I racconti di Tino
Arc en ciel :: Presente :: Erato , Euterpe , Calliope ... la prosa & la poesia in tutte le sue forme :: Prosa ,ovvero lo scriver fuor di poesia
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forzature tra fantasia e realtà
1.
Bene, intanto constato di aver superaato le 1.000 viste, quindi i racconti di Tino e del suo "amico" Don Marco, sembrano suscitare interesse e curiosità. Ciò mi stimola a scrivere ancora, ho in mente altre due episodi che vedono come personaggio il nostro caro Don Marco;
2. Forzature, come spesso dico, la realtà supera la fantasia, come si evince anche dall'ultimo fatto drammatico accaduto a Milano, dove, un uomo ha ammazzato 3 persone introducendosi nel più famoso Tribunale d'Italia, quello di Milano, armato di pistola per vendicarsi del grave torto subito.
Avessi scritto io una cosa del genere non mi avreste creduto. Dovrebbe essere impossibile entrare armati in un Tribuna sorvegliatissimo. Invece è successo.
3. Oltre ai racconti di Tino posterò qui anche racconti brevi non attinenti a motivi religiosi, ma avendo una trama intrecciato col mistero e con la fantasia. Spero trovino anch'essi gradimento.
Oltre a piccole poesie, insomma uno spazio variegato ed interessante.
Grazie per l'attenzione.
Bene, intanto constato di aver superaato le 1.000 viste, quindi i racconti di Tino e del suo "amico" Don Marco, sembrano suscitare interesse e curiosità. Ciò mi stimola a scrivere ancora, ho in mente altre due episodi che vedono come personaggio il nostro caro Don Marco;
2. Forzature, come spesso dico, la realtà supera la fantasia, come si evince anche dall'ultimo fatto drammatico accaduto a Milano, dove, un uomo ha ammazzato 3 persone introducendosi nel più famoso Tribunale d'Italia, quello di Milano, armato di pistola per vendicarsi del grave torto subito.
Avessi scritto io una cosa del genere non mi avreste creduto. Dovrebbe essere impossibile entrare armati in un Tribuna sorvegliatissimo. Invece è successo.
3. Oltre ai racconti di Tino posterò qui anche racconti brevi non attinenti a motivi religiosi, ma avendo una trama intrecciato col mistero e con la fantasia. Spero trovino anch'essi gradimento.
Oltre a piccole poesie, insomma uno spazio variegato ed interessante.
Grazie per l'attenzione.
misterred- Senior
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Re: I racconti di Tino
che solo le menti ad esso avezze possono non porsi limiti -
Uhhh.. una mente enciclopedica come la tua ..non ha limiti...non può porsi limiti.eh.
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Tara- Senior
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Re: I racconti di Tino
Forzature ? ,,, Dove , quali ? ,,, E' ben evidente che l'analizzar paradossale sonda : lunghi ,larghi , illimitanti cammini , che solo le menti ad esso avezze possono non porsi limiti -
Charade- Senior
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Re: I racconti di Tino
Esco e saluto da qua, ringraziandovi sempre per le vostre riflessioni sui miei racconti, che indipendentemente dalle forzature
rilevate, danno sempre spunti di dialogo.
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misterred- Senior
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Re: I racconti di Tino
Uhh , ma come , lo stato vaticano non ha un welfare ?
Charade- Senior
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Re: I racconti di Tino
Si, quando si "spoglia". Nel nostro gergo quando si dimette da prete perchè si sposa o per altri motrivi o viene sospeso "a divinis".Charade ha scritto:A fare cosa ,,, il prete o il disoccupato ?
ma ad esempio il prete disoccupato esiste ?
Resta prete (semel abbas, semper abbas) però deve trovarsi un lavoro.
