma essendo in dominio di tutti , bisogna aver cautela e spirito critico all'ennesima potenza , altrimenti se si accetta tutto , si rischia di prendere tante di quelle bufale , che neanche la maremma o la campagna laziale , le potrebbe contenere tutte ...
ps. esisterà la costellazione della bufala ?
Charade- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
No, le meteore non credo di averle viste. Mercurio può essere circa un mese fa.
misterred- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
Dimenticavo: non sbagli sia Venere il pianeta visibile nel cielo serale, almeno per questi primi dieci giorni, poi sarà visibile solo al mattino. L'altro pianeta che vedi brillare, se non sbaglio dev'essere Giove, ma dovrò andare a controllare. Mercurio era visibile a dicembre scorso, però, lasciami vedere meglio.
Ciao, hai potuto osservare anche le meteore Quadrantidi? Io no, con il cielo sempre se non nuvoloso, pure affetto da inquinamento luminoso.
Ciao, hai potuto osservare anche le meteore Quadrantidi? Io no, con il cielo sempre se non nuvoloso, pure affetto da inquinamento luminoso.
annali- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
Ciao Tino! Non potremmo vivere su Venere non solo per la sua vicinanza al Sole, ma per l'ambiente altamente tossico per i molti vulcani che espellono gas micidiali, un vero inferno fatto di anidrite carbonica, azoto, anidride solforosa, monossido di carbonio! Non da passarci nemmeno un weekend!
...
...
annali- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
Annali, come sempre sei competente e precisa nelle spiegazioni. A me era sorto il dubbio, ormai dissipato. Vero, essendo vicino al sole "Venere" non potrebbe essere abitato.
La sera, quando mi ritiro, al crepuscolo vedo un astro luminosissimo basso all'orizzonte, proprio nei pressi dove tramonta il sole. Credo sia Venere. E a volte ne vedo 2, l'altro dovrebbe essere Mercurio.
Tutto ciò è possibile, perchè lavorando fuori città, il cielo stellato è molto ben visibile e a volte anche la "Via Lattea" col suo chiarore.
Ciao e buona domenica.
Stellat-Tino
La sera, quando mi ritiro, al crepuscolo vedo un astro luminosissimo basso all'orizzonte, proprio nei pressi dove tramonta il sole. Credo sia Venere. E a volte ne vedo 2, l'altro dovrebbe essere Mercurio.
Tutto ciò è possibile, perchè lavorando fuori città, il cielo stellato è molto ben visibile e a volte anche la "Via Lattea" col suo chiarore.
Ciao e buona domenica.
Stellat-Tino
misterred- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
sanvass ha scritto:Scusate se mi intrometto, ma il pianeta "Venere" risulta più grande della Terra ( mi sbaglio) ? E gli asteroidi? Annali, tu che dici?Charade ha scritto:Abbassa la daga fiera guerriera , di machievellico o di personalmente insinuante nulla c'è , se nulla vuoi vedere ...
Abbi anche tu la capacità di distinguere un discorso generale da uno riferito a te in particolare ...
Il sole non gira in torno alla terra ! ...
Tino
Infatti, Tino, nello schema hanno disegnato Venere più grande della Terra. In realtà, anche se non di molto la Terra è più grande del pianeta Venere, lo scarto è minimo. E' il nostro pianeta cosiddetto gemello, ma per noi non sarebbe piacevole farci una visitina: possiede un clima terrificante...
annali- Senior
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Re: Sistema solare : i pianeti
Scusate se mi intrometto, ma il pianeta "Venere" risulta più grande della Terra ( mi sbaglio) ? E gli asteroidi? Annali, tu che dici?Charade ha scritto:Abbassa la daga fiera guerriera , di machievellico o di personalmente insinuante nulla c'è , se nulla vuoi vedere ...
Abbi anche tu la capacità di distinguere un discorso generale da uno riferito a te in particolare ...
Il sole non gira in torno alla terra ! ...
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E ANCORA IN ROTTA VERSO MARTE
Si tratta della missione MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution). Partita il 19 novembre scorso dal complesso di lancio 41 dell’Air Force Station di Cape Canaveral, Florida, si occuperà di misurare gli strati esterni dell’atmosfera marziana per studiarne l’evoluzione attuale e il grado di dispersione nello spazio.
