Meteore , comete et asteroidi
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Re: Meteore , comete et asteroidi
Sei poco attento, Caro Ch... Se leggi sotto, insieme alla notizia di Mr Hawking ci trovi pure l'asteroide 2014 DX 110, che sembra ci darà un'occhiatina da lontano!
annali- Senior
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Re: Meteore , comete et asteroidi
A proposito di asteroidi ,,, sembra che verso le 10 di questa sera , la Terra rischia di catturarne uno di quelli belli grossi ,,, mah ? ,,, io speriamo che me la caverò -
Charade- Senior
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annali- Senior
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" HALLO! PRONTO, CASA? QUI ROSETTA"
(il segnale di Rosetta)
Dopo 31 mesi d’isolamento nell’assoluto silenzio dello spazio profondo, la sveglia a bordo Rosetta è squillata, con attimi di vera suspense in chi si chiedeva se fosse stata in grado di avvertirne il suono e riprendersi dopo il lungo intervallo di sonno indotto per consentirle di risparmiare energia.
Era previsto che la sonda avrebbe dovuto “telefonare” a casa con un bel “Hallo! Sono di nuovo tra voi!”.
Viaggiando alla velocità della luce il trillo avrebbe impiegato 45 minuti per attraversare la porzione di Sistema solare che ci separa, pronto a essere captato dalle orecchie da 70 metri di diametro ciascuno: l’antenna di Goldstone della NASA, in California nel deserto del Mojave, e il Canberra Space Communication Complex in Australia. Molta preoccupazione e atmosfera tesissima al centro di controllo delle missioni spaziali dell’ESA, in Germania, dopo il “No signal yet . All nominal”, per quanto in linea con la tabella di marcia. L’attesa protratta per quasi mezz’ora oltre il previsto, è sfociata in un lungo applauso liberatorio alle ore 19.18. ora italiana, quando l’antenna di Canberra ha captato l’agognato segnale di Rosetta: “Eccomi, ci sono ancora!”.
Era previsto che la sonda avrebbe dovuto “telefonare” a casa con un bel “Hallo! Sono di nuovo tra voi!”.
Viaggiando alla velocità della luce il trillo avrebbe impiegato 45 minuti per attraversare la porzione di Sistema solare che ci separa, pronto a essere captato dalle orecchie da 70 metri di diametro ciascuno: l’antenna di Goldstone della NASA, in California nel deserto del Mojave, e il Canberra Space Communication Complex in Australia. Molta preoccupazione e atmosfera tesissima al centro di controllo delle missioni spaziali dell’ESA, in Germania, dopo il “No signal yet . All nominal”, per quanto in linea con la tabella di marcia. L’attesa protratta per quasi mezz’ora oltre il previsto, è sfociata in un lungo applauso liberatorio alle ore 19.18. ora italiana, quando l’antenna di Canberra ha captato l’agognato segnale di Rosetta: “Eccomi, ci sono ancora!”.
annali- Senior
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Re: Meteore , comete et asteroidi
Apportata modifica su probabile refuso sulla reale distanza della sonda ---
annali- Senior
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IL RISVEGLIO DI ROSETTA
La sonda europea Rosetta, dopo 31 mesi di ibernazione a 673 <milioni di > km dal Sole, il 20 gennaio riaprirà gli occhi nel gelo e nel silenzio dello spazio profondo.
Quel giorno, all’ora prefissata, l’orologio al suo interno suonerà e farà partire l’ordine di scaldare i vari componenti, primi fra tutti gli star trackers. I motori saranno brevemente accesi, la veloce rotazione che ha accompagnato la sonda per tutto il periodo d’ibernazione arrestata e i pannelli disposti in modo da catturare pienamente la luce del Sole. Infine, Rosetta, ruotando lentamente e indirizzando la sua antenna verso la Terra, invierà il suo primo messaggio dall’inizio dell’ibernazione. La sonda riprenderà il suo viaggio verso la cometa “67P/Churymov- Gerasimenko", che raggiungerà in agosto e sulla quale scenderà il lander “Philae”nel novembre successivo.
L’ibernazione nello spazio profondo è avvenuta nel luglio 2011, dopo aver eseguito il primo sorvolo della Terra nel 2005, di Marte nel 2007, dell’asteroide “Lutetia” nel 2010.
Inseguirà la cometa intorno al Sole dal novembre prossimo al dicembre 2015.
