Sicilianità
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Re: Sicilianità
... catanese ? ... Questo non lo so , più probabile che sia nordico ( veneto o giù di lì )
e comunque sto tentando la coniugazione anche del verbo "vardare" ... mi porto avanti , sai mai che stanotte l'accademia della crusca lo nazionalizzi pure ad isso ?
e comunque sto tentando la coniugazione anche del verbo "vardare" ... mi porto avanti , sai mai che stanotte l'accademia della crusca lo nazionalizzi pure ad isso ?
Charade- Senior
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Re: Sicilianità
Ahah..ma "talia "va....
I catanesi usano dire ma "varda " ..ah ah.
I catanesi usano dire ma "varda " ..ah ah.
Tara- Senior
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Re: Sicilianità
...Ahh, ma "varda" un po' , che ora anche le forme dialettali arrivano ad ambire un posto nei dizionari nazionali
Vabbè , passi per questa volta ma la prossima volta non "babbiamo" su queste cose -
Comunque sarà interessante vedere come si coniugherà questo nuovo verbo , soprattutto con le "bestie" condizionali ...
Che io babbiassi , che tu babbiassi che essi abbaino o babbino a abbassino ? ahh ahh già mi sto rotolando ,,,
Vabbè , passi per questa volta ma la prossima volta non "babbiamo" su queste cose -
Comunque sarà interessante vedere come si coniugherà questo nuovo verbo , soprattutto con le "bestie" condizionali ...
Che io babbiassi , che tu babbiassi che essi abbaino o babbino a abbassino ? ahh ahh già mi sto rotolando ,,,
Charade- Senior
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babbiare.
Il Dizionario Zanichelli annovera tra le sue locuzioni il termine siciliano “babbiare” ispirandosi al commissario Montalbano. ... Si tratta della parola “Babbiare” un termine di matrice siciliana che oggi entra a pieno titolo tra le miriadi di terminologie annoverate nel dizionario della lingua italiana Lo Zingarelli 2016.
Babbiare < scherzare>
Es..Di un pò,,,, ma oggi che hai voglia di babbiare ? Senti a mia finiscila che non è giornata.
Oppure...i ragazzi erano li fuori che babbiavano,,,
Babbiare < scherzare>
Es..Di un pò,,,, ma oggi che hai voglia di babbiare ? Senti a mia finiscila che non è giornata.
Oppure...i ragazzi erano li fuori che babbiavano,,,
Tara- Senior
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Etimologia delle parole siciliane.
Abbanniare deriva dalla parola "banna" che in siciliano significa parte intesa come luogo (es: da questa parte a casta banna. Opp: da quella parte a dda banna).
Abbanniare si intende quindi mandare la voce da tutte le parti.
Per i palermitani vuol dire gridare confusamente per strada, “L’azione di abbanniari è la forma di “pubblicità” usata dal venditore ambulante per attirare l’attenzione dei passanti e reclamizzare la sua merce.
La parola <abbanniata>deriva dal verbo <abbanniare> ha lo stesso significato.
Charade, tu sei un grande abbanniature.
Tara- Senior
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Picciuli! !!!
Stimolato da Vincenzo Giompaolo, un amico/lettore ragusano, anche lui appassionato di cose siciliane, voglio in questa occasione spiegarvi del perché noi siciliani siamo soliti chiamare i soldi con il nome di picciuli. Tutto deriva dal fatto che anticamente in Sicilia girava una moneta il cui nome era proprio picciolo. Ancora in uso fin nella seconda metà dell’ottocento il picciolo era una piccolissima moneta di rame che, almeno per le dimensioni, potrebbe oggi esser paragonata al nostro cinque centesimi di euro. Pare infatti che il suo diametro non raggiungesse nemmeno i 10 millimetri ed il suo peso fosse meno di 1 grammo; sul fronte si trovava la scritta 1 mentre sul retro era in genere disegnata un’aquila. Nel 1860 il picciolo corrispondeva a 0,00354 lire; come si vede quindi un valore veramente insignificante. Il taglio intero, immediatamente superiore, era invece il grano che corrispondeva esattamente a 6 piccioli; seguiva il tarì che era equivalente a 20 grani e poi l’onza che era pari a 30 tarì.
Dal web.*
Picciolo/ picciuli.
