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I racconti di Tino

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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

Messaggio  annali

Visto che dal racconto di Tino ci si sta allargando dibattendo su pena di morte sì, o no, ci starebbe bene a proposito, anche un po' di storia che ci riguarda da vicino, laici o religiosi che siamo.   

Vogliamo ricordare che la pena  di morte nella Città del Vaticano è stata cancellata solo il 12 febbraio 2001? Giuridicamente legittima fino al pontificato di Woytila, uscita dalle mura vaticane con la revisione della “Legge Fondamentale”, l'equivalente della nostra Costituzione, firmata da Giovanni Paolo II.
La pena di morte nello Stato del Vaticano era prevista solo in caso di tentato omicidio del papa, pur non essendo mai applicata, appariva legale dalla firma del Concordato al ’67, anno in cui Paolo VI provvedeva a renderla nulla de facto, ma non de jure. Rispetto alla legislazione italiana in ritardo di 20 anni.
Lo Stato Pontificio, in fatto di condanne nel nome di Dio, non ha lesinato, anzi ne aveva una solida tradizione: tra impiccagioni, taglio della testa, squartamenti, dal 1796 al  1870, ne aveva “collezionate” di esecuzioni 527, un vero record! 
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

Messaggio  misterred

Charade ha scritto:

Semplicemente : chi ammazza e ruba gravemente , perde il diritto di convivenza 'societaria' , stop ,,, è inutile perder altro tempo -
Purtroppo non è possibile tale fattispecie, analizziamo perchè:
1. Le colonie penali non esistono più, né in Patria e né oltremare (non abbiamo più colonie o terre fuori dall'Italia).
2. L'allontanamento definitivo del reo è un istituto anacronistico e non più appicabile negli stati di diritto moderno (esilio)
3. Va in contrasto con l'istituto della rieducazione del condannato (art.27 costituzione).
4. Si va (o si sta andando) verso pene alternative al carcere, che ormai si è dimostrato in conflitto con il recupero del
    condannato (in carcere si esce peggio di come si è entrati per malattie psico-fisiche, cattive frequenze, alienanza,
    condizioni igieniche drammatiche etc. etc.
Ormai si va verso pene alternative al carcere in funzione appunto della rieducazione del reo.
Per quanto riguarda la pena di morte, anch'essa va in contrasto con il citato art.27, tra l'altro spesso non vi è
certezza (vedi "Giuvannin") e si potrebbe condannare un innocente (vedi Sacco e Vanzetti per es.).
Tutti gli stati di diritto moderni ormai non contemplano più la pena capitale.
La problematica, però, è ampia e di difficile soluzione.
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty dei delitti e delle pene

Messaggio  Charade

,,, Per la parodia ci sarà tempo , per l'avanguardia, non poniamo altro tempo di mezzo -

Se il titolo in oggetto è ciò su cui si vuole interagire , allora iniziamo a dire che ogni società animale od umana che sia , ha le sue regole , che sono ne più ne meno , che quelle di salvaguardia del gruppo omogeneo stante a sé stesso -

Il problema ulteriore è chi di queste regole deve essere l'interprete e il garante (giudice e polizia) -

La certezza della pena e del non nuocere , deve andar di pari passo con la certezza della colpa,,, nel caso specifico , paradigma di molti casi reali anche del tempo presente, non avendo certezza della colpa , non si potrebbe avere neanche certezza della pena (la dabbenaggine del Giuvannin e simile a quella dei suoi accusatori) -

Nei casi di certezza di una grave colpa acquisita (piena e spontanea confessione o inoppugnabili prove scientifiche) , l'unica pena applicabile per buona pace dell'integrità sociale e salvaguardia di quella morale, non è la detenzione per una improbabile o difficile redenzione , ne tantomeno l'eliminazione fisica comprensiva anche di quelle vendicative taglieggianti leggi mosaiche , ma sarebbe più che sufficiente l'allontanamento da tale società, utopicamente verso terre di mezzo che ogni stato sociale dovrebbe tenere - 

Semplicemente : chi ammazza e ruba gravemente , perde il diritto di convivenza 'societaria' , stop ,,, è inutile perder altro tempo -
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

Messaggio  misterred

Bene mister, attendo con ansia anche la Sua riflessione sul malcapitato Giovannino e sulle "forzature" nel racconto.