.
misterred- Senior
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Re: I racconti di Tino
Teti ha scritto:Tinuzz questo episodio non mi convince,non ti so spiegarne bene il motivo ma lo sento un po' "forzato"...chi vuole compiere certi gesti di solito lo fa là dove ha maggiore visibilità,in una piazza o dove risiedono alcune istituzioni ma non in una chiesa...che potere può avere un prete per trovare un qualsiasi lavoro?
Charade: che aspetti a farlo...siamo tutte occhi...
Eppure un precedente c'è (non proprio simile, però) una volta qui occuparono la chiesa per avere le case popolari.
P.s. I colombi realmente ogni tanto entrano in Chiesa.
Per quanto riguarda il lavoro, giro la domanda al Ch, che potere ha un prete per trovare lavoro a qualcuno?
P.s. 2 se i preti possono far trovare lavoro? Chissà, non dico nulla perchè dovrei dare ragione al Ch, e non me la sento.
Ultima modifica di sanvass il Mar 07 Apr 2015, 19:37 - modificato 1 volta.
misterred- Senior
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Re: I racconti di Tino
Come no ,,, con la benedizione di Azul e Taruzza , sono/sarei novello vicario Papa in pectore !
Il disoccupato era sulla falsariga del racconto del Red , altrimenti andrei o-t ,,,
Narratore paradossalmente agnostico ? ,,, lo faccio quasi tutti i giorni e qui a larghe mani e maglie ,,, devo fare di più ?
Il disoccupato era sulla falsariga del racconto del Red , altrimenti andrei o-t ,,,
Narratore paradossalmente agnostico ? ,,, lo faccio quasi tutti i giorni e qui a larghe mani e maglie ,,, devo fare di più ?
Charade- Senior
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Re: I racconti di Tino
A fare il prete proprio non ti ci vedo...saresti una pizza da nulla...
Il disoccupato che c'azzecca?
Ma a fare il narratore agnostico no !?!
Il disoccupato che c'azzecca?
Ma a fare il narratore agnostico no !?!
Teti- Graduate
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Re: I racconti di Tino
A fare cosa ,,, il prete o il disoccupato ?
ma ad esempio il prete disoccupato esiste ?
ma ad esempio il prete disoccupato esiste ?
Charade- Senior
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Re: I racconti di Tino
Tinuzz questo episodio non mi convince,non ti so spiegarne bene il motivo ma lo sento un po' "forzato"...chi vuole compiere certi gesti di solito lo fa là dove ha maggiore visibilità,in una piazza o dove risiedono alcune istituzioni ma non in una chiesa...che potere può avere un prete per trovare un qualsiasi lavoro?
Charade: che aspetti a farlo...siamo tutte occhi...
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Teti- Graduate
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Re: I racconti di Tino
si, per par condicio scriverò racconti in cui il protagonista sarà un non credente.
P.s. mr. ch qualche dritta però me la devi dare tu. Grazie
P.s. mr. ch qualche dritta però me la devi dare tu. Grazie
misterred- Senior
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Re: I racconti di Tino
Mr Red , per controbilanciare , a quando una novella con un virtuoso agnostico ?
Se lo faccio io , poi sembra che sono di parte -
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Charade- Senior
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If I had (poesia)
If I had
a thousand women
but
I had
not your love
I will be nothing
as a leaf flyng
in the wind
(by sanvass)
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Ultima modifica di sanvass il Mer 08 Apr 2015, 12:45 - modificato 1 volta.
misterred- Senior
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My darling, goodnight
Approfitto di questo mio spazio, per postare anche una piccola poesia in inglese.
Se sbaglio, eventuialmente mi corriggerete (amici inglesi, se ve ne sono)
I Surrender
*****
My darling,
what do i do
to win your heart?
I surrender to your beauty
I think you tonight
and go to sleep
serene.
My love, my great love
Good night.
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misterred- Senior
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Re: I racconti di Tino
Dobbiamo essere ottimisti no?
Il bene deve sempre trionfare.