Tara- Senior
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Re: Sicilianità
Pi San Martinu ogni mustu diventa vinu. L'11 novembre si festeggia San Martino e, come tradizione, si assaggia il vino nuovo! In Sicilia questi giorni di festa trascorrono tradesgustazioni di vini, gastronomia e dolci tipici.
Festa di San Martino
La festa che celebra il vescovo di Tours, noto come San Martino. Proverbiali la sua umiltà e la sua carità che hanno dato vita ad alcune leggende, una delle quali legata alla cosiddettaestate di San Martino, la quale si manifesta, in senso meteorologico, all'inizio di novembre e dà luogo ad alcune tradizionali feste popolari.
L'estate di San Martino
La leggenda narra che Martino, figlio di un ufficiale dell'esercito romano, a causa di un'ordinanza dell'epoca divenne anch'egli soldato romano e trovandosi, in una grigia giornata d’autunno, alle porte della città di Amiens con i suoi soldati incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Miracolosamente il freddo si affievolì e comparve il sole: fu quella la prima estate di San Martino.
Le feste e la gastronomia in Sicilia
Questa data, simbolicamente associata allamaturazione del vino nuovo, è quindi un'occasione di ritrovo e festeggiamenti nei quali si brinda stappando il vino novello e molte cantine aprono le loro porte per le degustazioni.
Un altro proverbio, s'ammazza lu porcu e si sazza lu vinu, ci ricorda che in questa ricorrenza molte famiglie siciliane macellavano il maiale per farne prosciutti, salami e salsicce. Questa tradizione è ancora viva in alcuni centri agricoli.
Le feste di San Martino in Sicilia sono l'occasione giusta per gustare le classichecaldarroste e il buon vino novello, ma anche il pane casereccio e i dolci tipici di questa ricorrenza, come i biscotti di San Martino.
Nel palermitano si mangia u viscottu di San Martino abbagnatu, biscotti rotondi aromatizzati con semi d’anice, che vengono gustati bagnati nel vino moscato. Ma i dolci tipici di San Martino sono tanti e diffusi in tutta la Sicilia: il tricotto(croccante e friabile perfetto per l’inzuppo), ilrasco (pasta morbida, inzuppata di liquore, ripiena di crema di ricotta) e la versione delbiscotto decorato (pasta morbida, scavato e riempito di conserva, glassato e merlettato con zucchero e decorato con un cioccolatino e frangette d’argento).
"Dal web".
Tara- Senior
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Il giorno dei morti.
Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciriddo si popolava di morti a lui familiari.
Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.
(da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri)
Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.
(da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri)
Tara- Senior
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Re: Sicilianità
Re: *** Sperem *** 13th sezione _ Tara Oggi alle 12:10 Aec-messaggio num#44348
Numquam est tam male Siculis, qui aliquis facete et commode dicant.
ehhhhhhh !
Ah ahh , 'petta che vado a tradurre …
Dunque , il mio traduttore simultaneo mi riporta che : ogni pongo è palese … uhmm no , il detto era diverso :
e comunque non basta un'isola a fare un isolano... vizio del tutto nostrano se non umano di sentirsi sempre più speciali di altri/altre -
Numquam est tam male Siculis, qui aliquis facete et commode dicant.
ehhhhhhh !
Ah ahh , 'petta che vado a tradurre …
Dunque , il mio traduttore simultaneo mi riporta che : ogni pongo è palese … uhmm no , il detto era diverso :
e comunque non basta un'isola a fare un isolano... vizio del tutto nostrano se non umano di sentirsi sempre più speciali di altri/altre -
Charade- Senior
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Re: Sicilianità
A parte i carrettini che erano anche dipinti in modo sublime. .ma i scecchi erano ben addobbati..pure i cavalli.
Tara- Senior
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Re: Sicilianità
Re: *** Sperem *** 13th sezione _ Tara Oggi alle 19:29 Aec-messaggio num#43876
Che c'entra. .pure in sicilia c'era questa usanza di addobbare i scecchi a mo di fru/fru.
Piume colorate sul testale è ornamenti vari..un po cm il cammello della foto.
Se parli dei carrettini trinacriani , lì è un tripudio di piume e trine , ma mai visto un cavallo con un fiore dietro l'urecc a mo' di hawaiano , forse anche per la dignità del cavallo ...