Quel giorno, all’ora prefissata, l’orologio al suo interno suonerà e farà partire l’ordine di scaldare i vari componenti, primi fra tutti gli star trackers. I motori saranno brevemente accesi, la veloce rotazione che ha accompagnato la sonda per tutto il periodo d’ibernazione arrestata e i pannelli disposti in modo da catturare pienamente la luce del Sole. Infine, Rosetta, ruotando lentamente e indirizzando la sua antenna verso la Terra, invierà il suo primo messaggio dall’inizio dell’ibernazione. La sonda riprenderà il suo viaggio verso la cometa “67P/Churymov- Gerasimenko", che raggiungerà in agosto e sulla quale scenderà il lander “Philae”nel novembre successivo.
L’ibernazione nello spazio profondo è avvenuta nel luglio 2011, dopo aver eseguito il primo sorvolo della Terra nel 2005, di Marte nel 2007, dell’asteroide “Lutetia” nel 2010.
Inseguirà la cometa intorno al Sole dal novembre prossimo al dicembre 2015.
Ultima modifica di Mr Fehér il Dom 12 Gen 2014, 18:43 - modificato 1 volta. (Motivazione : Correzione probabile refuso / in rosso)
annali- Senior
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annali- Senior
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Re: Meteore , comete et asteroidi
Ison come Icaro !... Tanta va la gatta allo stretto ( perielio ) che si perde tutti i gattini ...
Uhmm non era così ma si capisce li stess --- RIP 2 -
Re: Meteore , comete et asteroidi
comunque io la aspetto, ISON
Azzurra- Senior
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Re: Meteore , comete et asteroidi
la cometa ha perso la coda....il sole scotta troppo...che peccato.
Tara- Senior
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Re: Meteore , comete et asteroidi
Se le comete anticamente o superstiziosamente erano preannunciazione di disastri , allora mi sa che per qualche politico gli è andata male e per qualche antipolitico gli è andata bene ... Per cui si conclude con la solita frase di rito : ed io speriamo che me la cavo -
Aggiornamenti
% ... Ci siamo quasi : è visibile al mattino , un puntino bianco pallido con una coda che ci vuol molta immaginazione a vederla … Purtroppo non so come fare per immortalarla con una fotocamera , ho provato con la fotocam- del cellulare , ma viene 'na schifezza e non viene proprio - Bisognerà aspettarla nel cielo notturno e ... speriamo che lei se la cava
BOLIDI NEL CIELO: LE COMETE
Una cometa non è altro che un enorme massa di ghiaccio mescolata a metalli, polveri e particelle solide meteoriche.
La parte più densa e più pesante è il nucleo, attorno al quale si sviluppano la chioma e la coda. Nucleo e chioma formano la testa.
Il nucleo, benchè piccolissimo, tanto da sembrare invisibile, è la parte più importante della cometa,essendovi concentrata la maggior parte della massa, da cui si staccano le particelle e i gas che, disperdendosi nello spazio formano la chioma e la coda, più appariscenti ma molto meno dense.
La dimensione della coda sono invece enormi, calcolabili in alcune decine di milioni di km.
La cometa di Halley, nell'apparizione del 1910, mostrava una coda lunga 110 milioni kilometri.
Il record, ancora imbattuto, lo detiene la cometa apparsa nel 1843, stimata in 320 milioni di kilometri, tanto che, mentre la testa era nei pressi del Sole, l'estremità della coda si trovava nell'orbita di Giove.
Nonostante le enormi dimensioni, sono corpi di massa e densità assai modeste. La loro rarefazione è messa in evidenza dalla perfetta trasparenza visibile anche ad occhio nudo.
Essendo i valori delle masse molto bassi, non apportano variazioni, neppur minime, ai moti dei pianeti, nemmeno passando nelle loro vicinanze.
La cometa di Lexell passò, nel 1770, a soli 2milioni e mezzo di km dalla terra, senza che questa ne risentisse.
Dopo un lungo viaggio che dura millenni, giunge nei pressi del sistema solare ed ecco che la cometa attratta da Sole, lo attraversa in poche decine di anni.
Man mano che la distanza dal Sole diminuisce, il ghiaccio si scioglie, evapora ed esplode nella cavità. Fuoriescono getti di gas, ai quali si aggiunge il vento solare, che soffiando via il gas dalla chioma forma una lunga coda.
Compiuto il suo giro intorno al Sole, velocissima, si allontana, ritirando lentamente la coda per scomparire nelle remote regioni del cielo da cui era apparsa.
annali- Senior
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Re: Meteore , comete et asteroidi
Continua il lento avvicinamento della ISON al sistema solare interno.
Dal 10 ottobre era entrata nel campo della ripresa del più importante telescopio orbitante, la sonda STEREO-A.
L’Hublle Space Telescope l’ha continuamente monitorata al fine di determinare con precisione le dimensioni del suo nucleo cometario, che per ora risultano essere inferiori ai 5 km di diametro.