Lo scopo? Comprendere come la perdita di gas e di vapore acqueo dall’atmosfera possa aver influito sull’evoluzione del clima e delle condizioni di Marte. La sonda arriverà al Pianeta Rosso, dopo dieci mesi di volo, previsto per il 22 settembre 2014. Costo? “Solo” 671 milioni di dollari.
Lo scopo? Comprendere come la perdita di gas e di vapore acqueo dall’atmosfera possa aver influito sull’evoluzione del clima e delle condizioni di Marte. La sonda arriverà al Pianeta Rosso, dopo dieci mesi di volo, previsto per il 22 settembre 2014. Costo? “Solo” 671 milioni di dollari.
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IN VIAGGIO VERSO PLUTONE
La sonda New Horizons in questi momenti è in mezzo al “niente”, ma il suo obiettivo è arrivare molto lontano, cioè a sorvolare Plutone, raggiungendo i limiti del Sistema Solare per poi superarli.
Il suo arrivo a destinazione è previsto per il 2015. Per quella data attraverso il Long Range Reconnaisance Image (LORRI), uno dei telescopi interplanetari più potenti mai utilizzati nella storia dell’esplorazione spaziale, sarà possibile distinguere oggetti su Plutone più piccoli di un campo da football.
Inoltre, sarà posto in azione unito a LORRI, uno spettrometro progettato per scandagliare la superficie del pianeta, utilizzando le frequenze della luce e dell’infrarosso .
Lo scopo sarà di svelare la temperatura superficiale di Plutone, i suoi colori e la sua composizione chimica.
Durante il passaggio ravvicinato gli strumenti entreranno in funzione per osservare il Sole attraverso l’atmosfera del pianeta.
Un altro strumento aggiunto ai primi due è Rex (Radio Sience Experiment), che avrà lo scopo di captare segnali radio tra Plutone e la Terra.
Ogni informazione acquisita dalla missione aiuterà a comprendere la struttura esterna del Sistema Solare.
Il suo arrivo a destinazione è previsto per il 2015. Per quella data attraverso il Long Range Reconnaisance Image (LORRI), uno dei telescopi interplanetari più potenti mai utilizzati nella storia dell’esplorazione spaziale, sarà possibile distinguere oggetti su Plutone più piccoli di un campo da football.
Inoltre, sarà posto in azione unito a LORRI, uno spettrometro progettato per scandagliare la superficie del pianeta, utilizzando le frequenze della luce e dell’infrarosso .
Lo scopo sarà di svelare la temperatura superficiale di Plutone, i suoi colori e la sua composizione chimica.
Durante il passaggio ravvicinato gli strumenti entreranno in funzione per osservare il Sole attraverso l’atmosfera del pianeta.
Un altro strumento aggiunto ai primi due è Rex (Radio Sience Experiment), che avrà lo scopo di captare segnali radio tra Plutone e la Terra.
Ogni informazione acquisita dalla missione aiuterà a comprendere la struttura esterna del Sistema Solare.
annali- Senior
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I MITICI CANALI DI MARTE
Fu all’approssimarsi della minima distanza fra la Terra e Marte, in occasione dell’opposizione che avvenne nel 1877, che Giovanni Schiaparelli puntò il telescopio entrato da alcuni anni in funzione nella nuova cupola di Brera.
Le specole di quel tempo erano quasi tutte impegnate nella tradizionale attività di misurazione delle posizioni degli astri nella volta celeste, per cui lo studio delle superfici planetarie era un campo d’indagine di secondaria importanza.
La curiosità di Schiaparelli lo portò nella direzione di altri campi osservativi, realizzando qualche schizzo di prova sulla superficie marziana.
Mancando, a quei tempi una tecnica fotografica accettabile in campo astronomico, era necessario possedere grandi capacità nel disegno per riprodurre dettagli durante le tregue brevissime concesse dalla turbolenza atmosferica.
La stima della comunità scientifica per Schiaparelli, allora direttore della specola milanese, conquistata con gli importanti lavori già pubblicati, conferiva autorevolezza alle sue osservazioni.
Sostituendo colori e sfumature delimitate da linee e contorni, l’astronomo avviò in campo planetario i metodi impiegati nella realizzazione delle carte terrestri.