Il bene deve sempre trionfare.
misterred- Senior
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Re: I racconti di Tino
Insomma Tinuzzo..tutto bene quel che finisce bene.
Tara- Senior
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Don Marco : Il Perdono
IL PERDONO
Don Marco sta celebrando, è la domenica di Pasqua.
Giunto alla consacrazione, prende l'ostia e si accinge a benedirla, quando dal portone principale entra un energumeno, urlando come un pazzo. Si è cosparso di liquido infiammabile ed ha un accendino in mano.
Sono attimi di terrore e panico.
Don Marco poggia l'ostia sull'altare, poi guarda l'uomo cercando di capire le sue reali intenzioni.
Il criminale indietreggia; l'odore acre della benzina si sparge nell'aria. Indietreggia fino ad un angolo della chiesa, vicino ad una colonna ed al fonte battesimale.
La chiesa si è svuotata, rimangono in due : Don Marco, immobile vicino l'altare e il criminale, vicino il fonte battesimale.
L'uomo è Carmelo La Fontana, pregiudicato per piccoli reati e furtarelli. Ha sempre vissuto di espedienti.
Il criminale urla come un pazzo : “mi ammazzo, mi ammazzo”, se non mi date un posto di lavoro, giuro che lo faccio”.
Continua : “ho perso tutto ormai, anche mia moglie se n'è andata coi bambini”. Non ho nulla da perdere”.
“Lo stato mi deve risarcire, mi deve dare quello che mi spetta”. Le sue urla riecheggiano all'interno della Chiesa.
Intanto, fuori ululano le sirene, ed in breve la chiesa è circondata da Polizia e carabinieri e mezzi di soccorso.
Don Marco cerca di calmare il malavitoso, lo invita a deporre l'accendino, che si attiverà per fargli trovare un lavoro.
“Prete, non ti credo, a me il lavoro non lo darà mai nessuno”. Aggiunge : “non ti avvicinare, vi conosco voi preti, dal pulpito promettete mare e monti e poi non fate nulla per la povera gente”.
Don marco gli dice: lasciami avvicinare, così parleremo e troveremo la soluzione”.
Il bandito accetta , in fondo (pensa) un prete tra le mani gli sarà più utile.
Don Marco lentamente si avvicina, è ad un metro dal folle, che lo afferra, e gli stringe il collo con il braccio sinistro.
Si siedono sul gradino di un altare laterale.
Don Marco, con voce calma e suadente cerca di confortarlo con promesse di un futuro migliore,
Poi, il criminale, lancia l'ultimatum : “se entro un'ora non gli sarà offerto un lavoro, qui divamperà tutto.
“Mi ammazzoooo, e lo ammazzoooo” urla a squarciagola.
Il Commissario da fuori gli grida che sta aspettando il magistrato per il da farsi. Prende tempo, cerca di rassicurarlo.
Ma il tempo scorre velocemente, e nel frattempo Polizia e carabinieri studiano cosa fare; se eseguire o meno il blitz.
Poi, tutto sembra precipitare : “il tempo è scaduto, prete recita le tue preghiere, è giunta la tua ora, è giunta la nostra ora”.
Don Marco alza la testa ed un braccio e con la mano aperta pronuncia alcune parole : “Carmelo, in nome di Cristo risorto, ti perdono”.
In quel preciso momento due colombi, inseguendosi e volteggiando lungo la volta entrano in chiesa.
Svolazzando come impazziti, cercando e ricercando l'uscita (ogni tanto capita che qualche colombo entri in chiesa).
Poi si abbassano repentinamente ad altezza uomo e questo fatto disturba il malavitoso che cerca di allontanarli col braccio destro.
Don Marco ne approfitta e con un gesto fulmineo si divincola e strappa l'accendino dalla mano del malavitoso e lo getta lontano.
Il folle cerca di riprenderlo, ma poi lancia un urlo straziante e si porta le mani al torace.
Un fortissimo dolore e si accascia al suolo.