Le dimensioni del nucleo giocano un ruolo chiave per la sopravvivenza delle comete tipo sungrazing, per cui se fosse troppo piccolo la cometa potrebbe, in prossimità del perielio, subire una frammentazione più o meno totale con possibile vaporizzazione.
annali- Senior
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Ison una sorella di Halley
Cronologia ed cifre :
- 15 ottobre visibile solo con strumenti
- 15 novenbre visibile ad occhio nudo.
- 28 novembre passaggio al Perielio ( giro di boa intorno al sole )
- xx settembre 2012 , data della scoperta da due russi
- diametro del nucleo della cometa 5 % 2 , km.
- 26 dicembre , transito vivino alla terra ( 88 milion km )
- Si ipotizza che possa non sopravvivere al passaggio sul sole , quindi se vivrà si vedrà :
- 15 ottobre visibile solo con strumenti
- 15 novenbre visibile ad occhio nudo.
- 28 novembre passaggio al Perielio ( giro di boa intorno al sole )
- xx settembre 2012 , data della scoperta da due russi
- diametro del nucleo della cometa 5 % 2 , km.
- 26 dicembre , transito vivino alla terra ( 88 milion km )
- Si ipotizza che possa non sopravvivere al passaggio sul sole , quindi se vivrà si vedrà :
ASTEROIDI PERICOLOSI
Grazie al primo censimento spaziale effettuato con il satellite WISE, la NASA è riuscita a contare gli asteroidi che potrebbero rappresentare pericolo per la Terra. Sono 4.700 denominati Pha (Potentially Hazardous Asteroids).
Per la maggior parte sono composti di elementi di tipo roccioso e, in caso d’impatto avrebbero una grandezza sufficiente per provocare seri danni.
I Pha diventano potenzialmente pericolosi quando le loro orbite anomale arrivano a una distanza anteriore agli 8 chilometri dalla Terra.
Sono asteroidi con una dimensione superiore ai cento metri che permetterebbe loro di sopravvivere all’impatto con l’atmosfera e di arrivare a colpire il nostro pianeta.
annali- Senior
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CATTURARE GLI ASTEROIDI
Il primo asteroide, Cerere, fu scoperto il I° gennaio 1801 dall’astronomo italiano Giuseppe Piazzi. A quel tempo in Europa erano in corso ricerche in collaborazione per scoprire il cosiddetto pianeta mancante. Piazzi è arrivato a individuare Cerere quasi per caso, mentre stava raccogliendo dati per tracciare una carta della costellazione del Toro. Egli notò un puntino luminoso che non sembrava appartenere alla costellazione, era simile a una stella che si spostava rispetto al cielo stellato.
Oggi si sa che Cerere è il più grande fra gli asteroidi, con un diametro di circa 1000 km. Dai tempi di Piazzi sono stati scoperti più di 3000 asteroidi più o meno piccoli e che una stima approssimativa ritiene che siano almeno 70000 gli oggetti individuabili con gli attuali telescopi.
Attualmente gli asteroidi sono tenuti in seria attenzione e lo saranno ancora di più in futuro poiché si prestano assai bene per missioni spaziali. Una sonda potrebbe atterrare su un asteroide e ripartirne molto più facilmente che su di un pianeta.
Oltre a formare la ben nota fascia principale, detta di Kuiper, che riempie il vuoto fra Marte e Giove, esistono vari addensamenti ben distinti a particolari distanze dal Sole. Come tutti gli altri oggetti del sistema solare, anche gli asteroidi obbediscono alle leggi di Keplero: più lontani dal Sole più lungo è il periodo di rivoluzione intorno a esso.
Alcuni asteroidi stanno seguendo orbite che potrebbero portarli in rotta di collisione con il nostro pianeta, ma non sono quelli della fascia principale, le cui orbite si mantengono sempre di là da Marte. Si tratta invece di un piccolo gruppo di asteroidi che generalmente ruota su orbite fortemente ellittiche, in grado di attraversare non solo l’orbita di Marte, ma anche quella della Terra, di Venere e, in alcuni casi, anche di Mercurio.
Questo gruppo è detto degli asteroidi Apollo di cui fa parte il famoso Icaro, famoso perché la sua orbita è talmente ellittica che l’oggetto passa più vicino a Sole di qualsiasi altro corpo del sistema solare, escluse alcune comete.
Alcune scoperte casuali farebbero pensare che sistemi doppi o multipli siano frequenti fra gli asteroidi e a sostegno di questa ipotesi esistono studi che considerano le collisioni avvenimenti abbastanza comuni. A seguito di un urto, qualche parte dell’asteroide originario potrebbe essersi staccata e aver formato un sistema doppio, lo stesso asteroide “madre” potrebbe essere costituito da un insieme di frammenti, a loro volta continuamente bombardati da microimpatti, che causerebbe una particolare struttura superficiale.
annali- Senior
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QUANDO LA COMETA DI HALLEY SCONVOLSE IL MONDO.