Le bianche calotte polari indicavano la presenza di acqua (rivelatasi molti anni dopo infondata) influenzò notevolmente le ipotesi formulate, tanto che, secondo la sua interpretazione, i ghiacciai polari potevano alimentare numerosi canali portanti acqua a latitudini più basse.
Nelle osservazioni condotte nella successiva opposizione Terra-Marte del 1879, l’astronomo fu sorpreso dai notevoli cambiamenti subiti dalla superficie marziana, trovando molti canali in differenti posizioni, con mutazioni rilevanti processi di dimensioni gigantesche.
Fu in quell’occasione che riconobbe una piccola area chiara battezzata Nix Olympica, rivelatosi in seguito, con i suoi 24 km di altezza, il più importante vulcano del sistema solare.
Tuttavia, la comparsa di canali paralleli quelli osservati in precedenza, separati da distanze variabili da 350 a 750 km, destarono molti dubbi nell’astronomo, fugati però anche altre importanti personalità dell’astronomia confermarono lo strano fenomeno.
Anche Percival Lowell disegnò una mappa su Marte, contenente oltre 500 canali, confermando il lavoro dell’astronomo italiano.
La settima e ultima opposizione fu studiata nel 1890, ma nel frattempo, la comunità scientifica era nettamente divisa a proposito dei canali, non riuscendo, alcuni a distinguerli, mentre per altri rimanevano inaccessibili.
Infine, prevalse la tesi che i canali fossero illusioni ottiche, generate da difetti nei telescopi usati, sempre rifiutata da Schiaparelli, che avrebbe comportato il vanificarsi di una parte del lavoro svolto negli ultimi trent’anni. Grazie alle sue conoscenze in geodesia, geografia e meteorologia, aveva operato una scelta coraggiosa occupandosi di superfici planetarie quando erano un ramo d’indagine ancora di scarso rilievo nelle specole europee. L’interesse per l’astronomia fisica stava sviluppandosi con lentezza.
Nel 1894 il castello d’ipotesi sui canali iniziò a sgretolarsi, quando William Campbell comprovò che il vapore acqueo attribuito all’atmosfera marziana era in realtà era quello terrestre. Fu con il nuovo rifrattore dell’Osservatorio di Parigi che, nel 1909, si dimostrò in modo definitivo, che i canali erano solo frutto di un miraggio ottico.
L’interpretazione data da Giovanni Schiaparelli ai presunti canali marziani avviò un confronto al di fuori dell’ambito accademico, talmente coinvolgente da favorire un genere letterario molto popolare, attorno al tema dell’eventuale esistenza di esseri intelligenti sul Pianeta Rosso.
Le specole di quel tempo erano quasi tutte impegnate nella tradizionale attività di misurazione delle posizioni degli astri nella volta celeste, per cui lo studio delle superfici planetarie era un campo d’indagine di secondaria importanza.
La curiosità di Schiaparelli lo portò nella direzione di altri campi osservativi, realizzando qualche schizzo di prova sulla superficie marziana.
Mancando, a quei tempi una tecnica fotografica accettabile in campo astronomico, era necessario possedere grandi capacità nel disegno per riprodurre dettagli durante le tregue brevissime concesse dalla turbolenza atmosferica.
La stima della comunità scientifica per Schiaparelli, allora direttore della specola milanese, conquistata con gli importanti lavori già pubblicati, conferiva autorevolezza alle sue osservazioni.
Sostituendo colori e sfumature delimitate da linee e contorni, l’astronomo avviò in campo planetario i metodi impiegati nella realizzazione delle carte terrestri.
Le bianche calotte polari indicavano la presenza di acqua (rivelatasi molti anni dopo infondata) influenzò notevolmente le ipotesi formulate, tanto che, secondo la sua interpretazione, i ghiacciai polari potevano alimentare numerosi canali portanti acqua a latitudini più basse.
Nelle osservazioni condotte nella successiva opposizione Terra-Marte del 1879, l’astronomo fu sorpreso dai notevoli cambiamenti subiti dalla superficie marziana, trovando molti canali in differenti posizioni, con mutazioni rilevanti processi di dimensioni gigantesche.