Don Marco gli si avvicina e il bandito gli sussurra ansimante : “Prete, il tuo perdono mi ha toccato il cuore.........mi sono sentito amato per la prima volta in vita mia” e gli stringe forte la mano.
Poi sviene.
Don Marco lo lascia ai soccorritori che lo portano via in barella, mentre lui si avvia verso l'altare.
Fuori dalla Chiesa una grande folla e l'ululare sinistro delle sirene.
FINE
Don Marco sta celebrando, è la domenica di Pasqua.
Giunto alla consacrazione, prende l'ostia e si accinge a benedirla, quando dal portone principale entra un energumeno, urlando come un pazzo. Si è cosparso di liquido infiammabile ed ha un accendino in mano.
Sono attimi di terrore e panico.
Don Marco poggia l'ostia sull'altare, poi guarda l'uomo cercando di capire le sue reali intenzioni.
Il criminale indietreggia; l'odore acre della benzina si sparge nell'aria. Indietreggia fino ad un angolo della chiesa, vicino ad una colonna ed al fonte battesimale.
La chiesa si è svuotata, rimangono in due : Don Marco, immobile vicino l'altare e il criminale, vicino il fonte battesimale.
L'uomo è Carmelo La Fontana, pregiudicato per piccoli reati e furtarelli. Ha sempre vissuto di espedienti.
Il criminale urla come un pazzo : “mi ammazzo, mi ammazzo”, se non mi date un posto di lavoro, giuro che lo faccio”.
Continua : “ho perso tutto ormai, anche mia moglie se n'è andata coi bambini”. Non ho nulla da perdere”.
“Lo stato mi deve risarcire, mi deve dare quello che mi spetta”. Le sue urla riecheggiano all'interno della Chiesa.
Intanto, fuori ululano le sirene, ed in breve la chiesa è circondata da Polizia e carabinieri e mezzi di soccorso.
Don Marco cerca di calmare il malavitoso, lo invita a deporre l'accendino, che si attiverà per fargli trovare un lavoro.
“Prete, non ti credo, a me il lavoro non lo darà mai nessuno”. Aggiunge : “non ti avvicinare, vi conosco voi preti, dal pulpito promettete mare e monti e poi non fate nulla per la povera gente”.
Don marco gli dice: lasciami avvicinare, così parleremo e troveremo la soluzione”.
Il bandito accetta , in fondo (pensa) un prete tra le mani gli sarà più utile.
Don Marco lentamente si avvicina, è ad un metro dal folle, che lo afferra, e gli stringe il collo con il braccio sinistro.
Si siedono sul gradino di un altare laterale.
Don Marco, con voce calma e suadente cerca di confortarlo con promesse di un futuro migliore,
Poi, il criminale, lancia l'ultimatum : “se entro un'ora non gli sarà offerto un lavoro, qui divamperà tutto.
“Mi ammazzoooo, e lo ammazzoooo” urla a squarciagola.
Il Commissario da fuori gli grida che sta aspettando il magistrato per il da farsi. Prende tempo, cerca di rassicurarlo.
Ma il tempo scorre velocemente, e nel frattempo Polizia e carabinieri studiano cosa fare; se eseguire o meno il blitz.
Poi, tutto sembra precipitare : “il tempo è scaduto, prete recita le tue preghiere, è giunta la tua ora, è giunta la nostra ora”.
Don Marco alza la testa ed un braccio e con la mano aperta pronuncia alcune parole : “Carmelo, in nome di Cristo risorto, ti perdono”.
In quel preciso momento due colombi, inseguendosi e volteggiando lungo la volta entrano in chiesa.
Svolazzando come impazziti, cercando e ricercando l'uscita (ogni tanto capita che qualche colombo entri in chiesa).
Poi si abbassano repentinamente ad altezza uomo e questo fatto disturba il malavitoso che cerca di allontanarli col braccio destro.