Le vostre riflessioni infatti mi aiutano ad analiazzare e costruire sempre meglio le storie.
Noto, dalle vostre riflessioni, la vostra lettura approfondita dei racconti, cogliendo tutte quelle
sfumature o forzature che all'autore (novello, in quanto a racconti) possono sfuggire.
Come mi ha detto qualcuno/a il lettore è più acuto dello spettatore di fiction o cinema
e riesce ad evidenziare, proprio perchè lettore attento, tratti che potrebbero distorcere
nel racconto o non essere in linea con il racconto stesso.
Insomma, i vostri commenti mi sono utilissimi ed in fondo sono utilissimi a tutti perchè
si dialoga ed interagisce e ciò anche nello spirito costruttivo del forum.
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

Messaggio  Charade

BonSoir Red , porta pasiensa che lo devo metabolizzare per poi come mio consueto arzigogolare ,,, he he - 

Nell'immediato , illo merita la pena di morte non per altro se non per la sua dabbenaggine ,,,  pazzo

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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

Messaggio  misterred

Giusta osservazione Teti.
Ho considerato che si sia dovuto celebrare un nuovo processo, che causa le gravi infeermità dell'imputato
ha dilatato i tempi.
Poi, la guerra 1940/43, l'arrmistizio, lo sbarco alleato e le note conseguenze hanno rallentato ancora
i tempi processuali.
Nel 1944, la pena di morte sarà abolita e resterà l'ergastolo, che l'imputato non sconterà in quanto
uscirà di prigione nel 1946.
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Messaggio  Teti

Ciao Tino,l'unico appunto che poi più che appunto è un punto interrogativo...:a Giovannino la pena di morte e al colpevole reo confesso l'ergastolo,le condizioni di salute hanno cambiato la legge?
Comunque io sono contraria alla pena di morte,per svariate ragioni,anche se ammetto che impulsivamente,in alcuni casi,avrei fatto prevalere l'istinto alla ragione.
E' accertato che non serve come deterrente,e là dove viene praticata gli omicidi non sono affatto diminuiti.
Diventa quindi una sorta di "vendetta" da parte dello stato che non sa arginare altrimenti lo sfociare della violenza.
Poi c'è da considerare l'errore giudiziario dovuto sia ad errate valutazioni da parte dei giudici o a testimonianze false.
Inoltre se rifiutiamo la violenza non dovremmo legalizzarne un'altra.
Vorrei,questo sì,la certezza della pena,senza sconti o benefici vari.
Ultima considerazione: se è lecito fare un distinguo tra omicidio e omicidio direi che per chi l'ha commesso a causa della sua natura "distorta" (tipo pedofili o malati mentali) oserei proporre una castrazione chimica perchè è purtroppo dimostrato che,una volta tornati in libertà,potrebbero nuovamente nuocere alla società.
Se si può arrivare a prevenire con l'educazione e la cultura ad arginare un certo tipo di violenza,non è possibile farlo con la natura.
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