Fu in quell’occasione che riconobbe una piccola area chiara battezzata Nix Olympica, rivelatosi in seguito, con i suoi 24 km di altezza, il più importante vulcano del sistema solare.
Tuttavia, la comparsa di canali paralleli quelli osservati in precedenza, separati da distanze variabili da 350 a 750 km, destarono molti dubbi nell’astronomo, fugati però anche altre importanti personalità dell’astronomia confermarono lo strano fenomeno.
Anche Percival Lowell disegnò una mappa su Marte, contenente oltre 500 canali, confermando il lavoro dell’astronomo italiano.
La settima e ultima opposizione fu studiata nel 1890, ma nel frattempo, la comunità scientifica era nettamente divisa a proposito dei canali, non riuscendo, alcuni a distinguerli, mentre per altri rimanevano inaccessibili.
Infine, prevalse la tesi che i canali fossero illusioni ottiche, generate da difetti nei telescopi usati, sempre rifiutata da Schiaparelli, che avrebbe comportato il vanificarsi di una parte del lavoro svolto negli ultimi trent’anni. Grazie alle sue conoscenze in geodesia, geografia e meteorologia, aveva operato una scelta coraggiosa occupandosi di superfici planetarie quando erano un ramo d’indagine ancora di scarso rilievo nelle specole europee. L’interesse per l’astronomia fisica stava sviluppandosi con lentezza.
Nel 1894 il castello d’ipotesi sui canali iniziò a sgretolarsi, quando William Campbell comprovò che il vapore acqueo attribuito all’atmosfera marziana era in realtà era quello terrestre. Fu con il nuovo rifrattore dell’Osservatorio di Parigi che, nel 1909, si dimostrò in modo definitivo, che i canali erano solo frutto di un miraggio ottico.
L’interpretazione data da Giovanni Schiaparelli ai presunti canali marziani avviò un confronto al di fuori dell’ambito accademico, talmente coinvolgente da favorire un genere letterario molto popolare, attorno al tema dell’eventuale esistenza di esseri intelligenti sul Pianeta Rosso.
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PROSSIMAMENTE MARTE!
Non contento di scavare e raccogliere campioni di roccia marziana, Curiosity ora sta anche annusando l’aria del pianeta marziano per ottenere più dettagliatamente l’analisi della sua atmosfera.
Dai dati raccolti si conferma quanto osservato negli anni settanta dalle missionin Viking, con una precisione molto maggiore. l’atmosfera appare costituita da un mix di anidride carbonica, argon, azoto, ossigeno e monossido di carbonio.
In una fotografia, inviata dal rover verso la fine del dicembre scorso, spiccava un dettaglio biancastro dove, seppur indistintamente, scorgeva qualcosa di somigliante a un cristallo di quarzo o di gesso. Con l’immaginazione ci si poteva vedere una conchiglia o un fiore, ma nessuna analisi approfondita è stata richiesta dalla NASA.
Rimasti tutti quanti con il dubbio quasi amletico.
Attualmente, sembra, l’amministrazione Obama cerchi di dare una spinta allo sviluppo delle missioni per esplorare Marte.
Oltre ai due rover attualmente operativi, cioè Opportunity e Curiosity, i due orbiter NASA in orbita (Mars Odyssey e MRO) e la collaborazione con la Missione Mars Express dell’ESA, in revisione ci sono il lancio (entro quest’anno) dell’orbiter MAVEN, per lo studio dell’alta atmosfera marziana e la missione InSight, dedicata allo studio del sottosuolo di Marte.
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TERRA: IL PIANETA CHE “VIVE”
La Terra occupa una posizione veramente unica e fortunata. Infatti orbita all’interno del sistema solare, 149 milioni di km dal Sole, cioè in una zona ristretta dove la vita è possibile perché la temperatura non è né troppo bassa né troppo alta.
L’orbita della Terra è quasi circolare, questo fa sì che ci si trovi più o meno alla stessa distanza dal Sole durante tutto l’anno.
Il Sole è peraltro una perfetta centrale elettrica, stabile a delle giuste dimensioni.
Grande importanza ricopre il in nostro satellite: la Luna.
La Luna è la causa principale delle maree, molto importanti per l’ecologia del nostro pianeta.