Don Marco ne approfitta e con un gesto fulmineo si divincola e strappa l'accendino dalla mano del malavitoso e lo getta lontano.
Il folle cerca di riprenderlo, ma poi lancia un urlo straziante e si porta le mani al torace.
Un fortissimo dolore e si accascia al suolo.
Don Marco gli si avvicina e il bandito gli sussurra ansimante : “Prete, il tuo perdono mi ha toccato il cuore.........mi sono sentito amato per la prima volta in vita mia” e gli stringe forte la mano.
Poi sviene.
Don Marco lo lascia ai soccorritori che lo portano via in barella, mentre lui si avvia verso l'altare.
Fuori dalla Chiesa una grande folla e l'ululare sinistro delle sirene.
FINE
misterred- Senior
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Il perdono : chi di spada ferisce........
Siamo nella settimana santa. Un gruppo dei misteri raffigura la scena del ferimento da parte di Pietro di un soldato del Sinedrio che stavano per arrestare Gesù.
Al che gesù invita Pietro a riporre la spada.
Al che gesù invita Pietro a riporre la spada.
misterred- Senior
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Località : Sacro Monte
Re: I racconti di Tino
Prima di avvicendarci ad altre vicende , occorre ,per vs diletto ,rimettere in ordine almeno le mie idee : la mia sempre tinteggiata legge mosaica è puramente dialettica , nulla di mostruosamente fisico potrei adire : i'm love & peace -
Charade- Senior
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Località : Modena/Milano
Re: I racconti di Tino
sanvassSai mister, mi hai dato lo spunto per la nuova avvicente avventura
che vedrà protagonista il nostro Don Marco.
Il titolo provvisorio è : "Il perdono"
mò sò curiosa di leggere, perché il Perdono é "roba" complessa
che vedrà protagonista il nostro Don Marco.
Il titolo provvisorio è : "Il perdono"
mò sò curiosa di leggere, perché il Perdono é "roba" complessa
Azzurra- Senior
- Messaggi : 5004
Data d'iscrizione : 01.07.13
Re: I racconti di Tino
Azzurra, ritengo che non ne saresti capace. A dirlo può essere facile, a farlo tutta un'altra cosa.
Che ci sia sfiducia nella giustizia italiana, purtroppo è cosa risaputa. Tempi lunghissimi, appelli, contro-appelli, Cassazione che annulla, revisione dei processi e tutto ricomincia daccapo.
Insomma, un bel guaio.
Farsi giustizia da soli? Anticamente era così (vedi occhio x occhio più volte invocato dal mister Ch). Però non ha funzionato,
perchè se avesse funzionato saremmo ancora qui ad applicarlo.
Fare lavorare i detenuti? E come? Con la frusta? Col mitra? Impossibile fare lavorare un detenuto. In Italia non lavora chi è
regolarmente retribuito, figuriamoci chi non lo è.
La problematica è ampia.
Però, vedo che il tema sta appassionando.
In fondo, la "dabbenaggine " di Giuvannin è riuscita a far vibrare le corde giuste del dialogo.
Che ci sia sfiducia nella giustizia italiana, purtroppo è cosa risaputa. Tempi lunghissimi, appelli, contro-appelli, Cassazione che annulla, revisione dei processi e tutto ricomincia daccapo.
Insomma, un bel guaio.
Farsi giustizia da soli? Anticamente era così (vedi occhio x occhio più volte invocato dal mister Ch). Però non ha funzionato,
perchè se avesse funzionato saremmo ancora qui ad applicarlo.
Fare lavorare i detenuti? E come? Con la frusta? Col mitra? Impossibile fare lavorare un detenuto. In Italia non lavora chi è
regolarmente retribuito, figuriamoci chi non lo è.
La problematica è ampia.
Però, vedo che il tema sta appassionando.