Che c'entra. .pure in sicilia c'era questa usanza di addobbare i scecchi a mo di fru/fru.
Piume colorate sul testale è ornamenti vari..un po cm il cammello della foto.
Se parli dei carrettini trinacriani , lì è un tripudio di piume e trine , ma mai visto un cavallo con un fiore dietro l'urecc a mo' di hawaiano , forse anche per la dignità del cavallo ...
Charade- Senior
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Re: Sicilianità
Vossia = Vostra Signoria misterred Ieri a 21:23 Aec-messaggio num#35690
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Ahh ecco , allora ridimensionato quello che avevo supposto prima … mihhh Turquoise sei arcaicamente diabolica !... Mi ricordi qualcuno …
Quindi riassumendo per altri aspetti : trattasi di normal contrazione linguistica un po' come lo “schiavo vostro” ridotto a ciao , d'antica pure lui origine veneta o ligure, non ricordo bene -
nb.,
In questo caso la deleteria globalizzazione generale (economico-commerciale) , introdotta nel linguaggio , ritengo invece , sia una cosa positiva , in quanto i dialetti , seppur identificativi delle caratteristiche di un popolo , hanno solo un deleterio effetto Babele , ossia divisivo e ghettizzante -
L'appiattimento culturale è cosa ben diversa , allorquando a parità di ricchezza di linguaggio , qualunque unico esso sia o diventi ( uk language in testa) , deve essere sempre inteso come fortemente dinamico e quindi in evoluzione ed aggiornamento continuo -
Una barriera linguistica è il primo scoglio che ad esempio non poteva far decollare gli stati uniti d'Europa , questione fondamentale non mai capita anche da illustri fautori di questa tentata unione , che temo a lungo termine fallirà -
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Ahh ecco , allora ridimensionato quello che avevo supposto prima … mihhh Turquoise sei arcaicamente diabolica !... Mi ricordi qualcuno …
Quindi riassumendo per altri aspetti : trattasi di normal contrazione linguistica un po' come lo “schiavo vostro” ridotto a ciao , d'antica pure lui origine veneta o ligure, non ricordo bene -
nb.,
In questo caso la deleteria globalizzazione generale (economico-commerciale) , introdotta nel linguaggio , ritengo invece , sia una cosa positiva , in quanto i dialetti , seppur identificativi delle caratteristiche di un popolo , hanno solo un deleterio effetto Babele , ossia divisivo e ghettizzante -
L'appiattimento culturale è cosa ben diversa , allorquando a parità di ricchezza di linguaggio , qualunque unico esso sia o diventi ( uk language in testa) , deve essere sempre inteso come fortemente dinamico e quindi in evoluzione ed aggiornamento continuo -
Una barriera linguistica è il primo scoglio che ad esempio non poteva far decollare gli stati uniti d'Europa , questione fondamentale non mai capita anche da illustri fautori di questa tentata unione , che temo a lungo termine fallirà -
Charade- Senior
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Vossia = Vostra Signoria
Eccomi Tara.
Un appellativo che si rivolge(va) a persone di rguardo, rispettabili e da rispettare.
Col tempo l'appellativo si è degradato, e il suddetto appellativo lo si rivolge a gente
anziana o più grande d'età e a volte di bassa lega.
Oggi sentirsi chiamare di Vossia non è più particolarmente gradito da chi ascolta.
Una forma desueta e che si usa ormai raramente (e di solito nelle frazioni rurali).
Assabinirica a tutti.
P.s. Un altra forma desueta e non più usata e il classico appellativo : "Voscenza"
(Vostra eccellenza).
Una Sicilia arcaica che non esiste più ormai. Con la globalizzazione ci siamo tutti
globalizzati.
Un appellativo che si rivolge(va) a persone di rguardo, rispettabili e da rispettare.
Col tempo l'appellativo si è degradato, e il suddetto appellativo lo si rivolge a gente
anziana o più grande d'età e a volte di bassa lega.
Oggi sentirsi chiamare di Vossia non è più particolarmente gradito da chi ascolta.
Una forma desueta e che si usa ormai raramente (e di solito nelle frazioni rurali).
Assabinirica a tutti.
P.s. Un altra forma desueta e non più usata e il classico appellativo : "Voscenza"
(Vostra eccellenza).