Messaggio  misterred

Forzature storiche e narrative.
Bene, vedo che questo racconto (Giovannino) sta suscitando vari commenti, però mi pare
che ci si stia fermando soltanto ad alcune forzature narrative (la pistola in tasca) che sembrerebbe non credibile.
Vorrei precisare che, la cronaca e la storia, a volte va aldilà della fantasia, esempio (ne cito qualcuno):
1: Il brigante Musolino autore di numerosi omicidi e tentati omicidi, fu catturato perchè si impigliò ingenuamente
    un pantalone nel filo spinato di un recinto, tant'è che disse : "chillu cun pottiru un esercitu, potti chillu filu" (non traduco):
2: Una volta una nave naufragò e i passaggeri furono raccolti da una nave di passaggio che mando delle scialuppe. Solo un   
    uon passeggero vinto dalla paura si arrampicò a prua e non volle scedere, mentre la nave affondava verticalmente. Le scialuppe, contro vento, battendo contro
    la fiancata della nave, affondarono e i naufraghi morirono quasi tutti (o tutti, non ricordo). Si salvò quel tizio. Incredibile, vero?
3. Per Tara, nel film "balla coi lupi", il nordista perde il cappello nella scenda del bisonte. Il cappello, viene trovato da un indiano che non lo restituirà, perchè sosteneva di averlo trovato e quindi gli apparteneva. Alla fine si metteranno d'accordo.
4. Tex, il nostro amico, come sapete ha affrontato migliaia di banditi e indiani, ed è sempre rimasto vivo (meno male).
    Possibile?
E potrei continuare, la storia e la narrativa si avvale di forzature a volte incredibili. La fiction poi non ne parliamo, macchine che volano, gente che se ne da di santa ragione e poi se ne va fischiettando ec. ect.
Insomma, non voglio difendermi oltremisura, però a volte la realtà supera la fantasia.
A dopo
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Messaggio  misterred

Sono comunque soddisfatto dei commenti anche se negativi, servono a migliorarmi.
Anche se avrei preferito che il dialogo vertesse sulla pena di morte e la sua "presunta"
efficacia.
Il racconto era solo lo spunto per parlarne.
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Messaggio  misterred

Tara ha scritto:1. Mah..non vorrei sbagliarmi..ma il tuo racconto non gli garba..

2. Giovannino_ingenuo_povero_onesto.? eh..la giacca doveva rimanere per terra ..non era proprietà sua...! Questo si chiama furto..
3. Una pistola in tasca pesa..non è un foglio di carta..la legge non ammette ignoranza..
1. Non gli garba? Forse. Giovannino non può piacere a tutti.
2. Qua ti sbagli. Per legge il "possesso vale titolo", in mancanza di uno specifico reclamo (che non sarebbe mai arrivato) la giacca apparterrebbe a chi la trova. Giovannino non si è appropriato di roba altrui, ma di un oggetto volontariamente abbandonato. Non è furto. Anche qui sentiremo la versione del CH in merito.
3. Una pistola in tasca pesa, questo si, questo l'errore grossolano di Giovannino ed infatti, come dici tu viene condannato. la giacca che gli faceva gola, nuova e presumo elegante, e questo fatto l'ha distolto dal frugare nelle tasche. Una ingenuità che poteva pagare a caro prezzo.
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Messaggio  Tara

Mah..non vorrei sbagliarmi..ma il tuo racconto non gli garba..

Giovannino_ingenuo_povero_onesto.? eh..la giacca doveva rimanere per terra ..non era proprietà sua...! Questo si chiama furto..
Una pistola in tasca pesa..non è un foglio di carta..la legge non ammette ignoranza..
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Messaggio  misterred

Adesso somo curioso di ascoltare il commento del Mr. Ch.
Non mi vorrei sbagliare ma sono sicuro che a lui Giovannino è piaciuto.
E poi vorrò leggere la sua "parodia", affraid
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Messaggio  misterred

Intanto ti ringrazio per il commento Azzurra, anche dissenziente.
Certo, Giovannino è stato ingenuo, ma ricordo che io lo immagino giovane
e quindi ignaro dei numerosi pericoli che la vita ci porge a volte in maniera
assurda ed inaspettata.
Ti sconvolge il fatto chje non abbia controllato le tasche? Ma l'azione
è stata fulminea, indossa la giacca e svolta il vicolo velocemente.
Chi penserebbe di trovarci una pistola?
Potrebbe sembrare assurdo, ma nella reraltà romanzata vi sono
le forzature che alimentano il racconto. Ricordo l'Edmon Dantes
del Conte di Montecristo e la lettera trovata nella sua giacca e la
rocambolesca fuggita dalla prigione. E che dire dell'immenso tesoro
trovato nella grotta? Una colossale forzatura.
Anche i T roiani  furono ingenui nel portare il cavallo all'interno delle
mura.
Per quanto riguarda il secondo personaggio, dico che
spesso è proprio la malattia a fare riflettere le persone
specie in punto di morte, io non ci trovo nulla di strano.
Giovannino è stato ingenuo e purtroppo povero, e sappiamo che
la legge è uguale per tutti però chi ha denari si avvale di esperti
avvocati e quasi sempre la fa franca. O mi sbaglio?
Per ora alla ribalta c'è il caso di Amanda e Sollecito. Non so se siano
stati loro, ma se al posto di amanda e sollecito ci fsse stato Giovannino
a quest'ora sarebbe rinchiuso nelle patrie galere.
In fondo Giovannino è onesto e purtroppo spesso l'onestà non rende
merito.
misterred
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