Avendo un diametro di poco più di un quarto di quello della Terra contribuisce a stabilizzare l’asse di rotazione terrestre.
l fatto che l’asse e la velocità di rotazione della Terra sia inclinato di circa 23,4 gradi, determina il ciclo delle stagioni, rendendo possibile una varietà di zone climatiche.
Se la velocità di rotazione fosse molto inferiore i giorni sarebbero più lunghi, la parte rivolta al Sole si surriscalderebbe mentre l’altra parte congelerebbe. Se invece ruotasse più velocemente i giorni sarebbero molto brevi e in questo caso la rapida rotazione provocherebbe venti violentissimi insieme ad altri devastanti effetti.
Al centro della Terra c’è un nucleo di ferro e nichel allo stadio fluido, che genera un campo magnetico molto potente. Crea uno scudo nello spazio che ci protegge sia dalle radiazioni cosmiche, impedendo che ci colpiscano, sia dalle conseguenze di alcuni fenomeni legati all’attività solare. Fra questi, il flusso costante di particelle ad alta energia, i brillantamenti che in pochi minuti sprigionano l’energia di miliardi di bombe all’idrogeno, e infine le esplosioni che avvengano nella corona, la regione più esterna del Sole, che proiettano nello spazio miliardi di tonnellate di materia.
La stratosfera è lo strato esterno dell’atmosfera che contiene ozono, una forma di ossigeno che assorbe fino al 99 per cento delle radiazioni ultraviolette.
L’atmosfera ci protegge dalla pioggia quotidiana di meteoriti la cui stragrande maggioranza incenerisce dando luogo a scie luminose. Favorisce inoltre, la propagazione del calore in tutto il globo, rallentandone la dispersione durante la notte.
Senza tutte queste “fortunate” combinazioni, la vita sulla Terra non sarebbe stata veramente possibile.
Quanti altri mondi, nello sconfinato universo, possiederanno le stesse “fortunate” caratteristiche?
L’orbita della Terra è quasi circolare, questo fa sì che ci si trovi più o meno alla stessa distanza dal Sole durante tutto l’anno.
Il Sole è peraltro una perfetta centrale elettrica, stabile a delle giuste dimensioni.
Grande importanza ricopre il in nostro satellite: la Luna.
La Luna è la causa principale delle maree, molto importanti per l’ecologia del nostro pianeta.
Avendo un diametro di poco più di un quarto di quello della Terra contribuisce a stabilizzare l’asse di rotazione terrestre.
l fatto che l’asse e la velocità di rotazione della Terra sia inclinato di circa 23,4 gradi, determina il ciclo delle stagioni, rendendo possibile una varietà di zone climatiche.
Se la velocità di rotazione fosse molto inferiore i giorni sarebbero più lunghi, la parte rivolta al Sole si surriscalderebbe mentre l’altra parte congelerebbe. Se invece ruotasse più velocemente i giorni sarebbero molto brevi e in questo caso la rapida rotazione provocherebbe venti violentissimi insieme ad altri devastanti effetti.
Al centro della Terra c’è un nucleo di ferro e nichel allo stadio fluido, che genera un campo magnetico molto potente. Crea uno scudo nello spazio che ci protegge sia dalle radiazioni cosmiche, impedendo che ci colpiscano, sia dalle conseguenze di alcuni fenomeni legati all’attività solare. Fra questi, il flusso costante di particelle ad alta energia, i brillantamenti che in pochi minuti sprigionano l’energia di miliardi di bombe all’idrogeno, e infine le esplosioni che avvengano nella corona, la regione più esterna del Sole, che proiettano nello spazio miliardi di tonnellate di materia.
La stratosfera è lo strato esterno dell’atmosfera che contiene ozono, una forma di ossigeno che assorbe fino al 99 per cento delle radiazioni ultraviolette.
L’atmosfera ci protegge dalla pioggia quotidiana di meteoriti la cui stragrande maggioranza incenerisce dando luogo a scie luminose. Favorisce inoltre, la propagazione del calore in tutto il globo, rallentandone la dispersione durante la notte.
Senza tutte queste “fortunate” combinazioni, la vita sulla Terra non sarebbe stata veramente possibile.
Quanti altri mondi, nello sconfinato universo, possiederanno le stesse “fortunate” caratteristiche?
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