Una Sicilia arcaica che non esiste più ormai. Con la globalizzazione ci siamo tutti
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misterred- Senior
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Re: Sicilianità
[size=41]Mr vecchioni ha perso un 'occasione per stare zitto.[/size]
[size=44]La Sicilia nn est un'isola di *****..si guardasse a casa sua è nn ci venga a fare i sermoni..siamo stanchi di sentire giudizi poco carini [/size]
[size=44]verso questa terra è i suoi abitanti.[/size]
[size=46]Stavolta mi sa"che lha fatta lui fuori dal water...[/size]
[size=44]La Sicilia nn est un'isola di *****..si guardasse a casa sua è nn ci venga a fare i sermoni..siamo stanchi di sentire giudizi poco carini [/size]
[size=44]verso questa terra è i suoi abitanti.[/size]
[size=46]Stavolta mi sa"che lha fatta lui fuori dal water...[/size]
Tara- Senior
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Re: Sicilianità
Infatti, scuotere le coscienze ci siamo, anche in maniera dura, ma se si usa un linguaggio scurrile tutto diventa
più difficile.
L'Isola poi non c'entra nulla, semmai gli abitanti.
Posso soltanto dire che nel nostro territorio i ragazzi il casco lo usano quasi tutti e tutte.
Salvo uno zoccolo duro, difficile da sradicare perchè provenienti da quartieri delle periferie
sub-urbarbane.
più difficile.
L'Isola poi non c'entra nulla, semmai gli abitanti.
Posso soltanto dire che nel nostro territorio i ragazzi il casco lo usano quasi tutti e tutte.
Salvo uno zoccolo duro, difficile da sradicare perchè provenienti da quartieri delle periferie
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misterred- Senior
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Re: Sicilianità
Sono andato in ricognizione del misfatto e devo dire che questi artisti a volte perdono il lume della candela ,,,
.. Ok scuotere le coscienze , ma usare un linguaggio da maleducato si pone sullo stesso livello di quello che accusa ad altri ,,, La maleducazione e l'indifferenza giovanile è purtroppo una piaga generalizzata e fa parte di tutta una società nata ed educata dalla televisione e per fare solita rima , soprattutto quella del biscione !
Di recente anche una nota sportiva indicava questo :
.. Ok scuotere le coscienze , ma usare un linguaggio da maleducato si pone sullo stesso livello di quello che accusa ad altri ,,, La maleducazione e l'indifferenza giovanile è purtroppo una piaga generalizzata e fa parte di tutta una società nata ed educata dalla televisione e per fare solita rima , soprattutto quella del biscione !
Di recente anche una nota sportiva indicava questo :
Charade- Senior
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Sicilia, un'isola di m......
Ci va duro Il professore Robero vecchioni.
Si lamenta di una Sicilia che non si ribella, che rimane indietro.
Forse ha esagerato con la frase, sicuramente vuole stimolare
a "modo suo" il popoo siciliano.
La frase è impietosa, il linguaggio a me non piace, poteva
esporre le sue motivazioni come sa fare lui, magari anche
con una sua canzone.
Il vero problema della Sicilia è che i giovani "scappano" da qui
e quando la linfa vitale se ne va, cosa rimane in questo territorio.
Peccato, la Sicilia è veramente un posto splendido, ricco di vestigia
e arte che andrebbero valorizzate.
Di questo passo la Sicilia non potrà che retrocedere sempre più.
P.s. Vecchioni cita "Segesta" e "Selinunte", due autentici capolavori
assoluti di arte e mitologia.
E sono a due passi da qua.
Si lamenta di una Sicilia che non si ribella, che rimane indietro.
Forse ha esagerato con la frase, sicuramente vuole stimolare
a "modo suo" il popoo siciliano.
La frase è impietosa, il linguaggio a me non piace, poteva
esporre le sue motivazioni come sa fare lui, magari anche
con una sua canzone.
Il vero problema della Sicilia è che i giovani "scappano" da qui
e quando la linfa vitale se ne va, cosa rimane in questo territorio.
Peccato, la Sicilia è veramente un posto splendido, ricco di vestigia
e arte che andrebbero valorizzate.
Di questo passo la Sicilia non potrà che retrocedere sempre più.
P.s. Vecchioni cita "Segesta" e "Selinunte", due autentici capolavori
assoluti di arte e mitologia.