Messaggio  Azzurra

Ciao raccon-Tino Smile
Secondo me, e' difficilissimo e di enorme responsabilita' 'giudicare' gli altri e anche quando si e' di fronte a un reato grave, penso che ogni caso vada valutato come un caso a se' e che prima di emettere una inapellabile nostra condanna - perche' le leggi sappiamo quali siano ...- si dovrebbero coscienziosamente escludere tutte le possibili ipotesi di non reato.
Dopodiche', mi indigno se, come si e' visto ultimamente, a pagare sia scandalosamente un uomo  perche' discriminato dal colore della pelle e dal fatto di essere povero in 'soldoni' e conoscenze..
E siccome la giustizia ha delle lacune, per non dire altro, e chi giudica non sempre merita rispetto, non so se, nel caso fossi coinvolta di persona toccandomi negli affetti, mi comporterei da buonina e remissiva come lo stanno facendo certe famiglie dei fatti di cronaca.

Il tuo Giovannino lo trovo troppo poco combattivo anche nei 'moti del suo animo' e anche un cucu' che nn aveva controllato nelle tasche dell giacca trovata... ma dai ....
L'altro, il pentito: boh... forse che, nn avendo piu' un futuro terreno x via della malattia, abbia egoisticamente pensato di salvarsi l'anima?
Insomma, Tino, le due figure a me non piacciono.

Azzurra
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Messaggio  Tara

Porgere l'altra guancia?
Tinuzzo..per oggi chiudiamo questo argomento..nè riparleremo più avanti-
Tara
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Messaggio  misterred

La violenza contro le donne e i bambini rappresenta certamente il crimine più ignobile, più odioso e più disgustoso
perchè rivolto contro esseri più deboli (fisicamente parlando).
Però, non pensare che mettendo sedia elettrica, fucilazione, impiccagione e quant'altro, questi reati possano
diminuire, perchè spesso l'uccisore si suicida, in stato d'ira e depressione.
E' verò, sonoi alti i casi di femminicidio, e si dovebbe agire sull'educazione, sin da piccoli, cioè far capire agli
uomini che una relazione può finire, che bisogna accettare la dissoluzione di un rapporto amoroso-coniugale,
senza arrivare a gesti estremi.
Ti ricordo e ricordo a noi tutti, che fino a poco tempo fa (ieri direi) il famoso "delitto d'onore" riceveva pene
attenuate (quasi inesistenti), perchè un marito tradito, o un padre o fratello "disonorato" potevano ricorrere
alle armi per difendersi l'onore. Udite, udite, la pena era da 3 a 7 anni (cioè nulla in cambio della vita umana).
E ciò fino al 1981 (impensabile).
Si giustificava l'operato dell'assassino perchè aveva agito in preda all'ira.
Quindi, bisognerebbe, ripeto educare i ragazzi e far capire loro, che da un rapporto andato male ne
verrà un altro.
Per quanto riguarda "occhio x occhio", ciò lascialo al mister ch , per noi vale (ed oggi è la domenica delle Palme)
l'altro comandamento del porgere l'altra guancia.
P.s. Questi commenti mi stanno dando spunto per un altro racconto.
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Messaggio  Tara

Lo Stato non può rispondere ad una barbarie
con un gesto altrettanto barbarico.