In fondo, la "dabbenaggine " di Giuvannin è riuscita a far vibrare le corde giuste del dialogo.
misterred- Senior
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Data d'iscrizione : 11.10.13
Età : 66
Località : Sacro Monte
Re: I racconti di Tino
Farsi "giustizia" da soli? Abbattere i mostri e diventare a nostra volta "mostri"?
Mi pare questa sia una celebre frase di eccellente filosofo, credo, se non ricordo male, F.Nietzsche.
Mi pare questa sia una celebre frase di eccellente filosofo, credo, se non ricordo male, F.Nietzsche.
annali- Senior
- Messaggi : 14767
Data d'iscrizione : 06.06.13
Località : non ancora decisa...
Re: I racconti di Tino
Io avevo espresso il mio parere sull'emettere condanne e sentenze e su come sia disgustoso per un cittadino il procedere della giustizia italiana che prima condanna e poi all'opposto assolve in pieno: vergognoso tutto e l'assoluzione dopo una condanna marchia a vita un innocente come fosse colpevole, lasciando il dubbio.
Poi, per rimanere piu' terra terra senza utopie, metterei tutti i detenuti a 'sgobbare' e, piu' pesante e grave e' il crimine, piu' duro dovrebbe essere il lavoro. Cosi non si deprimerebbero, forse qualche coscienza si farebbe sentire e noi non li avremmo piu' sul 'gobbo' per il loro mantenimento.
Nel caso di es, l'uomo bestia che a milano ha ucciso col piccone e per il quale tutto si e' risolto con la vergognosa scappatoia della malattia mentale o per chi sano di testa stupra, rovina bambini e adulti: non ho pieta' ne' compassione. Dipendesse da una mia decisione, li abbatterei.
Se toccassero un mio affetto, non avendo fiducia nella legge e in chi la applica - pochi si salvano - mi farei giustizia da sola.
Per come vanno le cose ringraziamo la nostra epoca e cultura che giustifica e inganna e allora a che cosa vale l'essere onesti? Prima andrebbe rivista la morale colletiva, non individuale, dalla quale partono le ramificazioni del sociale.
Poi, per rimanere piu' terra terra senza utopie, metterei tutti i detenuti a 'sgobbare' e, piu' pesante e grave e' il crimine, piu' duro dovrebbe essere il lavoro. Cosi non si deprimerebbero, forse qualche coscienza si farebbe sentire e noi non li avremmo piu' sul 'gobbo' per il loro mantenimento.
Nel caso di es, l'uomo bestia che a milano ha ucciso col piccone e per il quale tutto si e' risolto con la vergognosa scappatoia della malattia mentale o per chi sano di testa stupra, rovina bambini e adulti: non ho pieta' ne' compassione. Dipendesse da una mia decisione, li abbatterei.
Se toccassero un mio affetto, non avendo fiducia nella legge e in chi la applica - pochi si salvano - mi farei giustizia da sola.
Per come vanno le cose ringraziamo la nostra epoca e cultura che giustifica e inganna e allora a che cosa vale l'essere onesti? Prima andrebbe rivista la morale colletiva, non individuale, dalla quale partono le ramificazioni del sociale.
Azzurra- Senior
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Data d'iscrizione : 01.07.13
Re: I racconti di Tino
1. piena e spontanea confessione? Solo con la tortura sarebbe possibile ciò, che fa la ripristiniamo? Raramente l'imputato confessa spontaneamente.Charade ha scritto:
Nei casi di certezza di una grave colpa acquisita (piena e spontanea confessione o inoppugnabili prove scientifiche)
2. inoppugnabili prove scientifiche? Dna, guanto di paraffina, prove biologiche? raramente si arriva a ciò, rimanendo la maggior parte di delitti irrisolti o irrisolvibili, tipo Amanda e Sollecito, yara, sara Scazzi, Stasi, e tanto altri che a dstanza di anni mai risolti.
Ogni delitto porta con sè una scia di perchè, per come e dubbi.
misterred- Senior
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