E sono a due passi da qua.
misterred- Senior
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Re: Sicilianità
Il parolaio ex sindaco di Firenze le idee le ha , ma tutte a favore dei suoi amici banchieri ,,, Qundo parlava di rottamazione intendeva che voleva entrare anche lui a mangiare nella torta -
Anche il movimento a stelle e strisce ha le sue idee , e qualcuna l'ha messa anche in pratica ( autotassazione dei loro stipendi per costruire strade proprio li da voi o finanziare le piccole medio imprese , ossatura del popolo italico )
Il problema maggiore per ogni movimento che dir si voglia , purtroppo è il numero delle teste e la inevitabile mancanza di un controllo che sia effettivo - Piccolo è bello non perchè lo sia veramente , ma perchè è più controllabile -
Anche il movimento a stelle e strisce ha le sue idee , e qualcuna l'ha messa anche in pratica ( autotassazione dei loro stipendi per costruire strade proprio li da voi o finanziare le piccole medio imprese , ossatura del popolo italico )
Il problema maggiore per ogni movimento che dir si voglia , purtroppo è il numero delle teste e la inevitabile mancanza di un controllo che sia effettivo - Piccolo è bello non perchè lo sia veramente , ma perchè è più controllabile -
Charade- Senior
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Re: Sicilianità
Anche trovando una persona carismatica nn cambia nulla...perché il carisma lo perde strada facendo.
Basta appoggiare il popo' sulla poltrona più in alto .!
Basta appoggiare il popo' sulla poltrona più in alto .!
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Re: Sicilianità
Perchè manca ancora una persona carismatica che abbia consensi e idee.
Al momento nessuno lancia proposte fattibili.
Sia i pentastellati che i renziani non hanno idee (a mio parere).
Al momento nessuno lancia proposte fattibili.
Sia i pentastellati che i renziani non hanno idee (a mio parere).
misterred- Senior
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Re: Sicilianità
Credo che attualmente sia un problema di tutte le regioni , più o meno marcatamente , difatti il detto che dice che il popolo è l'espressione di chi li governa , non è detto a caso ,,,
Considerando poi che quando c'è da andare a votare per cambiare motivamente le cose , molte persone scioccamente non lo fanno - La spinta non potrà mai venire dall'alto ma dal basso -
Il problema è che anche chi sta in basso non ha elementi di aggregazione di consensi e quelli che ci sono stati ( il movimento dei forconi che fine hanno fatto ? ) , sono nati e spariti miseramente poichè non adeguatamente motivati o motivanti -
Considerando poi che quando c'è da andare a votare per cambiare motivamente le cose , molte persone scioccamente non lo fanno - La spinta non potrà mai venire dall'alto ma dal basso -
Il problema è che anche chi sta in basso non ha elementi di aggregazione di consensi e quelli che ci sono stati ( il movimento dei forconi che fine hanno fatto ? ) , sono nati e spariti miseramente poichè non adeguatamente motivati o motivanti -
Charade- Senior
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Sicilianità ed emigrazione
Qualche tempo fa qualcuno (politicante) aveva detto che con il "federalismo fiscale" le tasse sarebbero calate.
Ci abbiamo creduto? Nooooo, sicuramente.
Infatti, l'escalation della imposizione fiscale non ha avuto alcuna tregua.
Non solo, gli adempimenti fiscali si succedono a raffica.
Morale della favola, le imprese sono costrette a ridurre il personale perchè non ce la fanno
più mentre le scadenze e adempimenti fiscali si amplificano a dismisura costringendo
l'imoprenditore a seguire in prima persona tutti gli iter burocratici-amministrativi, tralasciando
la sua naturale vocazione e cioè quella di svolgere il lavoro per cui ha costituito l'impresa.
Al Sud ed in Sicilia è ancora peggio, tra difficoltà di scartoffie e logistiche, fare impresa
sta diventando impossibile.
Col risultato che tutti i giovani stanno scappando dall'Isola, con la conseguenza che interi
paesi ormai sono quasi completamente disabitati o abitati da vecchi e gente senza speranza.
Le autostrade crollano perchè costruite male, i centri storici dei paesini fatiscenti e a pezzi.