Certamente..nel frattempo i casi di femminicidio aumentano..tanto ormai si ragione con il coltello..tu mi lasci ? Io ti accoltello..ti sparo..ti elimino.
Non ho detto che bisogna condannare un innocente..ma il vero colpevole ..a prove accertate si esegue la condanna..
Gesto barbarico ? Eh..no..solo giustizia ..occhio per occhio.
Tara
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Messaggio  misterred

Si, Tara, a volte verrebbe di gridare : "ad leones!" Purtroppo, però, non è possibile. Lo Stato non può rispondere ad una barbarie
con un gesto altrettanto barbarico.
D'altra parte, come anche si legge nel racconto, vi sono casi in cui si potrebbe condannare un innocente (nel mio racconto ho
voluto dire sostanzialmente questo), ed una volta eseguita la pena capitale, non è più possibile tornare indietro.
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

Messaggio  Tara

Che sospiro di sollievo..per un attimo ho temuto per la vita di Giovannino.
Tutto bene quel che finisce bene.I racconti di Tino - Pagina 5 Icon_razz
In Italia la pena di morte è stata abolita..peccato , perchè ci sono centinai di  miglia di uomini  condannati per femminicidio ...pedofelia etc.. che non dovrebbero stare nelle patrie galere...troppo spreco di denaro publico per dar dà mangiare a questi uomini...che uomini non sono..allora si applica la pena di morte..puntare ..fuoco..!
Tara
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

Messaggio  misterred

La pena di capitale fu reintrodotta in Italia nel 1930 (codice Rocco) in vigore dal 1931. Inasprì alcune pene e reintrodusse
allaragando i reati cui applicare la pena di morte.
Dopo la seconda guerra mondiale e l'avvento della costituzione repubblicana, la pena di morte fu definitivamente abolita
dal nostro ordinamento penale. Rimase ancora per i reati di natura militare ma poi abolita nel 1994.
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Il pentimento

Messaggio  misterred

l pentimento.