Era il 1910, la data prevista per il ritorno della cometa di Halley.
Le sue prime apparizioni furono caratterizzate da spettacoli straordinari, ma poi, essendosi progressivamente diminuite le sue dimensioni e la sua luce affievolita, andava perdendo il suo carattere spaventoso,
Nonostante ciò, le aspettative per il suo ritorno erano aumentate a dismisura.
L’interesse mediatico era alto, si attendeva un passaggio memorabile, stampa e pubblico erano pronti insieme agli astronomi di tutti i maggiori osservatori del mondo.
Dopo un’affannosa ricerca durata un paio di mesi, la notte dell’11 settembre 1909 fu fotografata quando si trovava nelle vicinanze della stella gamma Geminorum, a 508 milioni di chilometri di distanza dalla Terra.
Il 6 dicembre la distanza era scesa a 360 milioni di km, e il 6 marzo 1910 a soli 165, finché a metà aprile apparve nel cielo della sera ormai visibile a occhio nudo.
Sarebbe potuta passare inosservata nel cielo delle più grandi città europee, quando l’illuminazione già cominciava a fare danni, ma che tuttavia, improvvisamente tornò a incutere paura come quando più giovane e luminosa, appariva nei cieli scurissimi del medioevo.
Avvenne, infatti, che ricalcolando l’orbita ci si accorse che la cometa sarebbe passata per il nodo discendente la notte fra il 18 e il 19 maggio, verso le ore 2,00, proprio nel momento in cui la Terra si sarebbe trovata sulla congiunzione tra il Sole e la testa della cometa. Se la sua coda fosse stata più lunga dei 26 milioni di km che separavano il nucleo dalla Terra, i suoi gas avrebbero potuto investire il nostro pianeta.
Fu un articolo di Camille Flammarion, pubblicato nel gennaio 1910 sui bollettini della Società Astronomica di Francia a scatenare il panico, nel quale, in realtà, si era limitato a esporre il pericolo dell’attraversamento della coda della cometa, come del tutto ipotetico, descrivendo i vari processi chimici che avrebbero potuto portare all’estinzione del genere umano. Si sapeva fin dal 1908, quando gli astronomi erano riusciti per la prima volta a riprendere uno spettro della cometa Morehous, che nella coda delle comete erano presenti composti velenosi di azoto e carbonio detti “cianogeni”.
Nonostante il divulgatore francese avesse chiarito che difficilmente tali gas rarefatti avrebbero potuto interferire con la densa atmosfera terrestre, la grande stampa s’impadronì del caso al punto di ingigantire a dismisura i pericoli, ovviamente allarmando vari strati della popolazione mondiale.
Come se non bastasse, ad aumentare la paura apparve in pieno giorno, a gennaio, una seconda cometa brillantissima, che fu scambiata per l’Halley.
La fine del mondo appariva prima del previsto! In parecchi paesi del mondo si segnalarono manifestazioni di panico collettivo, tanto che Flammarion si sentì in dovere di scrivere un articolo in cui dichiarava: LA FINE DEL MONDO NON ARRIVERA’ IL PROSSIMO 19 MAGGIO! Cosa che non servì a nulla….
La morte del Re d’Inghilterra sembrò la conferma su quanto si sapeva sulla tradizionale fama delle comete come annunciatrici di sventura.
Cominciò un lungo periodo di attesa, la coda nella quale la Terra stava per immergersi si vedeva ogni notte più grande e vicina. Cominciarono a manifestarsi fenomeni d’isterismo collettivo, le chiese furono prese d’assalto da folle di fedeli desiderosi di confessare i propri peccati e in tutto il mondo si registrarono centinaia di suicidi.
Vi fu anche, chi invece pensò di godersi l’ultima notte folleggiando in compagnia di amici….
I titoli con cui i giornali salutavano i loro lettori nelle ultime edizioni erano molto categorici.
Il Times recitava:- ORMAI SIETE NELLA CODA DELLA COMETA, MA NON ABBIATE PAURA. Se questa sarà l’ultima edizione del Times, allora vi arrivi il nostro più sentito addio.
Era il 18 maggio, l’ultimo giorno dell’umanità, secondo la follia collettiva che aveva cancellato dal mondo ogni raziocinio.
Non serve dire che l’ora tanto temuta venne e passò, senza che avvenisse nulla di quanto paventato in tutti quei mesi e l’edizione del Chicago Tribune poteva recitare trionfante : -CI SIAMO ANCORA! –
Mentre la cometa, ignara di aver suscitato tanto panico e disperazione, si allontanava silenziosa e quanto mai innocua.
annali- Senior
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