Si è tentato di vendere gli alloggi ad 1 Euro (vedi proposta SgaRBI), ma risultati zero.
La Sicilia ha ricchezze enormi sia in termini turistici che di materie prime, purtroppo non
adeguatamente valorizzate.
L'agricoltura sta via via scomparendo. Il titolo di studio non vale più nulla senza le imprese
che assumono o che chiudono i battenti.
Questa minaccia dell'ISIS rischia anche di toccare la Sicilia, con la conseguenze sul turismo
catastrofiche per questa regione già martoriata da tanti eventi negativi.
Nessun giovane vuole fare più l'agricoltore o l'operaio, amnche anche perchè gli stipendi e
i salari sono puirtroppo più bassi che al Nord.
L'unico lavoro che resiste è quello del "parcheggiatore abusivo" ormai preda degli
afro-extracomunitari, e i nomadi che chiedono ai semafori.
Troppe incombenze dicevamo sui titolari di impresa, alcune giuste naturalmente, altre
forse inutili o eccessive.
Si parla di istituire zone franche.....ma l'iter è lungo e poi solo per brevi periodi per ritornare
dopo nello stesso punto di prima.
Insomma, la Sicilia è un paradiso naturale.....da cui tutti scappano.
Peccato.
Ci abbiamo creduto? Nooooo, sicuramente.
Infatti, l'escalation della imposizione fiscale non ha avuto alcuna tregua.
Non solo, gli adempimenti fiscali si succedono a raffica.
Morale della favola, le imprese sono costrette a ridurre il personale perchè non ce la fanno
più mentre le scadenze e adempimenti fiscali si amplificano a dismisura costringendo
l'imoprenditore a seguire in prima persona tutti gli iter burocratici-amministrativi, tralasciando
la sua naturale vocazione e cioè quella di svolgere il lavoro per cui ha costituito l'impresa.
Al Sud ed in Sicilia è ancora peggio, tra difficoltà di scartoffie e logistiche, fare impresa
sta diventando impossibile.
Col risultato che tutti i giovani stanno scappando dall'Isola, con la conseguenza che interi
paesi ormai sono quasi completamente disabitati o abitati da vecchi e gente senza speranza.
Le autostrade crollano perchè costruite male, i centri storici dei paesini fatiscenti e a pezzi.
Si è tentato di vendere gli alloggi ad 1 Euro (vedi proposta SgaRBI), ma risultati zero.
La Sicilia ha ricchezze enormi sia in termini turistici che di materie prime, purtroppo non
adeguatamente valorizzate.
L'agricoltura sta via via scomparendo. Il titolo di studio non vale più nulla senza le imprese
che assumono o che chiudono i battenti.
Questa minaccia dell'ISIS rischia anche di toccare la Sicilia, con la conseguenze sul turismo
catastrofiche per questa regione già martoriata da tanti eventi negativi.
Nessun giovane vuole fare più l'agricoltore o l'operaio, amnche anche perchè gli stipendi e
i salari sono puirtroppo più bassi che al Nord.
L'unico lavoro che resiste è quello del "parcheggiatore abusivo" ormai preda degli
afro-extracomunitari, e i nomadi che chiedono ai semafori.
Troppe incombenze dicevamo sui titolari di impresa, alcune giuste naturalmente, altre
forse inutili o eccessive.
Si parla di istituire zone franche.....ma l'iter è lungo e poi solo per brevi periodi per ritornare
dopo nello stesso punto di prima.
Insomma, la Sicilia è un paradiso naturale.....da cui tutti scappano.
Peccato.
misterred- Senior
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Re: Sicilianità
Ehì...la cittadinanza anche a me...mi sto facendo una cultura da niente con il giovane Montalbano!
E quando fa "nu cagnate canale eh..." (o giù di lì) mi piace un sacco e una sporta.....
Ciao,buona serata!!!
E quando fa "nu cagnate canale eh..." (o giù di lì) mi piace un sacco e una sporta.....
Ciao,buona serata!!!
Teti- Graduate
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Re: Sicilianità
... si in effetti mi sto facendo una cultura trinaco-mediterranea ,,, questo è il bello della conoscenza del web -
Vedremo quando il blanco avrà tempo (questo tiranno...) e sposteremmo st'eccose -
Scrivo altre cosette e poi scappo , anzi "volo"
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Charade- Senior
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