Italia meridionale, 1933.
Giovannino sta tornando dalla campagna. E' un pomeriggio estivo, quasi al tramonto.
Giunto al paese, imbocca una viuzza. Da dietro l'angolo spunta un uomo, trafelato, di
corsa, che lo travolge buttandolo a terra; senza curarsi se Giovannino si fosse fatto male
scappa a gambe levate.
“Che tipo!” Esclama Giovannino, che si rialza, scuote la polvere dai vestiti e si rimette
in cammino. A terra scorge una giacca ed un cappello. Sembrano nuovi, di certo li avrà
abbandonati il tizio in fuga.
Giovannino decide di tenerseli lui, per risarcimento della botta ricevuta. D'altra parte
sembrano giusto della sua misura.
Indossa la giacca (di un color verde chiaro a quadretti) ed il cappello grigio. E' contento,
ha trovato qualcosa che gli mancava.
L'indomani sarebbe sceso in paese vestito a nuovo.
Girato l'angolo, si immette nella piazzetta del paese. Vicino la chiesa, il palazzo signorile
del notaio Orobello, con il quale giovannino qualche giorno prima aveva avuto un alterco
per via di una registrazione di un atto non andata a buon fine.
Scorge un assembramento nei pressi del portone. Vi sono anche alcuni Carabinieri che stanno
parlottando con altri uomini.
Giovannino non capisce, ma la folla invece si. E quando lo vedono esclamano tutti : “è lui, è lui, prendetelo”.
In un attimo, Giovannino è circondato da una piccola folla e due carabinieri lo fermano e lo
perquisiscono.
In un tasca della giacca gli trovano dei soldi e una rivoltella. Dal tamburo mancano tre proiettili,
quelli fatali.
Giovannino si discolpa, si difende, racconta che gli abiti li ha trovati per terra.
Naturalmente nessuno gli crede. Né gli crederà mai.
Tutte le prove sono contro di lui. La folla ha visto un tizio indossante una giacca verde e un cappello grigio
uscire dal portone del Notaio (dopo il delitto).
Infatti, il notaio Orobello era stato assassinato con tre colpi di pistola a tamburo.
Passano tre anni, e anche l'appello condanna Giovannino alla pena di morte. Inutili le difese
dell'avvocato d'ufficio (Giovannino non aveva soldi per difendersi).
Il giorno dell'esecuzione, anzi la mattina. Il plotone accompagna il condannato in uno spiazzo,
fuori città.
Giovannino viene messo con le spalle al muretto.
Indossa un paio di pantaloni scuri, una camicia bianca e stivali.
Se deve morire, che muoia elegante almeno.
Il capitano gli offre la benda, lui la rifiuta, e gli viene annodata al collo a mò di fazzoletto.
Giovannino rifiuta anche la benedizione del cappellano, non è un credente, con disappunto
del prete che si allontana mestamente.
Il capitano sta per allontanarsi, ma Giovannino lo chiama : “cap. un ultimo favore”.
“Dimmi” risponde il capitano.
Toglietemi la catenina e restituitela alla mia mamma anziana, era un dono di quando sono nato.
“Va bene”, risponde l'ufficiale. Stenta a togliergli la catenina, il fermaglio non si apre, l'azione dura qualche minuto, che sarà determinante.
Dopo qualche istante l'ufficiale toglie la catenina dal collo di Giovannino e la mette in tasca.
Nel frattempo una carrozza di gran carriera si avvicina velocemente.
Un carabinere la ferma, il cocchiere chiede di parlare urgentemente con capitano.
“Non si può - risponde il militare – il capitano è impegnato nell'esecuzione.
“Appunto”, grida il cocchiere, “è per questo motivo che devo conferire con l'ufficiale”.
Il carabiniere fa un cenno ad un collega, e questi si avvia verso il capitano che ha già sguainato
la spada e sta dando l'ordine : “prima riga, in ginoccchio”, caricat, puntat.................”
Si avvede del carabiniere che gli fa dei cenni. Ha una busta in mano.
“potrebbe essere la grazia” (pensa l'ufficiale). Ed in un certo senso lo è.
Qualche secondo di riflessione, e poi decide di sospendere temporanemamente l'esecuzione.
“Plo-tone, ri-poso!” - intima al drappello schierato, con le armi già puntate.
Riceve la missiva, chiusa con ceralacca ed intestata al capitano dell'esecuzione.
La apre, la legge, nello stupore generale.
La richiude.
Esclama a gran voce : “plotone, dietro front”, l'esecuzione è temporaneamente
sospesa.”
Giovannino, occhi chiusi, non capisce, aspetta ancora gli spari.
Poi, due carabinieri lo invitano a seguirli in caserma.
Il capitano, fa scortare la carrozza, cui all'interno c'è un uomo, l'autore dell rapina
mortale.
Ammalatosi di una grave infermità ha deciso di ravvedersi, di confessare la sua colpa.
Sarà condannato all'ergastolo, ed uscirà nel 1946 dopo la guerra.
Giovannino, sarà liberato e continuerà ad esercitare il mestiere dell'agricoltore e non
dimenticherà mai quei momenti con le spalle appoggiate ad un muretto.
FINE
by sanvass
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Messaggio  Charade

Nel necessario seguito della mia variante , analizzerò/descriverò anche questi anomali casi indubbiamente reali , da cui nascono sia le mie che le nostre ( di tutti /tutte) osservazioni - 
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Messaggio  Charade

ps, 

Io per quel che mi riguarda non ho arenato nulla , visto che ne ho sempre parlato dall'inizio e ne sono stato sempre il proponente ,,, 

Per dartene atto , a pieni e verdi pollici ovviamente , questo a dimostrazione temporale di chi ( mrs Green ) indicava errori da parte mia non segnalati in tempo ...  
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Messaggio  misterred

Charade ha scritto:
, 12 anni è decisamente over-game

Purtroppo no, sono testimone di gente che è ritornata dopo vent'anni.
Fatti veri non racconti.
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I racconti di Tino - Pagina 5 Empty Re: I racconti di Tino

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